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Interpretazione del testo giuridico
Interpretazione: essa non è soltanto la ricerca del significato proprio delle parole ma va riferita ad un contesto che è la realtà esterna.
Interpretazione letterale: ricerca del significato proprio delle parole per arrivare al significato della norma.
Interpretazione logico sistematica: ricerca della ratio legis. L'intenzione del legislatore è la ricerca non della sua volontà ma dello scopo della norma, della sua funzione.
Interpretazione analogica: un fatto non previsto o non regolato del diritto viene disciplinato ricorrendo alla disciplina prevista per un caso simile (analogia legis), o ai principi generali dell'ordinamento giuridico (analogia iuris). Per l'interpretazione analogica occorre:
- Due fattispecie, l'una disciplinata da una norma, e l'altra non
- Esistenza di un elemento comune
- Che l'elemento comune sia corrispondente alla ragione giustificatrice della disciplina della prima fattispecie
Critica della IN CLARIS NON
FIT INTERPRETATIO
Questa formula va intesa in due sensi:
- Se il testo è chiaro non deve essere interpretato - falso - non esiste la possibilità di applicare una norma senza interpretare il testo che la pone. Ogni atto di comprensione del testo è interpretativo
- Se il risultato della interpretazione letterale del testo produce una norma non assurda non occorre proseguire nell'interpretazione - inaccettabile - poiché il metodo giuridico richiede l'interpretazione sistematica e assiologica. La chiarezza è il risultato dell'interpretazione non della sua premessa
Chiarezza:
L'enunciato è chiaro non in sé ma in un determinato contesto, in una determinata applicazione. È il risultato dell'interpretazione, non della sua premessa. Chiaro è quello enunciato che acquista significato normativo senza che sia necessario forzare la lettera (il testo). La chiarezza è un elemento rilevante in sede di
Interpretazione e qualificazione del fatto: l'interpretazione del fatto e l'interpretazione della norma non sono separate. La qualificazione del fatto è un procedimento che oltre a determinare la funzione giunge fino ad individuare le discipline, le regole da applicare. Esiste una tesi secondo cui l'interpretazione può essere separata dalla qualificazione del fatto ma secondo è Perlingieri questa tesi non è accettabile poiché norme e fatti sono inseparabili. L'interprete ha una funzione applicativa, ha uno scopo pratico e individua un significato giuridico. Quindi il fatto non preesiste all'interpretazione ma è costituito dal procedimento che l'interpreta (per questo si parla di inseparabilità). Quindi interpretazione e qualificazione del fatto sono aspetti di una unità e di un processo conoscitivo che ha lo scopo di ricostruire ciò che è avvenuto in una cattiva dinamica.intendono come segue: - Grassetto: indica l'importanza di una qualificazione nel processo di interpretazione del contratto. - Corsivo: sottolinea l'importanza degli effetti derivanti da questo procedimento di interpretazione. È fondamentale comprendere che la qualificazione delle norme contrattuali è essenziale per determinare il loro significato e la loro portata. Attraverso questo processo, si attribuisce un'etichetta o una categoria alle norme, consentendo di stabilire come devono essere interpretate e applicate. Inoltre, l'interpretazione del contratto può avere effetti significativi sulle parti coinvolte. Attraverso questo procedimento, si determina il significato delle disposizioni contrattuali e si stabiliscono i diritti e gli obblighi delle parti. È quindi fondamentale prestare attenzione a come vengono interpretate le norme, poiché ciò può influire sulle conseguenze legali e sugli obblighi delle parti coinvolte nel contratto. In conclusione, la qualificazione delle norme e l'interpretazione del contratto sono processi fondamentali per garantire una corretta comprensione e applicazione delle disposizioni contrattuali.