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Conducono una vera vita di comunità: vi sono i cioè pasti comuni in cui ognuno, ogni mese,
• porta la quota regolare di cibo per la condivisione della comunità.
Si ha una doppia monarchia che garantisce equilibrio in quanto impedisce il potere di uno solo:
• gerousia.
l’apella )presieduta dagli efori) e la
Non c’è una gerarchia piramidale della società. Chi è stato addestrato e ha un lotto partecipa ai
• sissizi.
Prima di ogni cosa vi è l’ordine.
• Qui la parola non può diventare strumento politico, ne assumere la forma di discussione.
•
5. LA CRISI DELLA CITTA’. I PRIMI SAPIENTI.
Sui Sapienti non si hanno moltissime notizie perchè poca è la documentazione a noi pervenuta.
• Generalmente se ne catalogano 7. La lista è oscillante e variabile, ma i massimi personaggi che
Talete, Solone, Epimenide.
abbiamo sono:
L’era dei sapienti è caratterizzata da una crisi della Grecia economica, ma anche morale e
• valoriale. Si hanno conseguenze nella vita sociale e nel diritto. Si cerca di tracciare la nuova etica
greca.
La crisi parte da un motivo prevalentemente economico, collegato a fermento religioso e sociale.
• Ciò porta a una visione laica del mondo.
A causa della crisi si ha una riapertura verso l’esterno: ripresi i contatti con l’Oriente (chiusi da
• era micenea) e la Grecia inizia a rientrare in contatto con i vicini. Ampliamento dell’orizzonte
marino dovuto anche all’aumento demografico e quindi alla necessità di terre da coltivare, cibo e
metalli.
Metalli tornano in uso, soprattutto per fare le monete (inventate dal re di Lidia). La poesia lirica è
• l’unica fonte di testimonianza di tutto ciò.
I Greci sono affascinati dall’Oriente anche per i loro gusti e costumi. Si arriva così
• all’ostentazione della ricchezza che porta alla dimostrazione della supremazia: fenomeno di
kalos kagathos,
divisione. Nuovi personaggi: cioè coloro che vivevano in condizioni elevate.
Si sviluppa anche la popolazione degli artigiani della ceramica e del metallo (dal bronzo al ferro).
• 4
Sforzo di rinnovamento: si vuole restringere la supremazia sottoponendo tutti a una regola
• dike
generale, la che garantisce equilibrio (eunomia, equa ripartizione di cariche, onori, potere).
La Dike deve costituire una città unita. diritto.
1° testimonianza del spirito nuovo nel L’omicidio prima era una vendetta limitata contro
• l’assassino. Ora invece vi è una repressione organizzata nella città (un gruppo). L’omicida viene
visto colui che contamina l’equilibrio di tutta la comunità (risveglio di impulso religioso).
Epimenide è un veggente che scopre il passato, non il futuro. Egli è in grado di mettere in luce le
• colpe antiche che generano turbamento nella città perchè ignorate. Lui può quindi, tramite i suoi
Solone,
riti, riportare la tranquillità. Egli è consigliere di infatti regolamenta i riti funebri e la
compostezza delle donne.
In Platone (nelle Leggi) è spiegato il diritto criminale come una sorta di incantesimo per chi ha lo
• spirito ossessionato da atti/pensieri criminali. Il criminale viene visto come un posseduto da un
daimon: la catarsi incantatrice del legislatore riporta ordine e salute.
Infondere ai cittadini l’idea che sono tutti fratelli e rafforzato dal fatto del mangiare tutti insieme,
• del pasto come comunione.
Il torto fatto ad un privato è un’offesa per tutti: così tutti possono intervenire legalmente a
• perseguire l’uccisore anche se non hanno nessuna relazione diretta con la vittima. Bisogna tener
conto però che non vi è diritto distaccato dalla religione.
Trasformazione del processo di diritto: prima si affrontavano gli “imputati” con armi, forza e riti,
• un giudice faceva da arbitro; poi si passa alla testimonianza con tecniche di dimostrazione e
ricostruzione del plausibile e del possibile per arrivare a deduzioni (da indizi o segni) che portano
alla decretazione finale.
6. L’ORGANIZZAZIONE DEL COSMO UMANO
Il fervore religioso ha portato anche alla riflessione morale sulla politica.
• aretè
Nelle Sette si ha una nuova immagine di (virtù): aretè aristocratica è data da lustro della
• nascita, dal valore in combattimento; gruppi religiosi invece, sono in opposizione a tutto e vista
come forma di sensibilità (hanrosyne). Controllo vigilante di se stessi per sfuggire alle tentazioni
di piacere, alla sensualità, a favore di una vita con sfarzo penoso (disciplina ascetica).
Tema ricorrente ed ossessivo: ricchezza, ha conseguenze sociali perchè viene sostituita ai valori
• aristocratici in quanto essa può procurare tutto (“il denaro fa l’uomo”). La ricchezza non ha
nessun limite in quanto essenza di dismisura. pleonexia,
Ricchezza genera follia nell’uomo che non ne ha mai abbastanza. Alla radice vi è la cioè
• il desiderio di avere più degli altri, più della propria parte, tutta la parte. Sono forme di
dissennatezza della boria aristocratica di quel tempo.
sophrosyne,
In contrasto si ha l’idea di cioè di temperanza, della giusta misura. La classe media
• mesoi
(borghesia) deve fare da mediatrice dei due poli estremi. I borghesi vengono detti e
devono fare da intermediari tra le due forze che divorano la città: i ricchi che vogliono
conservare tutto e la follia dei poveri che vogliono ottenere tutto.
Solone kosmos,
fa da mediatore, in quanto membro della borghesia. Egli farà un cioè vuole
• trasformare la polis in un kosmos armonico, quindi s’impone. Redige delle leggi che sono
equilibrate per tutti (dike), rifiutando la tirannide, compie il tutto a nome della comunità con la
forza della legge. Pone una sorta di razionalismo per porre fine al conflitto.
La giustizia è qualcosa di naturale. La malvagità dell’uomo porta al naturale disordine. La giusta
• misura per ristabilire l’ordine, deve in pari tempo spezzare l’arroganza dei ricchi, far cessare la
schiavitù del demos, senza però cedere alla sovversione. Tale è l’insegnamento di Solone. Egli
spera che il tempo possa far capire al popolo questa cosa.
Si procede con una laicizzazione del pensiero morale, avendo così la virtù. In Omero, la virtù, è il
• buon senso che gli dei rinnovano a chi l’ha perso. Si vedono infatti vari miti dove gli dei
intervengono per ridare il buon senso ai loro protetti (vedi Atena e Eracle).
La padronanza di sè sembra implicare l’uomo in una tensione tra due elementi opposti: ciò che
• appartiene alla sfera dell’affettività, delle emozioni, delle passioni e ciò che appartiene alla spera
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del calcolo ragionato. Le tecniche che portano la realizzazione della sanità e dell’equilibrio,
costituiscono nell’individuo la paideia.
Mali della società: incontinenza dei ricchi; sovversione dei malvagi. Senza loro si ha una città
• armoniosa.
La fiducia che i cittadini provano gli uni negli altri e espressione interiore, una sorta di concordia
• sociale.
Due correnti di pensiero:
•
- per la salvezza individuale (raggruppamento di religiosi)
- per la salvezza della città (ambienti impegnati nella vita pubblica)
agogè
l’ è un’istiuzione di Sparta di giovani che devono avere atteggiamento di ritegno per ogni
• circostanza. Il futuro citadino deve essere addestrato a dominarsi, così non è trascurato, volgare o
arrogante.
Forme di equilibrio e controllo/moderazione: conosci te stesso, niente di troppo, la giusta misura
• è la migliore.
I Sapienti esprimono a parole i valori e le condotte dei cittadini.
• Le riforme di Solone portano all’uguaglianza e che “l’uguale non può generare guerra”. Città deve
• essere organizzato (kosmos) che è armonico se ognuno è al suo posto e fa ciò che è portato a
fare in funzione alla sua virtù. Non vi è equa distribuzione delle terra. Cos’è allora l’uguaglianza?
La legge fissata è la stessa per tutti e tutti possono far parte del tribunale e dell’assemblea (cosa
che prima era solo per i ricchi).
E’ la Dike che fissa l’ordine. Leggi scritte che sostituisce le prove di forza dove vincevano sempre
• i potenti. L’accordo è grazie alle classi media. I rapporti di forza sono regolati su base razionale.
moneta,
Promulgare leggi che codificano i rapporti tra individui. Vedi l’introduzione della porta la
• Grecia a entrare nel mercato.
Differenti visioni:
•
- corrente aristocratica: vede la città come insieme di parti diverse tenute insieme dalla legge
- la homonoia la vede come relazione musicale: misura giusta deve accordare le potenze diverse
senza eccessi, garantendo equilibrio. (orientamento che trionfa nel pitagorismo)
E’ l’armonia delle parti che fa la città un kosmos. I poveri ricevono dai potenti e i ricchi danno a
• quelli che hanno bisogno, avendo gli uni e gli altri l’ideale di conseguire l’uguaglianza (isotes).
Rapporto sociale reciproco e reversibile.
Si tratta di far partecipare tutti all’archè e di annullate tutte le differenze. Obiettivo raggiunto da
• Clistene. Prima delle sue riforme vi era una lotta tra fazioni:
- provenienti dalla pianura
pediaci,
- dalla città con le terre
pedion,
- dal litorale marittimo
parali,
- dalla montagna
diacri,
varie differenze dal modo di vita, allo status sociale, ognuno che voleva prevalere sugli altri. In
• comune hanno che sono tutti a servizio degli aristocratici.
Quando arriva Clistene, riorganizza una nuova polis: non più organizzazione tribale, ma crea 10
• tribù composte da un po’ delle 3 fazioni. Ad ogni tribù attribuisce un terreno stabilito
geograficamente, e grazie alla mescolanza della parti, si ha un miscuglio di culture, modi di vivere
ecc. Se ne avesse fatte 12 non avrebbe separato le fazioni.
L’anno lo divide in 10 periodi da 36/37 giorni l’uno. Uno per ogni tribù: nel suo periodi la tribù
• forma il consiglio. Ideale di uguaglianza è legato alla politica. Polis vista come cosa omogenea e
sentita dagli stessi cittadini. Archè è uniformemente ripartita.
Con il passaggio dalla sovranità di tutti, ognuno comprende il legame comandare-obbedire.
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