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Analisi della raccolta normativa di derivazione imperiale
Si deve a Mommsen e Liebs, la rilevazione di un mutamento di rotta nella scelta e utilizzazione del materiale normativo di derivazione imperiale presente nella raccolta, nel senso che sono utilizzate leges generales in armonia con la nuova politica normativa di Costantino del 315, che guardava con sfavore ai rescritti. Queste leges appaiono in tale isolamento da far ritenere trattarsi di aggiunte successive.
Inspiegabile, alla luce di tali ipotesi, appare la non menzione di una costituzione di Costantino del 333 che innova in materia di donazioni, come rileva la circostanza che la disciplina illustrata nella compilazione è quella classica. Tale lacuna può essere dovuta ad una mera dissattenzione o alla incapacità di armonizzare il regime classico delle donazioni alla novità introdotta da Costantino.
3. Glosse e scolii
Sicuramente integrativo dell'originario dettato della raccolta sono le glosse e gli scolii. Scolii interlineari: Mediante i quali un ignoto glossatore riferiva alcune costituzioni.
Ai Codici Gregoriano e Ermogeniano, come denuncia la differente scrittura ed il fatto che esse distrurbano il principio seguito dal compilatore di indicare il nome dell'imperatore e la data di emanazione della N, non la fonte. Tali glosse sono state fatte sulla base di una collazione soltanto per quelle cost che l'annotatore rinveniva nei Codici dioclezianei. Dalla presenza di 6 scolii in un solo titolo e non per tutte le leges si è sostenuto, che il compilatore dei FV ha reperito il materiale anche con autonoma ricerca. Altri scolii interlineari servivano ad integrare l'inscriptio del testo, come in VAT 5. o 108.
Scolii marginali: Sono più numerosi. Alcuni dei quali contengono semplici rinvii ad altri luoghi dei Vaticana, altri sono sommari. Questi ultimi che, secondo la maggior parte degli studiosi, sarebbero di mano diversa rispetto ai precedenti, sono in complesso una ventina e distribuiti in modo ineguale in alcuni titoli, cioè solo nei titoli De re uxorial ac
dotibus e Quando donator intellegatur revocasse voluntatem eAd legem Cinciam de donationibus.4 RABER, WIEACKER: sostengono che il compilatore dei fv avrebbre usato un testo dei Responsa depurato dalle note. Maanche se si ammette che si tratti di una nota di Ulpiano ai Responsa di Papiniano, il fatto che essa ricorra una volta sola in 50frammenti di Papiniano lascia suppore che si sia trattato di un errore.Contro la dottrina tradizionale che ha attributo agli scolli scarsa rilevanza, De Dominicis ne ha esaltatol’importanza per la conoscenza dell’evoluzione del dir r in Occidente nell’eta della decandenza e permeglio valutare l’opera legislative.Cosentini: Valutazione antitetica. Egli ha osservato che e’ poco probabile che gli scolii fossero un lavorodovuto alla stessa persona. L’autore degli scolli, vissuto dopo il 400, sarebbe stato uno dei possessori delmanoscritto, probabilmente uno studente che preparaava un corso sulla dote e sulle donazioni.
La semplicità delle note, mere sintesi del contenuto del testo, fa presumere che esse siano state apposte allo scopo di aiutare la memoria. L'abbreviatura "b" che precede gli scolii, come in altri manoscritti, significherebbe "ber" o "bre", cioè breviterò, ovvero breviculum, e confermerebbe la supposizione che gli scolii siano dei sommari di testo. Mommsen, al contrario, notava che chi ha rimaneggiato la silloge non era una persona inesperta, ma dotata di un gran numero di libri come dimostrano le annotazioni rinvenibili nel manoscritto. Mommsen, sottolineava, che i brevi sommari provenivano dall'uso forense. È la stessa opinione di Riccobono. Secondo D'Ors gli scolii presenterebbero una certa similitudine con le interpretations di tipo più breve che appaiono come un nuovo genere di letteratura giuridica in Occidente, fin dalla seconda metà del V sec. Se così è, è possibile congetturare una datazione tarda per questi.
interventi nel manoscritto, probabilmente in occasione della riedizione del 372 dC.- L'ordine generale della raccolta.
questo titolo manca la numerazione. Il Felgentrager ritiene che cio rende possible una suacollocazione all'inizio della raccolta.Se cosi fosse l'ordine dei V sarebbe:
- de cognitoribus et procuratoribus
- Ex Empto et vendito
- De usufructu
- De re uxoria ac dotibus
- De excusationibus
- quando donator intellegatur revocasse voluntatem
- Ad legem Cinciam de donationibus
L'ordine attuale dei Responsa di Papiniano sambra essere:
- de cognitoribus et procuratoribus
- De emptionibus
- De iure nuptiarum
- DE tutelis
- Ad legem Cinciam.
Non si e' assolutamente lontani da una corrispondenza tra l'ordine dele materie nella raccolta e dell'Haupwerk utilizzato.
problema della collocazione del titolo De usufructu. Dell'usufrutto Papiniano parla collegandolo allamaterial dei legati, dopo la tutela e prima della Lex Cincia. Ma c'e' un luogo nei Responsa di Papiniano incui e' possible che fosse trattato anche l'usufrutto e
Precisamente nella parte finale del libro secondo, incui il giurista severiano tratta della rei vindicatio, dell' ager vectigalis, della servitu e dell' action finiumregundorum e familiae erciscundae.
La circostanza per cui nei Vaticana nn esiste un titolo de legatis, avrebbe potuto indurre il compilatore adattribuire una collocazione al titolo de usufructu autonoma al modello papinianeo; questa collocazionesubito dopo il titolo ex empto, potrebbe farci ritenere che la prospettiva del compilatore sia guidata perquesta parte dall'idea dei modi di acquisto delle res.
2. Lo sviluppo della trattazione nei singoli titoli: Ex empto et vendito.
Piu difficile e' l'individuazione dell'ordine delle materie trattate all'interno dei singoli titoli.Anche in questo caso nn si e' riusciti a trovare un sistema uniforme. Nonostante le lacunosita che I titolipresentano, tuttavia un'analisi piu ravvicinata consente di notare come di volta in volta
vendito? Il compilatore ha seguito diverse opere nella redazione del Ex empto et vendito. In particolare, sono conservati un frammento tratto dal libro ottavo ad Sabinum di Paolo, 15 frammenti del libro III dei Responsa di Papiniano e 22 costituzioni imperiali, alcune delle quali recano un testo quasi completo. Secondo Mommsen, il VAT 1 è attribuito al libro ottavo ad Sabinum di Paolo, basandosi sulle "similitudini". Tuttavia, la presenza nel testo di un intenso dibattito dottrinale che coinvolge Sabino e Cassio, Labeone, Proculo, Celso e Giuliano fa propendere Lenel verso un'attribuzione del testo a Ulpiano. Tuttavia, l'ipotesi di Lenel è stata smentita. L'attribuzione a Paolo proposta da Mommsen sembra essere la più probabile. Tuttavia, sorge il dubbio se ci si debba riferire all'ad Sabinum o all'ad Edictum di Paolo.vendito. Dall'analisi condotta sul: - libro XXXI dell'ad Quintum Mucium di Pomponio - sul libro XL dell'ad Sabium di Pomponio - sul libro V dell'ad Sabium di Ulpiano - sul libro dei Responsa di Papiniano ricaviamo una articolazione giurisprudenziale sulla compravendita in questi termini:
- legittimazione dei soggetti a porre in essere una compravendita e la qualità della res
- il momento perfezionativo del contratto
- le clausole accessorie e/o i patti
- i profili processuali.
Da un esame superficiale, del titolo si rileva la mancanza delle parti relative ai punti sub 1-2-4. È congetturabile, allora, che la parte iniziale non pervenutaci sia stata costituita dalle problematiche relative ai punti 1-2, mentre la parte finale, riguardasse i profili processuali. Tutto questo, ovviamente, partendo dalla ipotesi di una completezza espositiva da parte del compilatore e dall'altra ipotesi per cui il compilatore segua uno schema. Quest'ultima ipotesi sembra accertata.
Dall'analisi puntuale del titolo De excusatione, dove il compositore della raccolta è tributario allo schema degli Hauptwerke impiegati. Anche in questo caso il compilatore abbia seguito lo schema consolidato. Quale Hauptwerke? Fermarestando la presenza nel titolo dei Responsa di Papiniano, il ruolo di Haupwerke lo penseremmo ad opera di piu vasto respiro, quali l'ad Edictum, o all ad Sabinum probabilmente di Paolo. I commentari ad Sabinum tuttavia si fanno preferire, come puo argomentarisi in via indiziaria dal libro XVIII del Digesto, tutto costruito sui libri ad Sabinum di Paolo, Ulpiano, e Pomponio. L'ipotesi di Mommsen estesa all'intera parte mancante nel titolo Ex empto et vendito ci sembra pausibile.
3. De usufructu
Il titolo de usufructu è costruito sulla base di una trentina di frammenti tratti dal libro XVII dell' ad Sabinum di Ulpiano, di 15 frammenti del I e II libro dei Manualia di Paolo e di altri suoi brani, e al XII libro dei...
Responsa di Paolo, oltre che sulla base di 3 scritti di Diocleziano, di un rescritto di Alessandro