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Pagemaker e Adobe Photoshop. A volte producono dei trailer davvero complessi. Tutti questi
mezzi a disposizione incentivano la cultura del cinema amatoriale. Gli articoli sul making-of
permettono la condivisione dei consigli tecnici. I trailer rispondono anche a sfide specifiche del web
come canale di distribuzione. Tutta la pubblicità intorno alle parodie di Star Wars serve da
promemoria per la qualità più caratteristica di questi film amatoriali: l’essere così pubblici. L’idea
che i produttori dilettanti possano avere un seguito globale è in conflitto con la marginalizzazione
storica della produzione mediatica grassroots. Mentre l’arte filmica amatoriale è sempre esistita fin
dall’avvento del cinema, e mentre i critici l’hanno spesso promossa come alternativa grassroots
rispetto al complesso produttivo commerciale, i suoi prodotti sono rimasti filmini domestici:
1. Venivano proiettati soprattutto in privato, mancando ogni possibile canale di distribuzione
pubblica;
2. Erano molto spesso documentari di vita familiare e domestica;
3. Venivano percepiti come imperfetti e di interesse marginale oltre l’ambito ristretto della loro
produzione.
I critici sottolineavano la mancanza di arte e la spontaneità del film amatoriale in contrasto con la
raffinatezza tecnica e la sofisticatezza estetica dei film commerciali. Le limitazioni tecniche del
medium rendevano difficile l’editing amatoriale dei film e gli unici mezzi di pubblicazione erano
controllati da produttori di media di tipo commerciale. La produzione digitale altera molte condizioni
che avevano reso marginale il ruolo della produzione matoriale: il web le fornisce un canale di
visibilità che la libera da uno spazio privato ristretto; l’editing digitale è più semplice di quello
Super-8 o video, e consente un intervento più diretto da parte dell’artista sul proprio lavoro. Il
cinema digitale costituisce un nuovo capitolo nella storia complessa delle interazioni tra produzione
filmica amatoriale e media commerciali. Questi film rimangono amatoriali nel senso che sono
realizzati a basso costo, prodotti e distribuiti in contesti non commerciali e creati da non
professionisti. Molti altri tratti tipici della produzione amatoriale sono scomparsi. I film domestici
sono diventati film pubblici, nel senso che sono destinati ad un pubblico che oltrepassa la cerchia
di amici e conoscenti dell’autore. Anche il loro contenuto è pubblico. Se questi prodotti riescono ad
attirare l’interesse di un pubblico mondiale non è perché siamo interessati al voto che hanno
ottenuto nel loro compito su Shakespeare, ma quello che motiva gli spettatori così distanti a
guardare gli stessi film è la passione comune per l’universo Star Wars. I cineasti dilettanti
producono contenuti di qualità commerciale con budget irrisori. Rimangono dilettanti nel senso che
non ricavano dai loro lavori profitti ma sono in grado di generare effetti speciali che solo dieci anni
fa costavano una fortuna. Quasi tutti i registi sono stati chiamati a dimostrare la loro abilità
nell’ottenere un particolare effetto. Shane Faleux ha adottato un approccio open source per
completare la sua opera di 40 minuti, Star Wars: Revelations, uno dei lavori recenti di questo filone
che ha avuto il maggior successo. Il progetto si è avvalso della collaborazione di centinaia di
persone da ogni parte del mondo. Quando il film venne messo in rete fu scaricato da più di un
milione di utenti. Questi ragazzi creativi hanno accolto con prontezza le potenzialità del digitale,
come mezzo per abbattere i costi produttivi dei loro film e come banco di prova per nuovi talenti.
Cray Kronke dichiara di aver realizzato il suo film, The new Word, con circa 26 dollari usando
costumi e articoli recuperati da preesistenti collezioni di attrezzature di Star Wars. Il problema più 4
grande affrontato sul set era dato dalle spade laser che andavano in frantumi e dagli effetti sonori.
Il marketing di massa di Star Wars ha fornito molti degli strumenti di supporto necessari a queste
produzioni. Star Wars è l’esempio di convergenza mediatica in azione. La scelta di Lucas di
ritardare il suo compenso per il primo film di Star Wars in cambio di una percentuale sui diritti
secondari è stata citata come punto di svolta nell’emergere di una nuova strategia di produzione e
distribuzione. Si ritiene che le action figure della Kenner siano state la chiave per ridefinire il
collegamento tra media e industria dei giocattoli, mentre il tema musicale di Williams ha contribuito
alla ripresa del mercato degli album di colonne sonore. Lucasfilm ha continuato a trarre profitti dal
franchise Star Wars grazie alla produzione di racconti originale e fumetti, la distribuzione di
videocassette e audiocassette, il marketing ininterrotto dei giocattoli e del merchandise, nonché
per mezzo del mantenimento di un apparato pubblicitario, che include una curata newsleter
mensile destinata ai fan. I produttori amatoriali spesso fanno uso di costumi e articoli reperibili in
commercio, acquisiscono musiche dagli album di colonne sonore e da suoni estratti dai video e dai
giochi di Star Wars e apprendono le tecniche degli effetti speciali dai documenti televisivi e dalle
riviste commerciali. I duelli con le spade nel film erano quasi sempre accompagnati da sottofondi
musicali. I rumori dei colpi sono tratti dal film “Predatori dell’arca perduta” e c’è un suono preso da
“Lawrence d’Arabia”. La musica viene a sua volta dalla colonna sonora di “The Phantom Menace”.
Le action figure furono per quella generazione dei precursori degli avatar che hanno permesso loro
di impersonare un cavaliere Jedi o un cacciatore di tagli intergalattico. Manipolando i personaggi, i
bambini potevano ricreare le loro storie. Senza clamori, un buon numero di registi giovanissimi è
tornato alle action figure e le ha usate come strumenti per i suoi primi lavori creativi. Il sito web di
Probot offre la seguente spiegazione del loro processo produttivo: la prima cosa che bisogna
sapere su Probot Productions è che è al verde. Spende tutti i soldi in giocattoli. Hanno un budget
limitato per gli effetti speciali. Per le scene usano cesti per il pane, un tubo ricavato da un
asciugacapelli, scatole di cartone, un pezzo di scarto di un distributore automatico e contenitori del
latte. Le grandi scatole di polistirolo che contengono i componenti degli stereo sono perfetti per
creare ambienti simili a quelli delle astronavi. Nessuno regista digitale ha spinto l’’estetica del
cinema di action figure così lontano come Eban Mather. I suoi film come Godzilla rappresentano
avventure senza regole lungo la cultura popolare. Oltre che per il loro umorismo e per il ritmo
rapido i film di Mather si distinguono per la loro ricchezza visiva. Lo stile frenetico di Mather è
diventato più personale, di lavoro in lavoro, attraverso la sperimentazione di combinazioni diverse
delle forme di animazione, immagini intermittenti e mascherate, movimenti di camera veloci. Se i
creatori di film di action figure hanno sviluppato un’estetica basata sulla riappropriazione di
materiale proveniente dai media mainstream, questi ultimi a loro volta hanno imparato ad imitare
tali contenuti. La serie animata di Nickelodeon Action League Now!! Ha un cast che sono bambole
male assortite e action figure mutilate. Uno dei protagonisti è nudo. Le loro dimensioni sono
diverse a testimonianza della collisione tra universi narrativi differenti che caratterizzano il gioco di
action figure per i bambini. Il web rappresenta un luogo di sperimentazione e di innovazione dove i
dilettanti possono allenarsi sviluppando nuove pratiche e nuovi temi nonché generando materiali
che potrebbero diventare a modo loro prodotti cult. Tra queste pratiche le più commerciabili
saranno assorbite all’interno dei media mainstream o direttamente attraverso l’ingaggio degli autori
e lo sviluppo a partire da quelle idee base di lavori televisivi, video e cinematografici, oppure in
modo indiretto con un’imitazione di secondo ordine delle stelle qualità tematiche ed estetiche. In
cambio i materiali dei media mainstream potrebbero ispirare i successivi sforzi amatoriali che
spingono la cultura popolare verso nuove strade. In questa dinamica le opere dei fan non possono
più essere viste come derivate da materiali dei media mainstrem, ma devono essere percepire
come a loro volta aperte all’appropriazione e alla rielaborazione da parte dei media.
Lo Wookie da 500 libbre
Parte della seduzione che stimola a partecipare al concorso ufficiale del fan cinema di Star Wars si
deve al ruolo personale di Lucas che seleziona il vincitore tra i finalisti, identificati da Chris Albrecht
di AtomFilm ed esaminati dallo staff di LucasArts. Non c’è dubbio che a Lucas piacciano alcune
forme di creatività dei fan. Un’altra lettura possibile è che l’impresa e forse lo stesso Lucas ha
voluto controllare ciò che i fan creavano e diffondevano. Amano molto i loro fan e voglio che si
divertano. Se qualcuno però usa i personaggi per creare una storia fine a se stessa non agisce
nello spirito di ciò che vuol dire essere fan. Essere fan significa celebrare la storia così com’è. 5
Lucas vuole essere celebrato e non appropriato. Ha aperto uno spazio dove i fan possono creare e
condividere le loro creazioni ma alle sue condizioni. Il franchise ha affrontato la questione fin dagli
anni settanta concedendo una zona di tolleranza all’interno della quale i fan sono liberi di agire e
contemporaneamente esercitando qualche forma di controllo per salvaguardare la sua storia
originale. Nel frattempo si sono alternati periodi di grande tolleranza da parte dell’azienda ed altri di
forte aggressività in cui ha cercato di bloccare tutte o almeno alcune delle forme di fan fiction. Allo
stesso tempo settori diversi della stessa azienda hanno sviluppato approcci distinti nel dialogo con
i fan: il settore game ha adottato una linea coerente con quella delle altre imprese di giochi mentre
quello dei film si è mostrato un po’ meno favorevole alla partecipazione dei fan. All’inizio Lucasfilm
incoraggiava apertamente la fan fiction tanto da aver creato un ufficio interno nel 1977 che
rivedeva il materiale prodotto dagli utenti offrendo consigli per evitare l’infrazione del copyright, dai
primi anni ottanta l’iniziativa si interruppe forse perché lo stesso Lucas inciampò in qualche
esempio di produzioni fan erotiche rimanendone scioccato. A partire dal 1981 Lucasfilm ha iniziato
a emettere avvisi contro quelle fanzine che pubblicavano storie con contenuti sessuali espliciti. Ciò
forniva il permesso di pubblicare storie non erotiche fin quando non fossero a fini di lucro. Questa
linea d’azione servì a scoraggiare in buona parte le produzioni erotiche