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Katrina e protezione civile vs governo
Le variazioni nell'elaborazione del framing (e quindi la possibile introduzione di contro-framing) nel modello a cascata dipendono da due fattori: il livello di unità o meno nell'élite politica e la congruenza culturale o meno dei frame proposti al vertice della cascata. I contro-frame per avere attenzione devono essere culturalmente consonanti con il pubblico in quanto i partecipanti sono "avari cognitivi" e tendono ad evitare dissonanze emotive. Ad esempio, il pubblico quando si distacca dal processo di cascata in un dato sistema mediatico, perché dissente da quei frame, si affida alla rete globale dei media giornalistici per confermare le proprie idee.
Conquistare le menti, conquistare l'Iraq, conquistare Washington: dalla disinformazione alla mistificazione sottocommissione della Camera USA marzo 2004 La sulla Riforma del governo nel produsse relazione 237 una con affermazioni false sulle ragioni della
guerra americana in Iraq fatte dal presidente Bush e tutti i membri più importanti del suo staff (il vice Cheney, il segretario alla difesa Rumsfeld etc). Queste dichiarazioni richiedevano una guerra preventiva in Iraq per la presenza di armi di distruzione di massa e per il forte legame esistente tra Saddam Hussein e Al Qaeda (egiugno 2004 quindi il suo coinvolgimento nell'11/09). Nel il 9/11 Commission Report affermava che non esistevano prove relative al collegamento tra Hussein e Al Qaeda. Il mese dopo la Commissione del Senato sull'Intelligence diffuse un rapporto che smentiva le affermazioni dell'amministrazione e ad ottobre Charles Duelfer veniva incaricato di indagare sulla questione nel suo rapporto si dichiarava che dal 1991 fino ad oggi l'Iraq non aveva portato avanti un programma di armamenti e non era stata stabilita nessuna connessione precedente alla guerra tra l'Iraq e Al Qaeda. Nonostante i media americani abbiano diffuso ampiamente queste
nell'ottobre 2004 (sondaggio Harris) e anche successivamente (vedi dicembre 2006 indagine PIPA) numerosi sondaggi mostrano che il consenso alla guerra non diminuisce e che numerosi cittadini sono convinti della presenza delle armi di distruzione di massa e dei collegamenti tra il leader iracheno e Al Qaeda. Ma come si spiega tutto questo? La gente tende a credere a ciò che vuole credere. Inoltre l'amministrazione Bush dopo l'inizio della guerra ha continuato per anni a diffondere dichiarazioni fuorvianti che si basavano su percezioni errate. Il sostegno popolare si è raccolto tramite le connessioni emozionali e cognitive sui concetti terrorismo, guerra in Iraq e preoccupati per la propria incolumità di e soggetti più ansiosi tendevano a opporsi alla guerra mentre i soggetti arrabbiati, non perché fossero meno informati, rinforzavano il loro appoggio alla guerra. Inoltre, le persone ansiose erano meno portate ad appoggiare la guerra, ma quelle.che l'appoggiavano difficilmente lasciavano influenzare le loro opinioni da informazioni correttive. Le info in se stesse non alterano le opinioni a meno che non vi sia un'eccezionale livello di dissonanza cognitiva. Questo perché la gente sceglie le proprie info in base ai propri frame cognitivi. I 2 principali frame attivati furono la paura e il patriottismo, che costruivano una rete di associazioni nella mente delle persone. Attivavano l'emozione più profonda esistente nel cervello umano: la paura della morte. Alcuni ricercatori hanno rilevato, indagando sull'impatto dell'ansia, che la presenza della morte nella mente degli elettori ha portato al sostegno di Bush nelle elezioni del 2004 anche da parte dei soggetti di ideologia liberale (la paura della morte conduce ad idee più conservatrici, nazionaliste, sostenitrici della famiglia patriarcale e dei valori tradizionali). Ma come è avvenuto praticamente tutto questo?fornito i frame ai media che li hanno offerti al pubblico. La presidenza è l'agenzia solo una delle parti dell'agenzia, composta inoltre dal Congresso, le Forze Armate, Le Nazioni Unite e i leader stranieri. L'amministrazione all'inizio ha avuto molto successo a diffondere i frame della guerra, del patriottismo alle élite politiche statunitensi e in questa maniera ha abbattuto ogni tipo di opposizione ogni dissenso sarebbe stato visto come antiamericano. Secondo Lakoff aquel tempo la battaglia politica era battaglia per il framing. Il primo frame era legato ad una autodifesa narrazione di dalle armi di distruzione di massa, nelle prime settimane di guerra l'immagine dei militari americano che aiutavano i cittadini iracheni a rovesciare la statua di Hussein frame della vittoria.era stata diffusa in maniera capillare e con essa il Pian piano i servizi hanno parlato sempre meno delle violenze in Iraq questa non è stata una caratteristicasolodell’informazione made in USA ma anche gli altri paesi hanno avuto la propensione a far passare ilmessaggio guidato dall’amministrazione. Le armi di distruzione di massa non trovate introdusseronarrazione del soccorso:la gli Stati Uniti erano in Iraq per esportare la democrazia. Ben prestoperò fu chiaro che la resistenza irachena non si sarebbe arresa così facilmente il popolo daguerra per autodifesa.liberato fu (ri-)trasformato in terroristanarrazione Successivamente siframe patriotticocapì che la chiave per la vittoria della guerra sarebbe stata l’introduzione del i9leader stranieri e l’ONU a seconda del loro schieramento erano definiti “coalizione dei volenterosi”oppure “partner inaffidabili”. Il frame patriottico servì anche a giustificare l’isolamento: noi in quantoamericani siamo difensori della libertà a prescindere dall’irresponsabilità degli altri paesi.Dal framingpolitico si poteva così passare all'agenda setting, la quale è rivolta ai media e serve ad influenzare l'opinione pubblica. L'agenda deve:
- dare rilevanza a determinate questioni
- definire una narrazione per queste.
In questo caso la narrazione originaria, come si è detto, era basata sulla disinformazione. Come hanno dimostrato Entman e Bennett i media reagiscono diversamente a seconda del livello di accordo/disaccordo delle élite politiche. Più ci sarà dissenso, più sarà diversificato il trattamento della narrazione. Nel 2002-2003 c'era scarso dissenso rispetto alla guerra in Iraq nel Congresso, finché i media non percepirono il dissenso rimasero confinati nella media dinarrazione dall'amministrazione. Bisogna inoltre fare un ulteriore differenziazione tra parte mainstream. Il giornalismo schierato cattura un segmento importante del mercato perché riunisce tutti i soggetti che desiderano trovare
nell'informazione mediatica una conferma ai loro PDV. Ad es. i media conservatori hanno utilizzato il frame del patriottismo e quello della guerra al terrore per legarli alla guerra in Iraq. La copertura giornalistica è stata quindi caratterizzata da una parzialità distorsiva. Una parzialità che è perdurata nel tempo e che esisteva ancora nel 2007 quando uno studio di Jacobson ha mostrato una correlazione tra la fonte delle notizie e le percezioni errate (Fox fu allora l'emittente che più sostenne la linea dell'amministrazione e il primato culturale-politico degli USA). Nel caso di un media di parte sono due i processi in atto: le persone vengono influenzate dal media in sintonia con le loro idee perché ascoltano solo chi vogliono ascoltare, ci si affida ad una parzialità mediatica in quanto ai soggetti ansiosi, che di solito sono inclini all'approfondimento, una certa esposizione mediatica può condurre.all'estremo opposto. Per quanto riguarda il mainstream questi media hanno seguito la linea dell'amministrazione finché le élite politiche non si sono divise sulla guerra mano a mano che disinformazione. Le critiche si intensificavano i media mainstream hanno iniziato a parlare di Manuel Castells e Amelia Arsenault hanno realizzato un lavoro per comprendere il sostegno alla guerra in Iraq e la valutazione del suo andamento (che va da marzo 2003 ad aprile 2004-2008) gennaio la maggioranza degli americani crede ancora che l'intervento in Iraq sia febbraio 2004 stato giusto; l'opinione pubblica si inizia a schierare contro la guerra. Come mai? Il 2004 era stato l'anno delle presidenziali perciò i media si erano aperti ad un'agenda-setting che deviava da quella delle élite politiche. Bush continuava a fare della guerra il suo cavallo di battaglia mentre Howard Dean, all'opposizione, si schierava contro. Egli organizzò la suacampagna puntando su internet e perciò nella blogosfera il tema della guerra divenne molto accesso citizen journalism. Abu In questo periodo vari media pubblicano materiali scomodi alla guerra (vedi foto Ghraib provenienti da una fuga di notizie all'interno della struttura militare) questo dissenso diede l'occasione a una parte dei media di distaccarsi dal frame dominante sulla guerra. L'opinione pubblica però non condannò in maniera pesante quegli atti: ad un mese dalla loro pubblicazione il 76% degli americani aveva visto quelle foto e un 1/3 le considerava troppo scottanti per essere mostrate in tv. Successivamente nella campagna presidenziale del 2004 il tira e molla di John Kerry che prima aveva appoggiato la guerra presentandosi come veterano del Vietnam, quindi persona più competente in campo rispetto a Bush sottrattosi invece alla leva militare, e poi se ne era distanziato per andare incontro al sentimento contrario dei suoi democratici gli
provocò una perdita in termini di credibilità. I democratici però crearono così un'apertura nei media per un'analisi più precisa sulla guerra. Nell'ottobre il sostegno per la guerra scese per la prima volta al di sotto del 50%. Ciò che però cambiò il clima politico fu la cattiva gestione dell'Uragano Katrina da parte di Bush: venne meno il frame di presidente padre protettivo ed efficiente leader nei momenti di crisi. I democratici così si sentirono sempre più svincolati dal presidente ed ovviamente i media ne approfittarono per diversificare le loro fonti. In previsione poi delle elezioni del congresso del 2006, i democratici puntarono sulla guerra come argomento per contrastare Bush e i suoi. Il risultato fu una situazione di maggioranza per i democratici per la prima volta dopo 12 anni. Nel 2007 i media tornarono a seguire l'agenda fissata da Bush: la strategia. Il presidenteIl presidente licenziò Rumsfield e Wolfowitz perché erano considerati gli artefici della perdita.