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Chiesa e Diritto
Dall'antichità cristiana sino ad oggi vi sono stati svariati movimenti ecclesiastici antigiuridici che rigettano il Diritto come elemento che contrasta con il Cristianesimo in quanto limiterebbe la libertà d'azione ecclesiale dei fedeli. Tuttavia, la relazione tra Chiesa e Diritto diviene necessaria se si pensa che all'interno della Chiesa cattolica convivono da sempre bisogni o impulsi contrapposti quali per es. unità e varietà, principio di autorità e principio di libertà, principio gerarchico e della comune responsabilità, uguaglianza essenziale e disuguaglianza funzionale, etc. i quali necessitano di un certo grado di equilibrio e di coerenza che possono derivare esclusivamente da un principio di ordine sociale qual è il diritto canonico.DIRITTO DIVINO E DIRITTO UMANO
Il diritto divino è l'insieme delle norme naturali e positive che hanno come loro autore Dio, al qualeè riconosciuto il carattere di diritto. Tuttavia, il diritto umano canonico ha una sua specifica natura giuridica, che deriva dalla sua origine divina e dalla sua finalità salvifica. Il diritto umano canonico si basa sul diritto divino positivo, che comprende le norme e gli insegnamenti istituzionalizzati dalla Chiesa per la salvezza e l'elevazione dell'uomo all'ordine soprannaturale. Questo diritto divino positivo è essenziale per la vita della Chiesa e per il perseguimento del suo fine ultimo, che è la salvezza delle anime. Il diritto divino naturale, invece, è costituito dai diritti e doveri connaturati alla dignità della persona umana, che l'uomo conosce attraverso la sua natura razionale e che sono stati creati da Dio. Questi diritti e doveri sono universali e immutabili, e costituiscono la base del diritto umano canonico. Nonostante il carattere giuridico del diritto umano canonico sia stato negato in passato da alcune tesi positiviste, è importante riconoscere la sua specifica natura giuridica, che deriva dalla sua origine divina e dalla sua finalità salvifica. Il diritto umano canonico è essenziale per la vita della Chiesa e per il perseguimento del suo fine ultimo, che è la salvezza delle anime.statale sarebbe attribuibile la giuridicità in quanto al suo interno sono previste forme di coazione a garanzia del rispetto delle norme dell'ordinamento stesso, cosa che invece non accade nell'ordinamento canonico il quale non prevede forma alcuna di coazione sui fedeli nel caso in cui questi si allontanino da esso; in realtà, ormai la pluralità dei canonisti, considerano quale caratteristica indispensabile di ogni ordinamento giuridico non già la coazione bensì l'imperatività delle norme di condotta. Una tesi minore, decisamente più moderata, ha sostenuto invece la necessità del carattere subiettivo di un ordinamento giuridico ovvero l'esigenza che esso regoli non soltanto i rapporti verticali tra Chiesa e fedeli ma anche quelli orizzontali tra i fedeli. Oggi giorno, però, queste tesi sono state ormai abbandonate soprattutto grazie al contributo decisivo dato da Santi Romano attraverso la sua teoria dellasocialità del Diritto e della pluralità degli ordinamenti giuridici, che egli stesso applicò al diritto canonico, secondo la quale affinché una norma di condotta possa essere qualificata come giuridica è necessario e sufficiente che sia imposta in un gruppo sociale, garantita istituzionalmente nonché considerata ed osservata in maniera generalizzata come norma vincolante i singoli individui facenti parte del gruppo sociale medesimo.STORIA DEL DIRITTO CANONICO
IL PRIMO MILLENNIO
I primi testi cristiani ad assumere una forma legislativa (nel senso che le norme di condotta ivi contenute risultano essere imperative) sono i canoni dettati dai Concili cioè le assemblee vescovili nelle quali si discutevano e decidevano questioni inerenti alla dottrina cattolica ed alla disciplina ecclesiastica. Alcuni di essi vennero definiti particolari e universali, altri ancora ecumenici; tra questi, otto sono i concili ecumenici più importanti:
- I Concilio di ...
IL DIRITTO CANONICO "CLASSICO"
Per diritto canonico classico s'intende il diritto canonico prodotto tra il 1140 e il 1325. Nel corso di questi circa due secoli di storia fu elaborato un sistema di diritto canonico coerente, completo ed attuale applicato in tutto l'Occidente cristiano. Il grosso di quest'opera di razionalizzazione del corpus iuris l'appunto coerenti i canonici fu svolto dalle collezioni canoniche il cui scopo fu quello di rendere per canoni dei Concili del primo millennio, eliminando le molteplici discrepanze presenti tra canoni delle stesse. Tra queste collezioni meritano di essere nominate: il Decreto di Graziano, le Decretali di Gregorio IX, il Libro VI di Bonifacio VIII e le Decretali Clementine.
fondamentali che permisero la produzione di questo nuovo sistema di diritto canonico sono tre:- in primo luogo, il consolidarsi indiscusso dell'autorità papale: tanti furono i papi che aumentarono il prestigio del pontificato in questo periodo storico legiferando mediante decretali che costituivano la soluzione di casi concreti rimessi all'autorità papale dalle autorità ecclesiastiche inferiori.
- in secondo luogo, il diritto canonico classico poté usufruire di una valida tecnica legislativa recepita dal diritto romano.
- infine, il nascere di una scienza del diritto che cominciò, proprio in questo periodo, a studiare il diritto canonico e confrontarlo con il diritto romano, segnalandone le coincidenze e le discrepanze e contribuendo alla nascita di un autonomo corpus iuris canonici. In ciò ebbe notevolissima importanza il sorgere spontaneo di numerose università italiane, prima tra tutte la prestigiosa Università di
dell’infallibilità del Papa, ponendo le basi per l’affermarsi della centralità del governo della Chiesa, che non verrà mai meno fino al Concilio Vaticano II;
in secondo luogo, anche se non risulta da alcuna decisione del Concilio Vaticano I, pare che durante i lavori di assemblea molti dei vescovi che vi presero parte manifestarono il desiderio di una codificazione del diritto canonico.
IL CODICE DEL 1917
Nel 1904 hanno inizio i lavori preparatori del codice di diritto canonico per opera di papa Pio X che dureranno 13 anni; nel 1917 il codice venne promulgato dal suo successore papa Benedetto XV ed entrò in vigore il 19 Maggio del 1918. Il codice era diviso in cinque libri: norme generali, persone, cose, processi, delitti e pene ed era formato da 2414 canoni. La sistematica è stata palesemente ispirata a quella delle Istituzioni di Gaio che ispirarono successivamente le Institutiones di Giustiniano; lo stesso papa Pio X annunciò sin
Dall'inizio che il nuovo codice avrebbe avuto a modello i codici civili moderni. Dopo la promulgazione del codice di diritto canonico venne istituita una commissione per l'interpretazione autentica del Codice che è riuscita ad imporsi alla dottrina ed alla giurisprudenza sino agli anni '60.
IL CONCILIO VATICANO IIIl Concilio Vaticano II ebbe inizio l'11 Ottobre 1962 ad opera di papa Giovanni XXIII e fu chiuso l'8 Dicembre del 1965 sotto il pontificato di papa Paolo VI; ad esso vi presero parte più di duemila vescovi provenienti da tutte le parti del mondo.
Il Concilio approvò una serie di documenti di fondamentale importanza: quattro costituzioni, delle quali due hanno carattere dogmatico, una ha carattere liturgico e una costituisce una riflessione pastorale sulle relazioni tra la Chiesa cattolica ed il mondo contemporaneo; nove decreti riguardanti la vita pastorale, la formazione sacerdotale, le chiese orientali cattoliche, la vita missionaria,
I mezzi di comunicazione sociale, etc.;tre dichiarazioni sulla libertà religiosa, l'educazione cristiana e le relazioni tra la Chiesa e le altre religioninon cristiane.
Le costituzioni, in linea generale, trattano argomenti di carattere dottrinale o ai quali si è voluto dare un certo grado di solennità; i decreti hanno un'applicazione essenzialmente pratica; le dichiarazioni, invece, trattano argomenti ai quali non si è voluto dare lo stesso tono solenne delle costituzioni.
I principi fondamentali che sono emersi dal Concilio Vaticano II possono essere brevemente elencati:
- Il principio della dignità della persona umana e la considerazione della libertà religiosa quale diritto naturale fondamentale di ogni uomo degno di essere riconosciuto a livello costituzionale;
- Il corollario logico della libertà religiosa: il principio di uguaglianza tra i fedeli che deve essere riconosciuto a livello costituzionale ed internazionale;
- La...
dottrina dello sviluppo dei carismi personali;
la dottrina della collegialità dell'episcopato destinato ad integrare il principio dell'infallibilità del pontefice;
la dottrina delle relazioni tra Chiesa e Stato che afferma l'indipendenza tra le due istituzioni in temporalibus e la sovranità di ciascuna nelle rispettive sfere di competenza: lo Stato in temporalibus, la Chiesa in spiritualibus.
Dunque, il Concilio Vaticano II ha messo in crisi le dottrine che erano alla base del Codice del 1917 promuovendo una profonda revisione legislativa dello stesso che si è conclusa con la promulgazione del nuovo Codice di diritto canonico del 1983.
IL CODICE DEL 1983
Il nuovo Codice di diritto canonico viene promulgato il 25 Gennaio del 1983 da papa Giovanni Paolo II.
Consta di 1752 canoni ed è diviso in sette libri:
le norme generali;
il popolo di Dio;
la funzione di insegnare della Chiesa;
la funzione di santificare della Chiesa;
i beni temporali della Chiesa;
compito di indagare sulle accuse di abusi sessuali commessi da membri del clero. Le sanzioni della Chiesa nei confronti dei colpevoli sono state varie, tra cui la sospensione dal ministero sacerdotale, la riduzione allo stato laicale e, in alcuni casi, la rimozione definitiva dallo stato clericale. I processi canonici sono stati condotti per garantire un'adeguata giustizia e punizione per i responsabili degli abusi. La Chiesa ha anche adottato misure per prevenire futuri abusi, come la formazione obbligatoria per i sacerdoti e la collaborazione con le autorità civili nella gestione delle denunce.