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C.ETEROSESSUALITA', ETEROSESSUALIZZAZIONE E VIOLENZA ANTI-OMOSESSUALE

5. Atti innaturali: disciplinare l'eterosessualità di Chrys Ingraham

Per decenni, gli attivisti per i diritti degli omosessuali si sono confrontati con dibattiti nei quali si

affermava che l'eterosessualità fosse sia naturale che normale. La domanda è: quali significati

diamo all'eterosessualità, e quali interessi vengono serviti da questa attribuzione di significati? Va

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sicuramente citato il caso di bambini (intersessuali) che nascono con due sessi. È uso comune che i

medici scelgano di eliminarne uno. Ciò viene fatto pechè nella nostra società sono previsti solo il

sesso maschile e quello femminile e, a seconda di quello che la natura ci ha dato, dobbiamo

conformarci ad esso. Quello che noi consideriamo normale e naturale altro non è che una

costruzione sociale (che ha anche a che fare con interessi economici). La scienza stessa, nel corso

della storia, si è ritrovata ad affermare assurdità per seguire interessi politici ed economici salvo poi

correggersi quando i tempi erano maturi.

Diverse femministe hanno affermato, attraverso le loro opere, che l'eterosessualità è un'istituzione,

al servizio della dominazione maschile, obbligatoria,artificiale e costruita, che è data per scontata.

Monique Witting afferma invece che l'eterosessualità è un regime politico che invade e scandisce

ogni settore della nostra vita (ad esempio quando si compila qualsiasi documento viene chiesto lo

stato civile). Si pensa che una relazione è seria solo se fondata sul matrimonio, chi non vuole

sposarsi è un immaturo che ha paura di impegnarsi. Le lesbiche ed i gay che vogliono formalizzare

le loro unioni, con un matrimonio "classico", altro non fanno che piegarsi alle rigide norme

dell'eteronormatività. L'immaginario eterosessuale (spesso accompagnato da una romanticizzazione

dell'eterosessualità) naturalizza la regolarizzazione della sessualità mediante l'istituzione del

matrimonio e le leggi nazionali che disciplinano le relazioni tra le persone.

Probabilmente non ci si rende conto che il matrimonio non è qualcosa che si desidera sin dalla

nascita: siamo stato educati a desiderarlo. Dietro al matrimonio vi è un'industria multimiliardaria. Il

matrimonio stesso è stato contaminato da stereotipi e pregiudizi: sembra quasi che il matrimonio sia

solo per i bianchi ricchi.

6.Analizzare ed interpretare l'omofobia: eterosessualizzazione, costruzione delle maschilità e

violenza anti-omosessuale di Cirus Rinaldi

Una condotta omofobica, così come ogni altra condotta, dipende dai contesti storici e culturali che

la esprimono. L'espressione omofobia è stata coniata nel 1971 da Smith e venne definita, un anno

dopo, da Weinberg, come la paura di trovarsi a stretto contatto con omosessuali. Nello stesso

periodo vennero coniati i termini omosessofobia, omosessismo, omonegatività (non solo paura ma

anche l'insieme degli atteggiamenti cognitivi verso l'omosessualità), omopregiudizio. Parlare di

omofobia potrebbe far correre il rischio che certi atteggiamenti ostili verso i gay vengano

giustificati da una paura incontrollabile.

L'azione violenta, anti-omosessuale, riveste una valenza comunicativa ed espressiva nel senso che,

una condotta apertamente e visibilmente anti-omosessuale prova inequivocabilmente

l'eterosessualità del soggetto che la mette in atto, divenendo una pratica maschilizzante. I bersagli

non sono i singoli individui in quanto tali, ma i soggetti gay o percepiti come tali che fanno quindi

parte di un gruppo sociale odiato. È difficile reperire dati certi delle vittime; inoltre sono veramente

poche le notizie di atteggiamenti anti-omosessuali nei confronti delle lesbiche che spesso passano

come violenza domestica.

L'analisi delle condotte violente anti-omosessuali: profili degli aggressori, delle vittime e dinamiche

della violenza

Secondo taluni la violenza anti-omosessuale è vista come un rivendicazione della propria

eterosessualità, secondo altri è la conseguenza della svalutazione dei gay presente in una cultura

eterosessista (anche i media possono influire, pensiamo all'immagine del vecchio gay che adesca i

giovani), secondo altri ancora è una reazione psicologica a desideri omosessuali latenti. Solitamente

sono i maschi i più intolleranti e molti di loro rifiutano che si possa nascere gay, la vedono piuttosto

come una scelta o come una malattia che può e va curata. L'agressore tipo è un giovane maschio,

che agisce in gruppo. La vittima è tanto più perseguitata quanto più è considerata effemminata. Le

vittime maschili subiscono violenze in luoghi pubblici molto più delle donne che invece le

subiscono spesso dai propri familiari. Gli agressori sono soprattutto bianchi e quasi sempre sono più

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giovani della vittima, celibi, disoccupati e con una bassa istruzione. Festeggiano dopo il pestaggio.

Per uccidere usano soprattutto coltelli o oggetti contundenti. Gli attacchi sono di natuta molto

violenta e fisica: si arriva a mutilare e smembrare i corpi. Solitamente non conoscono la vittima.

Le condotte violente anti-omosessuali come effetto della eterosessualizzazione: ipotesi

interpretative

L'eterosessualità, non solo è data per scontata, ma viene tutelata ed osannata come l'unica via

possibile. Si può solo essere etero. Si può solo essere o maschi o femmine. Oltre l'apparenza che

deve seguire tali canoni si fa riferimento anche al coito universale (Freud) cioè il coito eterosessuale

che è l'unico considerato normale. Questa idea ha delle conseguenze non solo sugli omosessuali ma

su tutti i maschi in generale, ad esempio la medicalizzazione del corpo maschile per quanto riguarda

l'eiaculazione precoce.

Come si diventa maschi: la violenza per costruire il genere e testare la maschilità

Essere maschi non significa avere un pene, bisogna seguire una serie di pratiche considerate

maschili. Ricordiamo che la maschilità può essere intesa diversamente a seconda del periodo storico

e del luogo. Nella nostra società tutto ha inizio con il confronto con le figure di riferimento (i

genitori) che già dai primi giorni di vita ci insegnano come essere maschi o femmine. Quando non

si riesce (talvolta non si vuole) a mettere in atto l'ideale egomonico di maschilità si ricorre a

compensazioni: chi ha un lavoro con un reddito basso usa altre strategie per mantenere il controllo

sulla relazione con la propria partner o provano a mostrate che non possono essere controllati

(scherzi, conversazioni sessiste, ecc...). Queste strategie messe in atto dagli uomini per dimostrare

di essere parte del gruppo dominante si chiamano "manhod acts".

Imporre l'eterosessualità, costruire le maschilità e produrre il pregiudizio anti-omosessuale

Spesso durante i processi, gli aggressori usano come stretegia di difesa il panico gay per sostenere

l'insanità mentale o addirittura per sostenere l'autodifesa in caso di avance gay non violente. Usare

la violenza diventa un modo per affermare a tutti, nonchè a sè stessi, la propria maschilità

eterosessuale.

Il sociologo Lemert si è occupato di omosessualità intesa come devianza situazionale o compulsiva

che si realizza in ambienti chiusi, in cui sono presenti solo uomini, come ad esempio le carceri.

Sykes ha analizzato tre categorie individuabili fra i detenuti: i wolves (usano i rapporti omosessuali

per il solo piacere fisico), i punks (che si sottomettono per paura o per avere dei privilegi, non sono

però effemminati) e i fags (assumo ruoli femminili e lo fanno per piacere e perchè lo vogliono, sono

i più disprezzati). All'interno delle carceri avvengono anche dei matrimoni per giustificare i

comportamenti omosessuali. I fags sono considerati vere e proprie donne, moglie (wyfies), che

subiscono la maschilità del marito.

In Sudafrica si è soliti confondere lo stupro con l'omosessualità; non è concepibile che un uomo si

lasci sodomizzare.

La paura del sesso anale negli uomini viene associata alla paura di divenire femmina. Omofobia e

misoginia infatti vanno spesso di pari passo, basti pensare ai pulling train, dove un gruppo di

uomini violenta una donna e si giustifica asserendo che se lo meritano o che vogliono solo questo.

D.CONFIGURAZIONI E STRATEGIE IDENTITARIE

7.L'identità sessuale nell'America post-closet di James Dean e Steven Seidman

I modelli di eteronormatività sono cambiati in modo significativo negli ultimi 40 anni. Nei contesti

post-closet gli omosessuali non possono più affermare di essere invisibili nè più contare sul fatto

che la loro eterosessualità sia data per scontata. La nuova visibilità gay negli anni 90 si situa

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all'interno del contesto di un nuovo interesse per la vita dei gay da parte del consumismo capitalista

e della cultura eterosessuale mainstream (corrente convenzionale e dominante). La visibilità gay è

di tendenza nelle rappresentazioni dei mass media. I primi gay apparvero nelle trasmissioni tv già

negli anni 70 ma venivano rappresentati come chiusi nel proprio segreto e nella negazione di loro

stessi. Spesso i personaggi gay e lesbiche sono rappresentati, anche attualmente, in maniera

superficiale e unidimensionale. Seidman ci parla del closet in cui un gay decide di passare per etero

nella vita quotidiana arrivando a rinnegare i propri desideri omosessuali. La situazione cambia negli

anni 90 grazie alla decriminalizzazione dell'omosessualità. La comunità lesbica e gay è una forza

sociale chiave nell'avvalorare un'identità sessuale unitaria e, talvolta, una normativa di genere

binaria. I talk show hanno cominciato a dar spazio agli omosessuali però hanno creato la distinzione

fra gay buoni e gay cattivi (bisex o comuqnue soggetti non monogami e ancora cattive lesbiche che

sono maschiacci e lesbiche buone).

Beckhus ci mostra come molti gay hanno deciso di vivere nelle periferie suburbane piuttosto che

nelle enclave urbane gay ed ha delineato due tipi di gay dei suburbi:

I camaleonti: vedono l'identità gay come uno status sociale situazionalmente specifico.

– Durante la settimana si comportano da etero per poi mostrarsi gay durante il week-end in

appositi luoghi.

I centauri: integrano il loro essere gay nella vita quotidiana ma non nascondono altre le loro

– altre identità e non permetto l'identità gay di influire su queste.

L'omofobia non è più pesante come un tempo e si realizza con forme più blande attraverso due

pratiche sociali fondamentali:

gli etero dispiegano pratiche di identità di gener

Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
12 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/12 Sociologia giuridica, della devianza e mutamento sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher aleunam88 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Criminologia e sociologia della devianza e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Palermo o del prof Rinaldi Cirus.