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La struttura del Corso
Secondo il filosofo Tesser ci sono intere parti copiate. Ma è anche vero che non sempre queste sottrazioni, variazioni, sono minori, marginali; è vero invece che il contesto è diverso: cambiare le premesse dà un colore diverso a quello che segue, anche se il pezzo è tale e quale. A volte mantenere le stesse parole cambiandone la sequenza, non è irrilevante.
Qual è la struttura di questo Corso di circa cinquecento pagine?
L'idea della pittura: è una premessa teorica generale ed il titolo non è un titolo innocente, ma ha un rinvio ben preciso. L'idea del pittore perfetto sembra riprendere l'idea del perfetto oratore di Cicerone.
La pittura La scuola di Atene di Raffaello: non c'è Michelangelo, mentre in mezzo a tanti italiani spicca il nome di N. Poussin, contribuendo traslatio imperii alla dalla nozione italiana a quella francese. Il trattato Scuola di Ateneteorico di De Piles, riprende
La descrizione della percambiare le coordinate del sistema di Champre: all'interno del testo di Champre c'è una lunga descrizione della Scuola di Atene; De Piles necorregge il tiro. exPerché questo titolo? De Piles fa un ragionamento per principi, delle lezioni cathedra, rispetto a quello che ha già detto in forma di dialogo. È una lezione quasi universitaria, che parte dai principi e segue un percorso di tipo deduttivo; il modo di condurre l'argomentazione è fortemente aristotelico, anche nel dialogo: la differenza è che in questo caso lo dice De Piles stesso. Se prima ha scelto il dialogo è perché c'è una tradizione tipicamente francese, a detta dei francesi (benché non sia affatto vero).
L'idea della pittura serve da prefazione a questo libro. Il termine "idea" fa parte del lessico platonico. Prima di esercitare un'arte, ovviamente liberale, è necessario sapere cosa riguarda.
come agisce, perché, quale sia il suo fine, quindi lo si deve definire. Riprende anche il concetto di perfezione di Champre. Nella pittura ci sono due tipi di idee: Idea generale - Idea particolare - Perché definire? La definizione serve per impedire l'equivoco, perché la parola è ambigua. L'economicità della definizione, che riflette l'economicità dell'idea, rispecchia la vera idea; se ci sono troppi "giri in torno", l'idea non è quella giusta, in quanto la chiarezza è la chiave per De Piles. La pittura è la sua essenza, cioè la sua idea, e il modo e le parole in cui la si descrive. Ma De Piles gioca con il termine "forma": ci si aspetterebbe che la intenda in senso aristotelico, ma in questo caso gli fa comodo intendere il termine come lo intendono gli artisti; parlando di "forma" e non di "disegno", De Piles nasconde il suo gioco, giocando conL'ambiguità della parola. Il traguardo della pittura sedurre gli occhi dello spettatore. La pittura è imitazione degli oggetti visibili per mezzo della forma e del colore, per sedurre gli occhi. G. Vasari cosa penserebbe di questa definizione? La prima parte potrebbe andare bene, essendo De Piles un filosofo, ma "la seduzione degli occhi" assolutamente no, infatti è molto francese: senza quest'idea non si arriverebbe a tutta la pittura francese successiva, come gli impressionisti, ma nemmeno a R. Longhi perfino.
Procedendo nel testo, De Piles afferma che il pubblico della pittura è universale perché tutti sono i grado di godere della seduzione; è un rimando a L. B. Alberti, ma in questo caso la comunicazione non c'entra. Il concetto italiano del diletto è sostituito dal concetto francese della seduzione. Un quadro efficace è un quadro che non si fa ignorare, che cattura l'attenzione, che ferma l'occhio.
della pittura è l'abilità dell'artista nel rappresentare forme e colori. La pittura può essere considerata un mezzo di comunicazione che coinvolge lo spettatore. Secondo De Piles, la vera pittura è quella che sorprende lo spettatore e lo invita a un dialogo. Questa definizione può essere applicata sia alla pittura generale che alla pittura particolare. Tuttavia, non tutte le opere possono essere considerate capolavori. Alberti sosteneva che gli elementi visivi della pittura si basano sul disegno. De Piles distingue tra storia, ovvero la narrazione, e favola, ovvero il tema della narrazione. Ma il piacere della pittura non deriva solo da queste caratteristiche. Infatti, il piacere della pittura dipende dal compiacimento indipendentemente dal contenuto. Anche se viene rappresentato un oggetto orribile, ciò che interessa è la bravura dell'artista, non il contenuto in sé. La forma è più importante del contenuto. La prima idea della pittura è il gusto, mentre la seconda è l'abilità dell'artista nel rappresentare forme e colori.è il genio combinato con latecnica. Mentre, per il gusto basta che la pittura colpisca, quindi una pitturavera e perfetta, per la seconda idea della pittura è diverso e varia in base alcontesto e al luogo: ai fiamminghi può non piacere lo stile italiano e viceversa.
Dunque, la definizione particolare della pittura a a che fare con gli stili deisingoli pittori ma anche con le diverse scuole: Zuccari non è Barocci eviceversa.
Champre fa delle definizioni assolutamente riprese da Vasari e da Leonardo,ma in chiave francese. Non c'è niente di questo: non si parla di pubblico o dipittura generale intesa in questa maniera. È molto più italiano di De Piles.
Cosa afferma il capitolo sul colore?
De Piles afferma che il colorito è una parte della pittura; ma aveva affermatoche la pittura era colore e basta. Quindi perchè? Radicalizza, estremizza la suaposizione: era a inizio della battaglia, mentre in questo caso è a guerra
finita, ha già vinto; quindi, attenua la cosa, non nei suoi pensieri, ma nella forma. Oggi il colorito fa pensare semplicemente all'incarnato; mentre, per il Cinquecento è qualcosa di diverso dal colore (non è l'aspetto simbolico del colore che interessa a De Piles): il colorito è come il colore contribuisce a dare significato e forma al quadro; è il colore del modo in cui lo si usa. Di una bilancia della pittura aveva già parlato il medico Francesco Scannelli: la pittura è un come corpo costituito da diverse parti; ai singoli pittori attribuisce una funzione analoga alle parti di un corpo umano. Ad un certo punto, afferma che sarebbe bene fare una bilancia della pittura. Da questa idea, De Piles la eredita e sceglie 56 pittori (Veronese lo tratta erroneamente due volte). De Piles non tratta i pittori meridionali. Perché? Il Sud era il Regno di Napoli, delle Due Sicilie, territorio della Spagna: della Spagna non si parla e non si tratta.è uncaso. La Francia non vede altro che sé stessa e i propri interessi; e quelliDamnatio memoriae.decisamente contrari?
Mentre, De Piles tratta due pittori tedeschi, quattro francesi, un nucleo difiamminghi e olandesi, il resto sono tutti italiani, per lo più marchigiani, fiorentini,bolognesi.
De Piles dà delle votazioni su: la composizione, il disegno, il colorito, infinel'espressione, che è aspetto della comunicazione. I voti vanno da 0 a 18 eRaffaello Sanzio ha i voti più alti (17 + 18 + 12 + 18). De Piles lo intende come ungioco, ha sbagliato chi lo ha preso seriamente, ma comunque un gioco chequalcosa dice: ad esempio, lo 0 ha un peso, ma alcuni artisti non hannonemmeno una votazione, quindi potrebbe trattarsi di un “non classificato”.
L'aspetto sorprendente, ad esempio, riguarda F. Barocci: solo 6 per il colorito!?Proseguendo, giunge a trattare il disegno.De Piles parla di un unico disegno, facendo molta confusione
Purtroppo. Mette le luci e le ombre insieme al disegno (invece nel Dialogo li metteva insieme al colore), che è il bozzetto dell'opera, quindi rappresenta l'idea generale che il pittore ha in mente. La seconda accezione è che rappresenta una parte di una figura tratta al naturale. Inoltre, il terzo significato è una circoscrizione dell'oggetto (anche L. B. Alberti trattava la circoscrizione del disegno). Quindi, il disegno diventa uno e trino, per così dire. Il pittore nel momento in cui disegna è come Dio, in quanto dal nulla crea la forma. Il disegno è la chiave delle belle arti (posizione vasariana) e ne è il fondamento: ma non è ciò che affermava nel Dialogo. La correttezza esprime lo stato di un disegno, esente da errori nelle misure; dipende dalla conoscenza delle proporzioni e dell'anatomia. È la giusta simmetria di cui parla Agostino Carracci. Le misure si ricavano dalla Natura e dalla scultura.
antica; la Natura forma una solida idea. Ovviamente, non sipossono usare le stesse proporzioni per un bambino e per un uomo, o per chisano e robusto rispetto un malato. Le proporzioni belle si ottengonocorreggendo le proporzioni vere.
De Piles afferma che in Francia ci sono molte statue antiche originali o ricavatedai calchi: questo lo può dire solo in questo momento, ma non prima.
Si può avere un istinto naturale delle giuste proporzioni solo avendole studiate:De Piles fa l'esempio di come G. Vasari descrive Michelangelo.
Insiste sulla ragione: la formazione aristotelica di De Piles non è da dimenticare,ma inoltre cresce nel pieno del razionalismo francese; il suo discorso dunqueconiuga il vecchio razionalismo aristotelico con quello nuovo cartesiano.
MANCA LEZIONE 2 MAGGIO 3 maggio 2017(da pag.152 circa dal testo su internet)
Gli aneddoti dimostravano come lo scopo principale sia la mimesi, ma in uncontesto dato per scontato (Alberti affermava che la base della
La pittura era il disegno, ma in questo caso si tratta il colore). L'Aretino afferma che, in questo caso, il caso è intervenuto a correggere la troppa diligenza. Sempre secondo l'Aretino, il chiaroscuro non è parte del disegno, ma del colore; una derivazione del trattato di Leonardo.
Viene menzionato lo scopo della prospettiva lineare: cosa c'entra con il colorito?
Quali sono i problemi da evitare nel dipingere un incarnato? Pelli troppo bianche o troppo rosse, quindi trovare il giusto tono dell'incarnato. Per i tratti maschili va bene quello che propone, ovvero un incarnato più scuro, però per quello femminile è fuori luogo. Aretino, rispondendo al toscano Fabrini, afferma che l'importante è che le figure siano sfumate: una pittura sì di tipo giorgionesco, ma anche a quello che Leonardo sostiene nel suo trattato; ancora, l'altro problema è quello delle ombre troppo scure, che diventano quasi un ritaglio.