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PER UNA CRITICA: LA COLLOCAZIONE SOCIALE DELLA STORIA SCIENTIFICA
1. UNA STORIA PURA?
La storia pura è sempre stata una disciplina sospetta e sulla difensiva. Il suo rapporto con i media è sempre
stato condizionato da un gioco continuo di allontanamenti ed avvicinamenti. dappertutto il confine tra usi
scientifici e usi pubblici è una vasta terra di nessuno
2. USI DELLA STORIA
a) Usi privati della storia
b) Dallʼuso al consumo
c) La nuova storia ufficiale
3. RICERCA E DIVULGAZIONE
Il rapporto reale, non quello idealizzato, tra ricerca e divulgazione va indagato. Secondo il modello classico,
prima la ricerca giunge ai suoi risultati, e poi, generalmente altri soggetti, si assumono il compito di farne
conoscere i risultati al di fuori della cerchia scientifica. Questo modello però non funziona così linearmente
nemmeno nel campo delle scienze esatte, a maggior ragione non funziona in campo storico ed è
ulteriormente messo in discussione dallʼevoluzione recente.
a) Divulgazione o expository science?
b) Una disciplina pubblica
c) Il mercato della storia oggi
PRIME CONCLUSIONI
1. IL SISTEMA DELLA STORIA
Dobbiamo leggere la conoscenza storica che circola in una società in un certo momento come un sistema
complesso. La storia scientifica non può essere posta allʼesterno del sistema sociale della storia, ma va
collocata essa stessa nei suoi propri luoghi sociali, va riconosciuta come una tra le diverse sedi di
produzione e di circolazione del sapere storico, sempre condizionata dalle richieste della società e del
mercato. Sottolineare la natura socialmente determinata e condizionata della storia scientifica non muove da
una rassegnazione alla sua inutilità, ma appare essenziale a preservarne lʼinsostituibile funzione.
2. UN ESEMPIO
Quali sono le diverse istituzioni che formano il sapere sui temi della seconda guerra mondiale e della
resistenza?
- la storia ufficiale della scuola e delle commemorazioni
- la storia-ricerca
- la storia privata
- la storia praticata da alcuni media
Fra aree diverse si riscontra un continuo gioco di scambi e di conflitti anche sul che cosʼè storia e questo
sistema stesso vive nel tempo trasformazioni profonde legate a trasformazioni più ampie.
Nella memoria collettiva di questi temi, in cui prevaleva a una prima fase la memoria privata, ha fatto seguito
nel ventennio successivo una ufficializzazione e il sorgere della controstoria, mentre oggi sembra di
assistere ad una sorta di eclatement tra tanti diversi racconti che non pretendono neppur di poter essere
ricondotti a unità.
3. STORICI, DIVULGATORI, GIORNALISTI
- Lo scambio
- Cooperazione e conflitti
4. STORIA E NON STORIA
Il gioco degli scambi e dei conflitti tra diverse sedi e diverse forme di produzione e circolazione del sapere
storico non riguarda solo i contenuti e le figure professionali, ma anche la definizione stessa di ciò che è
storico.
a) La storia eccezionale
b) La storia come luogo della morte
c) La storia come esotico familiare
Si valorizzerebbero nellʼordine: la rarità, lʼantichità e lʼaura.
Possiamo parlare di un vero e proprio negoziato che si svolgeva continuamente tra diversi modi di intendere
la storia. Non è un caso che questo sia avvenuto in televisione. Nellʼattuale sistema sociale della storia, i
mass media si presentano come il luogo dove le diverse concezioni della storia convergono e si confrontano,
insieme terreno di scontro e camera di compensazione, centro di un sistema sociale della storia la cui
dinamica stiamo appena cominciando a comprendere.
PREMESSA
La principale difficoltà per tutti è fare conti con il passato e progettare il futuro. Nella crisi delle certezze
ideologiche la storia viene vista come strumento di legittimazione politica e di invenzione di una tradizione
che offra rassicurazioni per lʼavvenire. In un discussione circa la coscienza storica si intrecciano storia e
memoria, che hanno entrambe una ricaduta civile e dove la memoria è ancora anche quella dei testimoni e
dei protagonisti. Eʼ necessario allora procedere sia alla storia della storiografia sulle questioni dibattute sia
alla ricostruzione dellʼelaborazione della memoria, individuale e collettiva. Sono due processi paralleli.
IL NEGAZIONISMO E LA MENZOGNA DI AUSCHWITZ
Di negazionismo assoluto si può a rigore parlare solo a proposito della Shoah. Le tesi dei negazionisti, alle
quali da nessun punto di vista può essere attribuita dignità storiografica, pongono in evidenza una questione
di metodo: è la questione delle prove. Allo storico spetta ora il compito di indagare sulle ragioni della nascita
del revisionismo come termine equivalente a negazionismo e del suo pur limitato diffondersi.
LA RIMOZIONE E LE RIMOZIONI ITALIANE
Se oggi è forte il desiderio del passato quale fonte di legittimazione, allʼuscita dal conflitto prevaleva
largamente il desiderio di un oblio che concedesse via libera ad una vitalità a lungo repressa dalla guerra,
dal terrore e dallo spettacolo della morte. La difficoltà a fare i conti con il passato, rimuovendo quanto di esso
può portare turbamento, è presente anche fra comunisti e in altri settori della sinistra italiana, per quanto
riguarda i crimini dello stalinismo in Urss e fuori dallʼUrss. Ogni paese ha seguito in proposito una propria
strada. Sempre con questo meccanismo, si può dire che il ʼ68 fu in gran parte una elaborazione della
memoria del totalitarismo fascista.
LA NATURA PRATICO-POLITICA DEL REVISIONISMO
Il confine che separa la rimozione dal revisionismo non sempre è bene identificabile, anche perchè il
revisionismo talvolta consolida la rimozione, talaltra si nutre del ritorno del rimosso. Eʼ bene chiarire il
significato della parola revisionismo, perchè ha in sè molte ambiguità. In primo luogo, revisionismo rinvia per
opposizione al concetto di ortodossia. Tutti abbiamo nella vita il dovere di rivedere continuamente noi stessi
e le nostre opinioni. La revisione dei risultati raggiunti da ogni ricerca è un fatto normale, anzi è la norma
della scienza in generale. Deve peraltro aggiungersi che il punto più caldo della disputa verte proprio
sullʼattribuzione della qualifica di scientificità.
Oggi è necessario, nella controversia tra revisionismo e antirevisionismo, andare oltre una contrapposizione
che rischia di autoriprodursi sterilmente a tempo indeterminato, e riflettere sul carattere pratico-politico che il
revisionismo ha sempre avuto.
IL REVISIONISMO NELLA STORIA DEL SOCIALISMO E IN ALTRE STORIE
La parola revisionismo acquista riconosciuta cittadinanza internazionale con il Bernstein Debatte di fine
secolo, nella quale fin dallʼinizio le revisioni dottrinali sono state immediatamente funzionali a quelle politiche,
che richiedevano un necessario adeguamento ai mutamenti avvenuti nella realtà sociale. La Bernstein
Debatte pose in evidenza uno dei punti chiave del dibattitto fra revisionisti e antirevisionisti, fra eretici e
ortodossi: chi comprende meglio le novità della storia?
Lo scambio dellʼaccusa di revisionismo, ritenuta risolutiva, divenne ben presto un topos nelle polemiche fra
socialisti delle varie tendenze. Lʼantirevisionismo degli ortodossi coprirà spesso il pragmatismo degli
adeguamenti privi di sufficiente giustificazione teorica. Lʼaccusa di opportunismo verrà palleggiata.
IL REVISIONISMO RISORGIMENTALE
In un discorso centrato sullʼItalia è bene ricordare che è esistita una controversia sul revisionismo
risorgimentale in cui i principali imputati di revisionismo sono stati Gobetti e Gramsci, e i principali accusatori
Omodeo e Romeo. Il nocciolo della questione stava nel giudizio sullʼesito del Risorgimento e sulla classe
dirigente liberale che aveva retto lʼItalia fino allʼavvento del fascismo. La classe dirigente liberale aveva
avviato il progresso dellʼItalia sullʼunica via praticabile o i suoi limiti di classe avevano costituito un ostacolo
insormontabile, cosicchè la bandiera doveva ormai passare nelle mani della classe operaia alleata con i
contadini? Gramsci stesso ha detto che riflessioni del genere non sono storia ma politica in nuce.
Le attuali polemiche sul revisionismo relative alla Resistenza e al fascismo finiscono col riproporre antiche
controversie sul processo di unificazione nazionale.
UNICITAʼ E COMPARABILITAʼ DELLE ESPERIENZE STORICHE
Un punto che concentra in sè molti problemi è quello sulla unicità o possibile ripetibilità della Shoah. Nel suo
senso pià ampio il problema riguarda lʼidentità stessa del popolo tedesco e la natura del Terzo Reich.
In proposito, sia lʼaffermazione dellʼassoluta specificità sia quella della piena comparabilità possono condurre
a un risultato di impotenza di fronte al futuro. Solo se si riesce a ricostruire un contesto che non esaurisca in
sè il significato dellʼevento la cui singolarità è appunto compito dello storico definire, allora può verificarsi la
condizione ottimale sia per la comprensione di ciò che è accaduto, sia per la messa in guardia nei confronti
del futuro.
categoria di totalitarismo (pg. 164)
seconda guerra mondiale e nesso fascismo-antifascismo-Resistenza
PER IL SUPERAMENTO DELLA CONTROVERSIA SUL REVISIONISMO
Lʼinvito è a espellere dal linguaggio storiografico la coppia revisionismo/antirevisionismo. Lʼaccusa di
revisionismo di per sè non aggiunge nulla alla forza delle critiche; anzi, quellʼaccusa potrebbe diventare un
modo per sbarazzarsene a buon mercato.
Si tratta di dichiarare esplicitamente i punti di vista da cui muove la ricerca; e non è detto che le differenze, o
anche le opposizioni, fra i punti di vista coincidano necessariamente con il conflitto fra revisionisti e
antirevisionisti. Così ci si potrà misurare sulle differenze reali, di merito e di metodo, e ogni posizione potrà
assumersi la responsabilità dellʼuso pubblico che di essa viene fatto.
Ciò che non può essere condiviso è lʼappiattimento dei valori, il concepire la storia come un generale
patteggiamento che si conclude a somma zero. Da respingere è la confusione fra lʼeguaglianza di fronte alla
morte e le differenze di fronte alla vita. Il sale dellʼinterpretazione, che si condensa nel giudizio, non può
essere programmaticamente espunto dallʼopera storiografica; se si cerca di farlo, esso si ripresenta come
opzione politica. Eppure quanto più sono grandi e terribili gli eventi e quanto più sono difficili e complicati i
giudizi che lo storico deve formulare, tanto meno egli può sottrarsi alla necessità di giudicare.
RAMMEMORAZIONE
Storia e memoria nascono da una stessa preoccupazione e condividono uno stesso obiettivo: lʼelaborazione
del passato. Ma esiste una gerarchia tra le due. La memoria è una sorta di matrice. La s