Anteprima
Vedrai una selezione di 4 pagine su 13
Riassunto esame Didattica generale, prof. Calvani, libro consigliato Principi dell'istruzione e strategie per insegnare Pag. 1 Riassunto esame Didattica generale, prof. Calvani, libro consigliato Principi dell'istruzione e strategie per insegnare Pag. 2
Anteprima di 4 pagg. su 13.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Didattica generale, prof. Calvani, libro consigliato Principi dell'istruzione e strategie per insegnare Pag. 6
Anteprima di 4 pagg. su 13.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Didattica generale, prof. Calvani, libro consigliato Principi dell'istruzione e strategie per insegnare Pag. 11
1 su 13
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

La parola scritta invece va selezionata in anticipo con maggior cura.

Un testo, orale o scritto, può essere reso più semplice attraverso alcune tecniche:

Evidenziare elementi rilevanti

Eliminare informazioni estranee, usare un linguaggio di massima chiarezza. Sottolineare con

la voce o accompagnare l’esposizione alla trascrizione di concetti o termini rilevanti.

Nei testi scritti suddividere in brevi paragrafi, usare titolature, evidenziare parole, fare glosse

a margine, anticipare con un breve sommario.

Nella comunicazione digitale aggiungere frecce, sottolineature, grassetti, colorazioni e un

abstract all’inizio.

Rendere il testo coeso

Controllare che le diverse componenti siano reciprocamente collegabili. Coerenza di tipo

globale e locale.

Esplicitare l’implicito

Se una nozione si può esprimere in poche parole è sempre meglio farlo ma l’implicito, il non

detto potrebbe creare problemi di comprensione delle implicazioni sottese.

Si comprende quindi l’importanza delle conoscenze pregresse da cui dipendono le attività di

bridging.

Trasformare un testo astratto in una storia

La comprensione aumenta se un testo astratto viene esemplificato in una vicenda specifica.

Favorire interventi attivi sul testo

Nel caso di un testo orale si possono lasciare appositi spazi di sospensione da far completare.

Nel caso del testo scritto sottolineare, fare note a margine, questionarizzare il testo, dividerlo

in paragrafi etc.

Un altro aspetto riguarda il prendere appunti.

3.2Integrazioni tra testo orale e scritto

In alcuni casi i contenuti esposti a voce e riportati nel testo scritto si sovrappongono, in altri

trattano tematiche del tutto diverse: questo crea all’alunno un sovraccarico cognitivo.

Un sostanziale miglioramento della qualità della didattica si potrebbe conseguire con

un’integrazione stretta tra testo orale e consegna relative allo studio individuale dei testi.

Come?

- Indicare inizialmente l’argomento motivandone l’importanza

- Sollecitare le preconoscenze

- Anticipare alcuni concetti e tratti essenziali

- Esaminare con gli studenti il testo di studio

- Leggere qualche passo ad alta voce

- Elencare e approfondire i termini e i concetti più significativi

Una comunicazione efficace basata su slide richiede poco testo e un commento orale di

accompagnamento che espliciti i nessi o i concetti impliciti.

3.3Immagine

L’uso di diagrammi e di schemi può rilevarsi di grande utilità che si accresce nei performance

aids (guide operative), nel far comprendere relazioni spaziali o nelle illustrazioni scientifiche.

Questi possono anche agire da advance organizers.

L’immagine puramente decorativa può costituire un problema.

Mayer e la CLT hanno cercato di formulare alcuni principi generali per cui si apprende meglio:

- Da parole + immagini

- Da parole + immagini presentate contestualmente e simultaneamente (contiguità)

- Senza parole, immagini e suoni estranei (coerenza)

- Da animazioni + audio invece che testo scritto (modalità)

- Da animazioni + narrazioni da sole invece che anche con testo scritto (ridondanza)

Immagini. Quali possibili funzioni psicologiche-didattiche?

Clark e Lyons hanno esaminato le funzioni psicologico-didattiche dell’immagine:

- Supportare l’attenzione: segnalazione visiva per focalizzare l’attenzione; sul pc risulta

molto utile l’uso di callout.

- Attivare o costruire preconoscenza: analogie visive o schemi; importante evitare di

cominciare una lezione con una componente visiva.

- Minimizzare il carico cognitivo: rappresentazioni essenziali o analitiche; se troppo

complesse è bene scomporle.

- Aiutare a costruire modelli mentali e favorire una comprensione più profonda: immagini

astratte organizzative, relazionali, interpretative o trasformative.

- Aiutare il trasferimento di apprendimento: transfer positivo (in contesti simili) o remoto.

Per quello vicino sono preferibili immagini rappresentative, per quello remoto immagini

più astratte.

- Supportare la motivazione: l’interesse cognitivo è importante e va aumentato; quello

emozionale è controproducente.

3.4Testo e immagine

La regola fondamentale è la pertinenza o complementarità integrativa di testo e immagine.

Poi ci sono regole simili a quelle per il testo:

- Eliminare informazioni superflue

- Focalizzare l’attenzione

- Collocare il testo in prossimità dell’immagine

- Frecce, linee, grassetto etc.

- Usare un formato standard di scrittura

- Premettere un abstract

- Usare callout

Immagine statica/dinamica

Le immagini statiche sono di migliore efficacia comunicativa ai fini di apprendimento che le

dinamiche.

La comunicazione visiva multimediale impone di per sé un alto carico cognitivo (specie se il

ritmo della sequenza animata non può essere regolata dall’allievo). Diverso è il caso delle

funzioni informative come gli approfondimenti visivi.

3.5Testo, immagine e audio

La cosa migliore sarebbe riuscire a presentare immagini che possano essere comprese di per

sé. In ogni caso l’apprendimento di un oggetto visivo è migliore quando è accompagnato da

narrazione audio (e non dal testo scritto). In particolare:

- testualmente con dimostrazione scritta = soluzione peggiore

- testualmente con dimostrazione audio = tempo di risoluzione ridotto

- versione grafica con dimostrazione testuale = tempo di risoluzione ancora più ridotto

- versione grafica con dimostrazione audio = soluzione migliore

Bisogna tenere anche conto delle eccezioni; l’audio non consente infatti un riesame analitico.

4. Insegnare ad apprendere

4.1Le strategie di apprendimento

Si può insegnare a impiegare una metodologia, a assumere un determinato atteggiamento e

ad apprendere da soli.

Esistono casi di soggetti che in virtù di una forte motivazione di base e di una buona

autodisciplina cognitiva hanno imparato ad apprendere e sono riusciti ad educarsi in gran

parte da soli.

Entrano in gioco la metacognizione, l’autoregolazione (metodo che gli alunni impiegano per

gestire ed organizzare i loro pensieri e convertirli in abilità per apprendere),

l’automonitoraggio, l’autoistruzione e l’autorinforzo: il tutto si risolve nella messa in atto di

una continua autovalutazione.

Altri fattori, più informali, che entrano in gioco sono le aspettative dei genitori verso la

responsabilità dei figli e l’atteggiamento di fondo verso la scuola.

4.2Strategie naturali e strategie insegnate

Naturali: quelle che gli studenti si creano da sé. Diversi educatori hanno provato a

formalizzare queste strategie suddividendole in passaggi fondamentali.

4.3Strategie per la comprensione/studio del testo

Gli scopi per cui si legge un testo possono essere molteplici . Il campo della comprensione del

testo a fini di studio è quello che ha registrato la maggior produzione di suggerimenti

strategici.

Si tratta di una specie di problem solving: mentre vengono elaborate le macroproposizioni si

cerca di integrarle con il resto del testo precedentemente trattenuto e per farlo bisogna

attivare di continuo inferenze nei riguardi del sistema di preconoscenze possedute.

Si può dire che saper comprendere un testo significa alla fine saperlo adeguatamente

riassumere.

C’è un’ampia varietà di tecniche che possono essere diversamente combinate. Tutte

sottolineano l’importanza di trasformare agli occhi dell’alunno quello che può apparire un

compito passivo in un problem solving (per esempio intervenendo direttamente sul testo).

Paoletti elenca tre livelli utili di intervento:

- Ripetizione (alcuni passi vanno evidenziati o tagliati)

- Elaborazione (trascrizione di glosse, presa di appunti o riassunto) utile a meno che non

si adotti una strategia superficiale copy-delete.

- Trasformazione (schemi, diagrammi e altre forme di rappresentazione dei dati +

eventuali commenti personali)

4.4SQ3R

Una delle più classiche strategie per la comprensione del testo. Elaborata nel 1946. Il

cognitivismo vede in essa, negli anni ’80, un’integrazione tra processi top-down e bottom-up).

- Survey: dare un’occhiata d’insieme al testo

- Question: porsi le domande a cui il testo fornisce le risposte

- Read: fase di lettura e raccolta dei dati essenziali; sono preferibili due letture

- Recall: rielaborare riesaminando i passi sottolineati

- Review: ripercorrere i quattro punti precedenti , aggiungendo eventuali elementi

trascurati

Al di là delle strategie ci sono degli aspetti che rimangono basilari, come favorire attività di:

- Anticipazione rispetto alla lettura del testo

- Questionarizzazione o previsione sul testo

- Autosegnalazione

- Messa in rapporto delle parti essenziali

Quasi tutti gli aspetti della vita scolastica generalmente si appoggiano a griglie, schemi o

grafici.

Interessanti sono anche le strategie per lo sviluppo di automotivazione, di capacità di problem

solving, di pensiero critico, di autocontrollo dello stress etc.

4.5Criteri nella definizione di strategie

Quasi mai si è in grado di affermare se una specifica strategia funziona meglio di un’altra. Non

ci si può che appellare al buon senso.

Una strategia per insegnare ad apprendere dovrebbe rispettare tre criteri basilari:

- Intuitività (deve essere subito compresa)

- Aderenza alle pratiche reali, dagli usi spontanei

- Essenzialità nella sequenzializzazione

Occorrono una pratica ripetuta e un’azione di tutoring vincolante e duratura, integrabili con

peer teaching, reciprocal teaching, cooperative learning.

Un ruolo importante è dato al pensare ad alta voce e dal fading. Anche i compiti a casa hanno

un importanza fondamentale.

5. Come rendere l’insegnamento efficace. Un tentativo di sintesi.

5.1Ipotesi: dieci guideline per l’insegnamento

- Tenere sempre in massima considerazione come l’allievo percepisce il proprio senso di

autoefficacia (Bandura: l’autoefficacia si alimenta quando un soggetto constata di aver

raggiunto un risultato coerente con gli obiettivi interni che egli reputa validi)

- Orientare l’attenzione sugli aspetti rilevanti limitando il carico cognitivo estraneo

(Gagné,CLT)

- Attivare le preconoscenze dell’allievo (collegamento tra quanto già sa e le nuove

conoscenze)

- Fornire preliminari visioni di insieme prima di entrare nei dettagli (Ausubel advance

organizers)

- Controllare con cura gli strumenti e i codici di comunicazione da impiegare

- Aiutare gli allievi a sviluppare immaginazione mentale e pensiero ad alta voce

- Favorire un progressivo spostamento dal che cosa apprendere al come apprendere (e

sollecitare forme di autoapprendimento)

- Difronte a compiti complessi, sc

Dettagli
A.A. 2013-2014
13 pagine
7 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/03 Didattica e pedagogia speciale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giulia.bini.96 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Didattica generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Calvani Antonio.