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DITE- Torri chiamate moschee: edifici ad onore del demonio, non di Dio
Appello al lettore: Dante tocca il massimo della verisimiglianza storica proprio là dove si significa unarealtà morale comune a tutti
Secondo sbarramento che costringe Dante e Virgilio a tornare indietro
Maria Chiara Bergonzi
Canto IX
Luogo: città di Dite, pianura degli eretici
Personaggi: Furie, Medusa, Messo celeste
Struttura in tre tempi
- Dante e Virgilio: breve scambio di battute in cui il primo cerca di non ferire la sensibilità della guida,il secondo cerca di dissimulare il proprio timore facendo forza a se stesso e all’altro
- Comparsa sulla torre infuocata delle figure del male: le tre Furie (Megera, Aletto e Tesifone) e laGorgone, Medusa, con funzione di incutere terrore al pellegrino e impedirgli di proseguire il viaggiodi salvezza. Arrivo del messaggero celeste (aiuto gratuito, come Virgilio), che è figura centrale delcanto: apre le porte con una verghetta
FARINATA: Manente degli Uberti, personaggio politico di maggiore spicco della parte ghibellina di Firenze nel sec. XIII. Il suo nome è legato soprattutto alla battaglia di Montaperti, nella quale i ghibellini vinsero in modo travolgente i guelfi fiorentini. Dopo la sua morte, fu celebrato un processo per eresia con condanna postuma (eresia catara a cui aderivano molti ghibellini).
Maria Chiara Bergonzi- Risposta di Dante a Farinata: violenta e intonata a modo di "rinfaccio" che fa apparire sulla scena infernale il clima terreno delle lotte partigiane cittadine, e insieme pone sullo stesso piano umano e morale i due personaggi.
Ironia di Dante: nessuno dei suoi era più tornato a Firenze (arte del ritorno)
CAVALCANTE: appare solo fino al mento, perché si alza solo in ginocchio, come se non avesse la forza
dialzarsi in piedi →- Con lui si affaccia il mondo letterario degli intellettuali, del primo amico Guido si intrecciano i due grandi motivi della giovinezza di Dante, ma in un modo tale che egli può ormai guardarli con profondo distacco (come con Francesca, Dante lascia e distacca da sé la parte della sua vita)
Cavalcante, ignorando valori che non siano quelli umani, pensa che Dante possa compiere un tale viaggio solo per la forza del suo ingegno, cioè per la sua umana eccellenza. Ma il viaggio di salvezza si compie solo per virtù dall’alto – per grazia – ed occorre quindi una guida che Dante coscientemente accetta e richiede rinuncia all’orgoglio intellettuale dell’autosufficienza della ragione – che portava appunto all’eresia – fortemente diffuso nell’élite culturale dei suoi tempi, di cui Guido era uno dei massimi rappresentanti
Guido ebbe a disdegno quella via di fede e di grazia –
sul piano intellettuale, l'accettazione di una realtà trascendente e della rivelazione della propria insufficienza all'assoluto – che Dante, invece, ad un certo punto della sua vita scelse rottura fra i due amici, e cambiamento di strada della poesia e dello stile di Dante – Tre interrogativi di Cavalcante che esprimono il massimo dolore caduta senza ritorno (seconda morte); Dante indugia a rispondere perché non comprende come Cavalcante possa ignorare che Guido sia ancora vivo, dato che i dannati predicono e conoscono l'avvenire. Destino di Dante: sarà Cacciaguida, non Beatrice, a predirlo in Par. XVII- Solo davanti allo sguardo di Beatrice, cioè dove si vede la realtà di Dio nella sua completezza, che la rivelazione può essere fatta- Nell'inferno non si può che avere un preannuncio del destino che aspetta Dante, nei suoi dati terreni (l'esilio e l'ostilità di Firenze)- Il doloreavrà poi un valore positivo, perché provvidenziale: solo nella luce di Dio, la vicenda di Dante, insieme alla sua terrena amarezza, potrà mostrare l'alta missione che essa comporta, rendendola quindi sopportabile- Per questo Virgilio esorta Dante ad attendere la visione completa della storia della propria vita.
Canto XI
Attraversata la piana degli eretici, Dante e Virgilio giungono a una balza scoscesa che li porterà al settimo cerchio (violenti). I due poeti vedono la tomba di Anastasio II. Il fetore che proviene dal basso li costringe a fermarsi: pausa che è espediente narrativo con cui Dante introduce una spiegazione strutturale sulla ripartizione delle colpe nell'inferno (digressione dottrinale).
Maria Chiara Bergonzi
Funzione didascalica, ma necessaria: la narrazione infernale assume una misura e un ordine razionale, che è specchio della sapienza che regola tutto l'universo, dal volgere dei cieli all'abisso.
Dell'inferno la giustizia divina si riflette nella perfetta razionalità e simmetria delle sue ripartizioni. Alla base della costruzione di tale ordine razionale stanno l'astronomia tolemaica, la filosofia aristotelica e la teologia scolastica.
Ripartizione fondata sull'Etica aristotelica: l'inferno è lasciato sotto il segno della morale pagana, cioè propria dell'uomo secondo natura, il cui vertice è la giustizia (mentre il purgatorio sarà ordinato secondo i peccati e le virtù propriamente cristiani, la cui misura è l'amore).
Spiegazione di Virgilio: peccati compresi dentro la città di Dite, detti di malizia, più gravi in quanto coinvolgono la facoltà dell'intelletto:
- Eretici (sesto cerchio)
- Violenti: tre gironi A) contro il prossimo, B) contro se stessi, C) contro Dio (settimo cerchio)
- Fraudolenti, ingannatori del prossimo nei modi più vari (ottavo cerchio di Malebolge)
Gravità massima del peccato individuata nel tradimento, che è l’inganno verso colui che si fida, cioè→che ama nel fondo dell’inferno sono posti coloro che hanno violato il supremo dei valori, specificodell’uomo quanto la ragione, che è l’amore non di natura, ma di elezione.
Canto XII
Primo girone del cerchio dei violenti: i violenti contro il prossimo
Personaggi: Minotauro (figura della bestialità umana), Centauri
Pena: i dannati sono immersi in un fiume di sangue – che essi stessi fecero scorrere nel mondo – che formaun anello attorno agli altri due gironi, non hanno né volto né voce.
Maria Chiara Bergonzi →Questi peccatori sono come tagliati fuori da ogni possibile incontro umano avversione profonda di Danteverso i tiranni, peggiori nemici del pacifico consorzio umano
Centauri: guardiani del cerchio (Chirone, Nesso e Folo)- Raffigurati dal mito come violenti e iracondi, autori di imprese
sanguinarie e risse, qui vivono la loro vita autonoma, caratterizzata dalla bellezza statuaria delle membra e dai tratti fieri della loro umana psicologia. Appaiono come i soli custodi non diabolici di tutto l'inferno: eccezione che corrisponde alla diffusa presenza di dignità e nobiltà umana, che si ritrovano più volte negli stessi dannati, per cui questo inferno non è una raccolta di orrori, ma è un luogo doloroso dove abita un'umanità "perduta", che tuttavia mantiene pur sempre i suoi tratti originari. Nell'ultima parte del canto appaiono le teste e i nomi dei tiranni e dei predoni qui puniti (brevemente nominati, quasi che il nome bastasse da solo ad evocarne la terribile storia). Canto XIII Secondo girone dei violenti: i violenti contro se stessi (selva dei suicidi) Personaggi: Arpie, Pier delle Vigne, scialacquatori (Lano di Ricolfo Maconi, Iacopo da Santo Andrea) → Pena: i dannati sono trasformati in piante.suicidi fecero getto del loro corpo, e ora ne hanno uno soltanto vegetale. Invenzione della pianta che prende improvvisamente voce ripresa dalla vicenda virgiliana di Polidoro (Eneide, III), ma ciò che costituisce la tragicità del luogo Dantesco è il valore etico di tale trasformazione – assente in Virgilio – per cui a quegli uomini che rinunciarono alla loro suprema dignità è tolta anche la forma corporea che era propria. Negazione dell'etica stoica che giustificava – in alcuni casi esaltava – il suicidio come esempio di fortezza, sulla traccia del De Civitate Dei di Agostino. PIER DELLE VIGNE: per rappresentare i suicidi è scelto un uomo di grande statura e nobiltà morale uomo fedele perseguitato dall'invidia, innocente che si fa con questo atto ingiusto verso se stesso. Alla storia personale di Piero, segue la tragica e universale scena del giorno del giudizio, nel quale le anime dei suicidi.riporteranno i loro corpi senza però potersene rivestire, perché resteranno per se