Riassunto esame Didattica generale, prof. Calvani, libro consigliato Dopo Dewey: Il processo di apprendimento nelle due culture, Bruner
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Il potere mentale si accresce con l’approfondimento della conoscenza quindi il
processo educativo ed il fine a cui mira sono la stessa cosa: il fine dell’istruzione è il
sapere organizzato e tale è anche il processo educativo.
Contenuti, strutture e metodi d’apprendimento
Prima di essere posto di fronte a nozioni su nozioni in ordine ad un argomento è
necessario che il fanciullo abbia anzitutto un’idea generale.
Nei limiti del possibile bisogna offrire ad ogni fanciullo la possibilità di apprendere da
solo.
Il fanciullo deve essere incoraggiato a trarre i maggiori benefici da ciò che impara
(passaggio dal mero apprendimento all’uso logico di ciò che si è appreso)
Di fondamentale importanza è liberare il processo educativo dalla disonestà
intellettuale e dall’espedientismo a cui si ricorre per spiegare e non far comprendere.
Una falsa spiegazione può soltanto scoraggiare la ricerca intellettuale autonoma,
unica fonte del vero sapere.
Il rapporto scuola e società oltre l’esperienza immediata
Io credo che l’educazione sia il mezzo fondamentale della trasformazione della
società. Viviamo in un’epoca in cui i cambiamenti sono più rapidi che mai: la scuola
deve allora riflettere le trasformazioni che veniamo vivendo.
È necessario un aggiornamento continuo che si estenda anche a campi diversi dalla
scienza; una riforma delle strutture scolastiche e una nuova concezione dei
programmi perché l’intero sistema scolastico è stato fino ad oggi considerato come
un’organizzazione autonoma.
Conclusione
L’educazione non è semplicemente trasmissione di cultura ma è anzitutto formazione
di un potere e di una sensibilità mentale che consentano a ciascuno di procedere da
solo alla ricerca e di costruirsi una personale cultura interiore.
Il metodo di insegnamento è uno sforzo ordinato e responsabile verso
l’autoapprendimento.
Il processo di apprendimento nelle due culture: la conferenza di Woods Hole
Precedenti nella conferenza di Woods Hole sull’insegnamento scientifico
1959 a Wods Hole circa 35 scienziati, uomini di cultura e pedagogisti si sono riuniti per
trovare più efficienti sistemi riguardo all’insegnamento scientifico nelle scuole
primarie e secondarie.
Si volevano determinare i processi più idonei a dare a giovani studenti il senso del
contenuto e del metodo della scienza.
Gli Stati Uniti erano ricchi di matematici quanto mai interessati alla stesura di testi
scolastici. Gli educatori invece venivano riesaminando i metodi di insegnamento e i
programmi si rendevano sempre più sensibili ai nuovi metodi. Il tempo era davvero
maturo per una valutazione complessiva della situazione.
Caratteristiche della conferenza di Woods Hole
Quasi tutti i temi di discussione vennero presentati da: studiosi che si erano
interessati ai problemi della stesura di testi e dell’insegnamento di nuove materie +
psicologi che avevano studiato i processi di apprendimento e della memoria
(psicometria, behaviorismo, gestaltismo etc.) + insegnanti, presidi + esperti di metodi
audiovisivi + due storici.
La conferenza di Woods Hole e l’origine di questo libro
I primi giorni vennero dedicati alle relazioni circa i procedimenti e la valutazione dei
vari progetti di programmi elaborati dallo School Mathematics Study Group. Poi
vennero esaminate recenti ricerche intorno a problemi educativi. Un pomeriggio fu
dedicato a una dimostrazione in classe delle tecniche usate da David Page. Le
macchine per insegnare furono presentate da Skinner.
Pochi giorni dopo i membri si divisero in cinque gruppi che presero in esame questi
problemi:
Ritmo di svolgimento di un programma
- Mezzi dell’insegnamento
- Motivazioni dell’apprendimento
- Ruolo dell’intuizione nell’apprendimento e nel ragionamento
- Processi conoscitivi nell’apprendimento
-
Quando le relazioni furono pronte vennero presentate per essere discusse. Esse erano
state elaborate in vista della discussione e quindi non pretendevano di costituire dei
giudizi o dei manifesti definitivi.
Bruner, in quanto presidente, decise quindi di preparare un rapporto, costituito da una
selezione degli argomenti a suo avviso principali. Il prof. Friedman e il dott. Alpert lo
aiutarono.
Quando un primo abbozzo fu completato, ne furono inviate tre copie a tutti i membri
affinché le completassero e le criticassero.
Le pagine che seguono costituiscono l’interpretazione di Bruner del significato
dell’incontro e presenta una serie di punti di vista allacciati alla conferenza e agli
scambi di idee che la seguì.
L’idea di convocare la conferenza fu di Randall Whaley direttore dell’Ufficio Educativo
presso l’Accademia Nazionale delle Scienze.
Introduzione
Nuovi interessi educativi in America
In America la cultura di massa ha raggiunto un livello per cui una larga parte della
popolazione oggi si interessa al problema del contenuto e del fine dell’educazione: es.
formulazione di programmi per le scuole.
La conferenza di Woods Hole è stata una conseguenza di questo interesse. Quale deve
essere il contenuto, il metodo e il tempo dell’insegnamento?
L’ultimo cinquantennio è stato testimone del sorgere della graduate school
nell’ambito dell’Università americana, che accentuava fortemente l’importanza degli
studi e delle ricerche d’avanguardia.
In generale però gli studiosi d’avanguardia non parteciparono all’elaborazione dei
programmi per le scuole elementari e secondarie. I programmi si sono rivelati così
inadeguati o in disaccordo con il sapere contemporaneo.
Oggi la situazione sembra essersi rovesciata.
Nuove tendenze della psicologia americana
La psicologia dell’apprendimento trascurò il problema di una pianificazione a lunga
scadenza degli effetti dell’apprendere e non rivolse mai un’attenzione diretta alla
struttura dell’attività intellettuale dell’allievo.
Nella pedagogia americana c’è sempre stato il dualismo e lo sforzo per raggiungere
l’equilibrio tra le due realtà che B. Franklin designava con i termini “utile” (implica
capacità specifiche e maturità generale che mettano in grado di affrontare i problemi
della vita) e “ornamentale”.
Ma quando la frequenza della scuola secondaria aumentò divenne più difficile
conservare l’equilibro tra l’istruzione volta a creare capacità specifiche e quella volta a
dare una generale disciplina all’intelletto.
Così la psicologia portò in primo piano lo studio del transfert di capacità specifiche
individuandone gli elementi comuni. Questi studi hanno ridato impulso all’interesse
per l’apprendimento scolastico in genere.
Un apprendimento svolto in condizioni ideali conduce ad “imparare come imparare”.
Le “strutture” delle materie e i programmi
Cosa si intende per “struttura” di una materia? Es. una volta imparate le tre leggi
fondamentali delle equazioni lo studente è un grado di comprendere che nuove
equazioni da risolvere non sono nuove ma solo varianti di casi già noti; es. costrutto
della frase.
Univocità e differenziazione dei programmi
Problemi di carattere generale.
Ogni programma si viene attuando in un mondo nel quale il mutamento delle
- condizioni sociale, culturali e politiche altera continuamente le situazioni di fatto
e i fini delle scuole e degli studiosi di problemi scolastici.
Le scuole devono anche promuovere lo sviluppo sociale ed emozionale del
- bambino.
L’obiettivo più generalmente valido dell’educazione potrebbe essere il
- “promovimento dell’eccellenza” ma non ci si riferisce all’attenzione che la
scuola prodiga agli alunni meglio dotati bensì anche alle cure che essa pone
nell’aiutare ogni allievo a raggiungere il massimo grado di sviluppo intellettuale
possibile. un insegnamento capace di rendere evidente la struttura di una
materia riesce più utile ai meno dotati che ai più dotati.
Non si vuole però affermare che il ritmo e il contenuto dei corsi debba essere
- identico per tutti gli studenti.
I programmi di matematica e di scienze ed il problema dei superdotati
C’è stata una maggiore opportunità di studiare il progresso in questi campi.
Dovrebbe essere ben chiaro che gli studi umanistici e sociali e le scienze hanno tutti
pari bisogno di uno sforzo immaginativo se vogliono portare il loro contributo
all’educazione delle generazioni future.
Con ogni probabilità, i miglioramenti apportati all’insegnamento delle scienze e della
matematica accentueranno di più i dislivelli già osservabili tra i superdotati, i normali
e i meno portati per queste discipline. La soluzione del problema è da vedersi
nell’abolizione o in una qualche modifica del sistema di divisione del programma per
classi in alcune discipline.
I problemi affrontati in questo libro
Qual è il ruolo della struttura nell’apprendimento e come incentrare su di essa
1) l’insegnamento: bisogna porre gli studenti in grado di comprendere la struttura
fondamentale della materia di insegnamento, qualunque essa sia.
Individuare l’età adatta all’inizio dell’apprendimento: forse le scuole perdono
2) anni preziosi. Gli elementi fondamentali di qualsiasi materia possono essere in
qualche modo insegnati a qualunque età. Nell’insegnamento si dovrebbe
tornare più volte sulle idee fondamentali e ribadirle fino a che lo studente non si
sia impadronito dell’impianto concettuale che implicano. (programma a spirale)
La natura dell’intuizione, quella tecnica intellettuale che consiste nel giungere a
3) risultati possibili ma ipotetici senza passare attraverso quelle tappe dell’analisi
che da sole dimostrerebbero la validità o meno delle conclusioni. L’alunno che
apprende la fisica è un fisico ed è più facile che apprenda questa scienza
comportandosi come un fisico che facendo qualcosa di diverso.
L’interesse per l’apprendimento e le vie per cui esso può essere stimolato.
4) L’interesse è il migliore incentivo all’apprendimento. Il valore della
competizione può essere praticamente eliminato.
A Woods Hole si è anche molto discusso sull’attrezzatura per l’insegnamento ma
5) non c’è stata identità di vedute. In generale però tutti i partecipanti hanno
convenuto che il veicolo principale dell’istruzione sia l’insegnante. Alcuni però
accentuavano l’importanza sui sussidi di cui può servirsi.
L’importanza della struttura
1.
Due aspetti del transfert
Il principale valore di ogni conoscenza è la sua utilità nel futuro. L’apprendimento può
adempiere a questa funzione in due modi: (vedi es. rosa di Bengala)
Applicare ciò che si è appreso a compiti analoghi (transfert specifico)
- Apprendere un’idea generale e usarla come base per riconoscere i problemi che
- si presentano in seguito come casi particolari di quell’idea (transfert non
specifico)
Quanto più l’idea appresa è fondamentale, basilare tanto maggiore sarà il raggio della
sua applicabilità.
Linee direttive per una compilazione dei programmi
Il problema ha due aspetti:
Come ricostruire le discipline basilari e come ravvivarne i metodi di
- insegnamento
Come adeguare le difficoltà dei contenuti di studio alle varie capacità degli
- alunni di classe diverse
È necessario l’aiuto di chi ha un alto grado di conoscenza e competenza i questi
campi. Ma come si può ottenere la collaborazione dei migliori studiosi?
Inoltre la padronanza dei concetti fondamentali di una disciplina implica la
comprensione dei principi generali ma anche il maturarsi di un’attitudine
all’apprendimento e all’indagine, all’intuizione e all’immaginazione. infondere tali
atteggiamenti implica qualcosa di più della semplice presentazione delle idee
fondamentali importanza della scoperta VS metodo dell’affermazione e della prova
Il metodo della scoperta potrebbe rappresentare una perdita di tempo ma alcuni
esperimenti sugli studi sociali hanno dimostrato come questo metodo non resti
limitato a discipline specificatamente teoriche.
Presentare fenomeni in modo che risultino insieme interessanti, esatti e comprensibili,
richiede una profonda intelligenza insieme ad un onesto scrupolo: il rendere
interessante un argomento non esclude affatto la possibilità di presentarlo in modo
approfondito (es. maree)
In sintesi, almeno quattro condizioni sono necessarie all’insegnamento strutturale
delle materie: la pria è che la comprensione delle strutture rende più interessante una
disciplina.
Insegnamento strutturale e memoria
La seconda si riferisce alla memoria: una nozione viene rapidamente dimenticata se
non viene inserita in un contesto strutturale. Ricordiamo una formula, un dettaglio
visivo che implica il significato di un evento, una sintesi espressiva di una serie di
avvenimenti.
Insegnamento strutturale e transfert
La terza: la comprensione dei principi e delle idee fondamentali sembra costituire la
via principale per realizzare il cosiddetto transfert dell’addestramento. L’attenta
educazione della capacità di comprendere ha anche l’effetto di mettere lo studente in
grado di conoscere i limiti di ogni generalizzazione.
Insegnamento strutturale e unità tra scuola elementare e scuola media
Il quarto : un costante riesame del materiale insegnato nelle scuole elementari e
secondarie nei suoi caratteri fondamentali porta a ridurre la distanza che separa la
conoscenza “superiore” da quella “elementare”.
Problemi aperti
Il problema della scienza generale: ci sono alcune idee che ritornano in
pressoché tutte le branche della scienza. Il problema è se queste non debbano
essere isolate ed insegnate più esplicitamente al di fuori degli ambiti specifici
delle singole scienze.
Ci sono alcuni punti di vista generali sia nei confronti della scienza sia della
letteratura. Si può pensare che sia utile stabilire quali siano gli atteggiamenti e i
mezzi più euristici di più largo uso e utilità e che sia necessario fare uno sforzo
per insegnarli agli alunni.
Tra i principali argomenti che si oppongono a un siffatto insegnamento dei principi e
dei punti di vista generali c’è il concetto che è meglio giungere a ciò che è generale
passando prima attraverso ciò che è specifico e il concetto che i principi operanti
debbono restare impliciti piuttosto che essere resi espliciti.
Si sente spesso distinguere tra fare e comprendere. La distinzione, probabilmente
falsa, vale tuttavia a sottolineare la differenza tra insegnare ed apprendere. Così in
alcuni libri si incontra una netta distinzione tra ottuso meccanicismo e comprensione.
Invero il principio secondo il quale fare una certa cosa aiuti a comprenderla è quello
che si ritrova alla base di tutti gli esercizi di laboratorio.
In ogni caso ciò che importa è indagare quali esercizi nei singoli campi siano i più
adatti a dare allo studente la padronanza intelligente del materiale. Forse il modo
migliore sarebbe quello di studiare quali metodi abbiano seguito insegnanti che hanno
ottenuto innegabili risultati positivi.
Gli esami
L’esame può aiutare a migliorare i programmi e l’insegnamento.
È attualmente in atto uno sforzo coordinato tra le organizzazioni nazionali per
l’approntamento dei test per dare agli esami una forma che accentui l’importanza
della comprensione dei principi fondamentali.
Conclusioni
Necessità che il programma di ogni disciplina sia finalizzato alla comprensione più
approfondita possibile dei principi che costituiscono la struttura della disciplina stessa.
Il modo migliore di rendere interessante una disciplina è di farla apparire degna di
essere appresa e cioè di renderla feconda oltre la situazione specifica in occasione
della quale è stata appresa.
La conoscenza appresa al di fuori di una adeguata comprensione della struttura che
presuppone è suscettibile di essere dimenticata troppo facilmente.
Tutto questo può essere svolto solo attraverso la partecipazione attiva degli studiosi e
degli scienziati più esperti.
Inoltre bisogna esaminare le pratiche di insegnamento correnti.
Età e condizioni dell’apprendimento
2.
Ammettiamo l’ipotesi che qualunque materia possa essere fatta oggetto di un
insegnamento efficaci e corretto per tutti gli allievi e tutte le fasi di sviluppo. Per
chiarire ciò che implica esaminiamo tre concetti generali.
Il processo dello sviluppo intellettuale
2.1
Il processo dello sviluppo intellettuale e gli studi del Piaget
Il fanciullo, in ogni fase dello sviluppo, ha un modo particolare di considerare il mondo
e di spiegarselo. Il compito consiste nel rappresentare la struttura di quella disciplina
nei termini del modo infantile di vedere la realtà. gli studi di Piaget: grosso modo, si
possono distinguere tre fasi nello sviluppo.
La prima fase “pre-operativa” dello sviluppo
Fino ai 5-6 anni. L’interesse è volto a prendere possesso del mondo attraverso
l’azione. Il bambino impara a rappresentarsi il mondo esterno per mezzo di simboli
fondati su processi di semplice generalizzazione.
Non è molto capace di distinguere i fini dai mezzi necessari per raggiungerli. Manca il
concetto di reversibilità.
La seconda fase delle “operazioni concrete”
Ha un carattere operativo. L’operazione è un modo di collocare nella mente dei dati
riguardanti il mondo reale e di trasformarli, vale a dire di organizzarli e selezionarli in
ordine alla soluzione di un problema.
L’operazione differisce dall’azione perché è interiorizzata (in quanto si esperisce nella
testa il processo di prova e di errore) e reversibile (può essere compensata con un
operazione inversa).
Le operazioni concrete però sono mezzi capaci di strutturare solo la realtà presente
immediatamente.
Il bambino non sa controllare le operazioni attraverso l’evocazione sistematica
dell’intera sfera di possibilità alternative che possono darsi in un dato momento.
La fase delle “operazioni formali”
10-14 anni. Capcità di agire in base ad ipotesi. Il fanciullo è capace di dare
un’espressione formale alle idee concrete che prima lo guidavano nella soluzione dei
problemi.
(alla conferenza di WH assisteremo ad una lezione dimostrativa nella quale una quinta
elementare afferra rapidamente le idee più importanti della teoria delle funzioni ma
se l’insegnante avesse cercato di spiegare loro la natura di questa teoria avrebbe
fatto un buco nell’acqua. L’alunno non impara ad apprendere l’ordine matematico ma
piuttosto ad applicare certi mezzi ed accorgimenti.
Possibilità di accelerare le fasi di sviluppo
Lo sviluppo intellettuale dell’allievo risente anche delle influenze ambientali e di
quelle dell’ambiente scolastico. L’educazione può anche guidare lo sviluppo
intellettuale proponendo all’allievo problemi difficili ma non oziosi e tali da
permettergli di porsi a capo del suo sviluppo.
Nulla è intrinsecamente difficile: si tratta solo di usare il punto di vista ed il linguaggio
appropriati.
Il punto sta nel porre problemi di media difficoltà ai quali sia possibile rispondere e che
consentano un progresso.
Memorandum della prof.ssa Inhelder di Ginevra preparato per la conferenza:
Il principio dell’invariabilità non è un dato a propri della mente ma non è
- neanche il prodotto di mere osservazioni empiriche: il bambino lo scopre in un
modo paragonabile alle scoperte scientifiche.
Se l’insegnante non conduce nel modo dovuto il bambino dalle sue primordiali
- nozioni percettive all’intuizione dell’idea dell’invariabilità, si avrà come risultato
che l’allievo imparerà a contare senza possedere l’idea di un’invariabilità delle
quantità numeriche.
Sovente l’allievo focalizza nei fenomeni un solo aspetto per volta e questo gli
- rende difficile la comprensione. Possiamo usare degli accorgimenti che lo
costringano a pestare attenzione a più aspetti per volta.
Un altro problema è quello dell’ordine che si segue nei programmi di
- matematica: spesso al ritmo dello sviluppo psicologico si adegua più
strettamente l’ordine logico di una materia che non l’ordine storico di sviluppo
dei suoi concetti.
L’insegnamento del sistema probabilistico viene sviluppato raramente prima del
- College invece l’interesse per i problemi di natura probabilistica potrebbe essere
svegliato e sviluppato prima dell’introduzione di qualsiasi procedimento o
calcolo statistico.
Bisognerebbe dedicare i primi due anni di scuola a una serie di esercizi di
- manipolazione, classificazione e ordinamento in modi capaci di chiarire
operazioni basilari (es. addizione). Un modo analogo di presentare la materia si
può adottare anche negli studi sociali e letterari. (es. scoprire l’idea dello stile
grazie alla presentazione di uno stesso contenuto in stili radicalmente diversi)
In questi modi si apprendono contenuti e si apprende ad imparare.
-
L’atto dell’apprendimento
2.2
I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giulia.bini.96 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Didattica generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Firenze - Unifi o del prof Calvani Antonio.
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