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Diritto privato - la successione legittima e quote Pag. 1
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LA SUCCESSIONE LEGITTIMA: I CHIAMATI ALL'EREDITÀ E LE QUOTE

La successione può essere legittima o testamentaria. È testamentaria quando una persona muore lasciando un testamento, ed è legittima quando una persona muore senza aver fatto testamento. Di conseguenza, la successione sarà regolata per legge.

Il codice civile ci dice che possono succedere al defunto i parenti fino al sesto grado. Se non vi sono parenti, succede lo Stato. È essenziale, a questo punto, specificare cosa si intende per eredi necessari. Secondo il legislatore, eredi necessari sono il coniuge e i figli. Se vi sono entrambi o uno solo di essi, l'eredità del de cuius deve necessariamente andare a questi soggetti e a nessun altro, tranne nel caso in cui vi sia solo il coniuge superstite con ascendenti legittimi o fratelli e sorelle (art. 582). In questo caso, al coniuge sono devoluti i due terzi dell'eredità, mentre la parte residua sarà devoluta agli ascendenti e ai.

  1. il coniuge
  2. i figli legittimi o naturali
  3. i genitori
  4. i fratelli e le sorelle
  5. gli ascendenti fino al secondo grado
  6. gli altri parenti fino al sesto grado

Gli ascendenti legittimi - i collaterali (si considerano i soli parenti legittimi) - altri parenti - lo Stato

Il coniuge ha prima di tutto il diritto di abitazione sulla casa coniugale.

Se alla chiamata all'eredità concorre solo il coniuge, a lui spetterà tutta l'eredità ex art. 538 c.c. (se non vi sono figli legittimi o naturali, ascendenti o fratelli del decuius, al coniuge si devolve tutta l'eredità).

Tuttavia è bene ricordare che l'art. 579 c.c. specifica che se il defunto aveva dei genitori naturali o dei fratelli, a questi spetterà un terzo dell'eredità, mentre al coniuge i rimanenti due terzi.

Con la riforma del diritto di famiglia, in base alla legge n. 151 del 1975 il legislatore ha voluto dare maggiore importanza alla figura del coniuge superstite.

Se concorrono figli, in base all'art. 581 c.c., 'il coniuge ha diritto alla metà dell'eredità, se alla successione concorre un solo figlio'.

quindi metà eredità al coniuge e metà al figlio. Se concorrono con il coniuge più di un figlio 'il coniuge ha diritto ad un terzo nella successione concorre più di un figlio, mentre gli altri figli, indipendentemente dal loro numero, concorreranno per i rimanenti due terzi'. Quindi, al coniuge spetterà comunque un terzo, indipendentemente dal numero dei figli, che dovranno spartirsi i due terzi rimanenti. Se vi sono coniuge e 1 o più figli, tutti gli altri sono esclusi. Nel caso in cui sia intervenuta una sentenza di annullamento del matrimonio prima della morte del de cuius non vi è nessun problema, si procede come se il matrimonio non fosse mai avvenuto; se invece la sentenza di annullamento è avvenuta dopo, è rilevante lo stato di buona fede del coniuge superstite che si è visto annullare il matrimonio. Se era in buona fede gli spetterà la quota come se il matrimonio fosse ancora valido, se, invece

Era in malafede non avrà nessun diritto. Tuttavia, nel caso in cui il de cuius si fosse risposato non conta la buona fede. Se, infatti, esiste un altro coniuge legato da valido matrimonio al momento della morte del de cuius, solo a lui spetteranno i diritti ereditari (art. 584 comma 2).

Nel caso di separazione è necessario vedere se la sentenza di separazione è passata in giudicato prima della morte del decuis. Se la separazione è avvenuta prima della morte ed è stata addebitata al coniuge superstite, questi ha diritto soltanto ad un assegno vitalizio se al momento dell'apertura della successione godeva degli alimenti a carico del coniuge deceduto (art. 548 comma 2).

Se, invece, la separazione è avvenuta senza addebito, il coniuge superstite conserva gli stessi diritti come se non fosse separato.

Nel caso del divorzio i coniugi perdono ogni diritto l'uno nei confronti dell'altro, ma se il defunto doveva corrispondere al coniuge un assegno

periodico (art. 5 l. n. 898 del 1970), al superstite potrebbe spettare una quota della reversibilità. Se il superstite era titolare di un assegno di mantenimento, il tribunale può attribuirgli un assegno periodico a carico dell'eredità se si trova in condizione di bisogno (art. 9 bis l. n. 898 del 1970).

I figli. Con la riforma del diritto di famiglia i figli naturali o adottati sono stati equiparati a quelli legittimi. Quando vi sono i figli gli altri parenti, eccetto il coniuge se c'è, sono esclusi dall'eredità.

I figli naturali, ovvero quelli nati fuori dal matrimonio, hanno gli stessi diritti di quelli legittimi, ovvero nati in costanza di matrimonio, o legittimati, ovvero riconosciuti legittimi dopo il matrimonio. Tuttavia i figli legittimi possono far valere il 'diritto di commutazione', che consiste nel dare ai figli naturali soldi o beni ereditari determinati in modo, per esempio, di escluderli dalla comunione sui beni ereditari.

meno che i figli naturali non si oppongano. In questo caso deciderà il giudice. I figli non riconoscibili (ovvero i figli incestuosi) sono esclusi dall'eredità, ma gli spetterà un assegno vitalizio pari alla rendita della quota cui avrebbero diritto se la filiazione fosse riconosciuta o dichiarata. I figli succedono in parti uguali così come dispone l'art. 566: 'al padre e alla madre succedono i figli legittimi e naturali in parti uguali'. Ai figli legittimi sono equiparati i legittimati e gli adottati, tuttavia l'art. 567 specifica che i figli adottivi sono esclusi dalla successione dei parenti dell'adottante. Se vi è un solo figlio e il coniuge superstite, l'eredità sarà divisa a metà. Se vi è il coniuge superstite con più figli, l'eredità sarà devoluta per un terzo al coniuge, e per i due terzi ai figli che la divideranno in parti uguali. Nel

Caso in cui manchino coniuge e figli, i chiamati all'eredità saranno gli altri parenti. La regola generale che si segue è che i parenti più vicini escludono quelli di grado più lontano.

Se chi muore non lascia né coniuge né figli, vi succedono i genitori naturali che lo hanno riconosciuto, e succederanno in parti uguali, o solo il genitore superstite. Tuttavia sono esclusi gli adottanti delle persone maggiori di età, questo al fine di evitare il caso in cui si adotti solo al fine di ereditare (art. 304 c.c.).

Se non vi sono discendenti, né genitori né fratelli o sorelle né loro discendenti, succedono per una metà gli ascendenti della linea paterna, e per l'altra metà gli ascendenti della linea materna (art. 569 c.c.). Questo accade quando vi sono ascendenti di uguale grado, per esempio 2 avi materni e 1 paterno, la divisione sarà a metà tra materno e paterno, provvedendo poi ognuno a dividerla.

Se però gli ascendenti non sono di eguale grado, l'eredità è devoluta a quello di grado più vicino senza distinzione di linea. Nel caso in cui non abbiano lo stesso grado, per esempio un bisnonno e 2 nonni, allora l'eredità andrà al più vicino in grado. Se non vi sono discendenti, né genitori né altri ascendenti succedono i fratelli e le sorelle in parti uguali, ma i fratelli e le sorelle unilaterali conseguono però la metà della quota che conseguono i germani (art. 570 c.c.). Agli unilaterali spetta, quindi, la metà di quanto effettivamente conseguono i germani (c.d. quota di fatto) e non la metà della quota che spetterebbe loro (c.d. quota di diritto), se fossero germani. I fratelli e sorelle naturali non succedono tra loro essendo considerati estranei dalla legge. Tuttavia, quando è stato accertato lo status di figlio del comune genitore, possono succedere per ultimi, ovvero prima dello stato.base all'ordine di parentela stabilito dalla legge. Per formattare il testo utilizzando tag HTML, puoi seguire le seguenti indicazioni: - Utilizza il tag

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E non con gli altri fratelli. Quando mancano tutti questi parenti, prima che lo Stato erediti, saranno chiamati alla successione i parenti dal terzo al quarto grado. La successione, in questo caso, è disciplinata da due regole:

  1. Il parente più prossimo esclude quello più lontano.
  2. L'istituto della rappresentazione.

Infatti i discendenti di figli o fratelli del de cuius, anche se sono parenti di secondo o terzo grado, possono succedere per primi al nonno, bisnonno, zio o prozio in base all'ordine di parentela stabilito dalla legge.

Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
4 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/01 Diritto privato

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher suke di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto Privato e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Confortini Massimo.