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PRINCIPALI MODELLI DI SISTEMI ELETTORALI
Formula elettorale è il nome che indica i meccanismi utilizzati per trasformare i voti in seggi. L'espressione sistema elettorale include anche la legislazione "di contorno" rispetto al solo meccanismo di trasformazione.
Le formule si dividono in due grandi gruppi: le formule maggioritarie (nelle quali i seggi vengono assegnati ai candidati che hanno ottenuto la maggioranza dei voti) e le formule proporzionali (nelle quali i seggi sono distribuiti in proporzione ai voti ottenuti dalle varie liste). Le liste sono l'equivalente tecnico dei partiti.
Le formule maggioritarie possono essere di due tipi: formule di tipo plurality e di tipo majority, che si distinguono per la maggioranza necessaria ad ottenere il seggio. Quando c'è un maggioritario di tipo plurality il seggio è assegnato al candidato che ha la maggioranza relativa dei voti in quel collegio. In Gran Bretagna ad esempio, il territorio è
Ripartizione dei seggi. Ad esempio, questo accade nelle Europee: in Italia la soglia è del 4%.
Il premio di maggioranza: prevista l'assegnazione di seggi extra alla lista che ottiene più voti, viene perciò scorporato il premio, il resto viene poi dato in proporzione. Questo serve a correggere il meccanismo che porta ad una eccessiva frammentazione del potere politico tra le varie parti.
Dimensioni dei collegi: nel sistema proporzionale meno sono ampi i collegi (posti disponibili) e più selettiva sarà la formula proporzionale (tende a escludere le forze che abbiano una percentuale molto bassa). In Spagna ad esempio, il sistema proporzionale è corretto da collegi piuttosto piccoli, per cui di fatto troviamo una soglia di sbarramento dell'8/10%, assegnando circa 7 seggi in un collegio.
Le forme di governo cerchiamo di definire la distribuzione dei poteri politici tra gli organi al vertice dell'apparato.
statale (governo, Parlamento e capo dello Stato). Riduciamo le forme di governo moderne a quattro principali modelli:
- Forma Parlamentare
- Forma presidenziale
- Forma semipresidenziale
- Forma direttoriale
- l'elezione diretta
Si distinguono in base a due elementi: o meno del capo dello Stato e rapporto fiduciario la presenza o meno del tra Parlamento e governo.
L'elezione diretta o meno del capo dello Stato intende capire se questo viene eletto direttamente dai cittadini o se c'è un modello di derivazione parlamentare. Nel secondo caso, per rapporto fiduciario si intende che il governo è emanazione permanente del Parlamento: il governo, per esercitare le sue funzioni, ha bisogno del sostegno della maggioranza dei parlamentari. In alcuni sostegni il Parlamento vota espressamente la fiducia (Italia), in altri è una procedura formale (Gran Bretagna).
La forma di governo Parlamentare (Italia) non prevede l'elezione diretta del capo dello Stato ma
Possibilità per il parlamento di sottoporre i ministri del re ad una condanna di impeachment (tipo penale la messa in stato d'accusa).
La seconda tappa fondamentale nell'evoluzione del costituzionalismo inglese è quella della guerra civile del 1640, tappa importante perché c'è il tentativo del sovrano Carlo I di istaurare una monarchia di tipo assoluto e il parlamento condanna a morte il primo ministro del re (uso politico dell'impeachment). Carlo I irrompe con l'esercito nelle aule del parlamento ma finisce decapitato (fisicamente e giuridicamente perché il parlamento diventa il centro del potere politico).
L'ultima tappa dell'evoluzione del costituzionalismo è la gloriosa rivoluzione (1688-1689). Troviamo nuovi tentativi assolutistici di Giacomo II ma questa volta l'atto parlamentare
è suggellato in maniera scritta, viene quindi adottata una forma giuridica della sovranità parlamentare e della subalternità del re. La forma di governo a questo punto è ufficialmente una monarchia costituzionale, la prima forma di governo che compare in quanto per la prima volta vi è una separazione di poteri. Le caratteristiche sono:
- Il potere legislativo spetta al Parlamento e il re perfeziona la legge apponendo la sanzione regia, che è tuttavia una pura formalità
- Il potere esecutivo spetta al re e ai suoi ministri, ma permane lo strumento dell’impeachment (che è comunque un caso estremo)
Dalla monarchia costituzionale ad una forma di governo parlamentare si passa agli inizi del ‘700. Il cambiamento si ha attraverso alcuni momenti fondamentali e porta ad un cambiamento: i ministri non sono più ministri del re ma dipendono dal parlamento. I momenti principali sono tre: “cabinet” Nel ‘600 viene
istituito il dinastia Hannover 1714: la corona inglese passa alla che, rispetto alle dinastie precedenti, mostra un minore interesse nelle vicende politiche, per cui i ministri, per svolgere le loro funzioni, cercano il sostegno del Parlamento.
diritto di voto:
Nel 700 inoltre, le leggi allargano il la camera dei Comuni rappresenta una porzione più ampia della popolazione e diviene più importante.
Per cui, con la debolezza politica della dinastia degli Hannover e l'importanza del Cabinet e della Camera dei comuni in seguito al suffragio universale, i governi iniziano ad avere bisogno del sostegno del Parlamento. Il passaggio definitivo, quando quindi viene esplicitata la sussistenza del rapporto di fiducia, si ha nel 1782, quando il re accetta le dimissioni del primo ministro (Lord North) dopo che questo era stato sfiduciato dal Parlamento.
La forma britannica tutt'ora è parlamentare e ha alcune caratteristiche:
Non c'è un voto di fiducia
iniziale ma è implicito (sistema partitico semplice dovuto ad un sistema elettorale maggioritario a turno unico di tipo plurality che avvantaggia quindi i grandi partiti e semplifica il sistema)
Il premier è titolare del potere di scioglimento anticipato della camera dei comuni (dal 1800 quando era un potere del re al 2011)
“Fix term parlament act”
Nel 2011 la legge prevede che lo scioglimento anticipato possa aversi solo in due casi:
- Se c'è una mozione votata dai 2/3 della camera dei comuni
- Se la camera dei comuni sfiducia il governo senza dare una nuova fiducia entro 14 giorni
Lo scioglimento anticipato, ovvero lo scioglimento delle due camere e l'indizione di nuove elezioni prima del naturale scadere del mandato, è proprio di tutte le forme parlamentari. È una possibilità connaturata al rapporto fiduciario ed è quindi propria di tutte le forme parlamentari.