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CAPITOLO 10: SISTEMA DELLE RICOMPENSE
• Ricompense implicite, cioè risorse non monetarie corrisposte al lavoratore, come le
possibilità di sviluppo professionale e di carriera o i riconoscimenti immateriali
• Ricompense esplicite, cioè le risorse monetarie o monetizzabili corrisposte al lavoratore
Per le ricompense esplicite esiste un sistema:
In breve, le fisse monetarie sono di posizione, cioè sono composte da una retribuzione fissa basata
sulla posizione occupata (il classico stipendio fisso insomma, cioè quello che prendono tutti coloro
che occupano una data posizione), mentre quelle variabili monetarie variano in base alla
prestazione fatta. 39
CAPITOLO 10.1: RETRIBUZIONE
La retribuzione è il principale strumento attraverso il quale l’impresa persegue l’obiettivo di attirare,
trattenere e motivare i lavoratori con caratteristiche idonee al perseguimento degli obiettivi
aziendali.
Si distingue:
• Una retribuzione in funzione della posizione, cioè la retribuzione di base o fissa
• Una retribuzione in funzione della prestazione, cioè la retribuzione variabile
CAPITOLO 10.1.1: FORME DI RETRIBUZIONE VARIABILE
• Retribuzione a cottimo, è utilizzata per posizioni esecutive e stabilisce ricompense in
funzione delle unità prodotte (è molto utilizzata dai cinesi, cioè ogni unità prodotta vale la
retribuzione quindi più produci più guadagni). Questa tipologia incentiva il contributo
individuale dell’operaio nella saturazione dei tempi di lavoro e nell’utilizzo efficiente delle
risorse. Trova ampia applicazione nelle imprese industriali di tipo taylorista ed in sistemi
tecnici non altamente automatizzati. I limiti di questa sono:
Automazione dei compiti più semplici
o Affermazione di nuovi modelli di divisione del lavoro (arricchimento delle mansioni,
o maggior impiego del lavoro di squadra)
• Gain sharing, retribuzione variabile di gruppo e partecipazione ai guadagni che si originano
dalla prestazione di un gruppo di unità. Prevede la socializzazione delle informazioni e la
partecipazione alle decisioni
• Profit sharing, retribuzione variabile di gruppo. E’ legata ai risultati economici di un’impresa
nel suo insieme. Le sue condizioni di efficacia sono:
Il gruppo è di ridotte dimensioni
o La responsabilità e l’incidenza delle azioni sui risultati sono rilevanti
o La partecipazione riguarda i profitti e non anche le perdite
o E’ possibile accordarsi su procedure eque e trasparenti di definizione e misurazione
o dei profitti da distribuire
• Management by objectives, sistema retributivo applicato a livello direttivo. In questo si
prevedono i risultati da raggiungere e si impiegano tali obiettivi come criteri per valutare il
livello di performance raggiunta dai diversi responsabili. E’ prevista l’esistenza di uno stretto
collegamento tra il sistema di programmazione e controllo, il sistema di valutazione delle
prestazioni ed il sistema di incentivazione monetaria 40
SECONDA PARTE – COMPORTAMENTI ORGANIZZATIVI – PROF BRIGANTI
CAPITOLO 1: INTRODUZIONE E MANAGER 4.0
La performance è in funzione della motivazione per la capacità. Il contesto svolge una funzione di
mediazione quindi se non agevola, la suddetta moltiplicazione sarà influenzata quasi sicuramente
in negativo. Ogni cultura organizzativa è migliore per un contesto e peggiore per un altro quindi non
si possono applicare tutte le culture in tutti i contesti.
Studiare i comportamenti organizzativi significa capire cosa ha determinato quel comportamento,
la dinamica di questo e l’effetto del comportamento nel concreto. Un buon manager 4.0 deve
studiare queste cose per poter incoraggiare i comportamenti che hanno un impatto positivo e
scoraggiare quelli che hanno impatto negativo sulla performance. Un manager 4.0 deve essere
coerente con le sue scelte e saperle motivare.
Il manager del passato era un manager che si limitava a controllare e “comandare”, era molto
orientato ai risultati (cioè puntava semplicemente a produrre risultati di tipo economico-aziendale
ed era guidato da ragionamenti economici; puntava a fare utili insomma). Con il manager del
passato, i lavoratori erano spessi scontenti e non si fidelizzavano con l’azienda, pertanto la loro
insoddisfazione era abbastanza alta e quindi lavoravano peggio o addirittura si assentavano o
cercavano alternative causa scarsa motivazione. Questo atteggiamento manageriale, soprattutto
nelle aziende private, ha portato a gravi conseguenze. Queste poi, nonostante il non funzionamento
nel privato, sono state anche traslate nel settore pubblico per motivi di business (cioè qualcuno ha
guadagnato con questo passaggio da privato a pubblico).
Il manager del presente, il manager 4.0 appunto, invece fa parte del team, interagisce in modo
attivo con i lavoratori e deve avere le seguenti caratteristiche:
• Innovatore
• Etico, il buon manager 4.0 infatti deve essere etico nei comportamenti e avere sani principi.
L’etica è la faccia visibile dei principi morali
• Ispiratore
• Tecnico
• Umanistico
• Analista
Il manager 4.0 infatti, deve avere un misto di tradizionali soft skill, unite a nuove competenze di
project, unite ad una certa etica e consapevolezza nonché alla capacità di creare relazioni,
comunicare e diffondere “conoscenza” su tutti i livelli dell’azienda. Il manager 4.0 è anche più
attento alle persone, alle relazioni, alle emozioni. La sua è una leadership 4.0 che prevede
l’integrazione e la connessione tra macchine, persone e sistemi informativi per creare ambienti di
lavoro più “intelligenti”. 41
Altre caratteristiche chiave che il manager 4.0 deve possedere sono:
• Visione, intesa come la capacità di comprendere e anticipare le direzioni di sviluppo del
mercato, quindi capire il contesto e capire ciò che avverrà per realizzarlo prima
• Essere ambasciatore dell’innovazione
• Essere il primo testimonial della rivoluzione digitale nella propria azienda
• Autoconsapevolezza e capacità di accettare l’errore
• Leadership orientata al team
• Essere capace di migliorare i processi attraverso la gestione e l’implementazione di
roadmap tecnologiche
• Essere abile nell’analisi di dati e trarre valore da essi
• Osservare i comportamenti e poi cercare soluzioni in modo funzionale
Il manager 4.0 discute tutti i problemi in staff con i vertici al fine di elaborare una soluzione equa
che poi verrà comunicata a tutti i dipendenti in modo uguale. Negli ambienti di lavoro bisogna
personalizzare le relazioni con i dipendenti, cioè non si possono trattare tutti allo stesso modo ma
bisogna fare attenzione alle loro esigenze e considerarli singolarmente in modo giusto. Pertanto, il
manager del presente deve fare attenzione alle relazioni umane.
Un cattivo manager invece (quindi non quello 4.0):
• Sovrastima le proprie capacità, cioè è overconfident e quindi negli altri genera o
competizione/rabbia (si ribellano) oppure gli altri accettano senza discutere ogni sua
decisione, accettandolo come condottiero (si iper-adattano alla cosa)
• Arrogante e svalutativo
• Riservato
• Insensibile
• Sempre sulla difensiva 42
CAPITOLO 1.0.1: CONFRONTO TRA MANAGER DEL PASSATO E MANAGER DEL
FUTURO
Oltre alle caratteristiche individuate nella figura qui sopra, il manager 4.0 deve saper fare rete, deve
saper comunicare con gli attori dell’intero sistema, non deve avere una prospettiva locale bensì una
prospettiva globale.
Tra le caratteristiche che il manager del presente ma soprattutto quello del futuro deve avere,
troviamo anche quelle del manager “efficace” che sono:
• Rendere chiari scopi e obiettivi a tutti coloro che sono coinvolti
• Incoraggiare la partecipazione, la comunicazione verso l’alto e i suggerimenti
• Pianificare e organizzare al fine di ottenere un ordinato flusso di lavoro
• Possedere una competenza tecnica amministrativa per rispondere alle domande relative
all’organizzazione
• Facilitare il lavoro attraverso la costruzione del team, la formazione, il coaching e il
supporto
• Fornire feedback
• Far funzionare le attività basandosi su programmi, scadenze e solleciti
• Controllare i dettagli senza essere invadente
• Esercitare una ragionevole pressione per far raggiungere gli obiettivi
• Autorizzare e delegare compiti chiave agli altri mantenendo chiarezza di obiettivi e impiego
• Riconoscere una buona performance con ricompense e rinforzi positivi
Inoltre, il buon manager, deve comportarsi in modo eticamente corretto e avere sani principi
morali. 43
CAPITOLO 1.1: TEORIA X VS TEORIA Y
La teoria X e la teoria Y sono sostanzialmente due modi diversi di vedere e relazionarsi con i
lavoratori della propria azienda.
Le aree di interesse di queste due teorie e le posizioni di esse in merito sono:
• Orientamento verso le persone: X = sfiducia; Y = accettazione
• Supposizioni sulle persone: X = fondamentalmente pigri e non interessati nel lavoro; Y =
vogliono conseguire ed essere responsabili, sono interessati al lavoro
• Condizioni in cui le persone lavorano sodo: X = quando spinti; Y = quando sono addestrate
e riconosciute
CAPITOLO 1.2: STUDI DI HAWTHORNE E NASCITA DELLA SCUOLA DELLE
RELAZIONI UMANE
Nel 1920 furono fatti gli studi di Hawthorne che sono dei disegni finalizzati ad esaminare come i
cambiamenti nei contesti fisici potessero migliorare la produttività. Nel concreto, furono modificate
tre variabili (anche perché era possibile giocare solo su queste) del contesto lavorativo per
migliorare la produttività dei lavoratori:
• Illuminazione più alta
• Pause più frequenti
• Aumenti di retribuzione
Tutte queste tre cose furono provate anche in chiave opposta (cioè invece di aumentare fu tutto
diminuito) per vedere se, effettivamente, provocassero effetti positivi e negativi (cioè se
effettivamente i cambiamenti erano dovuti alla modifica di queste variabili) e anche in che modo la
produttività cambiasse con queste modifiche. Si osservò che, pur raddoppiando queste tre cose, la
produttività non aumentava esattamente del doppio. Stesso discorso si verificò quando furono
diminuite queste tre cose, cioè la produzione continuava lo stesso ad aumentare. Pertanto, fu
teorizzato che le variabili erano relative perché i lavoratori producevano comunque di più
semplicemente perché erano osservati/considerati. Quindi si capì che la variabile determinate era
l’attenzione umana verso i lavoratori. Si iniziò c