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PENSIERO FILOSOFICO
Il pensiero di Dewey si concretizza nell'elaborazione dello Strumentalismo, pensiero filosofico e pedagogico in cui l'esperienza è concepita come il rapporto tra l'uomo come individuo attivo, il cui pensiero nasce dall'esperienza sociale, e l'ambiente con cui interagisce, mentre l'esperienza educativa deve partire dalla quotidianità e portare ad uno sviluppo ulteriore e ad un perfezionamento dell'individuo.OUTDOOR EDUCATION
Di particolare importanza risulta essere la questione della natura, questione che confluisce in una specifica interrelazione circolare tra natura ed esperienza, come processo unico di vita, difatti uno dei principali fini dell'Outdoor Education è l'educazione al rispetto della natura come realtà pedagogica che guida ad apprendere metodi disalvaguardia e con cui interagire. -----Esperienza e Educazione---------------------------------------------- PREFAZIONE La funzione di una intelligente teoria dell'educazione è proporre un piano di interventi, senza prendere posizione, dopo aver accertato le cause dei conflitti generati dai movimenti sociali e sfociati in dibattiti intellettuali, ciò non si esaurisce nel raggiungimento di un compromesso o nella combinazione di elementi differenti, ma nella necessità di introdurre un nuovo ordine di idee e di modi di pratica. Ne consegue la creazione di un movimento dell'educazione che si concentri sull'educazione in sé per sé e non sulla sua formulazione in opposizione ad altri ismi, perciò ne scaturisce la necessità che parta da una visione costruttiva delle esigenze effettive. -------------------------------------- PRIMO CAPITOLO------------------------------------- La storia dellaLa teoria dell'educazione si caratterizza per l'opposizione tra l'educazione concepita come svolgimento dal di dentro e quella concepita come formazione dal di fuori, oppure tra l'educazione fondata sulle doti naturali e l'idea che essa sia un processo di soggiogamento delle inclinazioni naturali, ma attualmente questa opposizione confluisce nel contrasto tra educazione tradizionale ed educazione progressiva.
EDUCAZIONE TRADIZIONALE
L'educazione tradizionale si basa su una formulazione imprecisa delle proprie idee, per un modello democratico che tiene conto delle esigenze effettive dell'alunno, con il materiale educativo messo in relazione con i discenti tramite l'educatore. Essa rappresenta il sapere del passato e si incentra sulle norme e sulle abilità.
EDUCAZIONE PROGRESSIVA
L'educazione progressiva si caratterizza per un modello democratico che tiene conto delle esigenze effettive dell'alunno, per l'espressione dell'individualità, per la libera attività.
L'apprendimento tramite esperienza, perelaborate in precedenza come delle l'acquisizione di tecniche e abilità cometecniche isolate da acquisire attraverso strumento per rispondere a esigenze vitali, l'esercizio, finalizzate alla preparazione per il massimo sfruttamento della vita verso responsabilità future, di qui lo si presente e per il legame con un mondo definisce sostanzialmente statico, un essenzialmente dinamico, in opposizione prodotto finito staccato dall'esperienza. all'educazione tradizionale. Da qui il Ne consegue la formulazione di una critica rischio di sviluppare i propri principi che si fonda sull'idea che questo tipo di negativamente nel tentativo di respingere educazione sia un'imposizione autocratica quelli precedenti, mentre uno svolgimento di norme e programmi dal di fuori che positivo deriverebbe da una conoscenza rimangono indifferenti alle capacità reali approfondita dell'esperienza con lo scopodell'alunno,
Che devono semplicemente di accrescere il valore educativo mediante possedere tre attitudini fondamentali, l'utilizzo della conoscenza del passato ovvero docilità, obbedienza e ricettività. come mezzo per agire sul futuro.
SECONDO CAPITOLO
Un'esperienza si considera diseducativa se arresta o devia lo svolgimento di un'esperienza ulteriore, se la limita indirizzandola verso una specifica direzione oppure se le singole esperienze sono fortemente sconnesse fra loro e determinano l'incapacità di controllare quelle future, perciò il valore educativo dipende dalla qualità dell'esperienza stessa, qualità che si esplica in due aspetti fondamentali, ovvero l'immediata gradevolezza o sgradevolezza e l'influenza sulle esperienze ulteriori. In questo senso l'educatore deve regolare le condizioni in modo che un'esperienza presente non si
limiti ad essere immediatamente gradevole e promuova determinate esperienze nel futuro, difatti l'esperienza è concepita in modo che ne risulti un piano d'organizzazione appropriato che non si identifichi con quello prestabilito dal passato, cioè senza ripudiare il concetto stesso di organizzazione, si parla di qui di "una filosofia educativa dell'esperienza, mediante l'esperienza e per l'esperienza".
TERZO CAPITOLO
La causa per cui siamo inclini a preferire un movimento progressivo tendente alla democrazia rispetto a un modello autocratico dipende esclusivamente dall'influenza dell'ambiente circostante, ma la causa della nostra preferenza non equivale alla ragione per cui dobbiamo preferirla, quest'ultima si identifica invece con la fede in una qualità di esperienze migliore.
PRINCIPIO DI CONTINUITÀ
PRINCIPIO DI
INTERAZIONE - Il principio di continuità dell'esperienza è il principio d'interazione che consente un criterio discriminante su cui si fonda l'interpretazione dell'efficacia educativa di distinzione tra esperienze educative e un'esperienza. L'interazione avviene tra condizioni obiettive e interne in quella situazione e implica che ogni esperienza sia influenzata da quelle precedenti e che si definisce "situazione". Se da una parte l'educazione tradizionale violava il suddetto principio incentrandosi sull'iniziativa, dall'altro l'educazione dell'abitudine, che include la formazione progressiva di attitudini intellettuali ed emotive, non può permettersi di porre un'esperienza che arresta o rafforza suddetto principio.
L'accento sui fattori interni, a meno che non sia in relazione alle condizioni di vita. Il crescere si accetta la filosofia dell'educazione come svolgimento fisico, intellettuale e dell'aut-aut. Situazione e interazione non sono scindibili l'una dall'altra e una specifica direzione può identificarsi se l'esperienza è la transazione stabilita tra il processo educativo ed è un esempio dell'argomento della situazione ed individuo, principio di continuità solo se la direzione promuove la continuazione della crescita, connesse attivamente nel determinare il valore educativo dell'esperienza, in stabilire la qualità delle attitudini e le condizioni oggettive, in interazione con gli presuppone un reciproco adattamento.traimpulsi interni, e indirizzare la forza materiale e individuo che consenta dipropulsiva senza imporsi. evitare un’esperienza diseducativa.--–APPRENDIMENTO ISOLATO -- APPRENDIMENTO COLLATERALE-L’apprendimento isolato si caratterizza per L’apprendimento collaterale si distingue perun’acquisizione dei contenuti in modo da la formazione di attitudini durature erendere i discenti in grado di superare un repulsioni, in particolare è necessarioesame in relazione ad essi, ma attraverso acquisire il desiderio di apprendere, attitudinequesto tipo di apprendimento le nozioni il cui impulso deve essere rafforzato e nonvengono incamerate in quello che si affievolito per impedire che il discente siadefinisce “compartimento stagno”, staccate privato delle capacità native con cui sarebbedal resto dell’esperienza e inutilizzabili per stato in grado di superare le esigenze di vita.le esigenze future di vita, se non nel caso incui vengano
riproposte le stesse condizioni in cui sono state apprese. ------------------------------------ QUARTO CAPITOLO ----------------------------------- La situazione di cui gli individui sono cooperatori e interattori determina il controllo delle azioni individuali, infatti essi vi partecipano senza avvertire la sottomissione ad un individuo o alla volontà di un esterno, per questo motivo non insorgono dispute se non quando un individuo tenti di imporre la sua volontà personale, difatti allo stesso modo l'educatore si impegna a limitare le occasioni in cui esercitare la sua autorità personale e quando necessario agisce nell'interesse del gruppo senza un'imposizione, al contrario dell'educazione tradizionale in cui l'ordine era in mano all'educatore e non vi era una comunità vera e propria unita dalla partecipazione alle attività, mezzi principali di controllo. Di qui l'educatore, membro maturo del gruppo e non più.individuo esterno, assume il dovere di dirigere le attività e le interazioni e di regolarsi adeguatamente tramite un piano d'organizzazione flessibile non solo a coloro che partecipano attivamente, ma anche nei riguardi dei discenti che manifestino un atteggiamento antisociale, nonostante spesso l'unico metodo funzionale risulta essere l'esclusione, la quale può però provocare rafforzare le cause stesse dell'atteggiamento suddetto.
QUINTO CAPITOLO
Uno dei problemi del controllo sociale è la natura della libertà, in particolare della sola che importanza durevole, ovvero quella dell'intelligenza, con cui si intende la libertà di osservare e giudicare che non deve essere identificata con la libertà di movimento, ma, tramite l'aumento di quest'ultima, l'educatore ha la possibilità di conoscere il discente, i cui pensieri ed
emozioni si nascondono dietro una facciata che può essere scoperta solo attraverso un atto malaccorto, e allo stesso tempo il discente è