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EURIPIDE

• Si colloca nel V° secolo a.C., dal 485 al 406 a.C.

• È un grande innovatore: ha una propensione alla sperimentazione sia tecnica che narrativa,

esaspera i contrasti e ridimensiona i personaggi del mito

• Tende ad amplificare il pathos

• C’è una discussione dell’operato degli déi tradizionali

• Fa uso massiccio dell’elemento dialettico

• Compone tragedie a intreccio: sono complesse e sono tragedie romanzesche

• Utilizza il deus ex machina

• Diventa famoso dopo la sua morte, in quanto venivano messi in scena testi del su

repertorio, facendo entrare Euripide nel canone.

• Euripide è legato alla sua formazione sofistica

Pare avesse contatti stretti con Protagora

o Frequentò gli ambienti della sofistica in cui nasce e si formalizza il relativismo

o Razionalizza il mito, guarda alla tradizione col lume della ragione

o

• Euripide ha scritto l’“Elettra”, tragedia che condivide l’ipotesto con l’“Elettra” di Sofocle e

“Le Coefore” di Eschilo.

• Euripide prende gli elementi della deduzione (di Aristotele e Eschilo) e li critica, facendosi

beffe della tradizione

È fondamentale che Euripide lo abbia fatto: così il pubblico è più consapevole e si

o vede il teatro come cassa di risonanza di fenomeni di più ampia portata

Euripide diventa portatore di istanze culturali che nessuno aveva ancora proposto

o al grande pubblico

Otterrà la diffidenza degli ateniesi in quanto romperà troppo con la tradizione:

o Euripide infatti propone uno shock cognitivo dovuto al razionalismo esasperato

• Gli eroi di Euripide sono più vicini a noi

Abbassa il personaggio mitico al livello dell’uomo comune, uomini mossi da basse

o passioni (invidia, desiderio di arrampicata sociale, gelosia…)

Ad esempio Elettra, figlia di Agamennone viene data in sposa ad un

▪ contadino: all’inizio porterà una brocca sulla testa come qualunque

contadino. Questa è una trans-motivazione ovvero motivazioni mitiche

riconducibili a motivi umani.

Euripide mostra gli straccioni: nell’ “Elena” Menelao era vestito di stracci

o Le motivazioni dei personaggi euripidei sono abbassate ad un livello che potremmo

o definire squallido: ad esempio Elettra aveva trasformato l’odio nel proprio figlio

ideale, commettendo poi in seguito omicidi per futili motivi

Euripide mette in scena avvenimenti di cronaca di basso livello

EURIPIDE, “MEDEA”

• Euripide lavora su un testo mitico per poi fondere diverse versioni

• Le motivazioni di Medea sono bassamente motivate

• Medea viene chiamata a regnare su Corinto, Giasone ha un ruolo subordinato, è una

conseguenza subordinata il suo abbandono nell’omicidio dei figli.

• Inserendo la volontarietà dell’omicidio in un contesto di bassa gelosia, Euripide porta in

scena qualcosa di inaudito. ~ 15 ~

Cultura Classica e comunicazione – Semestre II: La tragedia ---- Appunti di Fabio Facciano

• La tragedia è scandita da tre grandi momenti, tre soliloqui in cui l’atto criminoso si

costruisce sotto gli occhi dello spettatore

Il punto sommitale è nell’omicidio dei due bambini

o Questo influenzerà Shakespeare e le sue sanguinose tragedie

o

• Euripide crea delle tragedie che sono contenitori di tanti elementi.

• Deduzioni della tragedia

Prima ipotesi di Aristofane: Euripide è misogino

o Secondo Aristofane da quest’opera si evince che le donne siano malvage per

▪ natura

Tuttavia Euripide spiega le motivazioni di Medea

Seconda ipotesi: Euripide usa un atto impressionante per dare un messaggio

o attraverso una donna con molte risorse (intellettuali e non)

Euripide vuole che ci si interroghi sul motivo delle sue azioni: voleva far

▪ capire che la vita per una donna nell’Atene di quel tempo poteva essere

complessa

Dal punto di vista della logica, le ragioni sono dalla parte di Medea, le

▪ ragioni di Giasone sono puri paralogismi, ma essendo lui uomo vince su

Medea.

Medea è quindi consapevole della bontà delle sue ragioni ma non può farci

▪ nulla, spiegando la nascita di un processo criminoso enorme.

• Lettura del testo della Medea in dispensa “Euripide – Medea”

Medea desidera morire, si evince che la donna è vittima di una tradizione di tipo

o misogino

La visione misogina viene ribaltata: la donna può essere ripudiata manon

▪ può ripudiare Divorzio come condanna collettiva

L’uomo è un elemento problematico per la donna

▪ Inoltre Medea è una straniera, quindi c’è ancora meno pietà che per una

▪ autoctona

Medea cerca di ottenere la simpatia delle donne del coro con espedienti retorici,

o sottolineando che è pure straniera e che non ha vantaggi

Viene richiamata una legge ateniese secondo cui veniva imposto lo scioglimento dei

o matrimoni misti Vengono messe in luce delle caratteristiche negative dell’Atene

di quel tempo

Atene è eccentrica non si lascia inquadrare in un disegno coerente: Euripide

▪ mostra gli orrori come le deportazioni di massa e le altre cause

dell’esportazione della democrazia ateniese.

Euripide tuttavia non poteva criticare apertamente Atene, così lascia piccoli

▪ indizi che resta a noi cogliere: nell’ “Elena” dice che stanno facendo fallire

Atene come gli déi stanno facendo fallire Troia.

Euripide non partecipa alla vita politica, ma le sue tragedie invece sì.

Sì da predominanza agli elementi di sospensione (pianto, commozione)

o È una tragedia di sospensione, di dolore

▪ Alla linearità del plot si preferisce una sospensione di tipo lirico

▪ Il pianto significa che l’uomo non è più in grado di avere razionalità sulla

▪ realtà, è una dichiarazione ultima dell’impossibilità di agire

~ 16 ~

Cultura Classica e comunicazione – Semestre II: La tragedia ---- Appunti di Fabio Facciano

EURIPIDE, “LE TROIANE”

È stato mostrata la versione delle “Troiane” del 1966

(https://www.youtube.com/watch?v=mocVnoRsP5U&t=603s)

• C’è un’accusa diretta ai greci: “I barbari più fortunati dei greci” S’intende che i greci fanno

certe cose e i barbari no

• Nel crollo di Troia alle donne resta solo il pianto. Il crollo di Troia può essere letto comeun

messaggio per Atene

• La morale dei vinti è una delle ragioni per cui quest’opera è stata molto rappresentata nel

novecento

• Il tempo narrativo si sospende

• Innovazioni tecniche di Euripide

Aumento assoli

o Riduzione della funzione del coro: si svincola il coro dal ruolo drammaturgico,

o l’intenzione drammaturgica viene ridotta

Pathos

o Agone: momento topico che diventa istituzionalizzato

o È il momento dello scontro tra due personaggi

▪ È un momento di sospensione dove si mettono a confronto due visioni

▪ diverse inconciliabili (non sono puri tributi alla sofistica). Avere due visioni

inconciliabili unito alla duplicità delle parole e del reale indica

l’inafferrabilità della realtà.

Si discute di due argomenti del reale perché il reale in sé è inafferrabile

▪ Euripide prende atto di una situazione che già esiste e la istituzionalizza.

▪ Viene mostrato l’agone delle “Troiane” sempre dalla stessa

▪ rappresentazione del 1966: siamo in un confronto dialettico in cui vince chi

argomenta meglio

La trama risulta complicata in modo tale che Euripide debba agire sull’ipotesto

o antico rendendo necessario la presenza di un prologo monologico che sia anche

espositivo che avvertirà il pubblico a ciò a cui assisterà.

Il deus ex machina arriverà al punto sommitale della tensione Euripide rende

o frequentissimo il suo utilizzo

• Euripide non è ateo, la divinità ha importanza.

L’uomo è impotente c’è bisogno di un aiuto dall’alto, anche quando le tragedie

o finiscono bene.

La fine della tragedia è su un aiuto divino che fa rettificare che l’uomo soggiace a

o forze che non è in grado di dominare L’uomo resta preda di forze oscure.

~ 17 ~

Cultura Classica e comunicazione – Semestre II: La tragedia ---- Appunti di Fabio Facciano

LEZIONE 13/4/2018: La tragedia romana e i suoi temi, Ribbeck e la

ricostruzione delle tragedie perdute e Seneca

• Recap delle lezioni precedenti:

Con Euripide il coro viene slegato sempre più dalle azioni

o Euripide tal volta predilige gli aspetti esterni al racconto

o Euripide tal volta fa uso dell’effetto C’è l’uso dell’elemento patetico visto nelle

o “Troiane”

• Dopo la morte di Euripide s’incominciò ad alternare tragedie di tradizione a tragedie di

repertorio

Nel repertorio c’era pure Euripide

o

• Non ci sono giunti i testi delle tragedie scritte dopo Euripide: sono scomparsi, c’è un vuoto

LA TRAGEDIA ROMANA

• Abbiamo poco materiale delle tragedie romana

• Ci sono alcuni autori famosi

• Abbiamo una decina di tragedie complete

• Abbiamo frammenti su ciò che è antecedente, questo perché sono contenute delle citazioni

nelle tragedie che sono state ritrovate

• Fasi: Repubblicana

o Imperiale (che si limita solo al primo secolo dopo Cristo)

o

• Nel 240 a.C. il genere tragico viene portato a Roma da Livio Andronico, un greco di

Taranto

• La tragedia greca era legata alla religione, per quella romana non lo sappiamo con certezza

Da Livio (Libro VII, 2) possiamo ipotizzare che forse all’inizio era presente la

o religione pure nella tragedia romana

• Le rappresentazioni teatrali romane davano molta importanza alla gestualità, che in Grecia

non veniva esasperata.

• Non si può dire che la tragedia romana sia la tragedia greca “romanizzata”: il loro ipotesto

veniva tradotto in maniera rigida ma poi i romani si contraddistinguevano per la loro

originalità

CARATTERISTICHE DELLA TRAGEDIA A ROMA

• Cronologia: III sec. a.C. – I sec. d.C

• Autori principali: Livio Andronico, Nevio, Ennio, Accio, Pacuvio, Seneca

• Condizioni di conservazione: frammentarie, con l’eccezione di quelle di Seneca (una delle

quali, “Octavia”, è certamente spuria)

• Tipologia: duplice (Cothurnata, se di argomento greco; Praetexta, se

Dettagli
A.A. 2017-2018
44 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Fabio.facciano di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Cultura Classica e comunicazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Montenz Nicola.