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Anve dispense
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Lo IAS 1 prevede inoltre che le entità presentino anche rendiconti e
documenti come bilanci ambientali e sociali.
La situazione patrimoniale-finanziaria deve avere un contenuto
minimo obbligatorio:
1. Attività: immobilizzazioni, investimenti immobiliari, attività
immobiliari, attività finanziarie, partecipazioni, rimanenze,
crediti, disponibilità liquide e mezzi equivalenti, attività
possedute per la vendita, attività per imposte correnti e
differite.
2. Passività: debiti commerciali e altri debiti, accantonamenti,
passività finanziarie, passività per imposte correnti e differite.
3. Passività incluse in gruppi in dismissione.
4. Capitale emesso e riserve attribuibili.
Rappresentazione delle voci di bilancio
Il bilancio può avere una struttura a sezione divise o in forma
scalare.
L’ordine delle voci può essere rappresentato per liquidità crescente
o decrescente.
La classificazione delle voci può avvenire tramite:
1. Criterio corrente/non corrente;
2. Criterio della liquidità;
3. Criterio misto
Classificazione delle voci secondo criterio corrente/non corrente
Secondo lo IAS 1, il criterio di classificazione di riferimento consiste
nella distinzione delle attività e passività in correnti e non correnti.
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Si fa riferimento al ciclo operativo, ossia al tempo che intercorre tra
l’acquisizione dei beni per il processo produttivo e la loro
realizzazione in disponibilità liquide.
Si ha quindi:
1. Un ciclo economico: per l’acquisizione dei fattori e la vendita
dei prodotti;
2. Un ciclo produttivo: magazzino materie
prime/produzione/magazzino prodotti finiti;
3. Un ciclo finanziario: pagamento debiti e incasso crediti.
Il ciclo operativo avrà durata diversa da azienda ad azienda.
Se è’identificabile vale la definizione, altrimenti si assume pari a 12
mesi.
Le attività correnti, come rimanenze e crediti, anche se destinati a
realizzarsi in forma liquida dopo 12 mesi sono comunque attività
correnti, stessa cosa per le passività correnti.
Le attività non correnti, classificate come possedute per la vendita,
sono i beni pluriennali, partecipazioni ecc. Inoltre sono anche i
gruppi di attività in dismissione.
Il valore contabile di tali attività è destinato a essere recuperato con
un’operazione di vendita e non con l’uso continuativo.
Criterio di classificazione alternativo (liquidità)
Il criterio della liquidità è l’eccezione. L’eccezione è ammessa
quando questo criterio fornisce informazioni più attendibili. In
questo caso tutte le voci devono essere ordinate in base al grado di
liquidità. In base a tale criterio le attività sono esposte in base alla
loro realizzabilità, ossia in base all’attitudine a trasformarsi in
denaro o altro mezzo equivalente. Le passività sono esposte in base
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al loro momento di estinzione, ossia in base all’attitudine a
trasformarsi in esborsi di denaro.
Criterio misto
Quando un’impresa svolge diverse attività o gruppi con attività
diversificata, si può adottare un criterio misto, classificando alcune
voci in base al criterio corrente/non corrente, e altre in base al
criterio della liquidità.
Le classi di valori che confluiscono nel CE
Con l’adozione della versione rivista dello IAS 1 del 2007 è stata
introdotta una rilevante modifica nella struttura del CE e delle voci
che in esso devono confluire. Nel conto economico (P&L) transitano
le voci di ricavo e di costo. Nel prospetto OCI transitano le altre
componenti di conto economico complessivo, esse sono rilevate in
una contropartita di riserva di patrimonio netto.
Il prospetto evidenzia le voci di ricavo e di costo che non sono
rilevate nell’utile.
Come stabilito dallo IAS 1 il prospetto di conto economico
complessivo si compone di due parti:
1. Un prospetto (conto economico separato) che mostra le
componenti dell’utile o della perdita dell’esercizio;
2. Un secondo prospetto (prospetto delle altre componenti di
conto economico complessivo) che inizia dall’utile/perdita
dell’esercizio e mostra le altre componenti di conto economico
complessivo, cioè le voci di ricavo e di costo che non sono
rilevate nell’utile o nella perdita, come richiesto o consentito
dagli IFRS.
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In particolare, le altre componenti di conto economico complessivo
accolgono le variazioni di fair value rilevate in contropartita di
riserve di patrimonio netto, come avviene per le variazioni nella
riserva di rivalutazione, gli utili e le perdite derivanti dalla
conversione dei bilanci di una gestione estera, ecc.
Secondo i principi contabili internazionali, le due sezioni del CE
possono essere presentate congiuntamente oppure in due
documenti separati.
Il prospetto OCI non è espressamente richiamato dalle disposizioni
contenute nel TUIR.
L’art.2 ha stabilito che i componenti reddituali, imputati
direttamente nell’OCI concorrono alla formazione del reddito
imponibile.
Secondo lo IAS 1 nella sezione P&L vanno i ricavi, oneri finanziari,
utile o perdita, oneri tributari, plusvalenze e minusvalenze,
suddivisione dell’utile o della perdita. I costi inclusi nella sezione
P&L possono essere classificati:
1. Per natura
2. Per destinazione o costo del venduto ( da maggiori
informazioni)
Contenuto dell’OCI
Sono da inserire in questa sezione alcune componenti reddituali
rilevate non a conto economico, ma in contropartita di riserve di
patrimonio netto.
Esse sono:
1. Variazioni nella riserva di rivalutazione di immobilizzazioni
materiali e immateriali;
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2. Utili e perdite derivanti dalla conversione dei bilanci di una
gestione estera;
3. La parte efficace degli utili e delle perdite sugli strumenti di
copertura in una copertura di flussi finanziari;
4. Rettifiche da riclassificazione di componenti reddituali rilevati a
patrimonio netto e come OCI in precedenti esercizi;
5. Utili e perdite attuariali da piani a benefici definiti;
6. Utili e perdite derivanti dalla rideterminazione di attività
finanziarie;
7. Quota parte delle altre componenti di CE complessivo di
società collegate e joint venture contabilizzate con il metodo
del patrimonio netto.
In seguito alla modifica tramite regolamento n 475/12 del 2012, le
voci che non saranno successivamente riclassificate in profit or loss
sono: le variazioni nella riserva di rivalutazione di immobilizzazioni
materiali e immateriali; gli utili e le perdite attuariali da benefici
definiti. Le voci che saranno successivamente riclassificate in profit
or loss sono: gli utili o le perdite derivanti dalla conversione dei
bilanci di una gestione estera; gli utili e le perdite derivanti dalla
rideterminazione di attività finanziarie classificate come FVTOCI; la
parte efficace di utili/perdite sugli strumenti di copertura in una
copertura di flussi finanziari; quota parte delle componenti OCI di
società collegate e joint venture contabilizzate con il metodo del
patrimonio netto.
Prospetto delle variazioni di patrimonio netto
È il documento che riassume ed espone in modo organico i
movimenti in aumento o in diminuzione del capitale netto.
Tale prospetto evidenzia:
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1. L’utile o la perdita netta dell’esercizio
2. Per ciascuna voce del patrimonio netto una riconciliazione tra
valore contabile all’inizio e alla fine dell’esercizio
3. L’ammontare dei dividendi distribuiti ai soci e il relativo
importo per azione.
Il rendiconto finanziario
È uno schema che rappresenta la situazione finanziaria di
un’impresa e la sua capacità di produrre liquidità.
Il rendiconto finanziario analizza:
1. I flussi finanziari
2. La liquidità
Le norme che regolano il rendiconto finanziario sono:
1. Art. 2427 cc che descrive i componenti della nota integrativa,
indicando il rendiconto finanziario
2. L’OIC 10 che disciplina i criteri per redigerlo
3. Lo IAS 7 che ne disciplina la redazione
4. Lo IAS 1 che indica il rendiconto finanziario tra i documenti di
bilancio
5. Il DLGS 139/2015 che disciplina il bilancio d’esercizio
La procedura avviene in tal modo:
1. Riclassificazione dello SP secondo criterio finanziario
2. Costruzione dello schema
3. Confronto delle voci tra un anno e un altro
4. Calcolo delle variazioni
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5. Interpretazione delle variazioni
Esistono due metodi:
1. Diretto: vengono rappresentati i flussi di cassa, della gestione
operativa, di investimento e di finanziamento, ossia entrate ed
uscite avvenute nell’esercizio.
2. Indiretto: il flusso finanziario generato dall’attività operativa si
calcola partendo dall’utile d’esercizio, depurato dalla
componente fiscale, dal pagamento dei dividendi ai soci, e
dalla variazione di componenti non monetarie. Questo valore
viene rettificato dalle risultanze del flusso di capitale circolante
netto ( rimanenze, crediti v/clienti, ratei, risconti, debiti
v/fornitori).
Il rendiconto è lo strumento di misurazione della performance
finanziaria di un’azienda. Esso evidenzia il flusso subito da una
certa risorsa patrimoniale/finanziaria in un certo arco temporale.
Esso analizza le cause del flusso.
In definitiva esso consente di:
1. Valutare la capacità dell’azienda di generare e gestire risorse
finanziarie;
2. Sviluppare sistemi per stimare i flussi finanziari futuri
3. Confrontare i risultati di imprese che adottano sistemi diversi
4. Esaminare la relazione tra capacità di generare reddito e
capacità di generare flussi di cassa positivi.
Il flusso di cassa è il CASH FLOW. È un elemento fondamentale ai
fini del controllo gestionale interno e nell’analisi economico-
finanziaria.
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Il cash flow è l’ammontare delle risorse finanziarie nette prodotte
dall’impresa in un anno, come differenza tra entrate e uscite
generale.
Con il rendiconto finanziario si monitorano le disponibilità liquide e i
mezzi equivalenti. Per disponibilità liquide si intende il denaro in
cassa e tutti i depositi incassabili a vista. Per disponibilità liquide
equivalenti si intendono gli investimenti in strumenti finanziari a
breve termine ed alta liquidità, cioè prontamente convertibili in
denaro e soggetti ad un irrilevante rischio di variazion