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Al di là delle richieste liberali progressiste e socialdemocratiche di una democrazia parlamentare, con la

Costituzione Prussiana del 1848 venne ribadito con chiarezza il principio monarchico e riconosciuta al

sovrano la prerogativa militare, concedendo alle camere la solo possibilità di mettere sotto accusa i ministri

(nominati dal sovrano), per reati commessi in veste delle loro funzioni; la Costituzione guglielmina spezzò

dunque ogni interesse verso la questione, rafforzata successivamente dal successo di Bismarck nell’

unificazione del paese. Karl Marx, poco più tardi, nell’ opera “Critica al programma di Gotha” definì le

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istituzioni guglielmine “un dispotismo militare, mascherato da forme parlamentari, mescolato con

appendici feudali, influenzato già dalla borghesia, tenuto assieme da una burocrazia, e difeso con metodi

polizieschi”, mentre Carl Smith interpretò la costituzione del 1871 come “un compromesso instabile tra

monarchia e democrazia, basato sulla mancanza di decisione”.

3 – L’ esperienza costituzionale tedesca

Delineate le origini del costituzionalismo tedesco, è opportuno analizzarne la vicenda attraverso l’ analisi

dei testi costituzionali che si sono susseguiti nell’ area tedesca (in particolare la Legge fondamentale di

Bonn Grundgesetz, e la Costituzione della Repubblica Democratica Tedesca). I tratti fondamentali della

vicenda istituzionale tedesca sono racchiusi nell’ andamento incostante che caratterizza i vari testi: l’

esperienza liberal-borghese di Francoforte con la prospettazione di diritti fondamentali; la Costituzione

monarchico-costituzionale guglielmina, caratterizzata da elementi profondamente contraddittori; la

Costituzione weimariana con l’ apertura ai diritti sociali; il totalitarismo nazista con lo vuotamento, ma non

l’ abrogazione formale del testo weimariano. Alle spalle di questi documenti alcune date caratterizzano

però, la prima del 1800 tedesco: nel 1806 viene fondata a Parigi la Confederazione del Reno che pone fine

all’ esperienza del Sacro Romano Impero nella nazione tedesca; nel 1815 con la sconfitta di Napoleone,

nasce la confederazione tedesca, composta da 40 stati principeschi e città-stato con sede a Francoforte; nel

1820, l’ art. 57 del Wiener Schlussakte (atto finale di Vienna) assegna interamente il pubblico potere nelle

mani del vertice monarchico dello stato, con possibilità di concedere ai ceti di collaborare nell’ esercizio di

determinati diritti; nel 1834 viene fondata l’ unione doganale sotto la guida della Prussia, necessitata dall’

impulso economico della rivoluzione industriale in vista di una futura unificazione degli stati tedeschi e dell’

unione monetaria; nel 1848 il movimento rivoluzionario, sulla scia della “primavera dei popoli”, richiese l’

unità nazionale, la libertà di riunione, di stampa ed altre cosiddette “libertà borghesi”; nel 1848 si riunisce

un assemblea preparatoria dell’ Assemblea Nazionale costituente, che nel 1849 costituisce un documento

per il movimento democratico tedesco, il cui lascito fondamentale è rappresentato dal Titolo IV della

Costituzione, “I diritti fondamentali del popolo tedesco”, in cui vengono enumerati il diritto di cittadinanza,

di libertà di stampa, di associazione, di domicilio, di confessione religiosa, di insegnamento, l’ inviolabilità

della proprietà privata, l’ abolizione della servitù etc. e la responsabilità dei ministri della Federazione di

fronte alla rappresentanza popolare. Si trattava insomma, di una Costituzione liberal-borghese che tentava

di risolvere il problema nazionale all’ interno di una federazione “piccolo tedesca” Guidata dal Re di Prussia

Federico Guglielmo IV; un tentativo che fallì velocemente, evidenziando la debolezza di pensiero e di azione

della borghesia tedesca: nel 1851 venne infatti abrogata la parte relativa ai diritti fondamentali, e la strada

dell’ unità e della democraticizzazione tedesca imboccò un percorso decisamente autoritario.

Nel 1850 era stata ricostruita la Confederazione tedesca sotto la guida austriaca, mentre si svolgeva la

reazione contro il movimento liberale e democratico. Negli anni successivi, il movimento liberale in Prussia

cercò di allargare sull’ esempio britannico, le proprie competenze in materia di bilancio ed in materia

militare, ma la resistenza dei ceti conservatori incanalò, sotto la guida di Bismarck, le prospettive nazionali

e politiche nell’ alveo conservatore. La sconfitta della Camera bassa nel conflitto costituzionale e la

vittoriosa campagna nei confronti dell’ Austria (1866) risolsero nell’ ambito monarchico costituzionale il

problema istituzionale. In Prussia speranze di parlamentarizzazione del sistema non furono solo frustrate

dal periodo della cosiddetta “reazione”, in quanto la contrapposizione tra Esecutivo e Parlamento alle

soglie degli ’60 era stata significatamene marcata dal tema della riorganizzazione dell’ esercito: con la

reggenza del principe Guglielmo e l’ elezione di una fortissima maggioranza liberale alla Camera bassa della

Dieta prussiana nel 1858, il regime parlamentare pareva essere alle porte, grazie soprattutto alla riforma

elettorale su base censitaria che permise l’ ingresso della borghesia progressista nel debole circuito della

rappresentanza; l’ abdicazione del sovrano, e la nomina di Bismarck a cancelliere, sancì la disfatta del

liberalismo tedesco e la vittoria delle forze conservatrici autoritarie, come la riconferma della persistente

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prevalenza all’ interno dell’ ordinamento del principio monarchico su quello parlamentare. La politica

costituzionale bismarckiana di cui la Costituzione della Confederazione del Nord e poi quella del Reich

ghettizzarono definitivamente il Parlamento, mentre il federalismo venne schiacciato dalla prevalenza della

componente prussiana all’ interno del Bundestag.

4 – La Costituzione imperiale del 1871

4.1 – Il tipo di stato: dopo il conflitto franco-prussiano e la proclamazione del Reich tedesco nel 1870, la

Costituzione del 1871 sostituì definitivamente quella della Confederazione della Germania del Nord del

1867, andando a creare uno Stato federale. Il Reich possedeva organi costituzionali propri volti all’

identificazione di una volontà indipendente ed unitaria, al Bundestag ed al Reichstag venivano attribuite

competenze proprie che trovavano il proprio limite solo nei diritti speciali di certi stati confederati. La

sovranità, ovvero il potere di suprema decisione all’ interno dell’ ordinamento, assumeva le caratteriste

proprie della statualità tipica della dottrina giuspubblicista dell’ epoca; la nozione di Stato federale non era

però completamente chiara, e solo il rafforzamento del Reich portò a definizioni dello stesso basate sul

principio di sovranità. In questa prospettiva, circa trenta anni dopo, parte della dottrina poteva sostenere

che le unità componenti il Reich avevano perso la qualità di stati ed erano divenute province, evidenziando

la conclusione di un processo faticoso di chiarimento concettuale a cui non tutti erano ancora giunti. Nel

periodo imperiale i rapporti di subordinazione tra Reich e singoli stati si articolavano nella sottomissione di

questi ultimi al controllo del primo ed alla sua legislazione per quanto atteneva alla materie stabilite dalla

Costituzione, che poteva essere sottoposta a revisione attraverso il semplice iter legislativo.

4.2 – Struttura e funzioni dei supremi organi costituzionali: un analisi sommaria delle strutture e delle

funzioni correlate ai supremi organi costituzionali del Reich guglielmino (Reichstag, Bundestrath, Kaiser,

Reichskanzler), permette di individuare la struttura e i nodi problematici fondamentali che lo

caratterizzarono durante i suoi quarantasette anni di vita.

4.2.1 – Il Bundestrath: lo Stato federale tedesco veniva a configurarsi come una persona giuridica costituita

dai singoli stati, e non dai cittadini dello stesso. In questa prospettiva si spiega l’ affermazione che il potere

non spetta all’ Imperatore, bensì all’ insieme dei principi federati e delle città libere tedesche: il

Bundestrath era l’ organo di rappresentanza dei governi federati nell’ esercizio del potere del Reich,

laddove esso non appartenesse al Kaiser.

A suo tempo, il Bundenstrath, che venne comparato con il Reichstag del periodo precedente al 1806,

costituiva un organo collegiale presieduto dal Cancelliere, all’ interno del quale i componenti del Bund

erano rappresentati in peso differenziato. Esso svolgeva funzioni legislative, amministrative e

giurisdizionali; i progetti di leggi approvati dal Bundestrath venivano presentati dal Cancelliere davanti al

Reichstag a nome del Kaiser; all’ interno del Consiglio federale vigeva però una drastica egemonia prussiana

che era assicurata dalla copertura costituzionale e dal legame con il Cancelliere (nominato dal Kaiser, che

era anche Re di Prussia). Il Bundestrath, oltre che alla funzione legislativa, partecipava alla funzione di

governo, approvando in primo luogo la dichiarazione di guerra e la stipulazione dei trattati operata dal

Kaiser a nome dei Reich, cooperando con quest’ ultimo nello scioglimento del Reichstag. Tutto ciò descrive

un ruolo formalmente molto importante dell’ organo di rappresentanza federale. Esso in realtà, perse

progressivamente la sua incidenza effettiva all’ interno della dinamica reale del sistema costituzionale,

ponendosi spesso come ostacolo nei confronti di ogni richiesta di democraticizzazione delle istituzioni.

4.2.2 – L’ imperatore: nell’ ambito della Costituzione bismarckiana, al Re di Prussia spettava la presidenza

del Bund, e gli era attribuito il titolo di Imperatore tedesco. La sua funzione era da ritenersi molto simile se

non uguale a quella di un Sovrano, anche se i “principi della federazione” non potevano essere considerati

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suoi sudditi. Egli rappresentava il Reich a livello internazionale, nominava gli ambasciatori ed i consoli del

Reich, riceveva le credenziali di quelli esteri, e con l’ assenso del Bundestrath, dichiarava guerra in nome

dell’ Impero (potendo prendere iniziativa bellica senza il consenso dell’ organo federale in caso di attacco al

territorio del Reich). Inoltre partecipava alla funzione legislativa, redigendo e promulgando le leggi;

nominava a e dimissionava il Cancelliere; nominava i funzionari del Reich; disponeva delle forze armate in

pace e in guerra; infine a lui erano attribuiti diritti onorifici, irresponsabilità giuridica e politica, difesa dall’

alto tradimento e dal delitto di lesa Maestà. Questa serie di competenze e di prerogative devono essere

viste alla luce della dinamica politica interna del Reich, fino a sconf

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A.A. 2013-2014
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SSD Scienze giuridiche IUS/21 Diritto pubblico comparato

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher GregM di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto pubblico comparato e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pisa o del prof Zorzi Giustiniani Antonio.