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05.03.2014
L’ATTIVITÀ BANCARIA
Il nucleo essenziale dell'attività bancaria è rappresentato dalla raccolta del risparmio a
vista e dall’esercizio del credito. La disciplina ha poi la finalità di evitare il rischio
d'insolvenza della banca. L’altra forma di raccolta di risparmio alternativa del deposito è
l'emissione di obbligazioni. Non si tratta di una forma di raccolta del risparmio esclusiva,
ma se svolta dalla banca ha connotati peculiari. Quando si parla di banchiere
generalmente si fa riferimento ai dirigenti e al CDA. L'abilità di un buon banchiere è
quello di equilibrare attività e passività e allineare le scadenze. L’emissione di
obbligazioni è una modalità di raccolta del risparmio che consente alle banche di
equilibrare le scadenze, a differenza del deposito è una forma di raccolta a medio-lungo
termine. È un'importantissima forma di operatività della banca. Infatti dal 2007 in avanti
vi sono stati numerosi interventi a sostegno dell'operatività delle banche in relazione
all'emissione di obbligazioni, rendendo più appetibili le obbligazioni bancarie in
particolare attraverso la garanzia rilasciata dallo stato. Come abbiamo già detto però
l’emissione di obbligazioni non è attività esclusiva delle banche e quindi vi sono punti di
vicinanza rispetto alle altre tipologie di obbligazioni. Le obbligazioni bancarie sono
innanzitutto titoli di credito che attribuiscono il diritto al rimborso del capitale investito
più una remunerazione fissa o variabile. La differenza rispetto alla sottoscrizione di azioni
è che nelle obbligazione il titolare non partecipa alle perdite e agli utili di azienda, non
partecipa al rischio d'impresa, il rimborso del capitale è indipendente dai risultati positivi
o negativi dell’impresa, si ha comunque diritto al rimborso del capitale investito. Ciò che
invece distingue le obbligazioni bancarie da quelle di una spa di diritto comune è che in
quest'ultime si tratta di uno strumento di finanziamento dell'impresa, mentre nelle
banche si tratta di un momento dell'esercizio dell'impresa bancaria, strettamente
funzionale all'erogazione di credito nel medio-lungo termine (14-36 mesi). Da questa
particolare funzione deriva anche il fatto che la disciplina delle obbligazioni emesse dalle
banche ha delle particolarità rispetto alla disciplina di diritto comune, compendiate
nell'art. 12 TUB. "Le banche, in qualunque forme costituite, possono emettere
obbligazioni anche convertibili, nominative o al portatore". La possibilità è ammessa per
ogni tipo di banca, indistintamente dall'emissione di azioni non convertibili in azioni o
con. La competenza all’emissione di obbligazioni non convertibili in azioni è sempre e
inderogabilmente dell’organo di amministrazione. Nel diritto commerciale comune,
questa competenza è derogabile per esempio in favore dell'assemblea. Possibilità non
ammessa per quanto riguarda le banche, questo perché non si tratta di un'attività
straordinaria, ma un momento normale di esercizio dell'impresa. Questa differenza era
molto più marcata prima della riforma del 2003, perché nel diritto societario comune la
competenza dell’emissione era di competenza dell’assemblea in sede straordinaria. Poi
molti elementi della riforma del 2003 ha molto preso dal TUB.
L'altro aspetto speciale è che si tratta di una disciplina per l'emissione molto più snella,
non sono previsti i limiti quantitativi del diritto societario, né tutte le formalità per la
delibera del CDA, non è prevista l'assemblea degli obbligazionisti. Nel diritto societario
infatti i titolari di obbligazioni possono esprimere un loro valore nell’assemblea degli
obbligazionisti. La tutela avviene in altro modo, attraverso una serie di informative rese al
cliente in sede di sottoscrizione e poi in pendenza di rapporto attraverso tutta una serie
di ulteriori informazioni. Per quanto riguarda le obbligazioni convertibili, la competenza è
inderogabilmente dell'assemblea straordinaria perché comporta una modifica degli
assetti statutari, ma anche qui non si applicano i limiti quantitativi previsti dal diritto
comune. In secondo luogo è vero che la competenza è dell'assemblea ma vi è possibilità
di delega al CDA con la presenza di determinati presupposti (come di fatto è orientata la