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Crisi del '29 Pag. 1
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come il partito Action Francaise, nel 1932 arriverà al potere una coalizione di sinistra

che non riesce a stabilizzare la situazione e cade dopo poco tempo. Vi è un caso di

cronaca, il caso Stavisky, questo finanziere che lavorava all’interno di una piccola

banca francese che emetteva delle obbligazioni false e che aveva dei rapporti con

degli uomini politici, viene arrestato e il giorno dopo trovato morto e da questo vi è la

nascita di insurrezioni da parte dell’estrema destra che porteranno a morti e feriti. La

crisi porterà (?) al governo ma il rafforzamento della destra francese mette in

difficoltà la sinistra che alle elezioni del 36 creerà una coalizione che passa dai

comunisti e dai socialisti che si accordano nel fronte popolare perchè sapevano che

questa crisi di tipo istituzionale non avrebbe fatto altro che avvantaggiare la destra e

la sinistra vince. Il presidente del consiglio diventa Léon Blum si apre in Francia un

periodo positivo per il movimento operaio, si fa mediatore con il sindacato degli

industriali e riesce ad avere aumenti salariali per gli operai, vengono varati i contratti

collettivi di lavoro, i delegati operai vengono accettati in fabbrica, viene varata la

libertà sindacale, le 40 ore settimanali di lavoro, vengono stabilite le 2 settimane di

ferie pagate, nazionalizzazione delle industrie, riforma del sistema bancario francese,

creazione di un ufficio del grano, obbligo scolastico fino a 14 anni. Nelle colonie

francesi iniziano a svilupparsi i movimenti nazionalisti e indipendentisti.

Italia: la crisi arriva in ritardo e la politica che aveva fatto mussolini di autarchia e

autosussistenza in qualche modo la protegge soprattutto per quanto riguarda le

importazioni di grano dato dal fatto che ne veniva prodotto molto. La crisi portò

diminuzione dei salari, aumento della disoccupazione e il regime reagisce con un

programma di lavori pubblici, strade, ponti, ferrovie e intervento dello stato in

economia lo farà in questi anni con il programma della bonifica integrale (riforma

rifiutata) e questa politica non funzionò nello stesso modo in tutta Italia.

CONCLUSIONE DELLA CRISI

Si conclude nel 1932 con le elezioni di un nuovo presidente Franklin D: Roosevelt,

che porterà avanti una politica opposta ai repubblicani. Quando Roosevelt viene

eletto quella che è la politica del New Deal (nuovo mondo) nessuno la comprendeva,

neanche i democratici, l’idea era quella di mandare via i repubblicani e di dare una

grossa scrollata all’economia, per uscire dalla crisi ma il programma non viene

discusso in campagna elettorale ma Franklin comincia subito ad attivarsi nei suoi

primi giorni di governo. L’azione più importante che fa è quella di dare fiducia alla

popolazione americana che ha perso tutto e con lui comincia a parlare con i famosi

discorsi al caminetto inviati via radio, parlando alla popolazione americana. La prima

azione che fa è quella di riformare il sistema bancario che non sarebbe più stato

autonomo ma sarebbe stato sottoposto alla federal riserve, garantirà alla popolazione i

depositi fatti in banca fino a 5000 euro e prega la popolazione di andare nuovamente

in banca e di depositare i loro soldi in banca per riattivare l’economia. Vara una serie

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Publisher
A.A. 2018-2019
3 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher valedicap1997 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della società contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Manica Giustina.