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IL DE VULGARI ELOQUENTIA

Nella linguistica come la concepisce Dante, parlato e scritto sono connessi; in realtà in Italia i sistemi linguistici sono diversi: divaricazione sistematica fra l'ambito del parlato e quello dello scritto.

Sì retorica - No grammatica (come tale nasce molto tardi)

Dante classifica il latino e il volgare, non dal punto di vista storico, ma come due sistemi inconfrontabili.

♥ Grammatica = il latino, lingua artificiale (inventores) adibita alla comunicazione.

♥ Delle lingue naturali la più nobile è il volgare (Dante verrà smentito nei secoli successivi); naturale nel contesto di Dante ha anche a che fare con la creazione divina: Natura = l'effetto della creazione divina in un sistema con leggi proprie vedi l'Inferno canto XI vv. 97 - 105: la Natura prende il suo corso dall'Ars divina (intelletto divino = arte).

→ Retorica medievale stili:

­ mezzano o comico

­ umile o elegiaco

→­ sublime o tragico Dante teorizza un linguaggio adatto allo stile sublime, che tratti argomenti elevati ed importanti. Insufficienza→ dignità del volgare del latino (bisogna usarlo, elevandolo): volgare illustre...

☆ caratteristiche:

  • ♥ illustre: questo volgare è alto in se e rende illustre chi lo usa (diffonde luce).
  • ♥ cardinale: è il cardine intorno a cui devono ruotare tutti i volgari municipali.
  • ♥ regale dunque aulico: sarebbe il linguaggio proprio del palazzo reale (aula), se gli italiani avessero la reggia.
  • ♥ curiale: è il linguaggio elegante e dignitoso che si addice alle curiae, le corti.

☆ argomenti: epico-guerreschi, amorosi, morali.

pantera

Secondo quanto contenuto nei Bestiari, la dopo ogni pasto dormiva 3 giorni e quando si svegliava ruggiva emettendo un profumo irresistibile agli altri animali che accorrevano attratti.

Qui rappresenta il volgare illustre che Dante ha ricercato in tutte le parlate locali.

senza trovarlo in nessuna di esse il volgareillustre non coincide con quello di nessuna città, ma tutti lirappresenta, costituendo la sintesi, per così dire, delle loromigliori qualità, il modello ideale a cui essi devono tendere. Manoscritti: - Divina Commedia: sopra gli 800! - De Vulgari Eloquentia: solo 3! LA DIVINA COMMEDIA ☆ Narratore di 1° grado: autodiegetico→ È il narratore della vicenda Dante è il protagonista della stessa;la distanza temporale tra il viaggio e la sua narrazione fa sì che Dante-narratore abbia una conoscenza dei fatti maggiore rispetto a Dante-personaggio. ☆ Narratori di 2° grado: autodiegetici→ Sono le anime che Dante-personaggio incontra nel suo viaggio e gli narrano le loro vicende terrene; questi racconti sono caratterizzati dalle tecniche dello scorcio e dell'ellissi, poiché insistono sul momento cruciale della vita di ciascun personaggio, tralasciando il resto. ☆ FocalizzazionevariabileIl punto di vista di: Dante­narratore + Dante­personaggio + vari personaggi secondari. Tempo Oggettivo: i regni oltremondani e la condizione ultraterrena delle anime dannate o beate si collocano nella dimensione oggettiva dell'eterno. Soggettivo: il viaggio di Dante­personaggio e le vicende terrene evocate dalle anime si collocano invece sull'asse del tempo soggettivo (percepito e vissuto dai personaggi), che è quello umano e storico. Velocità del racconto: descrizioni dinamiche Raramente il tempo della storia si interrompe per dar luogo a una pausa descrittiva; quasi sempre personaggi e i paesaggi sono descritti mentre la narrazione della storia continua a procedere. Spazio: significato reale e simbolico L'aldilà è uno spazio fisico e naturale reale, ma ha nello stesso tempo un significato simbolico, nel quale riveste un'importanza fondamentale l'opposizione "basso" (peccato) vs.

“alto” (salvezza).INFERNOCANTO 5 e Francesca)(PaoloDante e Virgilio dal 1° cerchio infernale, costituito dal Limbo,i lussuriosiscendono nel 2°, dove sono puniti e dove hanno inizio leMinosse,pene vere e proprie. Vi si erge il giudice infernale, chegiudica le colpe e assegna i peccatori al luogo che loro compete. Ilcerchio è privo di ogni luce e percorso da una bufera infernal chenon si arresta mai e affligge i dannati travolgendoli violentemente.principio del contrappasso:La pena risponde al come in vita ipeccatori si erano lasciati trascinare dalla lussuria, che avevavinto ogni controllo razionale sugli istinti, così ora sonotrascinati senza scampo dal turbine. Dante vede avanzare una schieradi ombre disposte in una lunga fila; Virgilio spiega che sono coloroche furono condotti alla morte dall'amore e ne indica un gran numero,tra cui Semiramide, Didone, Cleopatra, Elena, Tristano, Achille,Paride.Francesca, un'eroina redenta dalla

passione. Dante come teologo la condanna, ma, come uomo, ha compassione (pietà) di lei e la assolve "pietà" nel linguaggio dantesco ha un'accezione diversa da quella attuale e non significa "compassione" ma indica un turbamento angosciato che coglie il poeta nel considerare le terribili conseguenze della passione cantata dai poeti. Lo svelamento dei "falsi ideali" della letteratura cortese è proprio leggendo del bacio di Lancillotto e Ginevra che Paolo e Francesca, suggestionati e come indotti all'imitazione, cedono alla passione adultera e commettono peccato mortale. Il fascino insidioso esercitato dalla letteratura cortese è rivelato dal sottile gioco stilistico: la bocca dell'eroina letteraria; Ginevra, è designata con una formula ricercata e preziosa, di siatoriso, mentre quella della donna reale, Francesca, è indicata col termine più usuale e diretto di bocca emerge.

Così la distanza incolmabile fra letteratura e vita. ←Francesca parla di un amore speculare entrambi appartengono alla→stessa cultura, sono istruiti sull'amore l'amore del libro è lastessa cosa di quello della vita vera; Francesca racconta la suastoria d'amore secondo un codice a lei vicino.→Entrano in conflitto due ordini mentali lo svenimento di Dantepreceduto dal suo pianto (vv. 116 – 117).Verso 112: la pena infernale è lastricata della stessa poesia diDante: è colpa di un'intera cultura (a partire dal libro diLancillotto) come Cappellano (amor ch'a nulla amato, amar perdona) eGuinizzelli (amor che cor gentile ratto s'apprende).Si capisce così perchè sia Francesca a raccontare la vicenda: nellaletteratura cortese l'uomo che canta le lodi della donna, idoloadorato, ma remoto e muto, avvolto in una luce idealizzata e mistica.Ora, invece, è proprio la donna a prendere la parola:

fuori della letteratura, nella realtà vissuta, la sensualità coinvolge anche lei, che risulta soggetto e non solo oggetto della passione. CANTO 10 e Cavalcante (Farinata) Varcate le mura della città di Dite, agli occhi di Dante si presenta una vasta distesa, cosparsa di sarcofagi spalancati e avvolti dalle fiamme: dentro di essi sono puniti gli eretici. I due poeti si incamminano per uno stretto sentiero che corre tra il muro e i sepolcri. Dante esprime a Virgilio il desiderio di vedere i dannati che vi sono puniti, e Virgilio spiega che da quella parte sono sepolti Epicuro e i suoi seguaci, che ritengono che l'anima muoia col corpo; assicura a Dante che ben presto la sua curiosità sarà soddisfatta, e lo sarà anche il desiderio segreto che non ha espresso. A questo punto, una voce apostrofa all'improvviso il poeta... Epicuro. Occorre tener presente che ai tempi di Dante col termine "epicurei" si designavano genericamente coloro che

Professavano concezioni materialistiche, negavano l'immortalità dell'anima e riponevano il fine della vita solo nella felicità terrena. A rigore il filosofo greco Epicuro non poteva dirsi eretico, essendo vissuto ben prima del cristianesimo, fra il IV e il III secolo a.C. Egli sosteneva che tutto ciò che esiste è formato da atomi, particelle materiali che si aggregano e si disgregano muovendosi nel vuoto. Anche l'anima è composta di atomi e si disgrega insieme col corpo: è da escludere perciò ogni sopravvivenza dopo la morte. Il fine dell'uomo è la felicità, intesa come piacere, cioè assenza di dolore e di turbamento (atarassia). Epicuro non negava l'esistenza degli dei, ma sosteneva che essi non si curano delle vicende umane.

♥ vv. 22 - 51: incontro con Farinata

Il 1° atto del dramma: Farinata fazioso, animato da un interesse esclusivo, intorno a cui si arrovella continuamente, tanto da

averein gran dispitto la pena infernale che lo affligge: la passione politica, all'attaccamento alla propria fazione e l'avversione per quella nemica. Ma Dante, di fronte a lui, si rivela non meno appassionato, nel ricordare, con una battuta dura e tagliente, come i Ghibellini non abbiano saputo risollevarsi dalla sconfitta. Si sottolinea qui quel clima di passioni roventi e irriducibili che caratterizzava la scena dei comuni medievali, di Firenze in particolare. ♥ →vv. 52 – 72: incontro con Cavalcante l'amore paterno

Se Farinata è occupato solo dalla passione politica ed è estraneo al dramma di colui che condivide il suo sepolcro, questi, simmetricamente, è estraneo al dramma politico di Farinata ed è occupato solo da passioni private e familiari, l'amore per il figlio, l'ammirazione e l'orgoglio per la sua altezza d'ingegno, l'angoscia sulla sua sorte e il timore che non goda più del dolce lume della vita.

Anche dal punto di vista fisico i due personaggi si presentano in forme antitetiche: Farinata si erge col petto e con la fronte, Cavalcante è in ginocchio e compare fuori dal sepolcro solo dal mento in su, parla piangendo e grida per l'angoscia. ♥ →vv. 73 – 93: ripresa del dialogo con Farinata l'episodio con Farinata risulta così spezzato in due... Il 2° atto: Farinata magnanimo. Quando il dialogo riprende, dopo l'intermezzo di Cavalcante, Farinata appare mutato, come se la battuta di Dante lo avesse ferito nel profondo. Non appare più orgoglioso e baldanzoso, piuttosto si ripiega dolorosamente su se stesso, rivelando il pensier
Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
12 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/10 Letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Svelo1993 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura italiana del Medioevo e del Rinascimento e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi "Carlo Bo" di Urbino o del prof Corsaro Antonio.