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ACCORDI IN FORMA SEMPLIFICATA

Il potere di concludere accordi in forma semplificata spetta invece al Governo per effetto secondo alcuni, di una delega implicita da parte del Presidente della Repubblica.

4. PUBBLICAZIONE O REGISTRAZIONE

Da molti non indicata come una vera e propria fase della formazione del trattato. Nel D.I. la pubblicazione prescinde del tutto dall'entrata in vigore (completamente differente dal Diritto interno che è un evento che da efficacia all'atto per la sua entrata in vigore). La pubblicazione (o registrazione) è un atto del tutto autonomo serve unicamente ad uno Stato per poter opporre l'accordo ad altri Stati che non vi hanno partecipato. Serve per risolvere una eventuale controversia.

5. ENTRATA IN VIGORE

L'accordo ratificato non è ancora in vigore (errore da evitare). La ratifica essendo un atto del singolo Stato può avvenire in tempi profondamente diversi, essendo sottoposta ad un procedimento interno proprio di ogni Stato.

individuale e una collettiva. Individualmente, la riserva permette a uno Stato di adattare il trattato alle proprie esigenze nazionali, limitando l'applicazione di alcune norme che potrebbero essere in contrasto con la legislazione interna. Collettivamente, la riserva permette agli Stati di raggiungere un consenso più ampio per l'entrata in vigore del trattato, consentendo a uno Stato di aderire al trattato pur limitando la sua applicazione in determinati settori. Le riserve possono essere espresse al momento della ratifica o dell'adesione al trattato, o successivamente. Tuttavia, le riserve devono essere compatibili con l'oggetto e lo scopo del trattato e non possono essere in contrasto con norme imperative del diritto internazionale. Le riserve possono essere accettate dagli altri Stati parti al trattato, respinte o oggetto di negoziazione. In caso di accettazione, la riserva diventa parte integrante del trattato per lo Stato che l'ha formulata. Le riserve possono essere revocate o modificate in qualsiasi momento, a meno che il trattato stesso non stabilisca diversamente o che gli altri Stati parti non abbiano accettato la riserva in modo irrevocabile. Le riserve sono uno strumento importante per consentire agli Stati di aderire ai trattati internazionali, pur tenendo conto delle loro specificità nazionali. Tuttavia, l'abuso delle riserve può minare l'efficacia e l'universalità dei trattati, pertanto è importante che le riserve siano utilizzate in modo responsabile e in conformità con il diritto internazionale.

sociale:Funzione Individuale: attraverso la riserva, gli Stati cercano in qualche modo di non vedere applicato nei propri confronti tutto il trattato integralmente, ma tutto meno una determinata norma o gruppo di norme.

Funzione Sociale: La Riserva ha la funzione di estendere il più possibile la partecipazione degli Stati ai Trattati, dando la possibilità anche agli Stati dubbiosi su alcuni punti di poter partecipare al Trattato.

Limiti all'apposizione delle Riserve.

Accordi Bilaterali . Le riserve riguardano esclusivamente gli accordi multilaterali, le Riserve non possono essere applicate, agli accordi bilaterali. In quanto mancherebbe la formazione della volontà.

Per evitare il caos che un'applicazione esagerata delle riserve creerebbe, La Convenzione di Vienna e ancora prima il diritto consuetudinario, pone dei limiti alla possibilità di apporre riserve.

La Convenzione di Vienna pone tre tipi di limiti:

  1. Divieto espresso nel trattato: gli Stati sono

liberi di apporre al trattato il limite secondo il qualeLe riserve non possono essere apposte al trattato stesso. Tale divieto può essere generale, in talcaso è un divieto assoluto di "riservare", oppure particolare, nel senso che il divieto riguarda illimite all'apposizione di alcune riserve legate ad alcune norme dell'accordo;

2. Divieto espresso di alcune norme indicate nel trattato (art. 19): è diametralmente opposto alprecedente. In questo caso, nel trattato vengono specificate le norme che possono essere oggettodi riserva, è fatto divieto quindi di riservare qualsiasi altra parte;

3. Divieto di apposizione di riserve contrarie all'oggetto o allo scopo del trattato (art. 19 c). È unlimite generale, astratto. È il più importante. L'accordo non prevede alcuna norma che limiti odisciplini il potere di riserva. In questo caso saremmo portati a ritenere che il potere di riserva èillimitato (dando

origine al problema del caos). Limiti di natura temporale. La riserva è esercitabile normalmente fino alla fine dei negoziati (fino alla firma dell'accordo); invia eccezionale fino alla ratifica, in quanto la ratifica è l'atto attraverso il quale lo Stato si assume solennemente l'obbligo di rispettare l'accordo sul piano internazionale. Quindi, fino a questo momento, lo Stato viene considerato libero di apporre riserve.

Procedimento per l'apposizione di riserve. Il procedimento per l'apposizione di riserve interviene normalmente durante la fine dei negoziati, oppure tra la fase della firma e la fase della ratifica. Lo Stato notifica (mezzo di conoscenza degli atti, strumento attraverso il quale un soggetto rende nota una volontà particolare, attraverso la notifica si ha la sicurezza da un punto di vista legale che la volontà è venuta a conoscenza del soggetto destinatario) la riserva a tutti gli altri.

partecipanti all'accordo. Al potere di riserva non corrisponde automaticamente un'accettazione, gli altri Stati contraenti hanno normalmente 12 mesi di tempo per fare obiezione, i quali possono opporsi.

Se l'opposizione è molto forte e radicata, si possono creare tre situazioni:

  1. lo Stato che ha posto la Riserva la ritira;
  2. lo Stato lega l'accettazione e la partecipazione all'accordo condizionandola all'apposizione e accettazione della riserva;
  3. si riaprono i negoziati, se c'è un margine di trattativa per trovare un punto di incontro senza mettere in discussione tutto l'accordo.

Può anche accadere che l'accordo entri in vigore a regime differenziato. Ad esempio se alcuni Stati accettano la riserva ed altri la obiettano, nei rapporti bilaterali l'accordo entra in vigore in modo diverso. C'è un regime differenziato proprio per favorire l'entrata in vigore dell'accordo favorendo la massima flessibilità.

23 di 62 L'Interpretazione degli Accordi Internazionali. Per poter parlare di interpretazione, si deve parlare di un accordo entrato in vigore. Gli operatori interni (Giudici, Funzionari del Ministero degli Interni, etc. etc.) devono dare il giusto significato all'accordo.

Il canone generale che troviamo disseminato su tutta la Convenzione di Vienna è quello della buona fede. Art. 26. Ogni trattato in vigore vincola le parti e deve essere da esse eseguito in buona fede. È la codificazione del principio "Pacta sunt servanda". In buona fede significa che non solo ci si deve attenere all'accordo, ma si deve fare senza nuocere agli altri.

Questa regola apre al problema dell'interpretazione dell'accordo stesso, in quanto lo Stato può tendere ad interpretarlo nel modo che ritiene più conveniente per se stesso e che potrebbe divenire oneroso per gli altri.

Si può creare quindi un conflitto di interessi, che viene risolto dalla

Convenzione di Vienna attraverso delle regole generali di interpretazione valide per tutti (Artt. 31-32-33)

Art 31.1. Un trattato deve essere interpretato in buona fede seguendo il senso ordinario da attribuire ai termini del trattato nel loro contesto e alla luce del suo oggetto e del suo scopo.

"Un trattato deve essere interpretato in buona fede.." Significa che nel momento in cui lo Stato va ad interpretare l'accordo deve porsi non in maniera ostile ma di disponibilità e lealtà. Ma non è sufficiente, quindi l'art. 31.1 offre un maggiore dettaglio: "..seguendo il senso ordinario da attribuire ai termini del trattato nel loro contesto e alla luce del suo oggetto e del suo scopo". E' il canone di interpretazione letterale, a supporto del principio della buona fede, il significa letterale del testo deve essere lo stesso per ciascuno Stato. E' un canone di interpretazione oggettivo, che viene a sua volta supportato da altri due.

elementi:

  • il contesto, le parole contenute nel testo vanno interpretate inserendole all'interno del contesto generale per superare eventualmente anche la distanza del significato della parola attribuito dal singolo Stato;
  • l'oggetto e lo scopo, si deve far riferimento all'obiettivo e al risultato del Trattato stesso. Il Trattato è nato per produrre determinati effetti, quindi il risultato dell'interpretazione deve tenere conto dell'obiettivo per il quale il Trattato è nato.

Art 31.2

Ai fini dell'interpretazione di un trattato, il contesto comprende, oltre al testo, il preambolo e gli allegati ivi compresi:

  1. ogni accordo in rapporto col trattato e che è stato concluso fra tutte le parti in occasione della conclusione del trattato;
  2. ogni strumento posto in essere da una o più parti in occasione della conclusione del trattato e accettato dalle parti come strumento in connessione col trattato.

Art 31.3

Si terrà conto,

oltre che del contesto: a. di ogni accordo ulteriore intervenuto fra le parti in materia di interpretazione del trattato o della applicazione delle sue disposizioni; b. di qualsiasi prassi successivamente seguita nell'applicazione del trattato attraverso la quale si sia formato un accordo delle parti in materia di interpretazione del medesimo; c. di qualsiasi regola pertinente di diritto internazionale applicabile nei rapporti fra le parti. Il 31.2 e 31.3 Entrano nello specifico di cosa contiene il contesto. Riguardano sostanzialmente la distinzione tra mezzi primari e mezzi complementari di interpretazione. Mezzi primari, riguardano le parti dell'accordo che vanno prese in considerazione, sulle quali si applicano i criteri di cui al 31.1 in particolare, il preambolo, che comprende anche gli allegati fino all'ultimo articolo. Mezzi complementari, invece riguardano i c.d. lavori preparatori. Quando non si è riusciti a stabilire attraverso le fasi precedenti di interpretazione,quell'organo avrà il compito di interpretare il testo in modo autentico e definitivo. Questo permette di evitare controversie e di garantire una corretta applicazione dell'accordo. L'interpretazione autentica è particolarmente importante nel diritto internazionale, dove le parti coinvolte possono essere diverse nazioni con interessi e interpretazioni diverse. L'organo incaricato di interpretare autenticamente il testo della convenzione sarà solitamente una Corte internazionale o un tribunale arbitrale. In conclusione, l'interpretazione autentica è uno strumento fondamentale per risolvere controversie e garantire una corretta applicazione degli accordi.l'arbitro è ancora attesa.
Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
62 pagine
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SSD Scienze giuridiche IUS/13 Diritto internazionale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Drstam di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto internazionale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Marchisio Sergio.