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1. SCRIVERE CON LA LUCE

Joyce fa del cinema con la penna, e sembra quasi precorrere gli sviluppi sintattici e narrativi del

montaggio, in un certo senso avverte e annuncia l’avvento del potere del cinema nei confronti della

letteratura; egli capisce che con il cinema la parola diventa azione ed il cinema accelera in maniera

irreversibile tempi e ritmi della scrittura letteraria (vigilia del Manifesto del Futurismo).

Il giudizio sulla fotografia e cinema di Baudelaire agirà però negativamente; egli scorge nel cinema

un modo rapido per celebrare la nuova società di massa.

Il cinema è destinato ad essere assunto come simbolo del passaggio irreversibile alla civiltà

industriale, ai suoi nuovi ritmi e modelli temporali.

Cinema: prima simbolo di modernità, poi viene accolto e metabolizzato nel corpo e lavoro

intellettuale fino a divenirne parte integrante, linfa vitale.

Oltre all’influenza del cinema sulla scrittura si può parlare della sua influenza sui costumi:

<<l’amore moderno discende direttamente dal cinema>> (Robert Desnos).

Mentre folti gruppi di letterati in tutta Europa continuano a lanciare anatemi contro i pericoli del

cinema, visto come pestilenza, altri sentono che il cinema è ormai iscritto nel proprio codice

genetico.

Grazie agli espliciti riferimenti nei manifesti futuristi del Novecento, l’invenzione dei fratelli Lumière

è percepita come trascrizione su pellicola del monologo interiore, dell’attività onirica.

Il cinema ha però anche un potere distruttivo nei confronti delle forme artistiche che lo hanno

preceduto, si offre come arma e strumento alternativo di scrittura, l’equivalente di un’”arte totale”.

Nel Manifesto tecnico della letteratura futurista, Marinetti sottolinea le funzioni ritmiche del cinema,

la sua capacità di scomposizione e ricomposizione del movimento; i futuristi però non ne

teorizzeranno mai l’uso come arma o cassa di risonanza propagandistica.

I futuristi sono i primi a cogliere l’equivalenza assoluta tra l’inquadratura di un oggetto e l’oggetto

stesso; per loro l’immagine è la cosa: il cinema ha un forte potere simbolico e connotativo.

Il cinema è capace di tradurre il concetto di DURATA Bergsoniano, del divenire interiore …

I rapporti fra letteratura e cinema si offrono in una serie di combinazioni illimitate e sono

caratterizzati da biunivocità. Il cinema assume da subito una funzione dominante nel territorio delle

arti.

La letteratura plasma e guida il cinema, mentre esso entra come un virus nel terreno letterario,

immette nell’identità del poeta, dello scrittore germi che ne modificano le caratteristiche: etica e

status professionale, ruolo creativo, immaginazione e scrittura.

Esso influisce anche (come intuito da Bergson) sulla manipolazione dei meccanismi temporali del

racconto.

= mezzo di nobilitazione ed elevazione  potere onirico: sembra confondersi con il linguaggio dei

sogni e tradurre le associazioni della mente.

Dal 1925 si inaugura un processo di “novellizzazione” dei film = riduzione narrativa dei soggetti.

Il cinema - come sostiene Marinetti - è un modificatore delle strutture mentali dell’individuo.

Per i futuristi la parola o realtà si traduce in immagine ma l’immagine può riprendere la parola in

movimento ….abbiamo inoltre il fenomeno dell’interferenza della parola scritta all’interno

dell’azione visiva del film.

La parola, attraverso il filtro letterario, diventa immagine = elemento costitutivo del cinema italiano.

Il primo a fare del cinema l’oggetto di un proprio romanzo è Luigi Pirandello con i Quaderni di

Serafino Gubbio Operatore.

2. LA GRANDE MIGRAZIONE

Il primo cinema attinge alla letteratura come ad un grande serbatoio, ma anche la letteratura

popolare trova nel cinema un modo per allargare il proprio bacino di utenza e consentire così di

arrivare anche ad un pubblico analfabeta, praticando forme elementari di “bilinguismo”,

promuovendo una conoscenza della lingua per immagini.

Cinema = capacità narrative e rappresentative equivalenti alla letteratura

Primi suoi obiettivi: intenzioni didattico-pedagogizzanti, diffusione della cultura  diffusione sullo

schermo della neo costituita “biblioteca dell’italiano popolare”.

Primo cinema di componente laica, socialisteggiante.

Il cinema può servire a far brillare sullo schermo micce di spirito patriottico e contribuire ad una

formazione rapida dell’identità nazionale, la sala cinematografica può divenire luogo privilegiato di

trasmissione di uno spirito nazionalistico.

La cinematografia italiana cresce e si sviluppa con rapidità, letteratura e arti diventano aiutanti ad

una piena legittimazione artistica e culturale del cinema.

Nascita del Divismo = fenomeno di culto laico a diffusione universale.

In Italia si auspica che il cinema si ponga a servizio della cultura: fra le prime trascrizioni

cinematografiche abbiamo i Promessi Sposi…trascrizioni di romanzi di successo che producono

da subito annunci di morte e paure per la letteratura e il teatro, cinema = elemento di

rinnovamento.

Dal 1912-13 si comincia ad interrogarsi sul pericolo che il cinema possa uccidere il teatro.

Il cinema si rivela come un’illustrazione dell’illustrazione, accessibile a tutti poiché chiunque è in

grado di leggere le immagini.

Nell’osservare l’”industria di celluloide” Renato Serra considera il cinema come uno dei veri

sbocchi professionali.

Il cinema deve ancora inventare un proprio lessico specifico, una propria metrica, sintassi e agisce

nell’immaginazione del letterato come sinonimo di movimento, emblema di modernità.

All’interno di questo sistema giungono ben presto letterati sollecitati a cedere diritti delle loro opere

o a collaborare in modo attivo , per ragioni puramente economiche: nasce una nuova figura di

salariato intellettuale.

Testi capitali per la formazione dell’italiano: La Divina Commedia, I promessi Sposi, Cuore,

Pinocchio andranno a toccare le strutture significanti della poetica di autori recenti come Pasolini,

Fellini e Benigni.

Esistono infatti influenze dirette ed indirette, reali e virtuali di Dante e della sua opera; egli

scandisce i momenti chiave del cinema italiano: apre nuove strade e accompagna il primo cinema

alla scoperta della propria identità e del proprio Io.

Dante fissa il ruolo di punto di riferimento assoluto nel processo di traslazione della letteratura sullo

schermo e la legittimazione del cinema (primo cinema sotto la sua protezione ed ispirazione per

affermare la propria identità sul piano internazionale).

Il divin poeta diventa assai presto un autore a cui guardare, l’invisibile compagno di strada, da

evocare.

Cinema = opera d’arte totale per eccellenza

Ѐ grazie a Dante che il nudo occupa lo schermo senza sollevare ondate di indignazione

moralistica.

Nella fase di passaggio di una vasta porzione del repertorio popolare dalle sale teatrali a quelle

cinematografiche quasi non si avverte la sostituzione del mezzo cinematografico rispetto a quello

anteriore.

Verso gli anni ’30 Giacomo Dibenedetti compie un analisi comparata tra le funzioni del cinema e

quelle del melodramma ottocentesco e ne sottolinea caratteri in comune: <<spettacolo, fenomeno

sociale, servizio pubblico, il cinema compie una funzione molto analoga a quella del melodramma,

con un repertorio abbastanza fisso e carico di emozioni>>.

3. LUOGO DELLA MEMORIA

Rispetto alla letteratura il cinema ridisegna e unifica l’immaginazione collettiva dando forma ad un

racconto visivo capace di alimentare in modo più profondo immaginazione e memoria.

È un punto di raccordo e congruenza tra luoghi reali e immaginari.

Il titolo di un libro o di un’opera d’arte appartiene ad una medesima dimensione, quello di un film a

più dimensioni.

Basti pensare che negli ultimi anni i titoli dei film hanno sempre ispirato titolazioni di giornali,

servendo da esca per attrarre l’attenzione del lettore, il titolo ha la forza di rappresentare un

momento storico e stabilirne legami con tutte le forme di cronaca e vita sociale, politica ed

economica.

Il destinatario del titolo è lo spettatore adescabile ovunque: nelle strade, sui giornali, per via

orale….lo spettatore stabilisce con il titolo rapporti di attrazione, repulsione, rapp. emotivi; esso

contribuisce alla nascita del fil vero e proprio.

Proust definiva il titolo di un film come un vaso di profumi, suoni, emozioni…esca per i 5 sensi, che

ci comunicano sensazioni tattili, sonore, olfattive e visive.

La sala cinematografica diventa un autentico paradiso dei poveri, un piccolo faro capace di

orientare i sogni e desideri dell’esistenza collettiva e questo lo si ritrova anche nella

denominazione dei cinema nelle varie città italiane ed estere: Excelsior, Eden, Paradiso,

Regal,Rex… // nomi connessi all’onomastica urbana (es: Cinema Corso).

Nel dopoguerra non c’era più tanto la “presenza del luminoso”, molti cinema sono stati utilizzati in

modo più redditizio, come discoteche, banche, garage, ecc…

La morte delle sale urbane però non significa morte della sala: infatti sono poi nati giganteschi

complessi fuori dalle città chiamati “multiplex” o “villaggi”.

4. L’ATTRAZIONE FATALE, OVVERO L’ODORE DEI SOLDI

D’Annunzio si pone in testa a tutti coloro che si mettono in viaggio verso i Nuovi Mondi delle

immagini.

“La grande proletaria intellettuale si è mossa” verso il territorio dl cinema, come verso la Terra

Promessa, il cinema ha agito come un magnete, esercitando su scrittori e intellettuali un

“attrazione fatale” .

<<Sulle mete più ambiziose

Vince l’asino che è d’oro>>

(1912 Alfred Kerr nei confronti degli scrittori tedeschi che hanno ceduto alle sirene del

cinematografo)

In Italia non c’è scrittore o letterato che non abbia denunciato il proprio senso di colpa, o provato

uno sdoppiamento di personalità nei confronti della cambiata relazione col cinema.

Gli scrittori finivano per <<fornicare col cinema>> (G.Petronio).

Ambiguità dei rapporti che gli scrittori italiani avevano stabilito col cinema  Verga, Gozzano,

Capuana, Pirandello e tanti altri si fanno sorprendere in scandalose prestazioni a pagamento.

Cinema inizia ad esser visto come il paese della Cuccagna, l’eldorado, terra da seminare.

Non c’è letterato o scrittore che non sia stato costretto a fare i conti con i problemi di etica e

identità professionale; da questo punto di vista il cinema italiano appare come un territorio in cui la

nozione di autore ha subito una morfogene

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Publisher
A.A. 2014-2015
7 pagine
1 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/10 Letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Starsnstriped di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Cultura italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi "Carlo Bo" di Urbino o del prof Martelli Matteo.