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CRITICI DI CONFINE
Il linguaggio è dialogo, qualsiasi parola è "dialogica" perché deve raggiungere un interlocutore, ed è impostata per questa funzione.
Scarto dal formalismo: si riferisce al senso, più che al significato; il formalismo ritaglia parti di testo staccati dal senso complessivo dell'opera e dalla relazione con le lingue sociali. Il testo deve essere collegato con la società e la storia.
Per Bachtin nessun testo è autonomo, ogni parola e ogni enunciazione sono ricollegabili ad altre già dette; fanno parte dei generi discorsivi. Il testo è l'anello di una catena che si colloca nel susseguirsi della tradizione movimentata e ogni nuova parola può trovare consenso o dissenso.
Bachtin considera nella tradizione non solo i testi ma tutti i generi di discorso: i generi sono principi elastici (non codici fissi) che orientano l'enunciazione secondo il contesto in cui prende forma.
forma.Inoltre il testo si confronta con la pluridiscorsività della lingua: la lingua contiene caratterizzazioni che rimandano all'appartenenza dei parlanti a ceti professionali o a classi sociali. Il testo può essere monolinguista o plurilinguista romanzo. Per Bachtin, Dostoevskij è colui che più si riferisce al concetto di pluridiscorsività. Bachtin analizza le tecniche ma per ritrovare le manifestazioni ideologiche.
Scarto dal materialismo: è molto meno schematico e rigido. L'ideologia non è qualcosa di già dato che si trova rispecchiata nel testo, ma la si trova nei linguaggi e nelle loro relazioni.
Scarto da Lukacs (rispecchiamento): il quadro sociale riportato non dà per scontata un punto di vista già deciso, ma è rappresentato con le sue contraddizioni. Inoltre la realtà sociale passa attraverso i personaggi del romanzo.
Bachtin considera la situazione sociale e anche la storia letteraria, analizzando
Il carnevale e le manifestazioni folkloristiche che, secondo lui, si sviluppano contro la cultura ufficiale. La "carnevalizzazione" della cultura è l'effetto prodotto dal "Carnevale" sui generi letterari. Il Carnevale, come tutti sanno, è la festa popolare per eccellenza, ed il suo significato è quello di imitare, scimmiottandola, l'autorità (ad esempio la convenzione, o la classe sociale dominante, o ancora i politici). Lo stesso può avvenire in letteratura, quando le tecniche usate mirano appunto a "prendere in giro" l'autorità. Questa scuola rimane formalista nel suo tentativo di analizzare la struttura linguistica dei testi letterari, ma spesso, ad esempio in autori come Voloshinov, si mantiene il presupposto marxista che il linguaggio non possa essere separato dall'ideologia, perché ne è lo strumento principale. Ogni contesto definisce il significato di ogni emissione linguistica.
Ogni parte di un discorso), queste emissioni sono "eteroglotte" nel senso che mettono in gioco una moltitudine di voci sociali e le loro espressioni individuali. Una singola voce può dare un'impressione di unità e di circolarità, ma l'emissione linguistica produce costantemente (ed in certa misura inconsapevolmente) un numero notevole di significati, che interagiscono socialmente (in questo senso il concetto di eteroglossìa si lega al concetto di "dialogia"). Il "monologo" non è possibile; nella realtà tutto è dialogico.
Limiti: il carattere rivoluzionario del romanzo è l'unico genere rivolto al futuro, ma nel contempo è condizionato dalle situazioni storiche. La storicità: l'opera va inserita nel contesto letterario e culturale in cui è generata, ma si deve prendere in considerazione anche il lettore attuale. Attenua le divisioni metodologiche: vanno tutte considerate,
senza che ne prevalga unaFrye: altrimenti porta la critica fuori tema, verso altre discipline. I metodi devono confluire nell'antropologia letteraria. Frye indaga sulle cause formali, ossia sugli archetipi: forme elementari, immagini ricorrenti, che le opere continuano nel tempo a riutilizzare e riadattare, e che formano quindi collegamenti tra le opere. Anche gli schemi d'azione si ripetono; l'archetipo dell'organizzazione del testo è il mito.
Punti in comune con lo strutturalismo: solidità delle forme; non bisogna fermarsi alle immediate reazioni del gusto, ma osservare il testo da una certa distanza. La critica deve nascere da un'esigenza di conoscenza che, nel suo caso si realizza nel tentativo di sistematizzare i vari generi letterari della storia.
Frye suddivide i miti in 4 tempi:
- primavera: commedia, vittoria dei giovani sui vecchi
- estate: romance, maturità, l'eroe nella sua avventura
- autunno: tragedia, scontro tra individuo e
- L'analisi del "machismo", una specie di critica all'ideologia per riscoprire e riproporre scrittrici ingiustamente sottovalutate. Ci sono stati alcuni tentativi estremisti di formare un circuito chiuso.
leggi sociali- inverno: forme negative di satira e ironia-Le forme non seguono la storicità, ma un ciclo.
Ha come modello la Poetica di Aristotele.
Accanto all’azione e all’intreccio conferisce più importanza al tema inteso come idea o pensiero poetico che danno il senso alla storia.
Per quanto riguarda l’interpretazione dice che bisogna considerare si le intenzioni dell’autore, ma il critico deve poi andare oltre per cercare gli archetipi.
si rivolge alle immagini cercando di identificare quale tema sia più rilevante tra quelli trattati (tema insistente critica psicoanalitica).
A differenza del metodo psicoanalitico però l’esame non deve andare nel passato ma rimanere nell’opera stessa.
Il tema del “Clown” e più in generale dei personaggi del circo: è un tema che si ripresenta molto spesso tra ‘800 e ‘900 sia per la semplicità dell’argomento da trattare sia
Perché gli autori vi si identificano, dato che vivono in un'epoca in cui la società conferisce loro sempre meno prestigio.
Nel profondo del tema del clown si trova l'archetipo della "vittima innocente" e "salvatore sacrificato".
L'autore stesso è affascinato da questo tema, perché ci si identifica.
Il critico è in genere attratto dal tema che sceglie, ma per una buona critica deve, oltre a trovare sintonia con l'argomento, riuscire a guardarlo anche con un certo distacco per indagare in maniera corretta sull'opera e sui suoi dintorni.
Anche sul legame tra interpretazione dell'opera e interpretazione di sé (soggettivismo e oggettivismo) bisogna trovare una giusta via di mezzo: sentire il fascino dell'opera ma non abbandonarsi totalmente ad esso.
Eclettismo relativista? Non proprio, tutti i metodi sono considerati validi, ma devono corrispondere a un criterio di adeguatezza.
IMPARARE A LEGGERE NEL
MONDO GLOBALE La globalizzazione comporta problemi nuovi: la letteratura diventa a servizio del profitto, è di massa e non è più vista come accrescimento culturale. La critica non serve più, anzi da fastidio. C'è una crisi generale della criticità. La diseducazione trionfa. Nonostante tutto la critica continua a farsi, con nuovi metodi. Si fa via internet, e a scuola. Si sviluppano tendenze diverse: ci si affida al grande Critico o al decostruzionismo dei New Cryptics. Di positivo c'è che finisce il dogmatismo. La difesa del canone e dei valori classici Una delle reazioni alle analisi troppo cerebrali porta ad affidarsi alla figura del grande critico, ossia un individuo geniale che sa far apprezzare la letteratura, un superlettore dotato di particolare sensibilità che gli permette di capire l'autore e con una gran capacità espositiva con cui egli diffonde ciò che apprende. Il supercritico difende laletteratura dall'avanzare dell'incultura di massa considerandola come una specie protetta e ricorrendo al passato, ai classici come depositari del patrimonio linguistico. I testi sono confinati nel presente, non hanno memoria storica. Lo studio della letteratura cerca di recuperare il passato tenendo presente sia la storicità dei testi sia il loro valore di testimonianza (portatori di valori umani). Si ridà voce ai classici (attraverso l'ermeneutica e utilizzo del commento) il testo va accolto in modo "accogliente", come se fosse un altro essere che ci porta qualcosa in più. La scrittura è vista come un atto di creazione e il testo merita rispetto. Qualsiasi critica / interpretazione non può che essere parziale, quindi l'opera rimane comunque superiore, ma diventa fondamentale nel momento in cui la cultura viene messa in secondo piano. Recentemente l'importanza della letteratura si è basata sullaLa questione del canone, ossia dell'insieme di libri considerati fondamentali e, di conseguenza, dell'attribuzione di valore agli autori. Maggiore è l'autorità che emana il canone, maggiore sarà la sua imperatività.
Harold Bloom ha scritto il Canone Occidentale, che riunisce i top della letteratura, tra cui 26 classici occidentali ritenuti superiori perché la loro valenza è esterna al tempo, sono superiori al contesto storico-sociale che li ha originati.
È in contrasto con le poetiche politiche ritenute colpevoli di livellare le discipline letterarie. Il giudizio è in primo piano e il metro è l'eccellenza, l'esaltazione dei valori massimi (Bloom ha la mania di gerarchizzare, mania di competitività) che portano al culto, alla venerazione. Il protagonista diventa l'autore, il Genio, e il critico deve cercare di capire quanto l'opera abbia influenzato l'autore.
La critica canonica ha una tendenza nostalgica.
Il rimpianto elegiaco è comune ai tempi di Bloom, per l'elogio della letteratura come testimonianza che corrobora la coscienza civile e rinsalda la memoria storica. La letteratura, poiché è impotente diventa l'alternativa al mondo del potere.
Critiche femministe
Il secondo femminismo è frutto dell'onda dei movimenti di liberazione della metà e della fine degli anni '60. Quest'onda femminista si caratterizza per un'attenzione maggiore verso fattori di tipo sessuale, come la differenza biologica tra uomo e donna. Mette in discussione l'intera civiltà caratterizzata dal dominio del patriarcato e reclama pari dignità per le scrittrici.
Il secondo Femminismo si diparte in due rami:
di discorsi per le donne, ma non era possibile dato che per i discorsi si dovevano comune utilizzare elementi dalla cultura m