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Dante, Petrarca, Boccaccio, Ariosto, Machiavelli e Tasso Pag. 1
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Il poema fu accompagnato da uno straordinario successo tra il pubblico delle corti ed è tuttora

una delle opere italiane più note al mondo, avendo prodotto anche adattamenti teatrali,

televisivi e rifacimenti letterari in chiave moderna come quello di Italo Calvino.

Torquato Tasso (Sorrento, 1544 - Roma, 1595)

É il principale poeta e scrittore dell'età della Controriforma, nonché l'autore di uno dei maggiori

Gerusalemme liberata.

capolavori del poema epico del Cinquecento, la Come letterato del

tardo XVI sec. ha espresso nella sua opera l'inquietudine di un'epoca buia e oscurantista,

dominata dal timore delle novità in campo religioso e dai processi dell'Inquisizione, ma anche

l'insofferenza per i rigidi codici di comportamento che regolavano la vita di corte della quale

Tasso faceva parte lavorando per gli Este a Ferrara. Oltre al capolavoro ci ha lasciato un

dramma pastorale (l'Aminta, destinato a fondare un nuovo genere di poesia teatrale), vari

dialoghi, poesie liriche e versi di ispirazione religiosa. Come intellettuale ha esercitato un

notevole fascino soprattutto sui letterati dell'età del Romanticismo, primo fra tutti Leopardi che

a lui dedicò una delle Operette morali.

La Vita Nuova – Dante

La Vita nuova è un prosimetro (componimento misto di prosa e versi) scritto negli anni

giovanili, presumibilmente nel periodo immediatamente successivo alla morte di Beatrice

(1293-1295). Si tratta di una raccolta di 31 liriche composte dal 1283 al 1291 circa, e inserite in

una cornice narrativa di 42 capitoli in cui viene raccontata la vicenda amorosa tra lui e Beatrice

sino alla morte di quest'ultima e al periodo immediatamente successivo. In linea generale la

Vita nuova è una rivisitazione in chiave allegorica della vicenda di Beatrice e dell'amore

spirituale che legò la giovane al poeta, nonché una riflessione sulla poesia amorosa e della sua

evoluzione nell'opera giovanile di Dante, dallo Stilnovo di stretta osservanza sino ai versi di

ispirazione religiosa. Le prose che precedono e seguono le liriche hanno anzitutto funzione

narrativa e raccontano la vicenda amorosa di Dante e Beatrice, sino alla morte della

"gentilissima".

Dopo il Proemio, Dante racconta il suo incontro Beatrice quando entrambi hanno nove anni,

innamorandosi subito di lei e restandone fortemente turbato. La incontra nuovamente nove

anni dopo, iniziando a dedicarle una serie di poesie d'amore secondo il modello stilnovista della

"loda" e ottenendo dalla donna un gesto di saluto quale riconoscimento. Un giorno, mentre il

poeta e Beatrice di trovano in chiesa, Dante guarda la sua amata ma tutti credono che rivolga

la sua attenzione a un'altra donna che si trova tra i due, per cui si crea un equivoco: Dante non

fa nulla per chiarirlo e lascia che tutti pensino che i suoi versi siano dedicati a questa donna-

schermo, per non danneggiare la reputazione di Beatrice. Quando la donna-schermo deve

lasciare Firenze, Amore suggerisce a Dante di usare una seconda donna per continuare

l'equivoco, ma stavolta Beatrice non gradisce il comportamento del poeta e gli nega il saluto.

Dante ne è sconfortato e soffre molto. Il suo amore per lei è troppo forte per consentirgli di

evitarla, anche se ciò è motivo per lui di strazio e derisione.

Un giorno, mentre cammina per la città, Dante incontra un gruppo di donne che gli chiedono

perché continui ad amare Beatrice visto che non sostiene neppure la sua presenza: Dante

riflette e comprende che la sua felicità non deve essere riposta nel saluto o nel riconoscimento

che può dargli Beatrice, bensì nelle parole di lode che lui le rivolge nelle sue poesie. Ha inizio la

Donne ch'avete

fase delle cosiddette "nove rime", caratterizzata da poesie quali la canzone

intelletto d'amore. La morte del padre di Beatrice costituisce un primo oscuro presagio della

prossima morte della stessa donna. Beatrice muore effettivamente l'8 giugno 1290 gettando

Dante in un profondo sconforto. Il Convivio – Dante

È la prima opera di carattere filosofico e dottrinale di Dante e il poeta la compose negli anni

1304-1307, durante l'esilio e con lo scopo dichiarato di mostrare al mondo tutta la sua

sapienza: doveva essere un trattato di carattere enciclopedico su vari rami del sapere e il

progetto iniziale comprendeva un trattato introduttivo più altri quattordici di commento ad

altrettante canzoni di argomento filosofico e morale. Il Convivio doveva dunque essere un

"prosimetro" come la Vita nuova, benché l'argomento e la struttura fossero molto diversi, e il

titolo (dal latino convivium, "banchetto") indica metaforicamente che l'autore intende offrire un

banchetto di sapienza a tutti i lettori. Il progetto rimase incompiuto e l'autore compose solo

quattro trattati, ovvero il primo introduttivo e altri tre di commento rispettivamente alle

canzoni. Il Convivio è scritto in volgare e la scelta di tale lingua per un testo di argomento

dottrinale invece del latino è spiegata da Dante con la maggior vivacità e freschezza della

lingua viva, preferibile a quella ormai "morta" della letteratura classica, inoltre c'è la volontà di

rivolgersi a un pubblico non di specialisti ma di lettori di ceto borghese e nobile desiderosi di

imparare, quindi non in grado di comprendere il latino.

I trattato- Spiegazione del fine e della struttura dell'opera, con chiarimento del senso del titolo

(il banchetto della sapienza) e della metafora vivande/canzoni, commento/pane. Giustificazione

della scelta del volgare come lingua del trattato, in quanto idioma vivo e dotato di maggiore

espressività rispetto al latino. Lamento dell'esilio ingiustamente patito e augurio che l'opera

garantisca all'autore la fama meritata.

II trattato- Commento di una canzone dedicata alla "donna gentile" di cui nella Vita nuova

Dante si innamorava dopo la morte di Beatrice. La "donna gentile" non era altri in realtà che

un'allegoria della filosofia, cui l'autore si è dedicato per trovare conforto della scomparsa della

donna amata. Esaltazione della filosofia, come strumento in grado di condurre l'uomo a una

perfetta conoscenza. Spiegazione dei quattro sensi dell'allegoria (letterale, allegorico, morale,

anagogico).

III trattato- Commento di una canzone dedicata alla filosofia che signoreggia la mente del

poeta. Elogio della sapienza e considerazioni circa la consolazione che lo studio della filosofia

De consolatione philosophiae

offre all'autore, a partire dal di Boezio.

IV trattato- Commento di una canzone in cui si dibatte la questione relativa alla natura della

nobiltà (l'autore propende per la tesi secondo cui la vera nobiltà è quella d'animo, non quella di

sangue). Affermazione della necessità della monarchia universale, identificata nell'Impero che

discende da quello dell'antica Roma (tesi poi ripresa nella Monarchia). Disquisizioni circa le

virtù possedute dall'uomo nobile. La monarchia – Dante

Si tratta di un’opera teorica in prosa che si presenta come un trattato di argomento storico-

politico, scritto in latino e diviso in tre libri: il testo risale agli anni dell'esilio e più di un

elemento ne riconduce la genesi alla discesa di Arrigo VII di Lussemburgo in Italia del 1310-

1313. Dante sceglie per quest’opera il latino per la necessità di rivolgersi a un pubblico colto e

selezionato oltre alla maggiore dignità letteraria del latino riguardo al tema trattato. I temi

affrontati nei tre libri dell'opera:

I libro- Viene discussa la necessità della monarchia universale, ovvero di un potere politico

centralizzato (l'Impero) che estenda la sua autorità al di sopra dei vari regni esistenti: la

conclusione è che tale monarchia è necessaria in quanto solo un monarca "sovranazionale" può

garantire il pieno rispetto delle leggi e quindi assicurare pace e giustizia, condizione

indispensabile per il raggiungimento delle finalità naturali dell'uomo e della felicità terrena.

II libro- L'autore afferma il carattere provvidenziale dell'Impero romano, preordinato da Dio al

fine di unificare tutto il mondo sotto un'unica legge e favorire così la venuta di Cristo, evento

centrale nella storia umana: in tal senso viene giustificata anche storicamente la necessità

dell'Impero universale, poiché quello fondato da Carlo Magno trae le proprie origini da quello

dell'antica Roma e legittimamente estende la propria sovranità su tutto il mondo cristiano,

mentre l'imperatore dovrebbe governare a Roma come nel passato.

III libro- Dante affronta il punto più delicato relativo ai rapporti tra Papato e Impero, ovvero

quale delle due autorità sia superiore: la conclusione è che papa e imperatore traggono

entrambi la loro autorità da Dio, in quanto preordinati a differenti obiettivi (l'imperatore deve

assicurare la giustizia e consentire il raggiungimento della felicità terrena, il papa deve

diffondere gli insegnamenti del Vangelo e garantire la felicità eterna), dunque potere temporale

e spirituale sono sullo stesso piano; l'unica concessione sta nel fatto che l'imperatore deve una

sorta di deferenza al papa, proprio come un figlio al proprio padre, per il resto è respinta ogni

visione teocratica che proclami la superiorità del pontefice sui governi terreni.

L'opera trae ispirazione dall'ansia di giustizia che domina la visione dantesca del periodo

dell'esilio, per cui la monarchia universale è necessaria proprio a garantire il rispetto delle leggi

e quella pace politica quanto mai assente nell'Italia del Trecento devastata dai conflitti interni.

L'autore condanna anche in modo netto le pretese del Papato di interferire nella politica

imperiale in nome di una nuova teocrazia, specie con papi quali Bonifacio VIII e poi Clemente V,

per cui alla "teoria del sole e della luna" che subordinava l'autorità dell'imperatore a quella del

pontefice Dante sostituisce quella "dei due soli", in base alla quale le due autorità sono

indipendenti l'una dall'altra e sullo stesso piano, in quanto preordinate a fini diversi.

Decameron – Boccaccio

Boccaccio si dedicò alla stesura dell'opera nel 1349-51, subito dopo la devastante esperienza

della peste a Firenze (1348) che lo segnò profondamente e che costituisce la "cornice"

narrativa del libro, giustificando il racconto delle novelle: il Decameron si presenta dunque

come una raccolta di racconti in prosa. Libro moderno e scandaloso, vi sono alcune novità

come la celebrazione dell'eros e dei risvolti fisici dell'amore, la rivalutazione della f

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Publisher
A.A. 2017-2018
5 pagine
1 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/10 Letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher alessxrap di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Genova o del prof Morando Simona.