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Una promozione sociale incompresa Ciò che viene descritto da Bevilacqua in questa
prima parte del primo capitolo è l’indifferenza nei confronti del passato e associa il fenomeno
all’essere figli di genitori che hanno ricevuto un’istruzione di base sommaria e che sono privi di
motivazione e di interesse verso lo studio ,che solo la famiglia può fornire ,ma che non può fornire
perché reduce di tradizioni non centrate sull’importanza dell’istruzione ma su abilità
essenzialmente pratiche come la vita contadina o operaia. Inoltre viene detto che al giorno d’oggi
nelle case di tanti ragazzi mancano tracce di libri e di quotidiani,dunque vige un disinteresse nei
confronti della cultura,per chi più,per chi meno, e nei confronti del passato, a differenza
dell’interesse mostrato dai ragazzi della media borghesia produttiva, burocratica e professionale.
Bevilacqua afferma che è nella scuola elementare che il bambino dovrebbe acquisire le attitudini
soggettive allo studio ,alla riflessione e all’applicazione mentale su testi e problemi ed è causa
della mancata capacità di svolgere tale funzione della scuola elementare attuale che vi sono casi
di indifferenza nei confronti della cultura,non solo storica ma generale.
L’erosione della memoria
Per quanto riguarda l’insensibilità delle nuove generazioni nei confronti della storia come realtà del
passato e come disciplina, questa denuncia un mutamento psicologico delle nuove generazioni
dovuto essenzialmente al cambiato della società rispetto al passato. Un tempo non era cosa
insolita discutere in famiglia e richiamare alla memoria eventi passati, anche famigliari, o anche
assegnare ai nipoti i nomi di battesimo per onorare i nonni , e la vita all’interno della famiglia era
centrata sull’elaborazione del ricordo e della memoria. Il passato era sempre di scena, era parte
integrante della vita di ognuno. La storia di conseguenza acquisiva un significato positivo
indiscutibile, era vista quali come il collante del comune destino nel quale gli uomini si
riconoscevano. Al contrario oggi si sono ridotte le occasioni per l’elaborazione e la trasmissione
della memoria tra generazioni e genitori e figli. Diventa sempre più frequente il dialogo senza scopi
strumentali. Il tempo presente si accampa dentro le case e tende a divorare ogni spazio in cui
rimangano tracce del passato ; questo porta i ragazzi a non considerare i loro trascorsi personali,a
non rielaborare ricordi ed esperienze accumulate nei mesi e negli anni trascorsi e a pensare al
passato come componente della loro vita. Tutto ciò che è avvenuto tende a non far più parte del
loro orizzonte mentale e di conseguenza la storia appare come un culto dei morti.
Nell’età contemporanea l’interesse per il passato trovava rilevante espressione nella trasmissione
di saperi tecnici,mestieri ed esperienze di lavoro. Al giorno d’oggi si sta verificando sempre più
un’attenzione verso l’innovazione continua, verso il presente e l’anticipazione del futuro. Il primato
assoluto del mondo attuale è assegnato alla trasformazione tecnica delle nostre condizioni di
esistenza ,alla novità senza tregua di beni e dei modi di vita da consumare. Il mondo di oggi è
dunque caratterizzato dall’innovazione continua,rappresentata ad esempio dalla televisione, la
quale al giorno d’oggi ci permette di sapere cosa succede in ogni parte del mondo,ma allo stesso
tempo è anche una delle cause di annullamento del senso del passato e dell’affermarsi
totalizzante del presente. La televisione trasmette news,seguite da pubblicità, e queste news non
vengono presentate come il risultato di un processo ma come a sé stanti , sono mescolate insieme
alla cronaca e nemmeno ordinate in ordine di rilevanza, sono confuse in mezzo alle sterminate
cose che accadono. L’informazione appare sempre più catturata nelle logiche dello spettacolo,ed è
attorno a questo che gira la televisione,la quale non si preoccupa di far capire come il singolo fatto
possa imporsi sul nostro passato o sul nostro futuro.
Il declino dell’avvenire In questo capitolo si parla ancora una volta del fatto che il senso della
vicinanza al passato si sta facendo sempre più colpito. Ad esempio si può notare nella
scristianizzazione del mondo,che ha dissolto i fondamenti di un vecchio sentire comune e intaccato
il senso della storia. Che significa? Che grazie al cristianesimo gli uomini hanno potuto rinvenire la
radice sacra del proprio essere nel mondo in un lontano passato : l’avvento di Cristo sulla Terra.
Era questo remoto evento reale che dava senso a tutta la storia successiva. Con la scomparsa o
l’affievolirsi dell’attitudine religiosa anche il passato perde la sua sacralità e cessa di essere una
premessa indispensabile per l’avvenire. Un altro esempio di causa del declino del passato è stata
quella dell’eclissi del movimento socialista e comunista. Perché? Perché la perdita dei fini sociali
da perseguire e l’appannarsi dell’avvenire fa scadere il passato. Si sta nel presente,senza
memoria e senza speranza, non si sa più dove si va e non ha più senso volgersi indietro. La
modernità, questa è la causa del declino del passato. La modernità al giorno d’oggi agisce in ogni
angolo della nostra vita quotidiana e incide sul nostro modo di sentire la storia.
Anche la scienza è una forma di sapere avalutativo,impassibile e insensibile ai valori. La scienza
non dà risposte sul perché ultimo dei fenomeni ma su come essi avvengano ,quindi è muta sul
significato delle cose. Comunque sia la scienza si è evoluta intrecciandosi sempre più con la
tecnica e attraverso la tecnologia si è infiltrata in ogni angolo della società creando
efficienza,velocità ed esattezza,ma svuotando le istituzioni di valore e di senso. L’efficienza al
giorno d’oggi è diventata la nostra religione civile e la stessa vita quotidiana si trasforma in un
movimento che usa l’intera realtà esterna e se stesso come mezzo e si è disinteressati ai fini e ai
significati.
Il mutamento quotidiano delle nostre percezioni è dovuto quindi anche alla scienza, che impone e
diffonde la convinzione che la nostra conoscenza debba limitarsi alle cose verificabili . Da qui si ha
il fenomeno cosiddetto del nichilismo, tutto ciò che prima aveva una base metafisica si è ritrovato
senza fondamenti. Nietzsche definì questo fenomeno con il termine“ la morte di Dio”. Il nichilismo è
divenuto il fondo inconsapevole del sentire comune e il senso comune del nostro tempo.
Al giorno d’oggi dunque si verificano episodi di orrore ,ai quali dobbiamo dare un senso solo
considerando la perdita di importanza data al senso nelle società industrializzate. Questa perdita
dell’orientamento colpisce il passato ed anche il futuro. Due dimensioni che al giorno d’oggi
godono di scarsa considerazione di fronte all’utile economico. Ormai ciò che conta è solamente
l’arricchimento individuale. L’avvenire rimane aperto giusto alla curiosità e all’attesa per il prossimo
ritrovato tecnico-scientifico. La storia , in questo scadente clima spirituale, è la vittima più naturale
e sta subendo un’ulteriore aggressione, non viene più considerata, non si dà più importanza al
guardarsi indietro. Un’altra perdita del nichilismo dilagante è l’indebolimento dell’immagine dello
Stato-nazione. Essa è minata al suo interno dal disgregarsi individualistico dei suoi membri ed è
aggredita dall’esterno da forze che tentano di sovrastarla. Lo Stato è insidiato nella sua sovranità
da gruppi finanziari internazionali, dal crescere continuo di imprese transazionali, dai movimenti
errabondi e senza patria dei capitali. Il motore della dinamica sociale sembra essersi trasferito
nelle singole imprese private ( prima la centralità di governo e l’orientamento della realtà sociale
era ad opera dello Stato ) ,le quali producono tecnologie,innovazioni ,ideologie ed atteggiamenti
collettivi. Vi è sempre più l’emergere del potere autonomo dell’economia e della tecnica. Oggi la
storia sembra declinare assieme al declino dello Stato nazione. Un tempo la storia era considerata
importante per dare nobiltà e fondamenti all’organizzazione degli Stati sovrani e sacri diventavano
anche il passato e la memoria storica chiamata a custodirlo. Al giorno d’oggi di verifica una
mancanza di fini da perseguire e un deperimento di valori ,che finiscono con l’affidare la coesione
interna degli Stati alle coercizioni estrinseche del meccanismo economico. Dunque è i fenomeno
dell’individualismo dilagante e della perdita del senso dello stare insieme che provocano
l’abbandono della memoria del comune passato, in quanto perde di senso.
CAPITOLO 2 : LA STORIA- PROBLEMA
Preliminari di un progetto
In questo capitolo si dice che non tutto del passato merita di essere custodito e non tutte le
memorie sogno degne di continuare a popolare il nostro presente. La selezione operata sulla
massa dei fatti ,sui pregiudizi e sugli errori che intessevano la tradizione è stata in qualche modo
salutare. Il discorso continua dicendo che l’avanzare dei processi sociali non ha mai una sola
dimensione : la modernità è un dio multiforme che distrugge antichi edifici ma apre anche nuovi
territori su cui tornare a costruire. Dunque in ogni ambito di modernità vi sono elementi di
liberazione che bisogna saper vedere. Ad esempio, l’introduzione delle macchine in agricoltura ha
liberato i contadini da forme abuttenti di fatica ma ha svuotato le campagne e ha privato il territorio
della cura e manutenzione di uomini e donne. Così come l’informatica, che ha sì sostituito in
maniera crescente il lavoro umano con rendimenti più elevati e precisi ma ha anche condannato
all’oblio antichi mestieri e abilità manuali. La maggiore libertà individuale contemporanea ci ha
consegnato alla solitudine, al disordine fragoroso della città e all’anomia sociale. Dunque ogni volta
che si verifica una trasformazione si perde sempre qualcosa, e quel qualcosa al giorno d’oggi è il
consumarsi del passato. Comunque sia secondo Bevilacqua il mondo che non produce si deve
assumere il compito di restaurazione basato sulla mira di ricostruire nuovi equilibri sulla base di
progetti consapevoli. Dopo due secoli di sostegno allo sviluppo la politica deve porre la distruttività
sociale dell’economia di mercato come il suo più sovrastante nemico. Un elemento sul quale la
cultura e la politica possono agire è il ritorno ad una consapevol