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LEGGERE: Dall'ascoltatore al lettore
Con il passaggio da oralità a scrittura il ruolo dell'interlocutore cambia totalmente: da ascoltatore (fruitore passivo) diventa lettore con accesso al sapere elitario; questo provoca anche un certo disagio documentabile dalle testimonianze della cultura greca:
- La scrittura porta ambiguità perché bisogna verificarne sia il contenuto che l'autenticità, come raccontato dalla figura mitologica di Palamede che elogia la missiva ma viene tradito da quella creata da Odisseo.
- La scrittura conserva le cose: Orfeo prima la rifiuta ma consegnando ad essa il suo canto riuscirà a salvarsi dall'oblio.
Platone stesso è diviso; condanna l'egemonia della tradizione orale in un'epoca in cui la scrittura inizia ad influenzare il pensiero greco (nella Repubblica bandisce i poeti orali) ma nel Fedro valuta la scrittura destinandola ad argomenti di scarsa rilevanza. Privilegia la creatività.
dellapratica orale (dialogo e improvvisazione) alla capacità di conservazione e diffusione data dall'ascrittura che isola il lettore. La scrittura, legata inizialmente al mondo delle merci (produzione e scambi), si estende a un modello di sapere più vasto e crea la nuova cultura relativa alla pratica della lettura. Il libro (insieme di segni da percorrere con lo sguardo e interpretare) ha un ruolo centrale: la Natura stessa viene assimilata a un Libro per poter essere letta; le religioni ruotano attorno a un Libro Sacro che contiene le norme salvifiche e diventa un'autorità, oggetto di continue analisi e interpretazioni. Modalità di lettura Nella lettura il lettore si sforza di identificarsi con lo scrittore e capire il suo punto di vista. La lettura può essere sia ad alta voce sia in silenzio (Quintiliano consigliava almeno il proprio borbottio). Prima dell'avvento della stampa era più ad alta voce e in comune, anche per la rarità deiLa stampa crea una successione di linee che organizza lo spazio nella pagina e influenza il lettore inducendolo a disporre il mondo come uno spazio da analizzare. Introduce una concezione razionale e ordinatrice estranea al sapere orale. La vista prevale sugli altri sensi; a volte insieme alle dita che percorrono il testo aiutando a raccogliere l'essenziale (legere in latino = percorrere, raccogliere)
La lettura coinvolge l'intera fisicità, non solo lo sguardo; soprattutto se svolge un carattere pubblico la voce e i gesti diventano molto importanti.
Indipendentemente dal tipo di testo la lettura presuppone una certa gestione preliminare del proprio corpo: per lo più seduti o sdraiati, in piedi se è una lettura pubblica; tendenzialmente al chiuso.
La persona intenta alla lettura diventa addirittura soggetto figurativo.
Vi è tuttavia nel tempo una modifica di queste caratteristiche: prima era un atto sociale (fino a metà sec) ora
individuale; prima prevalentemente in interni, ora ad aria aperta.
Lettura come possesso
Il sapere della lettura consente la gestione della memoria, della comunicazione, di ciò che non si conosce; considerata nell'accezione più ampia (tutto ciò che è codificabile: universo della caccia, magico ecc) è chiave di accesso a tutte le altre forme del sapere. Per questo è stata in passato espressione di potere, riservato a una ristretta cerchia.
L'insegnamento monastico nel IV sec. ha preso come testo di riferimento la Bibbia e ogni intervento intellettuale si configura come una lettura del Libro. La Bibbia è la massima autorità e per la sua lettura ci si avvale di due guide (anch'esse forme di autorità): De Doctrina Cristiana di Agostino - De Clericorum Institutione di Rabano Mauro - che presuppongono che sotto il senso letterale del testo vi sia nascosto il significato dello Spirito. Si privilegia l'autore che, se
è autentico, si ricollega alla tradizione e diventa universale, distruggendo però ilcommento come lettura individuale. In questa prospettiva abbiamo all’inizio il logos di cui l’Anticotestamento è la rivelazione; poi il Nuovo Testamento il cui autore è il Cristo e consente la letturadell’Antico Testamento; infine il discorso teologico che consente di leggere il Logos alla luce delledifferenze tra Antico e Nuovo Testamento.
San Tommaso cerca (inutilmente) di porre fine alla sequenza di commenti, stabilendo che la Scrittura è untesto autosufficiente perché dice tutto ciò che i Padri diranno in seguito.
L’autorità del testo determina una responsabilità morale perché esercita un’influenza che sarà tantomaggiore quante più letture riesce a suscitare.
I romantici si lamentavano invece perché la tradizione letteraria, da cui traevano alimento, ipotecava giàtutte le
loro emozioni, privandoli dell'esperienza. In altri casi sono i testi a prendere possesso del lettore: Rousseau e Ruskin ritengono diseducativi alcuni testi per le fanciulle in quanto dannosi per la loro innata predisposizione alle fantasticherie. Il possesso può portare anche a vampirizzare il libro per avvalersi del suo sapere, e diventare prigionieri dell'oggetto stesso. Barthes distingue tra il libro preso in prestito e il libro proprio. L'atto di lettura 1 Barthes: la lettura è una scienza inesauribile. La molteplicità degli oggetti della lettura impedisce di unificarli in un'unica categoria, quel che leggo si fonda solo sulla mia intenzione di leggerlo, non è possibile descrivere i livelli di lettura, non c'è un obbligo strutturale che chiude la lettura, i limiti del leggibile si possono dilatare all'infinito. Però, ogni lettura avviene all'interno di una struttura, la lettura non oltrepassa la struttura.Barthes (e altri) ci sono due posizioni contrapposte: la lettura è un'attività basata sulla personalità del lettore e non accetta limitazioni al desiderio dello stesso. Bisogna limitare l'eccessivo numero di percorsi di lettura, ancorando il lettore alle strategie del testo. Sulla base di quanto sopra gli studi semiologi mettono in disparte il testo e si concentrano sulla personalità del lettore che, come un critico, si occupa della comprensione del testo. Ritroviamo: il lettore modello di Eco: quel lettore previsto dal testo per la realizzazione dei suoi effetti, un lettore che ha un buon bagaglio di sceneggiature e che può attualizzare il testo come previsto dall'autore; l'Arcilettore di Riffaterre: somma di lettori in grado di documentare le relazioni al testo senza cadere nel soggettivismo; il Lettore Supposto di Wolff: come ipotesi di lavoro dell'autore, un interlocutore possibile; il Lettore Implicito di Iser che anticipa.la presenza di un destinatario reale-- il Lettore Informato di Fish al quale si richiedono determinate competenze perché egli crea il testo nel momento in cui gli conferisce forma ed esistenza con la lettura. L'identità del lettore si delinea all'interno della comunità interpretativa di appartenenza, formata da quanti condividono strategie interpretative per scrivere testi. Eco pone diversi interrogativi: nel testo si deve cercare quel che l'autore voleva dire o un significato indipendente dall'autore? Nel secondo caso, si deve cercare il significato del testo in relazione al suo contesto e alle sue strutture o in relazione al contesto/strutture del lettore? Bisogna chiarire la prospettiva della lettura; l'interpretazione può essere semantica / semiotica (è il lettore che riempie il testo di significato) o critica / semiotica (si spiega per quali ragioni strutturali il testo possa produrre certi significati). Il lettore deveLinguistica nel metalinguaggio letterario e la messa in discussione della funzione referenziale del linguaggio (il linguaggio non solo riporta ma significa). La scrittura filosofica, x Derida, intende sparire e lasciare solo il messaggio che porta, mentre per Rousseau non si esaurisce nel proprio messaggio. Dal 700 è particolarmente frequente la demistificazione della finzione romanzesca tramite l'interpellazione diretta o indiretta del lettore. Per lo scrittore il testo è autoreferenziale e rende tema il proprio farsi. Neanche l'autore può quindi identificarsi con il proprio modello. Ogni narrazione è l'allegoria della propria lettura (De Man) e quindi radicalmente illeggibile.
Il piacere della lettura. L'allegoria prospettata da De Man richiama l'ambiguità di ogni testo che va quindi affrontato con una molteplicità di strategie di lettura. Altre volte è l'autore stesso ad essere sfiduciato sapendo di avere come
destinatario un pubblicoinadeguato. L'operazione di lettura ha anche quindi un prezzo (scegliere tra strategie, a volte un pubblicoinadeguato) oltre a un privilegioRuskin definiva la lettura un atto sociale e un lavoro da minatori australiani intesa come fonte di oro. PerProust la lettura va fatta in solitudine e la Verità deve essere prodotta da noi stessi, con un profondolavoro di spirito. Per Barthes il soggetto-lettore non è reale, è immaginario e, come conferma Proust nonpuò essere convertito nel reale.Sertoli propone la differenza tra fascinazione (verso qualcosa di impenetrabile) e seduzione (verso ilmistero che avvolge). Il testo affascina perché offre una quantità di forme su cui si può scorrere e seduceperché ci si può addentrare nel mistero del senso fino a perder la propria identità.Il lavoro critico-interpretativo comporta invece il recupero dell'identità, difende dal potere
Il testo fornito è fagocitante. È regolato dai principi di realtà. Ci sono alcune condizioni di lettura in cui l'integrazione del destinatario diventa indispensabile.