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STATO DEMOCRAZIA PLURALISTA 4 - LO STATO TOTALITARIO

Lo Stato totalitario è una forma di Stato affermatasi storicamente a causa di crisi interne agli Stati liberali e di democrazia pluralista. Tale forma di Stato si potrà affermare in quei Paesi nei quali ancora scarsa era l'accettazione dei valori di pluralismo e di tolleranza da parte delle forze politiche esistenti e nei quali non esistevano adeguate garanzie a tutela del sistema democratico.

  • Sistema monopartitico: l'unico partito esistente diventa un vero e proprio organo costituzionalizzato dello Stato.
  • Negazione del pluralismo politico e culturale.

Elementi caratterizzanti l'attributo della totalitarietà: la collettività nazionale si integra totalmente nello Stato, che interviene in tutti gli aspetti della vita sociale ed individuale.

Esempi: lo Stato fascista italiano e lo Stato nazionalsocialista tedesco.

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SINTESI A CURA DI: Andrea BAROLINI - Emanuele ISONIO Cap. 21 - Par. 32R. Bin - G.

Pitruzzella Diritto Pubblico, Giappichelli Editore, Torino, 2002.

LO STATOLODISTATODEMOCRAZIAPLURALISTA5 - LO STATO SOCIALISTA

La principale esperienza storica di questo tipo di Stato è rappresentata dall'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, dalla quale si è poi diffusa negli Stati dell'Europa orientale.

Il principio basilare dello Stato socialista è la dittatura del proletariato, mediante la quale si doveva sconfiggere la classe borghese e, in un secondo momento, instaurare una "società senza classi", in cui i conflitti sociali erano assenti.

  • abolizione della proprietà privata:
  • proprietà statale dei mezzi di produzione

Elementi caratterizzanti:

  • economia collettivistica in alternativa all'economia di mercato

A seguito della dissoluzione dell'URSS, la forma di Stato socialista è entrata in crisi. Gli Stati in cui era applicata hanno adottato nuove Costituzioni basate sui principi

SINTESI A CURA DI: Andrea BAROLINI - Emanuele ISONIO

Cap. 2 - Par. 4

R. Bin - G. Pitruzzella

Diritto Pubblico, Giappichelli Editore, Torino, 2002.

RAPPRESENTANZA POLITICA

Concetto di RAPPRESENTANZA POLITICA:

All'interno della nozione di rappresentanza politica si possono individuare due significati distinti.

Il rappresentante dispone di una

Rapporto diretto tra rappresentante e rappresentato: situazione di potere autonomo:

In questa accezione, esiste un preciso legame tra i due soggetti, basato su un rapporto diretto tra rappresentante e rappresentato.

Nozione di origine liberale basata sul divieto di mandato imperativo, comparso nella Costituzione francese del 1791.

Si parla anche di Rappresentanza di interessi: tipica dei Parlamenti medievali, nei quali il rappresentante è tenuto ad agire nell'interesse del soggetto rappresentato con cui corre

divieto è tuttora espresso un rapporto basato su un mandato dall'articolo 67 della Costituzione italiana. Torna alla prima pagina

SINTESI A CURA DI: Andrea BAROLINI - Emanuele ISONIO Cap. 2 - Par. 4R. Bin - G. Pitruzzella Diritto Pubblico, Giappichelli Editore, Torino, 2002.

RAPPRESENTANZA POLITICA

RESPONSABILITÀ POLITICA:

È un concetto strettamente connesso con la rappresentanza politica: un soggetto dotato di potere politico dovrà rispondere ad un altro soggetto per il modo in cui ha esercitato il potere di cui è investito e, in caso di giudizio negativo, perderà il potere politico.

Il concetto di responsabilità politica è chiaramente basilare nelle democrazie pluraliste, nelle quali il corpo elettorale è chiamato periodicamente a dare un giudizio (mediante le elezioni) sui propri rappresentanti.

Legittimazione democratica e governabilità

Negli Stati di democrazia pluralista si è ben presto

Presentato il problema di riuscire a garantire la legittimazione democratica dello Stato basata sul consenso popolare, al tempo stesso assicurando al sistema la capacità di decidere (la cosiddetta governabilità).

Per riuscire a salvaguardare questi due pilastri degli Stati moderni, è necessario far convivere i due aspetti della rappresentanza politica.

Rappresentanza come situazione di potere

Rappresentanza come rapporto con gli elettori:

  • autonomo: per garantire la legittimazione del sistema.
  • per scongiurare il pericolo di una "paralisi decisionale".

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SINTESI A CURA DI: Andrea BAROLINI - Emanuele ISONIO Cap. 2 - Par. 4 R. Bin - G. Pitruzzella Diritto Pubblico, Giappichelli Editore, Torino, 2002.

RAPPRESENTANZA POLITICA

Storicamente si sono affermati diversi modelli per risolvere il problema di coniugare legittimazione democratica e governabilità:

A - Lo Stato dei partiti: sono sistemi basati sulla doppia virtù dei partiti:

strumento di collegamento con gli elettori (vedi art.49 Costituzione italiana) Realizzano una partecipazione permanente del popolo alla vita politica • garanzia di sintesi politica degli interessi particolari dei vari gruppi presenti nella società civile. Permettono al sistema di superare i contrasti e di decidere. Tuttavia, in una simile situazione, c'è il rischio concreto che lo strapotere dei partiti all'interno delle istituzioni finisca per limitare, di fatto, l'effettività del divieto di mandato imperativo. Infatti, i rappresentanti dei cittadini devono spesso sottostare alla disciplina di partito. B- il rafforzamento del Governo e l'investitura popolare del premier: Introducendo norme di investitura popolare diretta del potere esecutivo si ottiene il risultato di tutelarlo dalle pressioni immediate dei vari gruppi. Esso è in tal modo legittimato a governare nell'interesse generale. Esempio estremo di questo sistema èIl testo formattato con i tag HTML corretti sarebbe il seguente:

Rappresentato dal presidenzialismo statunitense. In sistemi siffatti, i due aspetti della rappresentanza già ricordati sono divisi:

  • il Parlamento è lo strumento di collegamento con gli elettori.
  • l'Esecutivo è lo strumento di sintesi degli interessi particolari.

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RAPPRESENTANZA POLITICA

- gli assetti neocorporativi:

Nei sistemi corporativi classici, i rappresentanti delle categorie economiche e professionali erano riuniti in un'assemblea che sostituiva il Parlamento tradizionale (elettivo). Un esempio tipico era rappresentato dalla Camera dei Fasci e delle Corporazioni che sostituì il Parlamento nell'Italia fascista (legge 129/1939).

Nei sistemi democratici, gli assetti neocorporativi:

  • non si sostituiscono ma si affiancano agli organi rappresentativi elettivi

Sono composti da organizzazioni autonome• si costituiscono spontaneamente all’interno della società. Il governo, spesso, cerca di concertare le decisioni mediante periodiche consultazioni con le associazioni di categoria (es: sindacati dei lavoratori e associazioni di imprenditori).

La rappresentanza territoriale: sono sistemi basati sulla creazione di un ramo del Parlamento composta da rappresentanti degli enti territoriali. Esempio classico è costituito dal Bundesrat tedesco, in cui siedono rappresentanti direttamente nominati dai vari Land che costituiscono la federazione tedesca.

La sottrazione della decisione al circuito rappresentativo: In questo caso si affida il controllo e la cura di interessi inerenti particolari settori ad autorità amministrative indipendenti, autonome rispetto al circuito democratico-rappresentativo.

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SINTESI A CURA DI: Andrea BAROLINI - Emanuele ISONIO Cap. 2 - Par. 4R. Bin - G. Pitruzzella Diritto Pubblico

Giappichelli Editore, Torino, 2002.

RAPPRESENTANZA POLITICA

DEMOCRAZIA DIRETTA E DEMOCRAZIA RAPPRESENTATIVA:

In tutti i sistemi di democrazia rappresentativa permangono alcuni istituti di democrazia diretta. Questi strumenti affidano al corpo elettorale la possibilità di prendere direttamente le decisioni riguardanti l'ordinamento statale.

  • iniziativa legislativa popolare: si possono presentare proposte di legge in Parlamento se sono firmate da un numero congruo di cittadini.
  • petizione: i cittadini possono in tal modo avanzare richieste agli organi istituzionali con l'obiettivo di sensibilizzarli su determinati argomenti.
  • referendum: è una consultazione che coinvolge l'intero corpo elettorale ed è produttiva di effetti giuridici.

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SINTESI A CURA DI: Andrea BAROLINI - Emanuele ISONIO

Cap. 2 - Par. 4

R. Bin - G. Pitruzzella Diritto Pubblico, Giappichelli Editore, Torino, 2002.

RAPPRESENTANZA POLITICA

La Costituzione italiana e il referendum:

La Costituzione repubblicana prevede espressamente tre tipi di referendum:

  1. Referendum consultivo
  2. Referendum abrogativo
  3. Referendum di revisione costituzionale

(art. 75 Costituzione) (art. 132 e 133 Costituzione) (art. 138 Costituzione)

Può essere indetto per abrogare una legge o un atto avente forza di legge, già in vigore.

Deve essere indetto in caso di modificazione territoriale di Regioni, Province e Comuni.

Può essere inserito nell'ambito di un procedimento di revisione costituzionale.

Ha carattere eventuale e successivo.

Alle tre tipologie di referendum previste dalla Costituzione italiana, si può affiancare un quarto tipo: i referenda abrogativi o consultivi su leggi e provvedimenti amministrativi delle Regioni.

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SINTESI A CURA DI: Andrea BAROLINI - Emanuele ISONIO Cap. 2 - Par. 5 R. Bin - G. Pitruzzella Diritto Pubblico, Giappichelli Editore, Torino, 2002.

SEPARAZIONE DEI POTERI: Il principio di separazione dei poteri è un prodotto del costituzionalismo liberale (Montesquieu, Lo Spirito delle leggi, 1748). Tradizionalmente si è soliti indicare tre poteri: - potere legislativo - potere esecutivo - potere giudiziario A ciascun potere è associata una funzione pubblica delineata e distinta dalle funzioni degli altri poteri. La divisione delle funzioni è elemento essenziale per evitare il rischio dell'arbitrio. Tale divisione, inoltre, ha l'effetto positivo di assicurare un reciproco bilanciamento tra poteri dello Stato (checks and balances). Il principio di separazione può avere un'applicazione più o meno rigida. Negli USA si è affermata una nettissima distinzione tra i tre poteri, mentre in altri Paesi questa distinzione può essere meno marcata.
Dettagli
Publisher
A.A. 2007-2008
32 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/21 Diritto pubblico comparato

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Exxodus di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto pubblico, dell’informazione e della comunicazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Allegri Maria Roman.