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I REDDITI FONDIARI
L'art. 25 del TUIR stabilisce che i redditi fondiari sono quelli che si riferiscono ai terreni e agli fabbricati dislocati sul territorio dello Stato che sono o devono essere iscritti nel catasto dei terreni o nel catasto edilizio urbano. Nel caso in cui mancano questi requisiti, questi proventi verranno iscritti nei redditi diversi.
In questa ipotesi la tassazione si basa sulle risultanze catastali e non sul reddito effettivo, si valuta infatti l'astratta e potenziale capacità del bene di produrre un reddito.
I redditi fondiari sono imputati ai soggetti che possiedono gli immobili a titolo di proprietà, enfiteusi o usufrutto in proporzione alla durata del possesso durante il periodo di imposta. I redditi fondiari si dividono in redditi dominicali dei terreni, redditi agrari e redditi dei fabbricati.
Il reddito dei terreni si suddivide in dominicale e reddito agrario. Il reddito dominicale è imputato al possessore del fondo a titolo di
Proprietà o altro diritto reale, di un terreno accatastato come terreno agricolo a prescindere dal suo impiego produttivo, non si considerano produttivi di reddito dominicale i terreni che costituiscono pertinenze di fabbricati urbani, i terreni dati in affitto per usi non agricoli e quelli produttivi di reddito di impresa. La definizione di reddito agrario è contenuta nell'art. 32 del TUIR secondo cui si dice reddito agrario quello che deriva dall'esercizio dell'attività agricola. Lo stesso articolo precisa inoltre le attività che si considerano agricole, abbiamo infatti le attività dirette alla coltivazione del terreno e alla silvicoltura, le attività di allevamento di animali con mangimi ottenibili per almeno un quarto dal terreno, la produzione di vegetali tramite l'utilizzo di strutture fisse o mobili, nonché le attività di manipolazione, conservazione, trasformazione commercio e valorizzazione dei prodotti.
Contenuti nel fondo, anche se non svolte sul terreno, quando abbiano ad oggetto prodotti ottenuti prevalentemente dalla coltivazione del fondo, dal bosco o dall'allevamento di animali. Questo reddito viene determinato attraverso l'utilizzo di tariffe di estimo, stabilite per ciascuna qualità di classe e di terreno, secondo le norme della legge catastale ed è quello che deriva dall'esercizio di attività agricola.
Il reddito dei fabbricati è costituito dal reddito medio ordinario, che deriva da ciascuna unità immobiliare urbana, determinato secondo le tariffe di estimo del catasto che distinguono ogni unità immobiliare per categorie e classi. Le unità immobiliari sono tutti i fabbricati e le costruzioni stabili comprensivi dell'area occupata e di quelle pertinenziali, il titolare di questo reddito è il proprietario dell'immobile, l'usufruttuario e colui che ha diritto di uso dell'abitazione, tranne l'affittuario.
Non sono produttivi di reddito dei fabbricati le unità immobiliari destinate al solo culto, le costruzioni rurali e le relative pertinenze destinate ad abitazione principale delle persone addette all'attività agricola, a ricovero di animali, destinate a deposito di piante, macchinari o prodotti agricoli e gli immobili relativi ad imprese commerciali che danno già luogo a reddito di impresa e di lavoro autonomo. Secondo l'art. 43 del TUIR gli immobili strumentali si distinguono per destinazione, cioè quelli utilizzati dal possessore solo per l'esercizio dell'attività di impresa e per natura, cioè quelli immobili insuscettibili di diversa utilizzazione senza realizzare una radicale trasformazione. I REDDITI DI CAPITALE I redditi di capitale, così come specificato nell'art. 44 del TUIR, sono costituiti da tutti quei proventi che derivano da un rapporto giuridico che ha ad oggetto l'impiego del capitale, comeAd esempio gli interessi e i proventi derivanti dagli stessi strumenti finanziari, mentre sono riconducibili alla categoria dei redditi diversi di natura finanziaria i differenziali positivi che derivano invece da un evento incerto, come ad esempio le plusvalenze derivanti dall'acquisto e la successiva vendita di titoli azionari o obbligazionari.
E' possibile inoltre suddividere i redditi di capitale in due sottogruppi, i redditi che derivano da rapporti aventi ad oggetto l'impiego di capitale, che dà origine a un rapporto di finanziamento e i redditi che derivano da un capitale investito o conferito che danno origine a un rapporto di partecipazione.
Per quanto riguarda i redditi di capitale, la normativa prevede particolari regole, le principali riguardano i diversi principi legati alla tassazione. La tassazione dei redditi di capitale è innanzitutto alla fonte, attraverso la ritenuta a titolo di imposta, o a titolo di acconto, nonché attraverso alcune
Le imposte sostitutive sono utili ad evitare la fuga dei capitali. La tassazione avviene sull'importo risultante dal titolo senza alcuna deduzione delle spese eventualmente sostenute dal contribuente per la produzione del reddito. La tassazione in questo caso segue il principio di cassa, cioè imputando il reddito al periodo di imposta in cui è percepito, inoltre fanno parte del reddito di impresa anche i proventi che rientrano fra i crediti di capitale percepiti nell'esercizio di attività commerciali.
I redditi di capitale della categoria sub A sono quelli che derivano dall'impiego del capitale. L'art. 44 del TUIR individua le fattispecie rientranti in questa categoria, abbiamo infatti gli interessi e gli altri proventi derivanti da mutui, depositi o conti correnti, dalle obbligazioni, dalle azioni e da titoli similari, le rendite percepite, i compensi per prestazioni di fideiussione, gli utili derivanti da associazioni in partecipazione e i redditi
Imputati ai beneficiari di un trust. Secondo l'art. 45 del TUIR, tutti gli interessi derivanti da mutui si presumono percepiti alla scadenza e nella misura pattuita per iscritto, in contrasto quindi con il principio di cassa.
I redditi di capitale della categoria sub B sono quelli che derivano da un capitale investito o conferito. Secondo l'art. 44 del TUIR sono redditi di capitale gli utili derivanti dalla partecipazione al capitale o al patrimonio di società ed enti soggetti all'imposta sul reddito delle società, la norma non si riferisce invece agli utili provenienti dalle società di persone che vengono già tassati come redditi dei singoli soci. Al fine di evitare la doppia tassazione su uno stesso provento in capo a due differenti soggetti e la disparità di trattamento tra soggetti che esercitano l'attività in modo individuale e chi la esercita invece come società, il legislatore ha previsto il principio dell'esenzione.
Secondo questo principio se il socio è una persona fisica imprenditore, i dividendi che concorrono alla formazione dell'imponibile sono del 49,72%, se il socio è una persona fisica non imprenditore, l'esenzione varia in ragione della quota di partecipazione da lui posseduta, è importante infatti verificare se la partecipazione è qualificata o non qualificata, se qualificata i redditi concorrono alla formazione dell'imponibile per il 49,72%, mentre gli utili relativi a partecipazioni non qualificate sono assoggettati a ritenuta a titolo di imposta nella misura del 12,5%.
I REDDITI DI LAVORO DIPENDENTE
La definizione di lavoro dipendente è contenuta nell'art.49 del TUIR ed è definito come quel reddito derivante da rapporti aventi per oggetto la prestazione di lavoro, con qualsiasi qualifica, purché alle dipendenze o sotto la direzione altrui, come ad esempio la retribuzione, le indennità, gli scatti di anzianità ecc.
nonché le pensioni di ogni tipo e gli assegni ad esse associati. Il reddito dipendente viene tassato mediante ritenute alla fonte a titolo di acconto da parte del datore di lavoro che funge da sostituto di imposta. L’art 51 TUIR stabilisce la determinazione del reddito di lavoro dipendente che può avvenire attraverso due metodi, il metodo effettivo e quello convenzionale. Per quanto riguarda il metodo di determinazione effettivo, l’art. 51 del TUIR oltre a definire il concetto di onnicomprensività del lavoro dipendente, sottolinea anche il principio di cassa. In deroga a quest’ultimo principio, il legislatore ha previsto che si considerano percepiti nel periodo di imposta anche le somme corrisposte dai datori di lavoro entro il 12 gennaio del periodo di imposta successivo a quello di riferimento, al fine di evitare il rinvio, per motivi fiscali, delle somme relative all’ultimo mese dell’anno. Un altro principio è quello della irrilevanza.degli eventuali costi di produzione dei redditi e la loro conseguente indeducibilità dal reddito, tuttavia in deroga a tale principio, è prevista una deduzione forfettaria dall'imposta lorda da rapportarsi al periodo di lavoro dell'anno. Il comma 2 dell'Art. 51 prevede uno speciale regime per le somme percepite dal lavoratore nei casi di trasferte fuori comune e per le somme a titolo di rimborso spese di vitto, alloggio, viaggio e trasporto. Sono state inoltre escluse dalla tassazione alcuni proventi, in deroga al principio di onnicomprensività della nozione del reddito di lavoro dipendente. Il metodo di determinazione convenzionale è contenuto nell'art. 51 comma 8 bis del TUIR e si riferisce al reddito derivante da lavoro dipendente prestato all'estero in modo continuato e come oggetto esclusivo del rapporto, nel caso in cui il lavoratore soggiorni in uno Stato estero per più di 183 giorni l'anno. Tale reddito è determinato in.base alle retribuzioni convenzionali definite annualmente con decreto ministeriale.
I fringe benefits sono beni e servizi che costituiscono benefici aggiuntivi rispetto alla normale retribuzione in denaro che il datore di lavoro prevede per alcune categorie di lavoratori, soprattutto per i quadri e i dirigenti, al fine di incentivare la loro produttività, come ad esempio le autovetture aziendali, i cellulari o assicurazioni speciali. Questi beni o servizi concorrono alla determinazione del reddito dipendente, tranne nei casi in cui il loro valore sia di poca rilevanza, ai fini della tassazione il valore di questi beni viene determinato in base al criterio del valore nominale. Il legislatore ha comunque previsto l'esclusione dalla tassazione per alcuni fringe benefits, come i buoni pasto entro una certa soglia o per le somme destinate agli asili nido.
I redditi assimilati al lavoro dipendente fanno riferimento a quelle fattispecie reddituali che non presentano tutte le
Le caratteristiche tipiche del reddito di lavoro dipendente, come descritte nell'art. 49 del TUIR (Testo Unico delle Imposte sui Redditi), includono: - La natura retributiva del reddito: il reddito di lavoro dipendente è costituito dai compensi percepiti dai lavoratori che svolgono un'attività subordinata nei confronti del datore di lavoro. - La periodicità dei pagamenti: il reddito di lavoro dipendente viene solitamente corrisposto in modo regolare, ad esempio mensilmente o secondo altre scadenze convenute tra le parti. - La presenza di un rapporto di lavoro subordinato: il reddito di lavoro dipendente deriva da un rapporto di lavoro in cui il lavoratore è sottoposto alle direttive e al controllo del datore di lavoro. - L'inclusione di tutti i componenti del reddito: il reddito di lavoro dipendente comprende non solo il salario base, ma anche eventuali elementi accessori come premi, gratifiche, indennità, buoni pasto, etc. - La tassazione alla fonte: il reddito di lavoro dipendente è soggetto a ritenuta d'acconto, ovvero viene tassato direttamente dal datore di lavoro che trattiene una percentuale del reddito per conto dell'Agenzia delle Entrate. Tra i redditi assimilati più rilevanti al reddito di lavoro dipendente, troviamo i compensi percepiti dai lavoratori soci. Questi compensi sono assimilati al reddito di lavoro dipendente quando il lavoratore è contemporaneamente socio dell'azienda per la quale presta servizio. In questo caso, i compensi percepiti vengono considerati come reddito di lavoro dipendente e sono soggetti alle stesse regole di tassazione e di trattamento fiscale.