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PROUST: CONTRO SAINTE-BEUVE

L'opera di Sainte-Beuve non è un'opera profonda. Il famoso metodo, che ne farebbe, secondo Taine, secondo Paul Bourget [storici e critici francesi] e secondo molti altri, il maestro ineguagliabile della critica dell'Ottocento, questo metodo che consiste a non separare l'uomo e l'opera, a considerare che, per giudicare l'autore di un libro, non è indifferente (se questo libro non è "un trattato di geometria pura") il fatto di aver prima risposto a domande che sembrano totalmente estranee alla sua opera (come si comportava...), di impadronirsi di tutte le informazioni possibili sullo scrittore, di mettere insieme la sua corrispondenza, di interrogare le persone che l'hanno conosciuto - discorrendo con loro se sono ancora vive, leggendo quel che hanno potuto scrivere su di lui se sono morte -: questo metodo non riconosce come evidente ciò che ci insegna una frequentazione un

minimo approfondita di noi stessi: che un libro è il prodotto di un altro io, bendiverso da quello che manifestiamo nelle nostre abitudini, nella società, nei nostri vizi. Quell'io, sedavvero vogliamo cercare di catturarlo, sta nel fondo di noi stessi, ed è solo cercando di ricrearlo innoi che possiamo riuscirci.M. Proust, Contro Sainte-Beuve (postumo, 1954: Oeuvres, Parigi 1971, pp. 21-22).

EDGAR ALLAN POE: nasce nel 1809 a Boston una delle poche città colte degli Stati Uniti emuore a Baltimora nel 1849. vive l'età del Positivismo ma nel contesto degli USA dove il modelloanglosassone prevaleva, portando una grande crescita economica.Scrive per un giornale "The Literary Messenger" in cui si occupa di critica d'arte e fu il primo arecensire la traduzione in inglese de "I promessi Sposi".Nel 1836 negli USA accede un fatto straordinario: viene creato un giocatore di scacchi automatico.L'ideatore di

quest'automa era un polacco che aveva ceduto la proprietà dell'automa a Maelzel, che lo sfruttò per guadagnare molti soldi. Poe nel 1886 scrive "Il giocatore di scacchi di Maelzel"; qui si nota che l'automa aveva qualcosa di strano. Il suo costruttore l'aveva progettato in modo che avesse un aspetto non realistico. Poe si chiede come mai la macchina aveva queste sembianze dato che gli altri automi avevano espressioni naturali. Poe si chiese se si trattava di spontanea trascuratezza o incapacità da parte dell'inventore. Attraverso il metodo indiziario, Poe scopre che quelle sembianze erano state date alla macchina di proposito in quanto al suo interno ospitava un nano che giocava a scacchi al posto della macchina il metodo indiziario ha smascherato il trucco.

Nel 1841 Poe decide di recensire il romanzo del collega Dickens "Barnaby Rudge" pubblicato a puntate. Il libro era già stato pubblicato in Europa.

America erano stata prevista 80 puntate maPoe recensisce il romanzo dopo aver letto solo le prime 12 uscite. Poe aveva già capito come andava a finire il romanzo e lo scrisse sul quotidiano rovinando il risultato delle vendite di Dickens. 31/11/2007

GENERI LETTERARI: regole che conformano il testo.

GENERE GIALLO = GENERE NOIR

In Italia la copertina di questi romanzi era gialla, mentre in Francia la copertina era nera.

A quando risale il genere giallo? Abbiamo racconti di Voiltaire costruiti come romanzi gialli.

Nel 1816 il romanzo che aveva creato più scalpore in Europa è "Frankenstein" di Mary Shelly (il Prometeo moderno). La storia della creatura nata dall'uomo e non da Dio, mette l'uomo nella condizione di farsi Dio. Per la prima volta nella storia, l'uomo può fare a meno di Dio.

1848 Marx scrive il manifesto del comunismo utilizzando lo slogan "uno spettro si aggira per l'Europa, è lo spettro del comunismo". Marx utilizza

l'immagine dello spettro perché è una grande lettore di romanzi gotici. 1846 Poe "Filosofia della composizione" testo teorico in cui discute del problema fondamentale della creazione artistica perché il Romanticismo ha cambiato le regole. L'artista cerca le proprie regole da solo e arriva addirittura a dire che un testo gli è stato regalato in sogno da una creatura misteriosa. Poe afferma che l'arte è artificio, e non è ispirazione. "Il corvo" Poe voleva comporre una poesia che commuovesse e che sarebbe rimasta nella memoria per la sua bellezza. Per questo scopo sceglie il tono triste della malinconia. Nel testo ci devono essere temi ritmici creando un'intensificazione del sentimento ma non una ripetizione. Il ritornello rimaneva lo stesso ma dato che veniva inserito in contesti diversi acquisisce significati diversi. L'argomento più malinconico è la morte che

Il testo si lega ad una bella e giovane donna e la morte che colpisce il suo innamorato (come per Paolo e Francesca, Romeo e Giulietta..). Poe scrive l'opera partendo dalla fine completandola con l'inizio. 203 elementi sono principali in questi testi: complessità - adattabilità - suggestività ossia una certa linea di significati sotterranei, non evidenti perché l'artista non deve spiegare tutto.

Il corvo - E. A. Poe

I. Una volta in una fosca mezzanotte, mentre io meditavo, debole e stanco, sopra alcuni bizzarri e strani volumi d'una scienza dimenticata; mentre io chinavo la testa, quasi sonnecchiando - d'un tratto, sentii un colpo leggero, come di qualcuno che leggermente picchiasse - picchiasse alla porta della mia camera. -- "È qualche visitatore - mormorai - che batte alla porta della mia camera" -- Questo soltanto, e nulla più.

II. Ah! distintamente ricordo; era nel fosco Dicembre, e ciascun tizzo moribondo

proiettava il suo fantasma sul pavimento. Febbrilmente desideravo il mattino: invano avevo tentato di trarre dai miei libri un sollievo al dolore - al dolore per la mia perduta Eleonora, e che nessuno chiamerà in terra - mai più.

III.

E il serico triste fruscio di ciascuna cortina purpurea, facendomi trasalire - mi riempiva di tenori fantastici, mai provati prima, sicché, in quell'istante, per calmare i battiti del mio cuore, io andava ripetendo: "È qualche visitatore, che chiede supplicando d'entrare, alla porta della mia stanza. Qualche tardivo visitatore, che supplica d'entrare alla porta della mia stanza; è questo soltanto, e nulla più".

IV.

Subitamente la mia anima divenne forte; e non esitando più a lungo: "Signore - dissi - o Signora, veramente io imploro il vostro perdono; ma il fatto è che io sonnecchiavo: e voi picchiaste sì leggermente, e voi sì lievemente.

bussaste - bussaste alla porta della mia camera,« che io ero poco sicuro d'avervi udito ». E a questo punto, aprii intieramente la porta.
Vi era solo la tenebra, e nulla più.
V.Scrutando in quella profonda oscurità, rimasi a lungo, stupito impaurito sospettoso, sognando sogni, che nessun mortale mai ha osato sognare; 21ma il silenzio rimase intatto, e l'oscurità non diede nessun segno di vita; e l'unica parola detta colà fu la sussurrata parola «Eleonora!» Soltanto questo, e nulla più.
VI.Ritornando nella camera, con tutta la mia anima in fiamme; ben presto udii di nuovo battere, un poco più forte di prima. « Certamente - dissi - certamente è qualche cosa al graticcio della mia finestra ». Io debbo vedere, perciò, cosa sia, e esplorare questo mistero. È certo il vento, e nulla più.
VII.Quindi io spalancai l'imposta; e con molta civetteria, agitando le ali, si avanzò.

un maestoso corvo dei santi giorni d'altri tempi; egli non fece la menoma riverenza; non esitò, né ristette un istante ma con aria di Lord o di Lady, si appollaiò sulla porta della mia camera, s'appollaiò, e s'installò - e nulla più.

VIII. Allora, quest'uccello d'ebano, inducendo la mia triste fantasia a sorridere, con la grave e severa dignità del suo aspetto: "Sebbene il tuo ciuffo sia tagliato e raso - io dissi - tu non sei certo un vile, orrido, torvo e antico corvo errante lontanto dalle spiagge della Notte, dimmi qual'è il tuo nome signorile sulle spiagge avernali della Notte!" Disse il corvo: "Mai più". (1)

(1) In inglese è "no more" che ha molto del gracchiare del corvo.

IX. Mi meravigliai molto udendo parlare sì chiaramente questo sgraziato uccello, sebbene la sua risposta fosse poco sensata - fosse poco a proposito; poiché

non possiamo fare a meno d'ammettere, che nessuna vivente creatura umana,mai, finora, fu beata dalla visione d'un uccello sulla porta della sua camera,con un nome siffatto: « Mai più ».X.Ma il corvo, appollaiato solitario sul placido busto, profferì solamentequest'unica parola, come se la sua anima in quest'unica parola avesse effusa.Niente di nuovo egli pronunziò - nessuna penna egli agitò -finché in tono appena più forte di un murmure, io dissi: « Altri amici mi hanno giàabbandonato,domani anch'esso mi lascerà, come le mie speranze, che mi hanno già abbandonato ».Allora, l'uccello disse: « Mai più ». 22XI.Trasalendo, perché il silenzio veniva rotto da una risposta sì giusta:« Senza dubbio - io dissi - ciò ch'egli pronunzia è tutto il suo sapere e la sua ricchezza,« presi da qualche infelice padrone, chela spietata sciagura« perseguì sempre più rapida, finchè le sue canzoni ebbero un solo ritornello,« finchè i canti funebri della sua Speranza ebbero il malinconico ritornello:« Mai, - mai più ». XII.Ma il corvo inducendo ancora tutta la mia triste anima al sorriso, subito volsi una sedia con ricchi cuscini di fronte all'uccello, al busto e alla porta; quindi, affondandomi nel velluto, mi misi a concatenare fantasia a fantasia, pensando che cosa questo sinistro uccello d'altri tempi, che cosa questo torvo sgraziato orrido scarno e sinistro uccello d'altri tempi intendea significare gracchiando: « Mai più ». XIII.Così sedevo, immerso a congetturare, senza rivolgere una sillaba all'uccello, i cui occhi infuocati ardevano ora nell'intimo del mio petto; io sedeva pronosticando su ciò che il corvo intendesse dire con il suo grido: « Mai più ».
Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
60 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/14 Critica letteraria e letterature comparate

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Menzo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Critica letteraria e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi dell' Insubria o del prof Gaspari Gianmarco.