vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Illustrazione caso clinico
Dopo 6 settimane di terapia di una coppia che si confronta con una coppia di terapeuti, la nuova seduta
comincia con la preoccupazione della moglie di gestire una certa situazione, ossia l’assenza di un terapeuta
per una settimana e l’assenza del marito per 4 settimane. Si chiedeva se fosse giusto continuare a venire da
sola o se questa avrebbe fatto sentire il marito messo da parte. Il marito reagisce in modo abbastanza freddo
dicendo che per lui non ha alcuna importanza. La moglie insiste su questo interrogativo arrivando a spiegare
che ha proprio bisogno di sapere come comportarsi. Il terapeuta le spiega che lei sta chiedendo aiuto ma
facendo in modo che il terapeuta assuma la stessa posizione controllante che attribuisce e di cui si lamenta da
parte del marito (il marito invece si lamenta della sua manipolazione). La donna scoppia in lacrime e spiega di
essere molto influenzata dagli altri, che al momento si sentiva vuota e che il marito le aveva tolto ogni
possibile sentimento positivo e che dentro di lei non c’era più niente. Il marito continua a rimanere in silenzio
ed essere distanziante. La moglie comincia a fare un parallelismo rispetto alla sua infanzia, ad una madre poco
sensibile e un padre controllante che le diceva cosa fare o pensare. La madre aveva lasciato la famiglia quando
lei era adolescente. Lei rimase con il madre e fu molto colpita dalla reazione emotiva da padre e di come lui
fosse diventato debole mentre lei era stata costretta ad assumere il ruolo di grande e forte. Spiega che in 14
infanzia si sentiva fisicamente piccola all’interno di un corpo enorme, così piccola da non poter essere sentita.
La madre le disse, poi, che il padre si arrabbia molto quando scoprì di essere incinta di lei, e questo provocò
nella donna la sensazione di esser indesiderata. In questo momento intervenne i marito che spiegò come la
moglie non era stata indesiderata e di come non lo fosse neanche adesso da parte sua, ed aprì un parallelismo
rispetto alla sua storia. Spiegò che anche lui non voleva e non era pronto ad avere il suo primo figlio. la sua
storia era stata caratterizzata da un susseguirsi di scelte non volute a cui era stato obbligato e che avevano
condizionato la sua indipendenza. Con la prima moglie fu incastrato con un bambino. Decise di lasciare la
donna ma decide di essere un buon padre contribuendo economicamente e cercando di essere più presente
possibile. Allo stesso tempo in lui erano presenti forti sensi di colpa e la paura di essere come il padre che
aveva abbandonato la famiglia quando lui era ancora molto piccolo. La stessa cosa accade con la seconda
moglie. Lui la amava ma aveva bisogno di godersi la relazione di coppia e non era ancora pronto ad avere un
altro bambino. Spiegò come lei lo forzò durante un rapporto sessuale a non prendere precauzione, a finire il
rapporto sessuale e che questo lo aveva fatto sentire incastrato. Il terapeuta lo invita a riflettere sul fatto che
avrebbe avuto la possibilità di ribellarsi o di usare contraccettivi differenti, e lui si giustificò semplicemente
dicendo che era accaduto tutto troppo in fretta. Si cercò allora di ricreare nel uomo la sensazione che anche lui
era stato responsabile delle sue scelte. Allo stesso tempo, il terapeuta spiegò che la moglie lo metteva in una
condizione in cui lo obbligava ad alcune scelte e l’unica reazione per lui era quella di ribellarsi facendo sentire
la moglie non desiderata. La seduta si chiuse con il riconoscimento da parte del marito che se la moglie fosse
andata da sola alle sedute lui si sarebbe sentito escluso e non sarebbe più venuto agli incontri successivi.
Commento
Ci occuperemo adesso del rispecchiamento. Partiamo dal presupposto che anche se non si conosce il reale
motivo del ritardo, la seduta inizia con l’idea della separazione della coppia, della distanza e con l’interruzione
della terapia; tutto questo si collega alla richiesta della donna riguardo a come gestire la situazione che implica
in sé il gestire la dimensione della perdita. Affinché si possa creare una base sicura, è necessario che si crei un
buon contratto terapeutico in modo che eventuali violazioni siano visibili e quindi si possano ristabilire i
limiti. L’idea di lavorare sul rispecchiamento implica il chiedersi come lavorare sul transfert: l’interpretare il
transfert significa offrire un rispecchiamento delle emozioni e delle dinamiche di coppia. Il transfert può
riferirsi a quello che accade all’interno della coppia o quello che accade con i terapeuti. ciò che promuove il
cambiamento non è tanto la correttezza del’interpretazione, ma la capacità di creare ed evidenziare i legami
emotivi. La donna spiega di non riuscire a sentirsi felice in presenza del marito. Lei non riesce a dare un
rispecchiamento marcato all’emotività negativa del marito e quindi la fa propria all’interno di un meccanismo
di invischiamento tipico del modello preoccupato. Questo le provoca confusione e la rende sensibile a ciò che
provano e percepisce degli altri. Ecco quindi che la necessitò di ricevere una risposta chiara dai terapeuti è cos
pressante. I terapeuti erano preoccupati che i racconti di infanzia della donna andassero togliere tempo e
focus alla relazione di coppia. Invece, la storia della donna ha permesso al marito di inserirsi del discorso
ritrovando una risonanza nella propria storia proprio con l’elemento che nella storia della donna era il più
doloroso, osai il fatto di essere stata concepita i modo indesiderato. Il marito è quindi in grado di fare almeno
un intervento contenitivo verso la moglie, per spiegare poi invece come quello stesso tipo di fenomeno/scelta
sia stato per lui un’imposizione e altrettanto fonte di dolore.
Conclusioni
La teoria dell’attaccamento può essere usata nei seguenti modi e in base ai seguenti principi all’interno della
terapia di coppia:
- Accrescere l’opportunità dei partner di scoprire se stessi e gli altri come esseri intenzionali che
pensano e sentono in modo soggettivo
- Creare una base sicura in cui è possibile incontrarsi e giocare la realtà dell’altro rimanendo in
contatto con tale esperienza tramite contingenza ma resistendo alla pressione di portare sullo stesso 15
piano gli stati interni e la realtà esterna, attuando la riposta di marcatura. È un po’ il modo in cui il
bambino viene iniziato alla gioco del far finta
- I terapeuti diventano potenziali oggetti di attaccamento caratterizzati da senso di intimità
- Le attualizzazioni agite nel transfert e nel controtransfert possono guidare la tecnica terapeutica
rendendosi conto delle dinamiche e degli stili di attaccamento che vengono messi in gioco
- Modulare la postura, l sguardo, i tempi della conversazione, il tono, ecc per adeguarsi allo stato
affettivo della coppia
- Esiste anche uno stato di attaccamento del terapeuta che influenzerà in modo dinamiche il processo
terapeutico e le possibilità di rispecchiamento
Strumenti di valutazione dell’attaccamento al partner
Il generale tali strumenti si basano sulla teoria dell’attaccamento anche se non esiste una metodologia
condivisa che delinei il modo di misurare l,o stile di attaccamento. Capiamo bene che la chiarezza
metodologica nella strutturazione di uno strumento dovrebbe invece essere importante poiché se un elemento
può essere osservato solo indirettamente è necessario che lo sperimentatore individui le componenti
fondamentali e la natura del fenomeno da studiare proprio perché saranno su tali elementi che si baserà la
valutazione finale.
In generale possiamo dire che gli ambiti di indagine riguardano a “natura” dei diversi legami di attaccamento
lungo l’arco di vita, i “processi” sottesi alla loro costruzione e la “continuità/discontinuità nella qualità di
questi ultimi
Di solito gli strumenti sono una adattamento o rielaborazione di strumenti di base.
Fra i più recenti troviamo quello che attuano una prospettiva psicosociale arricchita dalla dimensione
evolutiva. Si dividono in strumenti di natura clinica, quelli self report legati alla prospettiva psicosociale,
quelli narrativi basati su un funzionamento psicodinamico e poi l’osservazione diretta e indiretta.
Strumenti self report
Single Item Measure
Sebbene cronologicamente il primo strumento per la valutazione del legame amoroso sia lo strumento italiano
Questionario sull’attaccamento attuale, sirticamente il primo importante strumento è il questionario Single
Item measure di Hazan e Shaver. Esso è parte del più ampio Adult Atacchment Questionaire AAQ che cerca di
adattare le idee e i risultati empirici degli studi di Bowlby e della Ainsworth allo studio dell’amore di coppia
inteso come legame di attaccamento. Esso parte dallo volontà di rimanere fedeli al modello originale
dell’attaccamento introducendo anche le principali teorizzazioni sull’amore e i legami amoroso. Gli autori
ritengono che le variazioni nelle precoci esperienza di accudimento creino delle differenze durevoli negli stili
relazionali tanto da individuare 3 stili di attaccamento infantile che si manifestano i età adulta in stili di amore
romantico. Lo strumento prevede 3 descrizioni di modi di relazionarsi al partner e si chiede al soggetto di
indicare quello che riflette meglio la sua esperienza. Questo iniziale strumento presenta molti limiti di cui gli
autori sono infondo consapevoli. La volontà di rimanere legati al modello bowlbyano, per esempio, porta ad
accostare in modo acritico l’amore romantico al legame di attaccamento, senza considerare che non sempre la
relazione amorosa prevede sin da subito la creazione di un attaccamento. Oppure si ritiene che la relazione
amorosa contenga i tre sistemi di attaccamento, cura e sessualità ma non si concettualizza la relazione tra di
essi o se è l’attaccamento che contiene gli altri sistemi. Poi si concettualizza una certa continuità dal periodo
infantile e quello adulto, anche se si riconosce che sia una visione eccessivamente pessimistica per i soggetti
con attaccamento insicuro. si è poi adottato uno stile categoriale anche se così si è affermato che le
caratteristiche dell’attaccamento individuino quasi i tratti di una persona senza considerare che la relazione
amoroso dipendenza anche dal particolare modo in cui il soggetto si relazione a determinate situazioni o 16
persone. Possiamo allora dire che gli autori sono stati dei pionieri, hanno aperto lo strudie e la creazione di
questi strumenti e hanno fatto emergere i punti critiche che sono poi stati indagati dai successivi strumenti.
Tra gli strumenti self-report riconducibili al lavoro di Hazan e Shaver abbiamo ASP Adult Style Prototypes,
AAS Adult Attachment Scale, ecc. questi strumenti hanno cercano di superare i limiti dello strumento
precedente,