Anteprima
Vedrai una selezione di 12 pagine su 51
Riassunto esame Diritto Penale, prof. Paliero, libro consigliato Delitti Contro il Patrimonio di Mantovani Pag. 1 Riassunto esame Diritto Penale, prof. Paliero, libro consigliato Delitti Contro il Patrimonio di Mantovani Pag. 2
Anteprima di 12 pagg. su 51.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Diritto Penale, prof. Paliero, libro consigliato Delitti Contro il Patrimonio di Mantovani Pag. 6
Anteprima di 12 pagg. su 51.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Diritto Penale, prof. Paliero, libro consigliato Delitti Contro il Patrimonio di Mantovani Pag. 11
Anteprima di 12 pagg. su 51.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Diritto Penale, prof. Paliero, libro consigliato Delitti Contro il Patrimonio di Mantovani Pag. 16
Anteprima di 12 pagg. su 51.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Diritto Penale, prof. Paliero, libro consigliato Delitti Contro il Patrimonio di Mantovani Pag. 21
Anteprima di 12 pagg. su 51.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Diritto Penale, prof. Paliero, libro consigliato Delitti Contro il Patrimonio di Mantovani Pag. 26
Anteprima di 12 pagg. su 51.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Diritto Penale, prof. Paliero, libro consigliato Delitti Contro il Patrimonio di Mantovani Pag. 31
Anteprima di 12 pagg. su 51.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Diritto Penale, prof. Paliero, libro consigliato Delitti Contro il Patrimonio di Mantovani Pag. 36
Anteprima di 12 pagg. su 51.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Diritto Penale, prof. Paliero, libro consigliato Delitti Contro il Patrimonio di Mantovani Pag. 41
Anteprima di 12 pagg. su 51.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Diritto Penale, prof. Paliero, libro consigliato Delitti Contro il Patrimonio di Mantovani Pag. 46
Anteprima di 12 pagg. su 51.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Diritto Penale, prof. Paliero, libro consigliato Delitti Contro il Patrimonio di Mantovani Pag. 51
1 su 51
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

PROFITTO INGIUSTO

5. .

Con questa previsione viene subordinato l'an del reato anche ad un momento attinente all'autore, anzichè

solo alt ipo di condotta offensiva.

I delitti contro il patrimonio possono distinguersi tra:

delitti di profitto per l'esistenza dei quali è richiesto il profitto o come evento o anche soltanto fine,

• come contenuto del dolo specifico.

I delitti che prescindono dal profitto.

Su tale distinzione non si può fondare la distinzione tra delitti di arricchimento e di impoverimento. La

distinzione tra delitti di profitto-fine e i delitti di profitto-evento crea una discriminazione non facilmente

giustificabile.

La definizione abbraccia non solo il vantaggio economico (più in generale vantaggio patrimoniale-

strumentale), ma ogni utilità materiale o spirituale, piacere o soddisfazione che l'agente si procuri attraverso

l'azione criminosa. Tale definizione:

depatrimonializza il profitto

• serve a evitare vuoti di tutela

• priva di spiegazione è la maggior pena per il furto rispetto a quella per il danneggiamento: profitto

• inteso nel senso patrimoniale

interpretatio abrogan si questo requisito essenziale degradandolo in profitto presunto, che viene a

• coincidere con il movente.

Pecca per difetto l'opposta tesi che pretende di economicizzare il profitto.

Per conservare al profitto la sua funzione delimitatrice occorre patrimonializzarne la nozione, considerando

profitto ogni incremento della capacità strumentale del patrimonio di soddisfare un bisogno umano,

materiale o sprirituale.

Il profitto può essere per sè o per altri ed inoltre anche transitorio, essendo irrilevante la sua permanenza o

temporaneità.

Circa i rapporti tra profitto e fatto, il profitto:

Deve derivare, nei reati di aggressione unilaterale, direttaemnte dal passaggio della cosa dalla sfera

• patrimoniale della vittima a quella del reo.

Deve derivare, nei reati con la cooperazione della vittima, dall'altrui atto dispositivo, non sussistendo

• alcuna delimitazione legislativa perchè tali reati non siano configurabili.

Danno e profitto non sono dunque necessariamente compenetrati aspetti di un'unica realtà,

contestualmente verificantisi, e possono essere diversi per qualità e quantità e distinti cronologicamente;

come comprova il fatto che la stessa legge richieda, per la sussistenza dei reati di profitto fine, la verificazione

del danno, ma non anche del profitto.

Il reato patrimoniale di profitto non sussiste, invece e nonostante contrari pareri, quando il profitto deriva

come indiretta conseguenza del reato. Il reato patrimoniale di profitto resta non configurabile in quanto la

legge, delimitando la tutela rispetto alla naturale sfera offensiva della condotta, porta ad escludere che il

profitto possa essere semplice conseguenza del fatto:

nei reati con la cooperazione della vittima, essendo il profitto elemento amteriale costitutivo;

• nei reati di aggressione unilaterale perchè il profitto deve derivare per volontà di legge dalla stessa

• cosa, oggetto materiale del reato.

Circa l'accertamento, il profitto, in quanto elemento costitutivo del dolo o anche del fatto materiale, deve

essere provato come altro qualsiasi elemento tipico.

Circa l'ingiustizia vanno distinti i reati:

Di ingiusto profitto . Il controverso problema della giustizia o ingiustizia del profitto può essere risolto

• tenendo presente che:

a) L'ingiustizia del profitto non va identificata con l'ingiustia del fatto offensivo . Sono due requisiti

tipici e concorrono entrambi quali elementi necessari della antigiuriiità e quindi dell'esistenza del

delitto patrimoniale. Il delitto patrimoniale sussiste se mezzo e profitto sono ingiusti, mentre non

sussiste se mezzo è ingiusto e profitto giusto.

b) È principio generale del nostro ordinamento che l'esercizio di un preteso diritto è punibile solo

come delitto contro la giustizia e sempre che sia violento.

Art. 392 c.p. - Esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza sulle cose. Chiunque, al fine di esercitare un

preteso diritto, potendo ricorrere al giudice, si fa arbitrariamente ragione da sé medesimo, mediante violenza sulle

cose, è punito a querela della persona offesa, con la multa fino a euro 516. Agli effetti della legge penale, si ha

violenza sulle cose allorché la cosa viene danneggiata o trasformata, o ne è mutata la destinazione. Si ha, altresì,

violenza sulle cose allorché un programma informatico viene alterato, modificato o cancellato in tutto o in parte

ovvero viene impedito o turbato il funzionamento di un sistema informatico o telematico.

Art. 393 c.p. - Esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza alle persone. Chiunque, al fine indicato

nell'articolo precedente, e potendo ricorrere al giudice, si fa arbitrariamente ragione da sé medesimo usando

violenza o minaccia alle persone, è punito, a querela dell'offeso, con la reclusione fino a un anno. Se il fatto è

commesso anche con violenza sulle cose, alla pena della reclusione è aggiunta la multa fino a euro 206. La pena è

aumentata se la violenza o la minaccia alle persone è commessa con armi.

Il profitto deve ritenersi:

giusto . Se la pretesa che si ha è riconosciuta dal diritto in modo diretto (concessione

– azione giudiziaria) sia indiretto (soluti retentio).

Ingiusto. Quando non si fonda su tale pretesa.

Di profitto non espressaemnte qualificato come ingiusto . Quanto ai reati patrimoniali senza l'espressa

• menzione dell'ingiustizia del profitto, questa deve ritenersi requisito implicito.

POSSESSO E DENTEZIONE

6. .

Il possesso è previsto come presupposto della condotta nei reati di appropriazione, nonchè come oggetto

della tutela nel reato di turbativa violenta del possesso immobiliare.

La detenzione è prevista come rpesupposto della condotta nei reati di sottrazione.

Ai fini della definizione di possesso e detenzione risultano inadeguate:

Le nozioni civilistiche . Ai sensi dell'art. 1140 c.c. Si intende il possesso come "potere di fatto sulla

• cosa, che si manifesta in un'attività corrispondente all'esercizio della proprietà o di altro diritto reale

con il correlativo animus, e detenzione è il potere di fatto esplicato sulla cosa nomine alieno.

Le nozioni autonomistiche o relativistiche . Quella del possesso come potere di disposizione

• autonoma dell acosa con l'animo di tenerla con sè e detenzione quale ptoere esplicato nella sfera

della vigilanza del possessore.

Tesi dell'apparentia domini . È possesso ogni realzione con la cosa, lecitamente acquisita dal punto di

• vista penale, che abbia l'apparenza di una disponibilità autonoma di diritto della stessa. Con la

conseguenza di estromettere dall'appropriazione tutti i non infrequenti casi, nei quali l'atto di

appropriazione non assume di fronte ai consociati parvenza di legittimità.

La incompatibilità e continuità tra furto e appropriazione, evitandosi i vuoti di tutela, può essere assicurata

soltanto considerando i presupposti della detenzione e del possesso non un prius, ma un posterius, in quanto

definibili in funzione delle condotte della sottrazione e della appropriazione, con le seguenti fondamentali

implicazioni:

che bisogna ricorrere alla sottrazione per instaurare la signoria di fatto sulla cosa in quanto altri hanno la

• disponibilità materiale della cosa e, pertanto, l'agente non deve trovarsi con la cosa in posizione tale da

consentirgli la disponibilità.

Che si possa instaurare signoria di fatto sulla cosa senza sottrazione. L'agente può raggiungere tale risultanto

• mediante appropriazione.

Che presupposto positivo per il furto è materiale disponibilità sulla cosa e presupposto negativo è l'assenza di

• disponibilità materiale nell'agente.

Che nei reati di furto il concetto di detenzione va inteso come autonomo potere materiale sulla cosa, idoneo a

• designare lo stato di mero fatto per il quale una persona si trova nella possibilità, attuale ed immediata o anche

solo virtuale, ma pur sempre effettiva, di disporre e signoreggiare fisicamente la cosa. Si può detenere in

contatto o in vicinanza, ma anche a distanza. Al necessario vincolo psichico sottostia un minimo di corpus,

consistente almeno nella presenza della cosa in un luogo, per volontà o con la consapevolezza del soggetto in

modo che egli possa ripristinare ad libitum il contatto materiale. La detenzione contiene tute le ipotesi in cui la

cosa non sia nè nullius, nè derelicta, nè deperdita.

Così intesa la detenzione rappresenta nella ontologia del furto un mero accidens.

Che il presupposto positivo del possesso nell'agente non è requisito essenziale e qualificante. Tale presupposto

• serve a differenziare soltanto:

i reati comuni di appropriazione . Per i quali la legge richiede il presupposto possessorio, da intendersi

– nel generico senso di disponibilità materiale della cosa, come autonomo potere materiale sulla stessa;

i reati minori di appropriazione.

Che detenzione e possesso si identificano sotto il profilo del corpus, in quanto entrambe si concretano nel

• disporre materialmente della cosa. Si differenziano:

sotto il profilo del titolo. Che per la detenzione può essere penalmente illecito.

– Sotto il profilo dell'animus. Che possesso consiste nella volontà di tenere la cosa nomine alieno, mentre

– nella detenzione anche se il soggetto considera la cosa come propria.

Che viene ripristinato il rapporto di incompatibilità e di continuità logica tra furto e appropriazione indebita:

• uno stesso soggetto non può avere o non avere l'autonoma disponibilità materiale della cosa. Sicchè tutte le

volte che si verifica il presupposto positivo dell'appropriazione mancano i presupposti del furto.

VIOLENZA PERSONALE E REALE

7. .

La contrapposizione tra criminalità violenta e criminalità fraudolenza presenta un indubbio significato

criminologico sotto diversi profili:

occorre a definire la nozione criminologica di criminalità, dovendosi ravvisare l'antisocialità del

• comportamento o già nel fine perseguito (delinquenza da fine) oppure nel mezzo (delinquenza da

mezzo).

Diverso allarme sociale in quanto la violenza personale ha per oggetto beni-fine, primari, mentre la

• frode beni-mezzo, secondari.

Riflette due tiologie di autori, delinquente violento e delinquente fraudolento.

• Cifra oscura molto alta

sotto il profilo concettuale la violenza può consistere nella violenza personale (violenza fisica-viol

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
51 pagine
2 download
SSD Scienze giuridiche IUS/17 Diritto penale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher flyinadream di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto penale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Paliero Enrico.