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Diritto ecclesiastico - giurisdizionalismo Pag. 1
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Giurisdizionalismo

Fin dall'epoca dell'impero romano, si era diffusa la prassi di una forte unione del potere politico col potere religioso: quest'unione non venne meno neppure con il riconoscimento del cristianesimo come religione ufficiale a seguito dell'editto di Nicomedia e di Milano emessi nel 313 d.C. da Licinio e da Costantino. A seguito di questi editti gli imperatori romani divennero cristiani, e pontefici massimi della nuova religione, seguendo l'antica tradizione romana. Adesso era l'imperatore il capo supremo della Chiesa, era lui che ne convocava i Concili, che ne rendeva esecutivi i decreti e i dogmi di fede. Questo sistema di unione dei rapporti fra stato e religione, proprio per l'identificazione che si era venuta a creare nella figura dell'imperatore delle due funzioni di capo dello Stato e di Capo della Chiesa è stato definito con il termine dicesaropapismo, che indica proprio questa unione del potere civile con quello ecclesiastico.

del potere temporale con quello spirituale. Però, una volta caduto l'impero romano d'occidente, anche il cesaropapismo cessò nell'Europa occidentale, ma persistette a Bisanzio fino al suo crollo. L'esempio più illustre di commistione fra potere supremo civile e suprema potestà religiosa, cioè l'esempio più illustre di cesaropapismo è rappresentato dal Corpus Iuris Civilis, il quale nel Codex di Giustiniano riporta le norme imperiali che sancivano il dogma della Trinità come legge che tutti i cristiani dovevano abbracciare. Il cesaropapismo era cessato nell'occidente perché era venuta meno un'autorità politica centrale che potesse arrogarsi un potere supremo su tutta la Chiesa; ma nel frattempo era venuta crescendo l'autorità del vescovo di Roma, che rivendicò anche una potestà di ordine temporale; però eccettuando questo fatto a dire il vero una volta.caduto l'impero romano d'occidente si era fatta strada una dottrina di separazione fra potere temporale e spirituale, che veniva costantemente affermata anche dalla letteratura patristica occidentale (S. Ambrogio, S. Agostino, S. Gelasio, et...), per cui fino al primo medioevo era coscienza comune che i due poteri fossero distinti e le controversie riguardavano semmai la delimitazione di essi. Le lotte tra Papato e Impero cessarono con l'indebolirsi del potere temporale del papa e il frantumarsi del sogno di ricostruire un nuovo impero romano - cristiano. Nel frattempo, mentre il Re si impegnava per unificare ogni potere sotto la sua persona, vi furono numerosi eventi che si manifestarono come contrasto fra potestà civile e quella ecclesiastica, come il grande scisma d'occidente, le eresie in molti Paesi europei, la riforma protestante e le successive guerre di religione, le quali furono concluse dalla pace di Augusta, che riconobbe solo ai

principila libertà di aderire o non alla religione riformata e attribuì loro il ius reformandi, cioè il potere di imporre la religione da essi professata a quei sudditi che non avessero preferito emigrare in altro paese; solo un secolo dopo, a seguito della pace di Westfalia (1648), alla fine della guerra dei Trent'anni, si ebbe riguardo per le minoranze religiose, attribuendo diritti a cattolici, luterani e calvinisti. In questo grande periodo di cambiamenti, la Chiesa cattolica o riformata era subordinata allo stato, al potere civile che era impersonato

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Publisher
A.A. 2011-2012
2 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/11 Diritto canonico e diritto ecclesiastico

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher flaviael di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto Ecclesiastico e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Lo Castro Gaetano.