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Reati commessi in Italia e all'estero

Se l'azione o l'omissione è in parte avvenuta in Italia assume rilevanza penale se è essenziale al modello criminoso, anche se ciò non parrebbe ai sensi dell'art 56: se l'azione non si compie o l'evento non si verifica.

Ubiquità e concorso di persone: reato commesso nel territorio dello Stato sia che l'azione inizi all'estero e prosegua in Italia o viceversa, sia che un qualsiasi atto di partecipazione sia compiuto in Italia anche se il reato è stato eseguito interamente all'estero o viceversa.

Ubiquità e reato continuato: applicabilità dell'articolo 6 ogni volta che sia vantaggioso per l'imputato.

Il codice prevede alcune ipotesi di reati commessi all'estero punibili incondizionatamente (art 7), la maggior parte dei quali sono ispirati al principio di difesa, ed altri casi che sono punibili condizionatamente.

Art 8 delitto politico: può essere inteso in senso oggettivo ed è

Tale in base allanatura del bene o dell'interesse leso. Si tratta di un delitto che offende un interesse politico dello Stato come l'integrità del popolo o del territorio, l'indipendenza, le forme di governo, nonché un diritto politico del cittadino. In senso soggettivo è inteso come delitto comune determinato da motivi politici attinenti alla struttura dei poteri e ai rapporti tra Stato cittadino, non da motivi sociali, la condotta dell'agente non è dunque determinata in funzione della visione della società.

Art 9/10 delitto comune del cittadino all'estero: occorrono due condizioni: che si tratti di un reato per il quale la legge stabilisce la reclusione per almeno tre anni/un anno, che l'autore sia presente nel territorio dello Stato. Se si tratta di diritto punibile con la pena inferiore a tre anni occorre: presenza nel territorio del reo a richiesta del ministero della giustizia a istanza o querela dell'offeso. Se si

Il testo tratta di un delitto commesso all'estero a danno di uno Stato estero o di uno straniero. Per procedere all'estradizione, è necessaria la richiesta del ministero di giustizia, a meno che non sia stata concessa o accettata l'estradizione.

Per l'articolo 10, è richiesta la presenza del reo, la richiesta del ministero di giustizia e la reclusione per almeno tre anni, oltre a non aver accettato l'estradizione. La Corte di Cassazione ha stabilito che l'articolo 9, comma 3, si applica solo se lo Stato estero è un soggetto passivo specifico.

L'articolo 11 tratta del rinnovamento del giudizio e sottolinea che le sentenze straniere non hanno efficacia preclusiva per un nuovo giudizio in Italia. Tuttavia, l'articolo 12 ammette il riconoscimento della sentenza straniera per fini secondari, ad esempio per stabilire la recidiva o applicare misure di sicurezza previste dalla legge italiana.

La ratio di questi articoli si basa sull'inderogabilità della giurisdizione italiana e sulla sfiducia

dell'amministrazione della giustizia di stati terzi. Estradizione: consegna di un individuo da parte di uno Stato ad un altro Stato. Attiva: quando è lo Stato italiano il richiedente. Procedimento preventivo amministrativo senza garanzie giudiziarie dello Stato estero perché saranno poi accertate dal ministero di giustizia italiano. Passiva: quando il richiedente è uno Stato estero, la procedura ha carattere amministrativo, ha competenza iniziale spetta al ministero della giustizia che presenta la domanda al procuratore generale verso la corte d'appello che presenta la sua requisitoria alla corte. Nella fase giurisdizionale saranno pienamente tutelati i diritti della difesa. La sentenza favorevole del giudice ha valore di condizione necessaria ma, non sufficiente per l'estradizione perché la decisione finale spetterà al ministero. L'estradizione è vincolata al principio di specialità: vale solo per il fatto per cui è stataconcessa, impedisce restrizioni di libertà per altre cause. Limiti dell'estradizione: è concessa solo se prevista dalle convenzioni internazionali, non è concessa nel caso di reato politico e in un paese in cui vige la pena di morte, non viene concessa se esiste il timore che il soggetto possa essere sottoposto a trattamenti disumani. La definizione formale vuole il reato come fatto umano a cui la legge ricollega una sanzione penale, facendo leva sulla reazione dell'ordinamento, in funzione delle conseguenze giuridiche. Questo appare però insufficiente. Il reato ha alcune caratteristiche: - creazione legislativa, solo la legge formale può creare fattispecie penali - formulazione tassativa, la legge deve usare la maggiore precisione possibile nelle descrizioni del reato - carattere personale, è vietata ogni responsabilità per fatto altrui Il civile si distingue da penale perché non vige il principio di riserva di legge, tassatività,

E personalità della responsabilità. Il penale e l'amministrativo, inseguito alla 689/81 sulla depenalizzazione, ha caratteristiche simili, quali la riserva di legge e l'irretroattività. La distinzione opera in base alla natura della sanzione, del procedimento e dell'organo competente.

Il reato va definito come lesione o tentata tale del bene giuridico meritevole di tutela penale, in base alle direttive della costituzione, se l'aggressione fa sembrare inevitabile la pena, le sanzioni non penali sono insufficienti. Il codice Rocco distingue fra delitti e contravvenzioni in base alla gravità dell'illecito. Secondo Beccaria e i diritti sono offese ai diritti di natura, e contravvenzioni violano le leggi che promuovono il pubblico bene. Teoria troppo giusnaturalistica. Se o con le contravvenzioni sono azioni contrarie all'interesse amministrativo dello Stato. La dottrina tradizionale distingue con criterio quantitativo in base alla

gravità della violazione. Il diritto di gente distingue con criterio formale: a seconda delle pene inflitte (art 39) e precisamente per il delitto ergastolo, reclusione e multa; per le contravvenzioni al resto e ammenda (art 17). I delitti richiedono il dolo, l'eccezione è la colpa; le contravvenzioni non distinguono dolo o colpa. Il tentativo è previsto solo per i delitti. L'autore è colui che compie un'azione conforme ad una fattispecie di reato. Può essere sola persona umana e ogni persona umana. In base alle idoneità di subire certe conseguenze ci sono tre capacità penali: alla pena - imputabilità -, di sicurezza - pericolosità sociale -, immunità a titolo di incapacità penale. Reati comuni: l'autore può essere chiunque. Reati propri: l'autore deve avere alcune caratteristiche. L'art 197 prevede un'obbligazione di garanzia della personalità giuridica in caso.

Il rappresentante compie un reato, si deduce così il principio per cui la società non può essere considerata soggetto attivo. Gli inconvenienti di questa regola si manifestano quando il reato è frutto di una precisa scelta di gestione, chi fa sì che le responsabilità penali vengano accollate ingiustamente ad un altro soggetto.

Secondo una parte della dottrina l'art. 27 c. 1, nello stabilire che la responsabilità è personale, confermerebbe la non imputabilità della società per un fatto compiuto da un suo organo. Inoltre, la società non potrebbe adempiere al principio di colpevolezza, non potendo sviluppare volontà colpevole. A questa teoria si risponde riconoscendo la soggettività dell'ente in nome di un rapporto di rappresentanza tra ente e persone fisiche, rendendo imputabile la persona giuridica degli atti dei suoi organi. Si è proposto di adeguare misure di sicurezza per avvalorare la teoria.

ma l'idea non si armonizza con i principi penali, mancando anche il requisito della pericolosità sociale a base dell'utilizzo di misure di sicurezza. Si ripiega così su sanzioni alternative di tipo civile o amministrativo. Il soggetto passivo del reato è il titolare del bene protetto dalla norma di parte speciale, viene altrimenti detto persona offesa dal reato, l'oggetto materiale del reato che spesso coincide con l'offeso e vittima dell'attività delittuosa. Non va confuso con il danneggiato dal reato che è colui che subisce danno risarcibile ed è legittimato a costituirsi parte civile del processo penale. Il soggetto passivo può anche essere indeterminato per reati contro interessi di persone non determinabili. Le caratteristiche del soggetto possono assumere rilevanza penale ai fini della configurabilità del reato (reati su minori), ai fini del mutamento del titolo del reato (la qualifica del soggetto stesso). Incidono anche le

relazioni che intercorrono fra soggetto attivo e passivo per conferire rilevanza al fatto, determinare la non punibilità o applicare un'aggravante. Assume rilevanza la condotta tenuta prima, durante o dopo il compimento del reato. Esistono reati senza soggetto passivo nei casi in cui non sia facile individuare l'appartenenza del bene giuridico (comune sentimento del pudore). L'individuazione del soggetto passivo è necessaria ai fini della querela e del consenso dell'offeso a titolo discriminante.

Scomposizione analitica del reato, secondo la concezione tripartita i presupposti per la punibilità del fatto sono:

  • reato: il fatto umano corrispondente ad una specifica figura criminosa. Fatto tipico.
  • fatto conforme alla fattispecie astratta e veramente realizzato. Il contrasto tra fatto tipico e ordinamento si riassume nel giudizio di antigiuridicità.
  • fatto riconducibile all'autore. Colpevolezza.

Vantaggi: riflette le componenti strutturali del reato,

re dire che è valutata in base alla contrarietà della condotta rispetto all'ordinamento giuridico. L'elemento soggettivo, invece, riguarda la colpevolezza dell'agente, ovvero la sua coscienza e volontà di commettere il reato. Nella teoria bipartita, il reato è composto da due elementi: l'elemento oggettivo, detto fatto tipico, e l'elemento soggettivo, detto colpevolezza. L'antigiuridicità è l'essenza stessa del reato e non può essere quindi un suo elemento. Nella tipicità è inclusa la lesione del bene giuridico, che ha un ruolo dogmatico nel reato. Se la contrapposizione tra tipicità e offesa è illusoria, si ha mera tipicità apparente. Un fatto può essere penalmente rilevante, ma la sua antigiuridicità può non risultare confrontandolo con altre norme dell'ordinamento. In questo caso, in base al principio di non contraddizione dell'ordinamento, la fattispecie diventa lecita in tutto l'ordinamento stesso. La presenza di esimenti annulla l'antigiuridicità della fattispecie. Nella concezione tripartita, l'antigiuridicità ha carattere oggettivo, cioè è valutata in base alla contrarietà della condotta rispetto all'ordinamento giuridico. L'elemento soggettivo, invece, riguarda la colpevolezza dell'agente, ovvero la sua coscienza e volontà di commettere il reato.dire che è autonoma e distinta dalla colpevolezza e ciò spiega l'operatività
Dettagli
Publisher
A.A. 2002-2003
9 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/17 Diritto penale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher anita K di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto penale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università della Calabria o del prof Barulli Maria Rosaria.