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Marziantonio ©

all’interno dei 28 paesi dell’UE. Inoltre, nelle materie che sono state attribuite

all’UE non solo il diritto europeo si applica direttamente, ma se le disposizioni

contrastano con la norma interna prevale quella europea, perché per

competenza è più ampia.

Il passaggio dalle Comunità europee (CECA, EURATOM, e CE) all’Unione

Europea è sancito dal Trattato di Lisbona del 2007, che integra il Trattato

sull’Unione Europea del 1993 e tutti gli altri.

Nel ’51 era nata la CECA e nel ’57 CEE ed EURATOM, principalmente per

prevenire ulteriori conflitti a causa di Francia e Germania, mettendo in comune

le due fondamentali risorse del carbone e dell’acciaio: Italia e Benelux fanno da

contorno; manca tuttavia la difesa, che sicuramente figurava tra gli obiettivi

primari. Al 1965 risale inoltre il trattato di fusione, dove gli organi vengono

messi in comune; Maastricht rappresenta sicuramente una delle tappe finali,

poiché le due successive saranno di sola modifica al trattato UE.

La riforma dei trattati

Otto anni dopo l’entrata in vigore del trattato di Maastricht sorge l’esigenza

secondo gli organi dell’UE, in particolare del Consiglio europeo, cioè l’organo che

esercita la funzione di indirizzo costituito dai capi di stato o di governo dei 28

paesi, di un’integrazione ulteriore che potesse portare alla stesura di una vera e

propria carta costituzionale o a qualcosa di simile; allo scopo si cercò di

battere una strada diversa da quella tradizionale, fondata sull’idea delle grandi

negoziazioni internazionali tra stati secondo un meccanismo tipicamente

intergovernativo. Poiché l’UE è un’unione mista, fatta di stati ma anche di

popoli, non si voleva delegare ai rappresentanti diplomatici la stesura di questo

nuovo documento fondante dell’UE, ma, allo scopo di garantire maggiore

trasparenza, convocare un’apposita convenzione (nella storia delle costituzioni

del mondo sono state così chiamate quelle riunioni allargate che tentassero di

coinvolgere i rappresentanti del popolo) che avesse una rappresentanza di uno

per governo, due per ogni parlamento nazionale, due rappresentanti della

Commissione europea e 16 del Parlamento europeo; si allargò anche ai

rappresentanti dei paesi candidati: la convenzione per il futuro dell’UE del

2002-2004 fu presieduta dall’ex presidente francese Giscard d’Estaing, mentre

vicepresidente erano l’ex presidente del consiglio Giuliano Amato e l’ex primo

ministro belga. Il progetto di trattato proposto fu fatto proprio dai governi e

firmato a Roma nell’ottobre del 2004 dopo una conferenza intergovernativa

che seguì i lavori della convenzione; tale documento venne ratificato da

numerosi paesi, tra cui l’Italia nell’aprile 2005, ma respinto da due referendum,

uno francese e uno olandese a metà del 2005: era il periodo in cui in alcuni

paesi dell’Europa centrale vi era insoddisfazione per i propri governi. Il trattato

fu così abbandonato, e si convocò una più tradizionale conferenza

intergovernativa dove si approvò il trattato di Lisbona: l’Italia ratifica nel 2008

e anche l’Irlanda, dopo un primo rifiuto ricevuto dal referendum popolare,

2 Chiara

Marziantonio ©

probabilmente a causa della crisi che si stava verificando nel 2009, lo ripropose

e lo approvò; l’ultima ratifica fu della Repubblica Ceca.

I paesi fondatori sono Italia, Francia, Germania, Belgio, Lussemburgo e Paesi

Bassi; un primo allargamento si ebbe nel 1973 con l’entrata di Danimarca, Gran

Bretagna e Irlanda. I vari allargamenti costituiscono la missione europea di

raggiungere un’integrazione: dapprima per limitare Francia e Germania, in

seguito per allargare le democrazie e il livello di pacifismo, sconfiggendo le

dittature (Portogallo, Spagna e Grecia) e infine inglobando anche l’Est Europa

tra il 2004 e il 2007; ultimo paese entrato nel 2013 è stato la Croazia e

attualmente i paesi candidati sono: Macedonia e Montenegro nell’area

balcanica; la Turchia, con la questione del partito filo islamico al governo; e

l’Islanda che ha però rinunciato in seguito a un recente referendum: aveva

voluto entrare ai tempi della crisi finanziaria, ma adesso non si riesce a trovare

un accordo sulla pesca. Ogni paese sottoscrive un trattato ad hoc per entrare a

far parte dell’Unione e accetta l’acquis, ossia il far proprie nell’ordinamento

tutte le norme che regolano le materie di cui si occupa l’UE.

Il Tue, Trattato sull’Ue è quello di Maastricht del 1992 modificato a Lisbona,

mentre il Tfue, Trattato sul funzionamento dell’Ue, descrive il funzionamento e

le materie di cui l’Unione si occupa; nel 2001 a Nizza fu firmata e poi varata la

Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, esatto equivalente

della prima parte della nostra Costituzione. Infine è stato rammodernato il

vecchio Trattato sull’energia atomica.

Il Tue è costituito da un preambolo; disposizioni comuni che riguardano

l’intero testo; principi democratici; norme sulle istituzioni; norme sulle

cooperazioni rafforzate, una modalità organizzativa importante, estensione

dell’integrazione su alcune materie che, previa autorizzazione dell’Ue, alcuni

paesi dell’Ue stringono tra loro (accordo di Schengen); norme sull’azione

esterna (alcuni paesi non gradiscono il termine politica estera, come gli Inglesi,

che ritengono debba restare materia statale); disposizioni finali.

Il Tfue è costruito in maniera simile: un preambolo; principi fondamentali;

non discriminazione e cittadinanza dell’Unione; competenze dell’Unione;

azione esterna; norme finanziarie; disposizioni finali.

All’art. 13 del Tue sono elencate le istituzioni dell’Unione europea:

Parlamento europeo: eletto direttamente a suffragio universale per 5 anni

- dal 1979, si riunisce tra Strasburgo, Bruxelles e Lussemburgo; è

composto da 751 membri che hanno tutti medesimo status giuridico, si

ripartono in gruppi politici, composti da almeno di 25 deputati eletti in

almeno un quarto degli stati e lavorano in venti commissioni. Ha un

regolamento approvato a maggioranza dei membri e delibera, di norma, a

maggioranza dei voti espressi; c’è una sorta di compromesso tra una

rappresentanza che rispecchi la popolazione e una che dia pari dignità a ogni

3 Chiara

Marziantonio ©

paese. I gruppi attuali rispecchiano abbastanza la composizione dei vari

paesi, e i partiti politici europei trovano esplicito riconoscimento all’interno

del testo del trattato; ogni paese disciplina la legge elettorale dei propri

membri, basta che le soglie di sbarramento non siano superiori al 5% e che

sia seguito un criterio di proporzionalità. Insieme al Consiglio esercita le

funzioni legislativa e di bilancio, oltre a quelle di controllo e consultive,

elegge il Mediatore europeo e il presidente della Commissione e può a

maggioranza qualificata obbligare alle dimissioni i membri della

Commissione; può inoltre istituire commissioni d’inchieste, rivolgere

interrogazioni alla Commissione e al Consiglio e formulare

raccomandazioni al Consiglio e all’alto rappresentante per gli affari esteri e

la politica di sicurezza.

Consiglio europeo: è una sorta di presidenza, l’organo di indirizzo politico

- dell’UE che compie alcune delle scelte fondamentali dando impulso

necessario al suo sviluppo e definendo gli orientamenti e le priorità; è

composto dai capi di stato o di governo degli stati membri, dal suo

presidente e dal presidente della Commissione. Si riunisce almeno due

volte ogni sei mesi a Bruxelles ed è presieduto dal presidente del Consiglio

europeo che non può avere altre cariche, eletto per mandato di due anni e

mezzo rinnovabile una sola volta (una volta si verificava un meccanismo di

rotazione); decide per consenso, non per votazione o all’unanimità.

Consiglio (dei ministri): qualcosa di simile a una Camera degli stati di una

- federazione, è composto da un ministro per ogni stato membro,

autorizzato a impegnare il proprio governo; si riunisce quasi sempre a

Bruxelles, in “varie formazioni”: a seconda dell’argomento di discussione

parteciperanno i ministri competenti. E’ presieduto a turno dai

rappresentanti di ciascuno stato membro per sei mesi, con l’eccezione del

Consiglio affari esteri, presieduto in maniera permanente dall’alto

rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza; esercita insieme

al Parlamento la funzione legislativa e quella di bilancio, e solitamente

decide a maggioranza qualificata del 55% degli stati membri purché

rappresentino almeno il 65% della popolazione dell’Unione e non è ammesso

che tre soli stati blocchino le decisioni anche se la loro popolazione supera il

35%. Decide all’unanimità su materie sensibili dal punto di vista della

sovranità nazionale. Ogni seduta è divisa in due parti: pubblica, quando il

Consiglio discute e vota progetti di atti legislativi, e non pubblica; gli stati

membri hanno a Bruxelles dei rappresentanti che costituiscono il Co.re.per,

comitato permanente che prepara le riunioni.

Commissione: una sorta di governo con sede a Bruxelles, è composta da

- un membro per stato, attualmente 28 ma che dal 2014 dovrebbero essere

19 a rotazione, incluso il presidente e l’alto rappresentante per gli affari

4 Chiara

Marziantonio ©

esteri e la politica di sicurezza, e dura in carica 5 anni; è responsabile

collettivamente dinanzi al Parlamento europeo ed è l’unico organo che non

prende istruzioni dai singoli stati ma rappresenta gli interessi generali

dell’Unione: questo si traduce nel fatto che tutta la legislazione dell’UE nasce

e viene votata dal Parlamento e dal Consiglio, ma l’iniziativa è della

Commissione che agisce in piena indipendenza senza poter ricevere

istruzioni. Il presidente attribuisce i compiti, definisce le competenze e può

chiedere le dimissioni; la sua nomina avviene a partire dal Consiglio europeo

che propone un candidato tenendo conto dei risultati delle elezioni del

Parlamento europeo, motivo per cui si parla di parlamentarismo; il Parlamento

europeo vota a maggioranza dei suoi membri, e in seguito il Consiglio dei

ministri, organo degli stati, propone chi gli stati in pratica vogliono, un elenco.

Il Parlamento europeo torna ad esprimersi e deve votare la Commissione nel

suo complesso (presidente+altri componenti): infine è il Consiglio europeo

che fa la nomina ufficiale; a maggioranza dei due terzi dei voti e dei membri il

Parlamento europeo può votare una mozione di censura e q

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Publisher
A.A. 2013-2014
10 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/09 Istituzioni di diritto pubblico

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher -KiaH- di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Istituzioni di diritto pubblico e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Corsi Cecilia.