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BOSCHI E FORESTE
concezione produttivistica
concezione conservativa
ambientale
Sono beni a quali dobbiamo dare importanza:
utilità che si capiscono dai beni prodotti, fattori produttivi:
• legno
◦ frutti
◦ funghi
◦ resine
◦ cortecce
◦ succhi
◦
utilità di azione benefica:
• sul clima
◦ solidità del suolo
◦ regime delle acque
◦ salubrità dell'aria
◦ azione del vento
◦ biodiversità
◦
utilità sul piano paesaggistico
• utilità sul piano della difesa militare.
•
Funzioni che bosco e foreste svolgono:
1. Economiche: ci consentono di guarda boschi e foreste come attività economica e quindi produzione
di ricchezza. Boschi e foreste = fattori produttivi, quindi reddito, ricchezza, occupazione.
2. Sociali: boschi e foreste sono in grado di assolvere nella natura garantendo:
1. equilibrio ecologico;
2. solidità del suolo;
3. biodiversità;
4. tutela dell'ambiente;
5. azione benefica del clima;
6. soddisfacimento di interessi naturalistici e ricreativi.
A livello di norma è difficile far combaciare le funzioni economiche con quelle sociali. Logica di
compromesso, cioè non compromettere le funzioni economiche.
LE FONTI
Internazionali:
• Per quanto le foreste abbiano acquisito maggiore importanza non si riesce ancora a livello
internazionale ad approdare ad una convenzione che sia giuridicamente vincolante. Ci manca un
documento che vincoli a gestire foreste e boschi in un determinato modo.
Qual'è primo problema che si è posto a livello internazionale a riguardo dei boschi e delle foreste? 1
La progressiva scomparsa delle foreste tropicali, che svolgono una funzione importante sul clima.
Consentono di ridurre le emissioni d'atmosfera e quindi la scomparsa ha iniziato a destare
preoccupazione anche perchè i boschi e le foreste svolgono un ruolo importante ai fini della
conservazione della biodiversità, consentono di conservare le specie vegetali ed animali che se non
esistessero o scomparissero le foreste rischierebbero di estinguersi.
Perchè stanno scomparendo? Perchè ai terreni coperti da queste foreste si è iniziato ad attribuire
un'importanza non tanto in termini naturalistici, ma come terreni destinati ad altre tipologie di utilità.
Dietro a questa azione di deforestazione c'è un'idea di sviluppo economico.
Da un lato sviluppo economico e dall'altro preservazione delle foreste. Questa forte tensione
accompagnerà un po tutta l'evoluzione delle convenzioni e documenti. Quando ci si è resi conto che
questo sviluppo economico doveva essere realizzato secondo canoni di sostenibilità ambientale gli
stati si sono anche resi conto che per perseguire questo obiettivo ci si doveva orientare verso la
predisposizione di azioni comuni che fossero il più possibile rette da principi comuni. Bisogna
collaborare: limiti e obiettivi comuni.
Solo attorno gli anni 70 si prende in considerazione la tutela dell'ambiente a livello internazionale.
Dichiarazione di Stoccolma 1972: dichiarazione della nazioni unite sull'ambiente umano. Cosa
comincia ad emergere? L'idea che l'uomo se si vuole assicurare a se stesso un futuro migliore deve
iniziare ad interagire con maggiore attenzione l'ambiente circostante, anche quando decide di
sfruttare le risorse naturali perchè non sono infinite e quindi non deve esaurirle in tempo troppo
breve. NON FA ANCORA RIFERIMENTO A FORESTE E BOSCHI. Si delinea il concetto di ambiente
ma non se ne ha una definizione completa e compiuta.
Al centro dell'attenzione di questa dichiarazione c'è l'ambiente umano, l'uomo: visione
antropocentrica. Si pone la centro del sistema il bisogno dell'uomo. Siamo ancora ben lontani dalla
concezione odierna delle risorse naturali.
Carta mondiale della natura 1982: matura l'idea che non esiste solo il diritto dell'uomo ma anche i
diritti della natura e dell'ambiente, a non esse inquinato, sfruttato eccessivamente, ad essere
rispettato. Cominciamo a passare da una visione antropocentrica a una visione che possiamo
definire naturacentrica .
Perchè queste due dichiarazioni sono importanti? Ci consentono di capire il salto che si è fatto in 10
anni nella considerazione dell'ambiente. Nel 1972 al centro c'è l'uomo nel 1982 la natura / ambiente.
Se questa prospettiva è cambiata in 10 anni è dovuta grazie al fatto che ci si è resi conto, grazie
studi scientifici,di quanto l'azione dell'uomo sull'ambiente possa produrre effetti negativi.
Il vero mutamento si ha dagli anni 80 quando si capisce che le limitazioni, che devono essere
imposte all'uomo nel momento in cui svolge determinate attività economiche, sono limitazioni che
devono rispondere prima di tutto alle esigenze dell'ambiente in quanto tale. Cambia l'estensione del
limite perchè la natura ne risentirebbe e non la concorrenza.
I 10 anni si giustificano alla luce dei vari interessi economici delle varie forze in gioco. Da una parte i
paesi sviluppati che quindi hanno già una attività economica e perciò possono prendersi il lusso di
pensare alle questioni ambientali e dall'altra parte i paesi in via di sviluppo o sottosviluppati che
vogliono in primis raggiungere il livello economico degli altri stati e poi pensare al resto ( es USA vs
Perù ). Questo pesa molto a livello internazionale.
Commissione ONU per l'ambiente e lo sviluppo 1983: viene istituita una commissione ad hoc
incaricata di studiare le dinamiche dello sviluppo economico umano e le relazioni che queste hanno
con l'ambiente circostante. Rapporto ambiente/ sviluppo
Rapporto Brundtland, Our common future 1987: la commissione ONU ambiente /sviluppo redige
un rapporto, che è importantissimo perchè viene coniato il concetto di sviluppo sostenibile a livello
internazionale. Si comincia un po a riflettere su quello che è il nostro futuro comune. Ma comune a
chi? A noi che viviamo nel 1987 o all'intera umanità? Nel 1972 e nel 1982 si ha un approccio
contingente ossia si guardava ai problemi uomo/ambiente con riferimento al momento storico in cui
si viveva. Negli anni '80 dato che abbiamo raggiunto una stato di benessere ci si può permettere di
pensare al futuro non solo nostro ma delle generazioni future.
Il concetto di sviluppo è sostenibile nasce dall'esigenza di prendere coscienza della necessità di
assicurare si lo sviluppo economico però mediante un impiego intelligente delle risorse naturali che
sia tale da assicurare il soddisfacimento dei bisogni delle generazioni presenti senza 2
compromettere il soddisfacimento dei bisogni delle generazioni future.
Per raggiungere questo obiettivo dobbiamo realizzare un equilibrio tra esigenze e fattori economici
perchè guardiamo allo sviluppo economico, esigenze e fattori ecologici perchè guardiamo le risorse
naturali, esigenze e fattori sociali perchè guardiamo alle condizioni di vita delle generazioni presenti
e future.
La tutela delle foreste non è ancora oggetto di per se dell'attenzione internazionale ma nonostante
questo viene a risentire dell'applicazione dei principi del diritto internazionale dell'ambiente che inizia
ad emergere in questi anni.
Quali sono questi principi?
1. Divieto di inquinare;
2. Dovere che grava su qualsiasi stato di non causare danni all'ambiente soprattutto oltre i confini
nazionali;
3. Obbligo di fare cessare e ridurre tutte le attività che producono danni all'ambiente;
4. Principio della responsabilità internazionale per danni ambientali transfrontalieri:
5. Dovere di prevenire le attività che possano causare danni ambientali.
Quindi gli stati si prendono l'impegno di controllare, prevenire, ridurre ed eliminare gli effetti nocivi
dell'inquinamento e del degrado ambientale.
Quali sono le norme che prendono corpo da questi principi?
La prima ottica è quella c.d. rimediale, cioè che cominciamo a pensare che ogni volta che reco un
danno all'ambiente devo poi prendermene la responsabilità.
C'è un'altra ottica che emerge, la c.d. ottica preventiva cioè devo cercare di evitare che quello che è
successo si ripresenti.
Cosa manca? Manca la c.d. ottica promozionale cioè iniziare a guardare non soltanto a cosa devo
eliminare o prevenire ma a quello che posso fare per migliorare l'ambiente.
Conferenza di Rio 1992: nasce il diritto forestale internazionale. Si ragiona di ambiente e di
sviluppo. Formalmente è ricordata come Earth Summit.
Partecipano più di 170 stati che iniziano a ragionare dell'interazione tra ambiente e sviluppo. Per la
prima volta le foreste assumono un ruolo particolare, vengono viste come beni ambientali
fondamentali per il raggiungimento di uno sviluppo sostenibile. Si sta affermando anche a livello
internazionale l'idea che le foreste sono i beni che meglio incarnano l'idea di bilanciamento tra i vari
fattori economici, ecologici e sociali.
È la prima conferenza che porta alla redazione di un documento. Non è giuridicamente vincolante,
non impone degli obblighi agli stati firmatari ma semplicemente enuncia una serie di principi e
regole. Ancora non riesce ad imporre agli stati obblighi uniformi e reciproci con riferimento alle
foreste.
È sicuramente che nel 92 si arrivi a un documento. La conferenza si conclude con l'adozione di veri
e propri accordi internazionali vincolanti x gli stati che di rettifica e con l'adozione di documenti
programmatici, non vincolanti.
Accordi:
Convenzione sulla biodiversità
◦ Convenzione sul cambiamento climatico
◦
Documenti programmatici:
Tutte queste dichiarazioni sono un confronto tra più di 50 Stati.
◦ Dichiarazione di principi sull'ambiente e lo sviluppo: 27 principi non vincolanti che però sono un
segnale di svolta importante che c'è stata in tutela dell'ambiente frutti di estenuanti compromessi
e negoziati tra stati.
Sunto dei principi:
Ci si rende conto che l'esser umano è al centro delle preoccupazione dello sviluppo sostenibile. 3
Gli esseri umani hanno diritto ad una vita sana che sia il più possibile in armonia con il resto
della natura.
Gli stati hanno il diritto sovrano di usare le proprie risorse naturali secondo le loro politiche
ambientali e di sviluppo, però non devono causare danni all'ambiente di altri stati o di zone
situate oltre i limiti della giurisdizione nazionale.
Concetto di sviluppo sostenibile come priorità da perseguire.
Gli stati riconoscono di avere una responsabilità comune in materia d'ambiente. Tutti a seconda
di come gestiscono le