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La sfida dell'integrazione scolastica
Se non si condividono completamente le finalità dell'integrazione, se si pensa che la dotazione intellettiva sia data una volta per sempre e la modificabilità cognitiva impossibile, se si delega al solo docente specializzato la responsabilità della relazione formativa con l'alunno disabile, ritenendo, alcuni docenti curriculari, di non essere adeguatamente formati per affrontare il dialogo educativo e didattico con lui, se si considera il docente specializzato come "il" docente dell'allievo disabile o con minori competenze, se non si è compiuta una riflessione sulla didattica che superi l'impostazione rigida della lezione frontale... anche se si elabora una programmazione specifica per l'alunno, difficilmente si potrà parlare di un'effettiva integrazione.
Si rischia altrimenti di proporre agli allievi disabili progetti individuali (non individualizzati, in relazione al contesto classe) da svolgere solitariamente e con
finalità aprioristicamente ridotte rispetto a quelle perseguite dalla maggioranza dei compagni. Esperienze di segno opposto, per quanto riguarda per esempio la didattica della matematica, sono descritte negli Atti dei convegni "Matematica & Difficoltà" pubblicati da Pitagora ed., Bologna (www.pitagoragroup.it/editrice.html).11 Per approfondimenti si può vedere: Ianes D. e Celi F. (2001), Nuova guida al piano educativo individualizzato, Erickson, Trento.12 Risulta imprescindibile prevedere percorsi di formazione o di aggiornamento anche per i docenti curriculari in modo da offrire loro la possibilità di riflettere sulle "teorie" più o meno esplicite, organizzate e consapevoli che dirigono il proprio fare educativo e didattico.13 Il processo di integrazione ha permesso di identificare alcuni pregiudizi rispetto all'epistemologia didattica, tra essi, il fatto di ritenere che ci sia un solo modo di insegnare e che il gruppoLa classe ideale è quella omogenea in tutte le sue caratteristiche; per approfondimenti si veda Canevaro A., Balzaretti C., Rigon G. (1996), Pedagogia speciale dell'integrazione. Handicap: conoscere e accompagnare, La Nuova Italia, Firenze.
Il successo formativo è il risultato di una complessa interazione di fattori, non solo cognitivi, ma anche emotivi, affettivi, motivazionali connessi alla stima di sé, al proprio senso di autoefficacia, che richiedono una metodologia di intervento condivisa e attenta alla notevole influenza che la percezione degli altri, soprattutto dei compagni, ha sul bambino disabile.
Instaurare e favorire buoni rapporti con e tra gli alunni, collaborare con i colleghi, costruire relazioni significative è ritenuto da molti uno dei compiti fondamentali del docente di sostegno. Così come l'instaurarsi di una rete di amicizie e di rapporti informali di aiuto reciproco a favore dell'alunno/i disabili.
Grazie alla collaborazione di tutte le figure che operano per l'integrazione, tra cui la famiglia e gli operatori delle strutture sanitarie. Per collaborare in modo da realizzare un buon processo di integrazione occorre condividere alcuni atteggiamenti di negoziazione. Si tratta di spostare prima di tutto l'attenzione dalle caratteristiche individuali dei colleghi, degli alunni,... alla modalità di relazione che ognuno ha con i colleghi e con gli alunni,... La riflessione, le osservazioni quindi si allargano alla relazione, alle modalità di interazione.
Lavorare insieme nella scuola dà vita a un processo di reciproca costruzione di un patrimonio comune, che arricchisce al tempo stesso la qualità professionale di ognuno e permette, mediante lo scambio delle proprie esperienze emotive, personali, un'autovalutazione del proprio contributo al superamento degli handicap del bambino o alunno disabile.
Come scrive un docente in nota a un questionario:
L'integrazione scolastica dovrebbe essere un obiettivo e non un mezzo, la vera integrazione richiede un programma in cui tutta la scuola, dalla direzione agli insegnanti, agli allievi e al personale ausiliario, deve sentirsi coinvolta per assicurare al bambino un sostegno autentico, anche al di fuori delle attività puramente didattiche. I criteri per l'organizzazione delle risorse: interscambiabilità, complementarità dei ruoli e flessibilità organizzativa. Una scarsa riflessione sulla normativa di riferimento e sui principi fondanti l'integrazione può ostacolare il processo di integrazione e ancorarlo, come afferma Canevaro, a una "logica del sostegno", secondo la quale per rispondere adeguatamente ai bisogni speciali di ogni allievo disabile è necessaria una presenza di personale di sostegno che copra tutto l'orario scolastico, delegando in particolare al docente specializzato gli aspetti centrali del lavoro.ritieneinvece che la responsabilità professionale del docente di sostegno, sebbene non possa prescindere dalla padronanza di competenze "speciali", non debba esprimersi solo all'interno di un rapporto diretto con l'allievo disabile, rischiando di fornire risposte frammentarie, ma debba essere finalizzata all'attivazione, organizzazione, integrazione delle diverse risorse, formali e informali, disponibili, sulla base del progetto educativo e didattico elaborato. A questo proposito, l'Ufficio Scolastico Regionale dell'Emilia Romagna, ribadisce quanto più volte scritto nella normativa (sin dal DPR n.970/1975), ed esplicita in modo chiaro che all'insegnante specializzato spetta l'attività di sostegno alla classe, con attenzione particolare all'integrazione in essa dell'alunno diversamente abile, assicurando le necessarie mediazioni didattiche, relazionali, e la co-progettazione nei consigli di interclasse e diclasse.I compiti indicati dalla maggioranza dei docenti specializzati e degli educatori come svolti con particolare soddisfazione, sembrano essere, del resto, quelli relativi soprattutto alla progettazione educativa/didattica. La maggioranza evidenzia soddisfazione quando si attivano collaborazioni tali da permettere una reale integrazione dell'alunno con disabilità nel gruppo classe, mediante l'organizzazione delle attività a piccoli gruppi o di laboratorio (teatro, informatica,...), dove possono anche eventualmente esprimersi le specifiche formazioni disciplinari o le attitudini dei docenti di sostegno stessi. Vi sono possibilità maggiori di integrare gli alunni con deficit attraverso l'organizzazione e gestione di laboratori da parte dell'insegnante di sostegno che acquista nella classe la funzione di "insegnante" e non.soddisfino le esigenze specifiche di ciascun alunno disabile. Inoltre, è importante considerare anche le risorse disponibili nella scuola, come ad esempio il numero di insegnanti di sostegno e le attrezzature speciali necessarie. La programmazione individualizzata dell'allievo disabile deve essere integrata nella programmazione didattica della classe, in modo da favorire un'effettiva inclusione e partecipazione di tutti gli alunni. Questo richiede una collaborazione stretta tra gli insegnanti di sostegno e gli insegnanti della classe, al fine di adattare le attività e le metodologie didattiche alle esigenze di ciascun alunno. In conclusione, il sostegno agli alunni disabili è un elemento fondamentale per garantire un'educazione inclusiva e di qualità. Attraverso una progettazione individualizzata e una collaborazione efficace tra tutti gli attori coinvolti, è possibile favorire la crescita e lo sviluppo di ciascun alunno, valorizzando la diversità e promuovendo l'apertura verso gli altri.
Possono prevedere una maggior o minore presenza del docente di sostegno o del personale educativo assistenziale a seconda del tipo e del grado di gravità della disabilità dell'alunno e una richiesta di copertura totale dell'orario, soprattutto nei casi considerati gravi o gravissimi. Per non rischiare di mettere in discussione i principi fondamentali dell'integrazione, è opportuno sollecitare una riflessione che porti i docenti e il personale di sostegno coinvolto a interrogarsi sulle proprie modalità di lavoro e sui possibili percorsi formativi che si possono attivare, grazie a una flessibilità organizzativa che offre molteplici opportunità (classi aperte, laboratori, percorsi di alternanza scuola-lavoro, ...). La possibilità di mantenere una continuità didattica da parte del docente di sostegno, potrebbe permettere una maggior incisività nel contribuire a individuare e a stabilire procedure di intervento.
efficaci. Si cresce nella comunità e il successo formativo di ogni allievo, con difficoltà più o meno gravi, dipende da quanto la scuola è capace di essere una comunità integrante, offrendo una flessibilità organizzativa che permetta di adeguare continuamente i propri interventi a seconda delle esigenze che si possono via via riscontrare lungo il percorso formativo.
La partecipazione dei docenti di sostegno alle attività della classe, presente nella maggioranza delle scuole e degli istituti coinvolti nella ricerca regionale più volte citata, e considerata come uno degli aspetti maggiormente gratificanti del loro lavoro, dovrebbe sempre più prevedere una interscambiabilità e complementarità dei ruoli tra docente specializzato e docente curriculare: infatti, se il primo ha soprattutto competenze specifiche in relazione alle disabilità, alle difficoltà di apprendimento o relazionali, e alle relative
Strategie educative ed didattiche da approntare, tali competenze si devono integrare necessariamente con quelle più strettamente legate alle discipline e alla loro didattica, proprie dei docenti curriculari.
Una delle prime attenzioni che devono essere condivise, consiste nel far sì che i compagni possano comprendere le caratteristiche della disabilità del coetaneo e apprendere i possibili modi di comunicare con lui, ma è anche necessario che il docente specializzato lavori con tutti gli allievi, secondo modalità programmate, e venga da questi considerato un insegnante contitolare a tutti gli effetti, perché solo così è possibile evitare che si creino dei meccanismi di emarginazione sia dell'alunno disabile, sia del "suo" insegnante. Tale collaborazione/confronto permette del resto di organizzare il lavoro didattico secondo modalità diverse (coppie di aiuto reciproco, mastery learning, gruppi cooperativi, ...).
sostegno, si consiglia di leggere il rapporto completo della ricerca regionale. di15 Si riportano alcune frasi scritte dai docenti di sostegno in occasione della compilazione dei questionari dellaricerca regionale più volte citata.16 Per un approfondimento sugli a