Anteprima
Vedrai una selezione di 20 pagine su 95
Dall'architettura dell'antico Egitto a quella greca Pag. 1 Dall'architettura dell'antico Egitto a quella greca Pag. 2
Anteprima di 20 pagg. su 95.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Dall'architettura dell'antico Egitto a quella greca Pag. 6
Anteprima di 20 pagg. su 95.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Dall'architettura dell'antico Egitto a quella greca Pag. 11
Anteprima di 20 pagg. su 95.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Dall'architettura dell'antico Egitto a quella greca Pag. 16
Anteprima di 20 pagg. su 95.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Dall'architettura dell'antico Egitto a quella greca Pag. 21
Anteprima di 20 pagg. su 95.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Dall'architettura dell'antico Egitto a quella greca Pag. 26
Anteprima di 20 pagg. su 95.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Dall'architettura dell'antico Egitto a quella greca Pag. 31
Anteprima di 20 pagg. su 95.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Dall'architettura dell'antico Egitto a quella greca Pag. 36
Anteprima di 20 pagg. su 95.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Dall'architettura dell'antico Egitto a quella greca Pag. 41
Anteprima di 20 pagg. su 95.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Dall'architettura dell'antico Egitto a quella greca Pag. 46
Anteprima di 20 pagg. su 95.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Dall'architettura dell'antico Egitto a quella greca Pag. 51
Anteprima di 20 pagg. su 95.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Dall'architettura dell'antico Egitto a quella greca Pag. 56
Anteprima di 20 pagg. su 95.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Dall'architettura dell'antico Egitto a quella greca Pag. 61
Anteprima di 20 pagg. su 95.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Dall'architettura dell'antico Egitto a quella greca Pag. 66
Anteprima di 20 pagg. su 95.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Dall'architettura dell'antico Egitto a quella greca Pag. 71
Anteprima di 20 pagg. su 95.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Dall'architettura dell'antico Egitto a quella greca Pag. 76
Anteprima di 20 pagg. su 95.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Dall'architettura dell'antico Egitto a quella greca Pag. 81
Anteprima di 20 pagg. su 95.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Dall'architettura dell'antico Egitto a quella greca Pag. 86
Anteprima di 20 pagg. su 95.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Dall'architettura dell'antico Egitto a quella greca Pag. 91
1 su 95
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Confronto tra il Tempio di Nettuno di Paestum e il Partenone

Abbiamo due templi paragonabili, uno lungo circa 60 metri, l'altro circa 70. Le grandi differenze si trovano nell'organizzazione dell'interno, dato che la cella del Tempio di Nettuno viene ampliata e slargata, diventando qualcosa che implica un numero di colonne che per la prima volta va da 6 a 8. Confrontando i due templi, vediamo che l'arrivo di 8 colonne fa sì che le proporzioni generali di tutte le parti non siano più le stesse. Nel Tempio di Nettuno, le colonne risultavano tozze, il rapporto tra il diametro di base e il fusto le rende delle strutture molto pesanti, mentre nel Partenone troviamo colonne molto leggere. Per misurare una colonna, l'architetto decide a priori qual è la proporzione tra la base e l'altezza. Quello che l'architetto chiede sono dei blocchi in relazione a un progetto. Per stabilire le dimensioni di un tempio, l'architetto parte proprio dalla colonna, che è.

Il centro del progetto. Questo può avvenire in un mondo dove il tempio è sempre uguale perché tutte le architetture sono sempre diverse, non è detto assolutamente che il mondo proceda per elementi che sono sempre uguali per tutti. La differenza dell'architettura greca sacra con le altre architetture è che la configurazione del tempio dorico, qualsiasi siano state le origini del tempio ligneo, è sempre uguale, visto dall'esterno il tempio greco è sempre lo stesso. Essendo sempre lo stesso si viene a sviluppare da parte degli architetti la ricerca delle migliori proporzioni da dare a questi elementi già dati, il lavoro dell'architetto è a scopo intellettuale, riflettere sulle proporzioni migliori.

Le proporzioni migliori che si raggiungeranno sono proprio quelle del Partenone, risalenti al V secolo, per questo viene considerato la vetta assoluta di questa ricerca delle proporzioni tra le parti.

Le proporzioni delle parti

trovano nella colonna l'elemento principale, se il diametro è l'unità di misura bisogna riflettere su questi due tempi per paragonarli a partire dal diametro di base.

Il rapporto tra il diametro della colonna e la base nel Tempio di nettuno è 4 e 1/5 circa, mentre nel Partenone è 5 e 1/2, proporzione che nell'architettura greca verrà considerata la perfezione.

Se diamo un'occhiata alle due facciate, se dovessimo andare a mettere 8 colonne in facciata con le stesse proporzioni, avremmo avuto un tempio più largo, che sarebbe stato anche molto basso, con delle proporzioni che non erano più quelle del tempio riconoscibile come tale, quindi il rialzare le colonne e farle più snelle e per mantenere il rapporto tra altezza e larghezza del tempio.

Questo ragionamento funziona perfettamente anche per l'architettura romana, dove le colonne sono molto più slanciate, arrivano anche a 9 diametri.

Il tempio si progetta a partire

Da un modulo, che è la misura della colonna alla base, nell'ordine dorico del Partenone l'altezza è pari a 5 diametri e mezzo, stabilita dagli architetti del Partenone, Ictino e Callicrate. Essi avrebbero scritto dei testi, che Vitruvio cita, che possono dare conto delle proporzioni utilizzate, di fatto l'architetto è anche in grado di rendere attraverso la scrittura il suo progetto, essenzialmente tutte queste scelte dal punto di vista della proporzione.

Più complesso è un secondo tema, altrettanto importante, se la colonna ha una sua misura, che viene considerata perfetta, c'è anche da riflettere qual è la distanza perfetta tra colonna e colonna, che possono essere messe a qualsiasi distanza, basta che l'architrave non crolli, il massimo è 6 diametri.

Anche per la distanza fra colonna e colonna viene stabilito da Ictino e Callicrate quale è definita perfetta, la distanza perfetta è pari a 2 e 1/4 moduli.

Il tempio sorge su uno stilobate, posto su 3 gradini. La dimensione dello stilobate per l'architettura greca va progettata a priori, tutti i templi che conosciamo hanno un rapporto non fisso fra la colonna e il suo pavimento, nel caso dell'architettura greca del tempio dorico la colonna è a filo dello stilobate, quindi la dimensione dello stilobate deve essere calcolata a priori. La costruzione dello stilobate è fondamentale per il posizionamento della colonna, le lastre del pavimento sono sistemate in modo che ci sia la mezzeria nel luogo di posizionamento della colonna.

Cosa sappiamo di questo rapporto fra colonne e stilobate?

Possiamo dire che la necessità di avere questa colonna senza base che poggia con una scanalatura su un punto specifico dello stilobate, in asse con il profilo esterno, implica una perfezione assoluta di progetto, tale che poi viene montato senza sorprese, non si può

lungo delle colonne, mentre il lato corto ha dimensione pari a un volto e mezzo del lato lungo delle colonne. Il tempio è quindi diviso in tre parti: il pronao, che è la parte anteriore del tempio, il naos o cella, che è la parte centrale dove si trovava la statua del dio, e l'opistodomo, che è la parte posteriore del tempio. Le colonne sono disposte in modo regolare lungo il perimetro del tempio, creando un effetto di armonia e simmetria. Le colonne sono generalmente di ordine dorico o ionico, con capitelli e basi che differiscono a seconda dello stile architettonico utilizzato. Il tempio greco è un esempio di perfezione e bellezza nella sua semplicità. Le proporzioni e le dimensioni sono studiate con cura per creare un'opera d'arte architettonica che sia esteticamente piacevole e funzionale. In conclusione, il tempio greco è un esempio di come l'architettura possa essere utilizzata per creare opere d'arte che siano anche funzionali e armoniose. Le proporzioni e le dimensioni sono elementi chiave nella progettazione di un tempio greco, che è considerato uno dei più grandi risultati dell'architettura antica.

corto più una colonna

La dimensione delle lastre dello stilobate è organizzata in modo che ci siano 3 lastre in ogni intercolumnio, l'asse della colonna è posto tra il primo e il terzo giunto, quindi la costruzione dello stilobate è essenziale, una volta costruito questo piano il piano è la base dell'estensione in verticale del progetto

Nel Partenone c'è la volontà e la necessità di cercare il rapporto 9/4, che viene considerato il rettangolo perfetto, in tutto i rettangoli che compaiono all'interno del tempio, c'è la ricerca di trovare questo rapporto anche tridimensionalmente, non solo sul piano orizzontale

Il tempio greco si complica ancora di più perché date queste regole rigide le dimensioni di fatto poi sono modificate in base a quelle che vengono definite correzioni ottiche

I templi, in genere, si costruiscono per una divinità, essere più perfetti di noi, per il mondo greco,

che ha una famiglia di dei, l'architettura tende ad una perfezione che noi umani possiamo osservare, posto che l'uomo che vede ha dei limiti nella sua visione si modifica la forma dell'edificio perché deve adattarsi a quello che l'uomo vede. Per vederlo perfetto l'uomo, che ha dei difetti di visione, deve essere modificato. La prima correzione ottica è fatto che lo stilobate non è piano, perché noi guardando un oggetto di grandi dimensioni tendiamo a vederlo che si incurva, non piano, questa curva, che è su entrambe le direzioni, dovrebbe permettere a chi l'osserva di vedere lo stilobate perfettamente rettangolare. Questa curvatura non è solamente per lo stilobate ma anche per la trabeazione superiore, quindi tutto il tempio è incurvato. Solo così osservando un tempio da lontano lo vediamo dritto. È tramite Vitruvio sappiamo che vi era la volontà di fare questo. Non è una cosa semplice costruirlo.se unocostruisce su un piano inclinato e mette il primo blocco poggiato su un piano inclinato, ovviamente al quarto blocco la colonna crolla, quello che viene fatto è che il primo blocco non ha le facce parallele ma la faccia inferiore è costruita in modo che quella superiore sia perfettamente orizzontale. È una complessità notevole dal punto di vista del cantiere, è ovvio che c'è la volontà di costruire un qualcosa di perfetto. Altro escamotage ottico riguarda la colonna ai fianchi della facciata, poiché spesso queste risultano isolate perché dietro non hanno la cella, quindi si doveva vedere il cielo. Vitruvio ci dice che se si osserva una colonna isolata questa sembrerà più sottile, quindi poiché le colonne appaiano a noi uomini uguali dobbiamo modificarle. Questa modifica prevede un aumento del diametro di 1/14, quindi è una colonna che non ha le stesse identiche proporzioni. In più, e qui si arrivaal nodo più grosso che non ha solo a che fare con il Partenone ma con tutta l'Architettura Gotica, si trova una contraddizione derivante dalla trasformazione del tempio ligneo in pietra, c'è da notare come sono disposti i triglifi e le metope. Nel Partenone, se abbiamo detto che il triglifo rappresenta la trave questo sarà in asse con la colonna e nella mezzeria. Tuttavia all'angolo la situazione è diversa, il triglifo non appare in mezzo ma all'angolo dell'edificio, si perde l'assialità tra colonna e triglifo, che rappresenta la trave che poggia sopra la colonna. Abbiamo questa scelta che fanno i greci per l'ordine dorico, che è il più complesso, i templi rimangono immutati per tanto tempo e l'origine lignea di alcuni elementi decorativi, soprattutto nel fregio, fanno sì che ci sono una serie di aggiustamenti che devono essere fatti, tra cui il conflitto angolare. Bisogna trovare la modalità.per spostare questo triglifo in modo che compaia sempre nell'angolo, perché se la struttura deve rappresentare un'orditura lignea è evidente che all'esterno non può essere il vuoto, e quindi la metopa è evidente che se il triglifo rappresenta la trave questa deve essere di spigolo. Abbiamo anche visto una contraddizione di base, la facciata non dovrebbe avere triglifi perché la facciata di un tempio non raccoglie le falde, se prendiamo, invece, questo elemento che diventa decorativo e lo si mette davanti in modo da farlo diventare un elemento chiave di tutto il peristilio, è evidente che si avrà una testa di trave non solo sulla facciata ma anche sulla faccia laterale, che è contraddittorio ma ormai triglifi e metope sono puramente decorativi. Non c'è più un rapporto strutturale tra fregio e
Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
95 pagine
2 download
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/18 Storia dell'architettura

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Chiavarr di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'architettura antica e medievale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Pasquali Susanna.