Anteprima
Vedrai una selezione di 7 pagine su 29
Diritto costituzionale comparato Pag. 1 Diritto costituzionale comparato Pag. 2
Anteprima di 7 pagg. su 29.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Diritto costituzionale comparato Pag. 6
Anteprima di 7 pagg. su 29.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Diritto costituzionale comparato Pag. 11
Anteprima di 7 pagg. su 29.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Diritto costituzionale comparato Pag. 16
Anteprima di 7 pagg. su 29.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Diritto costituzionale comparato Pag. 21
Anteprima di 7 pagg. su 29.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Diritto costituzionale comparato Pag. 26
1 su 29
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Il costituzionalismo in Austria e Germania

La Costituzione austriaca prevede l'accesso alla Corte costituzionale attraverso il ricorso diretto da parte dei cittadini (ricorso in via principale). Tuttavia, già nel 1929 è stata introdotta una revisione che ha aggiunto un secondo modo di accesso alla Corte costituzionale: il ricorso in via incidentale. Questo permette a un giudice ordinario di sospendere il procedimento giurisdizionale di sua competenza e di attivare la Corte costituzionale per valutare la legittimità costituzionale di una norma ritenuta in contrasto con la Costituzione.

In Germania, l'impatto della democrazia di massa sulle forme del costituzionalismo ha portato a conflitti molto intensi. Dopo la Prima Guerra Mondiale, anche a causa della grave crisi economica dovuta ai debiti di guerra, i partiti politici hanno proclamato la repubblica e indetto un'Assemblea costituente. I lavori dell'Assemblea si sono svolti a Weimar e hanno portato all'approvazione della Costituzione nel 1919. Questa Costituzione rappresenta un traguardo significativo sotto molti aspetti.

Avanzato del costituzionalismo tra le due guerre. Con riferimento alla forma di stato, la Costituzione di Weimar persegue un vero e proprio progetto di inclusione sociale e di organizzazione del pluralismo sociale. La società tedesca è, in questo frangente, profondamente parcellizzata in interessi di classe contrapposti, e nuovi costumi e stili di vita emergono rispetto all'austerità propria del periodo guglielmino. Questo fermento sociale, unito alla profonda crisi economica che interessa la Germania sia per effetto delle pesanti riparazioni di guerra imposte dai Paesi vincitori con i Trattati di pace, sia per le ricadute della crisi americana del 1929, si trasferisce in Costituzione in una nuova concezione del rapporto tra Stato e società: compaiono per la prima volta i diritti sociali, l'intervento pubblico a favore delle classi meno abbienti, la protezione dei lavoratori (si riconosce, così, il diritto di costituire sindacati, il diritto di sciopero, ecc.).

Il diritto alla maternità delle lavoratrici), emblematico il caso del diritto di proprietà, che viene tutelato solo nei limiti in cui ciò non contravvenga con l'utilità sociale (aprendo la strada a processi di espropriazione della proprietà).

Questo pluralismo estremo si trasferisce anche alla disciplina costituzionale della forma di governo con un sistema elettorale proporzionale, considerato come garanzia del pluralismo partitico. Questo implicherà però una forte parcellizzazione della rappresentanza politica in seno al Parlamento, con la conseguente difficoltà di assicurare stabili maggioranze di supporto al Governo.

La Costituzione di Weimar prevede un Presidente della Repubblica eletto direttamente dal corpo elettorale a suffragio universale, dotato di ampi poteri anche nella nomina del Governo, in ragione della assenza di un obbligo di fiducia iniziale da parte del Bundestag. Così, al crescere

dell'instabilità parlamentare, a partire dalla fine degli anni '20, si affermerà la prassi dei c.d. "governi presidenziali", governi di fiducia del Presidente rispetto ai quali il Parlamento non è in grado di votare né la fiducia né la sfiducia. Sarà proprio in questo modo che, nel 1933, il Presidente Hindemburg nominerà a capo del governo Hitler, ciò che determinerà la dissoluzione della democrazia liberale in Germania e l'avvento del nazismo. In sintesi, si tratta di una forma di governo parlamentare a tendenza presidenziale che per molti versi anticipa il modello semi-presidenziale compiutamente avveratosi con la Costituzione francese del 1958. Ma la difficile situazione economica abbinata al diffuso senso di ingiustizia avvertito dal popolo (specie sotto il lato economico per via degli ingenti costi di riparazione della guerra persa) genereranno malcontento e sfiducia verso la repubblica. Il

Presidente finirà per rappresentare gli auspici per il recupero di forme di potere personale, che poco più tardi Hitler incarnerà. L'esperienza di Weimar ci dimostra, dunque, come il germe del totalitarismo fermenti nella crisi del costituzionalismo determinata dall'impatto della società di massa sulle forme tradizionali del costituzionalismo liberale.

Il costituzionalismo del secondo dopoguerra: caratteri generali

Il costituzionalismo del II dopoguerra esprime in pieno quella vocazione cosmopolita che ne è sicuramente uno dei caratteri fondamentali sin dall'origine. Distinguiamo tra i Paesi anglosassoni usciti vincitori dalla seconda guerra mondiale, nei quali l'assetto giuridico della forma di stato e della forma di governo non subirà mutamenti di rilievo, e i Paesi dell'Europa continentale in cui assistiamo alla nascita di nuove Costituzioni: in Francia (Cost. della IV Repubblica del 1946), Italia (Costituzione del 1948),

  1. Sono Costituzioni aperte al diritto internazionale e all'influenza di organismi internazionali (dopo l'esperienza fallimentare della SdN), in funzione della salvaguardia della pace tra i popoli. Compaiono così le clausole di apertura al diritto internazionale, come l'art. 11 della Costituzione italiana, l'art. 10 (che il Perassi definisce un "convertitore permanente" - vedi Esame di Diritto Internazionale) e dopo la riforma del 2001 anche l'art. 117 circa il recepimento del Diritto Comunitario.
  2. Operano il riconoscimento e la tutela dei diritti fondamentali: riconoscono tanto i diritti di

primagenerazione,sorti nel-l'ambito del costituzionalismo liberale in sintonia con gli interessi e gli ideali della classeborghese,quanto i diritti di 2° ge-nerazione,sorti nell'ambito del conflitto sociale innescato dalla diffusione deimovimenti operai. Si trovano così parimenti riconosciuti diritti di libertà civili e diritti sociali.Ma ciò che più rileva è la concezione secondo cui la persona umana prece-de dal punto di vista valoriale la statualità: l'art. 2della Costituzione italiana fa riferimento ai "diritti inviolabili dell'uomo".

3-Sono Costituzioni rigide e che prevedono il sindacato costituzionale delle leggi.

4-Aprono una 2°stagione di razionalizzazione della forma di governo parlamentare,al fine di garantire stabilitàagli ese-cutivi. Infatti, l'instabilità del rapporto di fiducia era stata ritenuta, soprattutto in Germania, una delleprincipali cause

dell'affermazione totalitaria. 5- Riconoscono il pluralismo sociale: le Costituzioni del II dopoguerra, anche in ragione del ruolo svolto dai partiti di massa antifascisti nella opposizione e nella resistenza ai regimi totalitari, riconoscono esplicitamente il ruolo dei partiti, chiamati a contribuire alla formazione della politica nazionale (art.49 Cost.It art. 21 Legge fond.), e in senso più ampio le Costituzioni riconoscono anche la libertà di associazione in generale, i diritti dei gruppi organizzati quali le Chiese o i sindacati. 6- Ad ulteriore rafforzamento dell'impianto pluralistico trovano ampia diffusione le autonomie territoriali, ad esempio i Laender dei paesi germanici e le regioni Italiane. Solo in Francia, come anche in Inghilterra, sarà confermato l'assetto centralistico dello Stato, che sarebbe stato messo in discussione solamente alla fine del secolo XX. 7- Si espandono inoltre le forme di democrazia diretta, in particolare la forma del referendum.

referendum (art. 75 Cost.Italiana) oppure le leggi di iniziativa popolare (art. 71).

I caratteri delle Costituzioni socialiste:

Il modello socialista ha rappresentato per tutto il Novecento, il modello di sviluppo sociale ed economico alternativo a quello delle liberale democratico occidentali.

Il socialismo, prospettato in sede teorica già da Marx ed Engels nella seconda metà dell'Ottocento, si affermò storicamente con la rivoluzione bolscevica del 1917, in Russia. Esso basa il proprio modello costituzionale su taluni principi, che rappresentano revisioni di principi elaborati nell'ambito del costituzionalismo liberale:

a-Il principio democratico: si contesta il principio della rappresentanza e si afferma, invece, la prevalenza della democrazia diretta (la dittatura del proletariato Marxiana). Tuttavia, questa non si realizza secondo la teoria di Rousseau, ovvero nella contemporanea compresenza di tutti in un medesimo luogo per deliberare, ma nella forma della

Delegazione dei poteri democratici ai soviet, ovvero alle assemblee dei lavoratori. Ne deriva una struttura piramidale del potere statale, che ha alla base i soviet dei lavoratori ed al vertice, secondo deleghe progressive, il Congresso dei soviet (Cost. 1918, Cost. 1924) o il Soviet supremo (Cost. 1936), massimo organo di indirizzo politico dello Stato.

La naturale conseguenza è il principio del centralismo democratico, che contesta e rivede la teoria della separazione dei poteri: il Congresso dei soviet è di conseguenza titolare tanto di funzioni legislative quanto di funzioni esecutive.

Tutte le attività pubbliche si conformano, al di là del tenore delle norme scritte, al principio di legalità socialista, che afferma la necessità di far prevalere, nell'applicazione del diritto, i valori del socialismo e le esigenze pubbliche. Si contesta così il principio di legalità, che era stato affermato per garantire i cittadini.

Nei confronti dell'attività della pubblica amministrazione, sottoposta ai limiti di legge, è contestato il principio del pluralismo partitico. L'unico partito ammesso è il partito comunista, considerato un vero e proprio organo statale e non un collegamento tra stato e società civile.

La prima Costituzione della Russia comunista di Lenin risale al 1918. Essa è aperta da una Dichiarazione dei diritti del popolo lavoratore e sfruttato, che antepone i diritti sociali degli operai ai tradizionali diritti di prima generazione, considerati il frutto di una concezione borghese della società.

Lo stesso approccio si riscontra nella disciplina costituzionale del diritto di voto: si afferma il principio del voto pubblico, contro la segretezza del voto tradizionalmente protetta in ambito liberale. Ma soprattutto si afferma il voto plurimo a vantaggio degli operai delle fabbriche, a discapito sia dei lavoratori agricoli che dei borghesi possidenti, ai quali non è riconosciuto il diritto di voto.

Affattoriconosciuto il diritto di voto. Trascorso il 1° periodo rivoluzionario, caratterizzato dalla guerra civile e dalla prevalenza delle esigenze di pacificazione interna, viene adottata una II Cost.nel 1924. Essa non innova in modo decisivo ai caratteri della Cost.del 1918, se non per il riconoscimento della struttura federale dello Stato.

Dettagli
A.A. 2020-2021
29 pagine
1 download
SSD Scienze giuridiche IUS/08 Diritto costituzionale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher federicovinci94 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto costituzionale comparato e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica Niccolò Cusano di Roma o del prof Gazzetta Cristina.