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Riassunto esame Diritto e Istituzioni Pubbliche, prof. Marsocci, libro consigliato Conoscenza e Potere di Rimoli e Salerno Pag. 1 Riassunto esame Diritto e Istituzioni Pubbliche, prof. Marsocci, libro consigliato Conoscenza e Potere di Rimoli e Salerno Pag. 2
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1. IL PESO DELLO SGUARDO: VISIONE POLITICA NELL’UTILITARISMO

Visione=capacità constatazione fatti, valutazione, progettualità

Rapporto difficile tra libertà e controllo; Berlin parla di 2 concetti di libertà:

- libertà positiva: libertà di autorealizzazione del soggetto

- libertà negativa: libertà del sogg dall’interferenza e dall’invasione della propria sfera personale da parte di altri

Bentham descrisse il progetto di un carcere modello “casa d’ispezione” (Panopticon): struttura circolare, celle sulla

circonferenza, al centro la sorveglianza; i reclusi non possono comunicare tra loro ne sapere se nelle altre celle c’è

qualcuno, né se nello spazio dei sorveglianti c’è o meno qualcuno. Così introiettano l’idea della continua osservazione

e il sorvegliante è in ogni momento controllato dall’ispettore. Scopi: reclusi si sentono perennemente osservati e

minimizzano le violazioni del regolamento; i sorveglianti, anche loro si sentono sempre sotto controllo e limiteranno

così gli abusi sui detenuti. Nelle aspettative di Bentham è così possibile effettuare il controllo dei controllori.

Panopticon è espressione della tendenza alla realizzazione della trasparenza tot. Critiche: autentico disprezzo delle

libertà personali e la ricerca del controllo assoluto cela desiderio di onnipotenza. Universo pan ispettivo tenta di

sovrapporsi all’universo sociale.

TRASPARENZA E ANSIETÀ La politica è l’istituzionalizzazione dell’ansietà (è infatti il tentativo di esorcizzare

l’imprevedibile e trasferire lo sguardo sui sorvegliati stessi che sono portati ad auto controllarsi e autolimitarsi).

La trasparenza per sua natura mostra, qui invece tende piuttosto a occultare tali caratteristiche. Essa infatti sembra porre

la reciprocità come condizione basilare e irrinunciabile del rapporto tra istituzioni e individuo: se l’indiviuo è soggetto

al controllo istituzionale, dall’altra parte l’istituzione è sempre controllabile dal pubblico. Questo contesto però può

funzionare solo a condizione di trasmutare la trasparenza in opacità, infatti i controllati devono sentirsi sorvegliati, ciò li

priva della possibilità di controllare quanto di quella di verificare l’effettivo esercizio della sorveglianza su di loro da

parte di altri. I sorvegliati vivono in quanto possono essere visti: la loro esistenza viene meno col venire meno della

sorveglianza. Appare pericoloso per la società ciò che non è suscettibile al continuo monitoraggio.

L’uomo tende però a massimizzare l’appropriazione di mezzi per massimizzare il suo piacere, senza riguardo per le

esigenze altrui (la società è una somma di individui in perenne competizione)

Un sistema panispettivo basato su una trasparenza generalizzata finisce con l’avere conseguenze diverse dal mero

monitoraggio, ma entra in un rapporto delicato con i comportamenti e le intelligenze degli individui

L’utilitarismo è apparso a volte minaccioso per le libertà individuali tipiche delle società pluraliste. La

razionalizzazione della legislazione presuppone la razionalizzazione delle istituzioni, poiche essa solamente può

garantire una stabile razionalità del legislatore.

2. OPINIONE PUBBLICA E DEMOCRAZIA: IL CONTRIBUTO DI WALTER LIPPMANN

1922 Lippmann scrive “L’opinione pubblica” -> analizza l’opinione pubblica cercando di cogliere gli aspetti relativi

alla formazione e al controllo dell’opinione pubblica in una grande società, e richiamo l’attenzione sul fatto che senza

l’esistenza dell’opinione pubblica non c’è democrazia.

Lippmann pubblica i suoi libri alla fine dell’era progressista (1890-1914 passaggio in USA da una società rurale a una

società industriale -> le condizioni ambientali, sociali economiche americane subiscono decisive trasformazioni)

De Witt individua 3 tendenze riformatrici presenti in quel periodo:

1. insistenza dei politici nel voler rimuovere dal governo ogni interesse di capi grandi aziende, e minoranze

2. richiesta che il governo venga trasformato cosi che sia sempre + difficile per pochi e più facile per molti

tenerlo sotto controllo (richiesta di > democrazia)

3. il governo doveva estendere le proprie funzioni per alleviare i disagi economici e sociali

Lippmann fra i primi a leggere le opere di Freud e capisce che “erigere una proibizione non frena il desiderio, impedisce

soltanto la sua soddisfazione”.

La società è un composto di forze sempre mutevoli e 2° Lippmann di fronte alle trasformazioni della società e

all’esigenza di attuare delle riforme in grado di limitare gli aspetti negativi di tali trasformazioni la sua proposta era

quella della scienza come l’unica metodologia in grado di gestire e di ordinare il confuso insieme di esigenze e

cambiamenti di quegli anni.

nel 1914 scoppiò la 1° GM e ciò sembrava abbatter in un solo colpo tutte le speranze di un progresso indefinito e

ordinato che avevano caratterizzato la posizione di Lippmann. La grande guerra secondo molti rappresentò la fine di

ogni illusione circa la possibilità di gestire razionalmente la politica interna ed estera. Lippmann fu tra coloro che si

impegnarono maggiormente per ricondurre l’evento all’interno di una logica che confermava le th progressiste sulla

possibilità di gestire razionalmente i conflitti.

Lipmann inizialmente critica pres Wilson poi divenne un suo collaboratore, a trasformare il suo giudizio furono le

riforme, proposte dai progressisti, che Wilson approvò (legge sul lavoro minorile, riduzione giornata lavorativa a 8 ore)

inoltre Wilson era come Lippmann convinto della necessità dell’ingresso in guerra degli USA:

2° Lippmann USA avrebbero potuto giocare un ruolo positivo nel conflitto non sostenendo gli interessi di una o l’altra

nazione ma impegnandosi nella creazione di un mondo che non avrebbe + visto guerre così distruttive. Lippmann

1

voleva la creazione di un organismo sopranazionale e suggeriva l’idea di una pace non punitiva, ma di una pace senza

vittoria. Alla fine delle guerra quando si riunì la conferenza per la definizione dei trattati di pace Lippmann ebbe la

sensazione che gli ideali in nome dei quali si era impegnato per sostenere la partecipazione USA erano stati del tutto

disattesi, i trattati di pace furono vendicativi e umiliarono gli sconfitti causando poi la 2° GM.

I trattati di pace furono il fallimento => dell’approccio idealista alla guerra di Lippmann e di molti altri liberali.

Lippmann osservava come fosse stata manipolata l’opinione pubblica durante la guerra: ai cittadini non erano stati

riferiti fatti, ma interpretazioni di essi finalizzate alla mobilitazione. La questione centrale è che in una grande società è

impossibile venire a conoscenza in modo diretto rapidamente e con certezza dei fatti. Mentre in pace il cittadino può

guardare con un certo distacco certe immagini perché non sono in questioni dei valori la guerra radicalizza la dinamica

della conoscenza dei dati non visti di persona. Tra i fatti e l’individuo si forma un pseudo ambiente: gli uomini vivono

in un ambiente che non è quello reale, ma è quello delle immagini che ad essi sono state offerte. Lippmann si chiede

come sia possibile il governo dei cittadini se essi non hanno una conoscenza diretta delle questioni sulle quali sono

chiamati a decidere. Lippmann porta come esempio le conferenze di pace: i fatti dovevano essere comunicati con poche

parole, con velocità e chiarezza, tali esigenze potevano condurre a sintetizzare le notizie e accentuare un aspetto a

scapito di un altro.

IMMAGINI MENTALI E STEREOTIPI La cultura offre degli schemi interpretativi agli individui e ciò permette di

risparmiare energie in quanto il tentativo di vedere la realtà in ogni suo minimo particolare bloccherebbe ogni forma di

azione. Se ciò è vero Lippmann si chiede quindi come si possibile che gli individui di una grande società non abbiano

una conoscenza non superficiale dei fatti. Quando crediamo nel carattere assoluto di ogni nostra immagine dei fatti

siamo portati a negare che possano esistere altre prospettive diverse dalla nostra e chi non condivide il nostro punto di

vista è considerato un nemico.

gli individui interpretano la realtà attraverso immagini proposte da coloro che lo dirigono

Lippmann osserva che nonostante l’opinione pubblica sia considerata fondamentale per la democrazia non è stato

analizzato come essa si forma. La Costituzione per Lippmann è il tentativo di limitare il potere del governo popolare, e

non realizzò la democrazia diretta, ma si ispirò al modello monarchico dell’Inghilterra. 2° Lippmann un gruppo di

esperti nei diversi campi possano garantire un’info il + possibile aderente alla realtà. Lippmann comprende alcune

modalità della formazione dell’opinione pubblica; pone il rapporto tra opinione pubblica e democrazia sia di

fondamentale importanza in ogni società che si professi democratica. Egli riteneva che nella società USA degli anni 20

fosse impossibile ipotizzare l’esistenza di cittadini realmente informati di fatti fuori dalla loro esperienza e sulle

dinamiche con i quali i fatti venivano comunicati. Pensò di risolvere tale problema proponendo una sorta di elitsmo

democratico (i cittadini avrebbero potuto decidere di affidare che la comunicazione a loro rivolta fosse affidata a gruppi

di esperti che avrebbero dovuto improntare la loro attività al metodo scientifico.

3. IL VISIBILE E L’INVISIBILE: RIFLESSIONI SUL POTERE IN MICHEL FOCAULT

Aristotele: vista fonte principale di ogni nostro conoscere

X Focault la vista è significativa in quanto strumento dl potere-sapere; non tutto in una società è visibile.

In una società feudale assolutistica + si è detentori del potere + si è marcati come individui attraverso rituali, discorsi

fino al punto in cui la visibilità diviene insostenibile; in una società disciplinare invece i processi di individuazione

investono + il bambino che l’adulto, + il malato che il sano, + il criminale che il legalitario. L’occhio del potere viene

interiorizzato, si installa nella coscienza.

Focault afferma per es in una conferenza del 1979 “il paradosso della polizia”:consiste nel fatto di dover accrescere la

forza dello Stato e garantire, al tempo stesso, sicurezza e benessere alle persone, dunque nel suo essere

contemporaneamente “un’arte del governare e un metodo per analizzare una popolazione.

X Focault il controllo della polizia non agisce solo dall’alto verso il basso, ma è reversibile, come reversibili sono tutte

le opzioni di v

Dettagli
Publisher
A.A. 2011-2012
7 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/14 Diritto dell'unione europea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher teto84 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto e istituzioni pubbliche in Italia e in Unione Europea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Marsocci Paola.