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CONCLAVE

I componenti del conclave (collegio cardinalizio) si riuniscono nella Cappella

Sistina per eleggere il pontefice e per farlo sono ispirati dallo Spirito Santo.

Durante l’elezione, viene posta una stufetta in cui, in caso di elezioni andate male,

vengono bruciate le schede elettorali (fumata nera).

La fumata bianca invece indica che l’elezione è andata a buon fine.

Ci sono testimonianze che questa usanza di chiudere a chiave i cardinali derivi dal

fatto che, quando la sede papale era a Viterbo, i cittadini chiusero a chiave nel palazzo

reale i cardinali e scoperchiarono il tetto affinché fossero esposti alle intemperie.

Prima del XIII secolo alcuni pontefici furono designati dal predecessore.

Veniva scelto all’interno del clero romano.

Giustiniano nel 557 sottomette l’elezione del pontefice all’approvazione

imperiale.

Il neo eletto non poteva essere consacrato come tale se l’imperatore non avesse

approvato la sua elezione.

La pratica dura per almeno 2 secoli fino al XI secolo.

Il conclave viene ufficialmente introdotto come istituto da papà Gregorio X nel

XIII secolo con la costituzione apostolica “ubi periculum” che contiene le prime

regole procedurali per l’elezione del pontefice (es. cardinali si riuniscono 10 giorni

dopo la morte del pontefice).

Nel 1492 venne celebrato il primo conclave nella cappella Sistina, che porta

all’elezione di Leone XIII.

Gregorio V, nel XVII secolo emana una costituzione dal titolo “aeterni patris”, in cui

prevede che il pontefice possa essere eletto con la maggioranza dei 2/3 e prevede che

il voto debba essere segreto.

Nel 1970, Paolo VI, con la costituzione “ingravescentem aetatem”, impedisce che

possano partecipare al conclave cardinali che abbiano età superiore agli 80 anni.

Nel 1996, Giovanni Paolo II emana una costituzione “Universi Dominici Grecis” che

regolamenta lo svolgimento del conclave.

Dopo la morte del pontefice vengono convocati tutti i cardinali a Roma, e Giovanni

Paolo II fece costruire un palazzo chiamato Domus Sanctae Marthae, una struttura

in cui vanno ad alloggiare i cardinali, affinché fossero al riparo dalla possibilità di

comunicare con altre persone.

Tutti i cardinali fanno messa e hanno un ingresso nella Cappella Sistina, guidati dal

cardinale decano pronunciano un giuramento.

Dopodiché il cardinale decano pronuncia un extra omnes, ossia “fuori tutti”, rivolto ai

cardinali aventi più di 80 anni, i quali non hanno il diritto di voto.

Si dà avvio ai lavori di scrutinio diviso in tre fasi:

1. ante scrutinium, che consiste nella distribuzione ai cardinali delle schede

elettorali ed é la designazione di tre cardinali che saranno incaricati di raccogliere le

schede e di altri tre cardinali che costituiranno il collegio dei revisori

2. scrutinium vero e proprio, ogni cardinale si reca presso i tre cardinali e fa

scivolare la propria scheda nell’urna

3. post scrutinium, in questa fase avviene il conteggio dei voti e il bruciamento delle

schede aggiungendo lattosio per la fumata bianca.

Se un candidato riceve un voto superiore ai 2/3 del totale dei votanti, questo

candidato viene proclamato pontefice; prima di ciò, bisogna sapere se il candidato

accetterà l'incarico, in caso affermativo verrà condotto nella stanza delle lacrime, la

sacristia della cappella sistina, per indossare per la prima volta i paramenti dei

pontefici.

Prima dell'annuncio dell'elezione del pontefice ai fedeli (“Habemus Papa”), si

chiede al pontefice quale nome desidera avere, che si tratta di una scelta personale.

Successivamente, ogni pontefice fa forgiare un anello, con simbologie diverse a

seconda delle proprie inclinazioni.

Il libro II nella parte seconda che riguarda la costituzione gerarchica della Chiesa

dedica il capitolo terzo si cardinali di Santa romana Chiesa.

Il canone 349 prevede che i cardinali costituiscano un collegio al quale spetta

provvedere all'elezione del pontefice.

COLLEGIO DEI CARDINALI

Il collegio dei cardinali è distinto in tre ordini:

1. episcopale;

2. presbiteriale;

3. diaconale.

La sussistenza di tre ordini conferma il fatto che i cardinali ricevano un titolo

nobiliare, che può essere dato ai cardinali appartenenti a tutti e tre gli ordini.

Anche se generalmente, qualora si voglia attribuire un titolo nobiliare ad un sacerdote,

prima di farlo, questo viene nominato vescovo.

Il cardinale decano ha il governo di due diocesi:

-> la diocesi in cui era vescovo;

-> diocesi di Ostia.

Roma è la diocesi più importate, ma vi sono anche delle diocesi importanti limitrofe a

quelle di Roma, tra cui quella di Ostia, per cui il cardinale decano non perde la diocesi

originaria ma viene aggiunta anche quella di Ostia.

La riunione dei cardinali prende il nome di concistoro, nella quale si occupano di

offrire i loro consigli e aiuto al pontefice nel governo della Chiesa.

Lezione 10 (20/10/23)

Raggruppamenti delle chiese particolari

Canone 368 = dispone che le chiese particolari sono, innanzitutto, le diocesi.

Canone 369 = definizione diocesi: porzione del popolo di Dio che viene affidata alla

cura pastorale del vescovo, con la cooperazione del presbiterio. Porzione del popolo di

Dio stanziata in un territorio, governata da un vescovo. Il vescovo governa questa

porzione del popolo di Dio, facendosi aiutare dai presbiteri: tutti i sacerdoti che sono in

quella porzione di territorio governata dal vescovo.

La diocesi costituisce una chiesa particolare in cui opera la chiesa di Cristo

santa, cattolica e apostolica.

Le chiese particolari sono importanti perché attraverso queste, il diritto canonico si

adegua a realtà sociali, geografiche e politiche differenti, senza tradire i principi del

diritto canonico universale: permettono al diritto canonico di essere unito e allo stesso

tempo plurale (somma dei diritto particolari) = pluralismo ed unità.

Le chiese particolari sono istituti di diritto divino o di diritto umano?

Gli apostoli, ispirati dallo spirito santo, sono andati in tutto il mondo a diffondere la

parola di Dio. I vescovi succedono al collegio apostolico nel collegio episcopale, e allo

stesso tempo nelle Sacre scritture, è previsto che ciascun apostolo si dedicò a

spiegare e divulgare la parola di Dio ad una porzione di territorio.

Pertanto il raggruppamento di fedeli in una diocesi è da ritenersi di diritto

divino rivelato.

Canone 374 = Ogni diocesi è divisa in parti distinte, che indichiamo nelle parrocchie.

La parrocchia è una porzione di popolo di dio all'interno della diocesi, governata dal

vescovo, ma al cui capo viene posto un presbitero, chiamato parroco.

Canone 375 = i vescovi che per divine istituzioni sono successori degli apostoli

mediante spirito santo, sono maestri di dottrina, sacerdoti del sacro culto e ministri del

governo.

Non tutti i vescovi sono a capo di una diocesi.

Canone 376 = si chiamano diocesani i vescovi ai quali è stata affidata la cura di una

diocesi. Gli altri vengono chiamati vescovi titolari.

Canone 377 = i vescovi vengono nominati dal pontefice, liberamente.

Oppure conferma l’episcopato a coloro che sono stati scelti da una commissione di

altri vescovi.

La commissione può indicare un soggetto e renderlo vescovo, ma questa nomina deve

essere necessariamente confermata dal pontefice.

Canone 378 = requisiti di una persona che si ritenga idonea a divenire vescovo. I

requisiti sono:

1. Uomo di salda fede e buoni costumi;

2. Goda di buona reputazione;

3. Età: almeno 35 anni;

4. Presbitero da almeno 5 anni.

Il vescovo diocesano, a capo di una diocesi, esercita una potestà ordinaria

propria e immediata.

Nei confronti della diocesi la potestà del vescovo è ordinaria: non è delegata dal

pontefice. Questo perché nella porzione del popolo di Dio la potestà del vescovo è

ordinaria, come lo era la potestà degli apostoli che diffondevano la parola di Dio nelle

varie regioni del mondo. È immediata= non ha bisogno di intermediari.

Conferenza episcopale

Il vescovo inoltre partecipa ad un organismo permanente, chiamato conferenza

episcopale nazionale, che rappresenta il raggruppamento delle diocesi di una

certa nazione.

La conferenza episcopale italiana è un organismo permanente ed è l’assemblea dei

vescovi di una nazione, che ha l’obiettivo di avere un’attività di magistero e

legislativa riguardante il diritto particolare di una popolazione che stanzia su

un determinato territorio (in particolare disciplina del matrimonio).

Le conferenze episcopali godono di personalità giuridica, all’interno dello stato in

cui operano e sono presiedute da un presidente eletto dalle stesse conferenze

episcopali, tranne il caso di quella italiana il cui presidente è scelto dal pontefice.

La conferenza ha l’autonomia di darsi un proprio statuto e gli statuti devono poi

essere autorizzati dalla santa sede.

Bisogna fare il possibile affinché contraggano matrimonio coloro che hanno compiuto il

18esimo anno di età (es. potestà legislativa conferenza episcopale).

Le conferenze episcopali nazionali sono istituti di diritto umano in quanto non c’è

traccia di queste nelle sacre scritture, inoltre il concetto di nazione si sviluppa molto

dopo.

I presbiteri

I presbiteri sono essenzialmente ministri della parola, diffondendola e

spiegandola.

Come si diventa presbitero?

Il primo grado dell’ordine è il diaconato.

Un soggetto riceve il diaconato ed è destinato a diventare presbitero.

Diaconato permanente

Tuttavia, nel Concilio Vaticano II si sono resi conto che si poteva aprire il primo grado

dell’ordine anche ad altre persone. Allora si inventò l’istituto del diaconato

permanente, destinato a uomini che abbiano un età matura, che siano anche sposati,

ma che rimarranno diaconi per sempre, non potranno accedere al secondo grado

dell’ordine, ossia il presbiterato.

Questo comporta che i diaconi permanenti possono amministrare i sacramenti e

ciò comporta un grande aiuto per la chiesa, in quei territori in cui ci sono pochi

presbiteri e quindi vi è aiuto da parte dei diaconi permanenti.

Lezione 11 (24/10/23)

Il matrimonio

Il matrimonio é collocato nel libro IV (dedicato ai sacramenti) al titolo VII intitolato il

Matrimonio.

Il primo canone che definisce il matrimonio è il 1055: questo canone parla di patto

matrimoniale, quindi un contratto bilaterale che può avvenire solo tra un uomo e una

donna essendo ordinato alla generazione e all'educazione della prole.

Tra battezzati questo contratto assume la dignità di sacramento.

Definizione del codice del 1917: “Il matrimonio

Dettagli
A.A. 2023-2024
37 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/11 Diritto canonico e diritto ecclesiastico

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher sophiesophie123 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto canonico e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Lugli Matteo.