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Chiaravalle dalle parole del re David nei riguardi del tempio di Salomone, ovvero "Signore, ho curato lo splendore della tua casa ed il luogo dove abita la tua gloria", verrà poi reimpiegato dai testi contemporanei (nel Medioevo i templi erano lunghi, per cui la contemporaneità non era come quella odierna) sia di Teofilo sia dell'abate Sigeri, prova di una disputa in corso. Bernardo di Chiaravalle sa che l'abate Sigeri utilizza questo verso come forma di autogiustificazione e Bernardo di Chiaravalle finisce per contraddirsi da solo. Dunque, l'arte può essere ammessa nelle chiese dei laici, ma nei monasteri no. E non si tratta solo della decorazione scultorea, ma anche dei manoscritti benedettini, un tipo di decorazione che non ha nemmeno una funzione sacra secondo Bernardo di Chiaravalle, che invita ad una vita austera.

SIGERI (1081 – 1151), abbandonato dalla madre, viene accolto dai monaci dell'abbazia di S. Denis, una delle

due abbazie francesi più importanti:

  • Cluny = potenza economica
  • Denis = potenza politica

da Pipino il Breve al decapitato Luigi XVI ospita le tombe dei re

è un apparato burocratico

Da direttore amministrativo, l'abate Sigeri diventa un diplomatico e viene mandato in Inghilterra in missione diplomatica. Tra le varie missioni, l'allora re di Francia Luigi VII, nel momento in cui parte per la seconda crociata, delega il potere a Sigeri durante la propria assenza. Inoltre, Sigeri accresce lo sfarzo dell'abbazia di S. Denis, per renderla all'altezza dell'Impero d'Occidente che secondo Sigeri un giorno sarebbe stato del re di Francia.

Insomma, è l'esatto opposto rispetto Bernardo di Chiaravalle, che utilizzava l'ironia per criticare Sigeri e che era interessato principalmente a due cose:

  • Contattare il primo ministro, per così dire, del re di Francia per organizzare la seconda crociata (nel De

laudenovae militiae giustificava la guerra dei cristiani contro gli infedeli e predicava la seconda crociata).

Sigeri, avendone la possibilità, li fa incontrare. - Vedere il testo di Διονύσιος ὁ Ἀρεοπαγίτης, un giurista e vescovo del mondo greco antico: giudice dell'Areopago di Atene, fu convertito al Cristianesimo dalla predicazione e dalla preghiera dell'apostolo Paolo. La Chiesa cattolica lo venera come santo.

Dionigi l'Areopagita scrive un testo sulla mistica della luce: non esiste la materia perché tutto è luce, in quanto prodotto dalla causa prima, che è luce, ovvero Dio.

A riguardo, differenti erano gli interessi di Sigeri e di Pietro Abelardo, filosofo e teologo, ricordato per l'amore con Eloisa: Eloisa era una colta e bella fanciulla della Parigi del XII secolo; Abelardo era tra i più illustri studiosi della sua epoca;

tra di loro scoppiò un'ardente passione, in cui si intrecciarono ragione e religione. Del testo di Dionigi l'Areopagita, Michele il Balbuziente, imperatore di Costantinopoli nel IX secolo, ne aveva regalata una copia al re di Francia, che così era passata in mano all'abate Sigeri. C'è una coincidenza di nomi: S. Denis tradotto è Dionigi; Abelardo, ricordato per l'amore con Eloisa, sostiene che non era possibile che si trattasse della stessa persona. Abelardo non piaceva a Bernardo di Chiaravalle, lo considerava un eretico.

Sigeri, essendo uomo politico, lo fa avere a Bernardo di Chiaravalle. Inoltre, Sigeri realizza un trattato sui fatti che riguardano l'amministrazione dell'abbazia, comprendenti il restauro e la nuova decorazione della chiesa, e una più circostanziata descrizione della ricostruzione e della consacrazione della chiesa.

Il primo edificio gotico fu proprio l'abbazia di S. Denis (1137) in Francia. Le

architetture gotiche tendono al verticalismo, dunque, gli elementi di sostegno si assottigliarono, grazie all'impiego di contrafforti, archi rampanti, volte a crociera, pilastri a fascio; mentre, pinnacoli e guglie avevano una funzione prettamente estetica, in favore sempre del verticalismo. Inoltre, nacque una nuova estetica della luce. I cistercensi, provenendo dalla Francia, furono considerati "missionari" del gotico in Europa. Sigeri è il protagonista della ricostruzione, materiale, non simbolica, della chiesa di S. Denis. La vecchia chiesa diventa poi una cripta in funzione della nuova. Sigeri nel momento in cui fa ricostruire la chiesa e ne fa arricchire il tesoro, fa annotare il suo nome in tutta S. Denis e alcuni suoi ritratti si ritrovano anche nelle vetrate; in merito scrive tre libri intorno al 1140, dove sottolinea le proprie iniziative, che secondo Sigeri in realtà derivano da Dio stesso, con il consenso di tutto il capitolo (in realtà il

consenso non era unanime). Quindi, chi è l'autore di S. Denis?

  1. Dio
  2. Sigeri (autore intellettuale)
  3. L'architetto e gli operai (autore materiale)

In questi scritti è evidente una prima volontà di dare un ritmo ai versi, attraverso gli accenti, diversamente dai versi classici che impiegano vocali brevi o lunghe.

Perché Sigeri parla di sé come un "sanguinario"? Si vede come il nuovo re David, che vuole fare ricostruire il tempio, ma per il Dio cristiano, non quello ebraico. Sigeri è molto attento e presenta la sua attività come un restauro. La basilica era nata dopo uno scontro tra padre e figlio per la dinastia dei re carolingi. Per Sigeri semplicemente era troppo piccola: ma troppo piccola rispetto a cosa? Alle altre chiese del tempo? Oppure per l'effetto mistico della luce, maggiormente esaltato dalle piccole dimensioni? Inoltre, c'era il problema del sovraffollamento e Sigeri descrive il caos in modo comico.

– realistico: anche le chiese abbaziali non ospitavano solo il clero, ma, con frequenza periodica, si aprivano al pubblico laico per le fiere. Dunque, quali i mutamenti apportati da Sigeri? Innanzitutto, l'edificio era pieno di crepe e Sigeri chiama dei pittori provenienti persino da Costantinopoli, ma in realtà si tratta di un espediente per avviare i lavori. Sigeri si occupa dei due lati corti di S. Denis, il resto degli ampliamenti è successivo, mentre la cripta è parte della chiesa originaria. Tra i vari cambiamenti descritti da Sigeri, ci sono i portali, che mostrano un Cristo in trono ed un Cristo in croce, ma anche scene di vita quotidiana a S. Denis; per quanto riguarda l'elaborata decorazione delle porte bronzee, Sigeri fa chiamare gli artisti più abili e sul timpano delle porte fa realizzare dei mosaici, contrariamente alla tradizione e all'uso in loco. Dal momento che ci sono delle scorrerie da parte dei vichinghi, il campanileacquista anche una funzione di sicurezza. Interessante è un vaso antico in porfido che si trova nel tesoro, la cui montatura d'oro a forma d'aquila è stata fatta realizzare proprio da Sigeri. Purtroppo durante la Rivoluzione Francese molte vetrate sono andate distrutte Per quanto, ma non quelle di S. Denis: i rivoluzionari avevano rispetto per lo stato, quindi per il re, che era legato a S. Denis; perciò sono state conservate in un museo, poi rimontate e rismontate in occasione della Seconda Guerra Mondiale, per poi essere riaffisse definitivamente nel 1946. Per riguarda l'altare, Sigeri enumera e qualifica le gemme, tratto tipicamente medievale (le pietre venivano spesso descritte nei bestiari come astrali e magiche), che portano ad un contatto con Dio; ma questa ricchezza, ovvero il significante, è niente rispetto a Dio: "Le cose significate sono più gradite di quanto le significa". Successivamente ad un furto, Sigeri fa mettereuna cancellata in bronzo, aperta solo dai nobili, "persone venerabili"; oltre ai nobili, l'altare offre asilo ai re, una prerogativa divina secondo l'abate, una misericordia che va oltre i poteri umani. L'altare si trovava all'interno del coro, chiuso: inferiore: chiesa anticaCoro superiore: Sigeri fa costruire un coro in legno perché è un materiale che trattiene bene il calore, a differenza del rame, altrimenti sarebbe stato "malsano per la salute a causa del freddo". La croce dell'altare maggiore aveva due facce:
  • Cristo in croce (verso l'ufficiante): Cristo in croce è ancora quasi sofferente, per cui si tratta di una datazione implicita nel testo egli anni Quaranta, infatti è nel 1120 che si passa da un Cristo trionfante ad uno patiens.
  • Pietre preziose (verso il pubblico).
La croce aveva una base di smalto ed oro. Per l'occasione, vengono chiamati artisti che lavorano "con

diligenza”: nel Medioevo, infatti, un altissimo artigianato prevaleva sulla velocità. Gli orefici, “ora cinque ora sette”, si avvicendavano nel tempo, dunque rilevante era la specializzazione; non a caso, ci impiegano ben due anni.

In merito, giungono donazioni da:

  • Citeaux
  • Un'abbazia dipendente da Citeaux
  • Fontainebleau

Nello specifico, portano materiali che a loro non servivano.

Sigeri ricorda l'anno 1140, la circostanza e prega affinchè S. Dionigi gli riservi un posto in Paradiso: “Per il decoro della chiesa che lo ha nutrito ed esaltato, Sigeri ha lavorato per il decoro della chiesa. Dando a te una parte di ciò che è tuo, o martire Dionigi, ti prega che tu preghi affinchè ottenga un posto in Paradiso. L'anno mille cento quaranta era del Verbo, quando fu consacrata.”; la claritas è per Sigeri un tutt'uno con la salvezza. Inoltre, chiarisce la mistica della luce interna, che unisce.

estetica e teologia: la mente tace, è ottusa, non è razionale, ma viene aiutata dal senso della luce. C'è un'anagogia platonica nelle sue parole; ma che cos'è un'anagogia? Per gli uomini del Medioevo c'erano quattro modi di interpretare un testo, scritto o illustrato: - letterale - allegorico - morale - anagogico o mistico La scala graduale della luce è anagogica. Sigeri dunque spiega cosa sia l'anagogia e a cosa servano tutte queste ricchezze: la ricchezza diventa uno strumento per l'intuizione divina, presentata come graduale, ma è adesione mistica; questo è un modo per presentare la ricchezza come un qualcosa di non fine a sé stesso. Anzi, secondo Sigeri, la transustanziazione meriterebbe qualcosa oltre l'oro e le gemme, dato che nell'antico tempio di Salomone si usava l'oro per cose più basse, ovvero "raccogliere il sangue di capri e di tori e la Formattazione del testo

“cenere di una giovenca”.ROBERTO DI CLARI è un vassallo della quarta crociata (1201 – 1204), un aristocratico ma analfabeta, per cui ècostretto a dettare la propria opera, Storia della conquista di Costant

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
9 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/04 Museologia e critica artistica e del restauro

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Svelo1993 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della critica d'arte e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi "Carlo Bo" di Urbino o del prof Perini Folesani Giovanni.