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La parola scritta invece va selezionata in anticipo con maggior cura.
Un testo, orale o scritto, può essere reso più semplice attraverso alcune tecniche:
Evidenziare elementi rilevanti
Eliminare informazioni estranee, usare un linguaggio di massima chiarezza. Sottolineare con
la voce o accompagnare l’esposizione alla trascrizione di concetti o termini rilevanti.
Nei testi scritti suddividere in brevi paragrafi, usare titolature, evidenziare parole, fare glosse
a margine, anticipare con un breve sommario.
Nella comunicazione digitale aggiungere frecce, sottolineature, grassetti, colorazioni e un
abstract all’inizio.
Rendere il testo coeso
Controllare che le diverse componenti siano reciprocamente collegabili. Coerenza di tipo
globale e locale.
Esplicitare l’implicito
Se una nozione si può esprimere in poche parole è sempre meglio farlo ma l’implicito, il non
detto potrebbe creare problemi di comprensione delle implicazioni sottese.
Si comprende quindi l’importanza delle conoscenze pregresse da cui dipendono le attività di
bridging.
Trasformare un testo astratto in una storia
La comprensione aumenta se un testo astratto viene esemplificato in una vicenda specifica.
Favorire interventi attivi sul testo
Nel caso di un testo orale si possono lasciare appositi spazi di sospensione da far completare.
Nel caso del testo scritto sottolineare, fare note a margine, questionarizzare il testo, dividerlo
in paragrafi etc.
Un altro aspetto riguarda il prendere appunti.
3.2Integrazioni tra testo orale e scritto
In alcuni casi i contenuti esposti a voce e riportati nel testo scritto si sovrappongono, in altri
trattano tematiche del tutto diverse: questo crea all’alunno un sovraccarico cognitivo.
Un sostanziale miglioramento della qualità della didattica si potrebbe conseguire con
un’integrazione stretta tra testo orale e consegna relative allo studio individuale dei testi.
Come?
- Indicare inizialmente l’argomento motivandone l’importanza
- Sollecitare le preconoscenze
- Anticipare alcuni concetti e tratti essenziali
- Esaminare con gli studenti il testo di studio
- Leggere qualche passo ad alta voce
- Elencare e approfondire i termini e i concetti più significativi
Una comunicazione efficace basata su slide richiede poco testo e un commento orale di
accompagnamento che espliciti i nessi o i concetti impliciti.
3.3Immagine
L’uso di diagrammi e di schemi può rilevarsi di grande utilità che si accresce nei performance
aids (guide operative), nel far comprendere relazioni spaziali o nelle illustrazioni scientifiche.
Questi possono anche agire da advance organizers.
L’immagine puramente decorativa può costituire un problema.
Mayer e la CLT hanno cercato di formulare alcuni principi generali per cui si apprende meglio:
- Da parole + immagini
- Da parole + immagini presentate contestualmente e simultaneamente (contiguità)
- Senza parole, immagini e suoni estranei (coerenza)
- Da animazioni + audio invece che testo scritto (modalità)
- Da animazioni + narrazioni da sole invece che anche con testo scritto (ridondanza)
Immagini. Quali possibili funzioni psicologiche-didattiche?
Clark e Lyons hanno esaminato le funzioni psicologico-didattiche dell’immagine:
- Supportare l’attenzione: segnalazione visiva per focalizzare l’attenzione; sul pc risulta
molto utile l’uso di callout.
- Attivare o costruire preconoscenza: analogie visive o schemi; importante evitare di
cominciare una lezione con una componente visiva.
- Minimizzare il carico cognitivo: rappresentazioni essenziali o analitiche; se troppo
complesse è bene scomporle.
- Aiutare a costruire modelli mentali e favorire una comprensione più profonda: immagini
astratte organizzative, relazionali, interpretative o trasformative.
- Aiutare il trasferimento di apprendimento: transfer positivo (in contesti simili) o remoto.
Per quello vicino sono preferibili immagini rappresentative, per quello remoto immagini
più astratte.
- Supportare la motivazione: l’interesse cognitivo è importante e va aumentato; quello
emozionale è controproducente.
3.4Testo e immagine
La regola fondamentale è la pertinenza o complementarità integrativa di testo e immagine.
Poi ci sono regole simili a quelle per il testo:
- Eliminare informazioni superflue
- Focalizzare l’attenzione
- Collocare il testo in prossimità dell’immagine
- Frecce, linee, grassetto etc.
- Usare un formato standard di scrittura
- Premettere un abstract
- Usare callout
Immagine statica/dinamica
Le immagini statiche sono di migliore efficacia comunicativa ai fini di apprendimento che le
dinamiche.
La comunicazione visiva multimediale impone di per sé un alto carico cognitivo (specie se il
ritmo della sequenza animata non può essere regolata dall’allievo). Diverso è il caso delle
funzioni informative come gli approfondimenti visivi.
3.5Testo, immagine e audio
La cosa migliore sarebbe riuscire a presentare immagini che possano essere comprese di per
sé. In ogni caso l’apprendimento di un oggetto visivo è migliore quando è accompagnato da
narrazione audio (e non dal testo scritto). In particolare:
- testualmente con dimostrazione scritta = soluzione peggiore
- testualmente con dimostrazione audio = tempo di risoluzione ridotto
- versione grafica con dimostrazione testuale = tempo di risoluzione ancora più ridotto
- versione grafica con dimostrazione audio = soluzione migliore
Bisogna tenere anche conto delle eccezioni; l’audio non consente infatti un riesame analitico.
4. Insegnare ad apprendere
4.1Le strategie di apprendimento
Si può insegnare a impiegare una metodologia, a assumere un determinato atteggiamento e
ad apprendere da soli.
Esistono casi di soggetti che in virtù di una forte motivazione di base e di una buona
autodisciplina cognitiva hanno imparato ad apprendere e sono riusciti ad educarsi in gran
parte da soli.
Entrano in gioco la metacognizione, l’autoregolazione (metodo che gli alunni impiegano per
gestire ed organizzare i loro pensieri e convertirli in abilità per apprendere),
l’automonitoraggio, l’autoistruzione e l’autorinforzo: il tutto si risolve nella messa in atto di
una continua autovalutazione.
Altri fattori, più informali, che entrano in gioco sono le aspettative dei genitori verso la
responsabilità dei figli e l’atteggiamento di fondo verso la scuola.
4.2Strategie naturali e strategie insegnate
Naturali: quelle che gli studenti si creano da sé. Diversi educatori hanno provato a
formalizzare queste strategie suddividendole in passaggi fondamentali.
4.3Strategie per la comprensione/studio del testo
Gli scopi per cui si legge un testo possono essere molteplici . Il campo della comprensione del
testo a fini di studio è quello che ha registrato la maggior produzione di suggerimenti
strategici.
Si tratta di una specie di problem solving: mentre vengono elaborate le macroproposizioni si
cerca di integrarle con il resto del testo precedentemente trattenuto e per farlo bisogna
attivare di continuo inferenze nei riguardi del sistema di preconoscenze possedute.
Si può dire che saper comprendere un testo significa alla fine saperlo adeguatamente
riassumere.
C’è un’ampia varietà di tecniche che possono essere diversamente combinate. Tutte
sottolineano l’importanza di trasformare agli occhi dell’alunno quello che può apparire un
compito passivo in un problem solving (per esempio intervenendo direttamente sul testo).
Paoletti elenca tre livelli utili di intervento:
- Ripetizione (alcuni passi vanno evidenziati o tagliati)
- Elaborazione (trascrizione di glosse, presa di appunti o riassunto) utile a meno che non
si adotti una strategia superficiale copy-delete.
- Trasformazione (schemi, diagrammi e altre forme di rappresentazione dei dati +
eventuali commenti personali)
4.4SQ3R
Una delle più classiche strategie per la comprensione del testo. Elaborata nel 1946. Il
cognitivismo vede in essa, negli anni ’80, un’integrazione tra processi top-down e bottom-up).
- Survey: dare un’occhiata d’insieme al testo
- Question: porsi le domande a cui il testo fornisce le risposte
- Read: fase di lettura e raccolta dei dati essenziali; sono preferibili due letture
- Recall: rielaborare riesaminando i passi sottolineati
- Review: ripercorrere i quattro punti precedenti , aggiungendo eventuali elementi
trascurati
Al di là delle strategie ci sono degli aspetti che rimangono basilari, come favorire attività di:
- Anticipazione rispetto alla lettura del testo
- Questionarizzazione o previsione sul testo
- Autosegnalazione
- Messa in rapporto delle parti essenziali
Quasi tutti gli aspetti della vita scolastica generalmente si appoggiano a griglie, schemi o
grafici.
Interessanti sono anche le strategie per lo sviluppo di automotivazione, di capacità di problem
solving, di pensiero critico, di autocontrollo dello stress etc.
4.5Criteri nella definizione di strategie
Quasi mai si è in grado di affermare se una specifica strategia funziona meglio di un’altra. Non
ci si può che appellare al buon senso.
Una strategia per insegnare ad apprendere dovrebbe rispettare tre criteri basilari:
- Intuitività (deve essere subito compresa)
- Aderenza alle pratiche reali, dagli usi spontanei
- Essenzialità nella sequenzializzazione
Occorrono una pratica ripetuta e un’azione di tutoring vincolante e duratura, integrabili con
peer teaching, reciprocal teaching, cooperative learning.
Un ruolo importante è dato al pensare ad alta voce e dal fading. Anche i compiti a casa hanno
un importanza fondamentale.
5. Come rendere l’insegnamento efficace. Un tentativo di sintesi.
5.1Ipotesi: dieci guideline per l’insegnamento
- Tenere sempre in massima considerazione come l’allievo percepisce il proprio senso di
autoefficacia (Bandura: l’autoefficacia si alimenta quando un soggetto constata di aver
raggiunto un risultato coerente con gli obiettivi interni che egli reputa validi)
- Orientare l’attenzione sugli aspetti rilevanti limitando il carico cognitivo estraneo
(Gagné,CLT)
- Attivare le preconoscenze dell’allievo (collegamento tra quanto già sa e le nuove
conoscenze)
- Fornire preliminari visioni di insieme prima di entrare nei dettagli (Ausubel advance
organizers)
- Controllare con cura gli strumenti e i codici di comunicazione da impiegare
- Aiutare gli allievi a sviluppare immaginazione mentale e pensiero ad alta voce
- Favorire un progressivo spostamento dal che cosa apprendere al come apprendere (e
sollecitare forme di autoapprendimento)
- Difronte a compiti complessi, sc