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ALLA RICERCA DEL TEMPO PERDUTO - PROUST
digressione provocata da fatti oggettivi insignificanti come l'inzuppare un biscotto nel te che permette a Marcel di recuperare ricordi perduti dell'infanzia. Per Auerbach questo è l'anello di congiunzione tra il Decadentismo e il Modernismo. Questo perché anche in Proust, come in Huysmans, c'è una rappresentazione unipersonale della coscienza, cioè c'è solo un soggetto (il protagonista) che filtra la rappresentazione del reale. Ma questa assenza di polifonia e poliprospettivismo viene compensata da uno sdoppiamento dell'Io. Nel ricordo involontario c'è uno sdoppiamento dell'Io della coscienza; da una parte c'è l'Io che ricorda nel presente e dall'altra c'è l'Io che agisce nel passato. E l'Io che ricorda rappresenta in prospettiva il mondo della sua infanzia. Quindi c'è assenza di
polifonia ma c'è prospettivismo del soggetto (frammentazione interna dell'Io). A questo punto si può parlare di una doppia rappresentazione soggettiva della realtà nella narrativa modernista tra Proust e la Woolf, ciò è di un doppio paradigma, uno verticale che è quello di Proust basato sulla stratificazione dei tempi dentro la coscienza di un solo soggetto, e un paradigma verticale che è quello della Woolf basato sul rifrangersi della realtà nella coscienza di più soggetti. Vedere in prospettive il passato significa prenderne le distanze e dargli un nuovo significato. Questi due paradigmi sono presenti nell'Ulisse di Joyce e si contaminano. Ma sono applicati in modo radicale. Nel capitolo finale dell'Ulisse c'è il monologo di Molly. Alla confusione dei moti interiori è esasperata (non c'è differenza della Woolf qui punteggiatura). Gli scrittori modernisti rappresentano fatti
banali della quotidianità, mentre gli scrittori ottocenteschi rappresentavano la vita di un personaggio nella sua interezza e secondo in ordine cronologico dall'inizio alla fine. Nelle pagine finali di Auerbach spiega le idee che lo hanno portato a scrivere il libro. Per Auerbach ci sono due grandi momenti storici che hanno segnato la fine della regola della separazione degli stili:- Avvento del Cristianesimo
- I grandi movimenti moderni di massa alla cui origine ci sta la Rivoluzione francese
Quella che vede attribuita ad Auerbach una sorta di visione teologica della storia letteraria. Cioè una visione finalistica, progressiva, per cui il Realismo moderno ottocentesco sarebbe il punto di arrivo di un processo millenario iniziato con cristianesimo.
FRANCESCO ORLANDO
Ha messo in discussione questa lettura di Mimesis, negando al libro un disegno teleologico, quindi negando che il realismo moderno ottocentesco sia il punto di arrivo di una costruzione teleologica. Per Orlando il teleologico è incompatibile con una caratteristica essenziale del lavoro critico di Auerbach, ovvero lo storicismo. Uno storicismo duttile che lo porta ad adeguare di volta in volta il suo approccio critico alle diverse epoche storiche analizzate. Questo senso delle sfumature croniche esclude la visione finalistica della storia letteraria. Quindi secondo Orlando per Auerbach non c'è un avvicinamento progressivo alla piena rappresentazione della realtà in corrispondenza delle due.
grandi svolte di cui abbiamo parlato. Per Orlandola figura che presiede alla costruzione di Mimesis non è una linea retta orientata in modo univoco verso una meta, piuttosto è un movimento a zig zag, nel segno di unostoricismo flessibile e non dogmatico. Il risultato a cui giunge Orlando è che non cisono solo due realismi ma ben 21 accezioni di realismo che convivono in Mimesis etalvolta sono in contraddizione. Ne parla in un convegno per i 60 anni dall'uscita di Mimesis. Il saggio si intitola Codici letterari e referenti di realtà in Auerbach. All'inizio del saggio si riferisce al IV Capitolo di Mimesis dedicato a Gregorio di Tour (storico francese del VI secolo d. c.). Auerbach dice che Gregorio scrive un cattivo latino tuttavia ha una forte capacità di rappresentare le cose con forte evidenza. Questa capacità dipende dal crollo dell'unità politica e culturale Romano, la quale ha imposto dell'Impero a Gregorio di
restringere il suo punto di vista. E con questo punto di vista ristretto, Gregorio ha potuto garantire una capacità di osservazione realistica particolarmente acuta. Dunque in lui la capacità realistica si collega al restringimento del campo di osservazione. Il suo punto di vista è ristretto, una visione dall'alto perché l'Impero alla sua piccola diocesi. Non può avere è ormai caduto. Questo tipo di realismo viene definito da Orlando realismo da esperienza immediata e localmente circoscritta. Ma se ci spostiamo in altri luoghi di Mimesis la nozione cambia, è opposta. Il primo esempio che porta per questa nuova eccezione di realismo si riferisce a Tacito. diverso per Tacito. Dice che c'è Dice che il discorso di Auerbach si declina in modo sguardo dall'alto che Tacito uno rivolge al suo oggetto e questo sguardo va correlato alla condizione storica in cui opera. Cioè Tacito è capace di abbracciare la
totalità storica dell'Impero perché esso è ancora in piedi. Questa capacità si trova anche in altri autori più moderni (come Dante, Boccaccio, Shakespeare) dove il realismo discende da questa stessa capacità di allargare lo sguardo all'Europa intera. Orlando dice che nessuno di questi scrittori della letteratura franco-borgognale abbraccia con lo sguardo l'intera realtà del suo tempo come facevano Dante e Boccaccio. Ma anche Shakespeare era come Dante e Boccaccio dato che ci sono alcune tragedie ambientate in Italia. Il discorso del realismo in questa seconda accezione si allunga fino all'Ottocento perché Auerbach dice che l'unità politica temporale Balzac del suo paese al suo tempo gli ha dato la possibilità di un'ampiezza di sguardo che, invece, non era stata possibile fino a quel momento.
Arriva così alla II eccezione: Realismo da dominazione di una totalità
mondiale(Dante) o nazionale (Balzac), metastorica (Bibbia) o contemporanea (Tacito). Questo dualismo delle accezioni di realismo che si contrappongono tra di loro emerge anche quando tratta il I capitolo dove si oppongono realismo omerico e realismo biblico. Orlando riporta un passo di Mimesis dove vengono elencate le caratteristiche dei due realismi. Si chiede quale dei due stili sia il più realistico. In un primo momento si potrebbe pensare che la preferenza di Auerbach vada allo stilo biblico. Ma le opposte caratteristiche stilistiche attribuibili ad Omero (la capacità di rappresentare le cose con evidenza sensibile, la plasticità della rappresentazione, la completezza della rappresentazione) sono tutti attributi che si ritrovano in autori ammirati da Auerbach, come ad esempio Cervantes, per cui non si può dire in modo assoluto che preferisca Un'altra delle accezioni di realismo si legala Bibbia ad Omero. alla IV accezione, dell'espressione linguistica.
pluralità, ovvero il realismo da adeguazione complessità di rapporti in autori in cui la lingua è particolarmente ricca e perciò capace di aderire alle sfumature del reale e di restituire in modo efficace il reale. Quell' altezza di magistero espressivo linguistico che Auerbach individua nell' età antica principalmente in Dante e nell' età moderna in Flaubert. Orlando previene un' obiezione alla sua indagine e si chiede se queste contraddizioni rinvenute all' interno di due coppie di accezioni diverse di realismo siano pregiudizievoli nei confronti della coerenza del libro. Cioè se mettano in discussione la coerenza di Mimesis. La risposta è negativa perché per Orlando queste contraddizioni costituiscono un complemento di ricchezza. Secondo lui, Auerbach rifugge dai discorsi teorici astratti e generalizzati per puntare la sua attenzione su quello che sostituisce il fenomeno storicamente individuale e concreto.
Da ciò sinon c'è mai una pagina dedicata ad una definizione teorica che chiarisce che in Mimesis chiarisce di ciò che Auerbach intenda per realismo. Individua due luoghi (due in Mimesis e uno in Epilogomena a Mimesis) dove Auerbach definisce la sua posizione.
A pag. 332 di Mimesis dice che non ha voluto scrivere una storia del realismo perché sarebbero venuti fuori dei problemi a cui non avrebbe saputo rispondere (come la definizione stessa di realismo) e avrebbe dovuto trattare autori e periodi che non conosceva bene. Come i modernisti che pretendono di estrarre dai fatti quotidiani un significato essenziale, allo stesso modo Auerbach si propone di estrarre da brani, frasi, pezzi di opere selezionate in modo apparentemente casuale i motivi che nutrono la sua idea di realismo. Una motivazione simile si trova a pag. 342 dove emerge la sua allergia per la teoria. Qui si apre una parentesi che dà ragione alla tesi di Orlando perché non è possibile una
Nel testo Epilogomena a Mimesis, Auerbach parla degli -ismi in letteratura. Quando si parla di romanticismo, classicismo, surrealismo e anche realismo, bisogna pensare a categorie che hanno validità per l'orientamento del lettore ma che vanno definite a seconda del contesto storico a cui si fa riferimento. Quindi non sono categorie astratte e inesatte. Per Auerbach, devono servire ad orientare il lettore ma non devono essere usate con la rigidità di cui è a volte capace la teoria. Infine, c'è una considerazione sul fatto che nella lingua tedesca per il concetto di Realismo si usano tre termini e questo fa sì che il discorso di Auerbach sia sfumato e complesso. Si aggiunge un elenco di sinonimi che coprono l'area semantica del realismo. Ma Auerbach avverte che i concetti e le eccezioni di realismi ricavate da Mimesis sono più numerosi dei termini.
L'individuazione di un primo gruppo di tedeschi.