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URSU DENISA IONELA
904213
fondamentalmente la suddivisione del regno in circa 2000 feudi che vennero
attribuiti ai cavalieri, ma al di là di questa suddivisone fu fondamentale
l’introduzione delle tecniche amministrative.
Il nuovo ruolo del sovrano nell’ambito del diritto, e in generale dell’ordinamento,
in cui esercitava al meglio la sua azione era il processo, inteso in senso lato e il
fine era quello di chiarire controversie o di intervenire qualvolta ci fossero stati
degli abusi. Questo comportava che il sovrano si limitasse a mantenere il
riconoscimento del diritto acquisito e mantenesse anche, senza trasformare, le
istituzioni di amministrazione della giustizia. Il cambiamento arrivò attraverso
l’accentramento delle funzioni giurisdizionali a Londra, quindi il ruolo
fondamentale nello sviluppo è quello tutelato dalle Corti di common low.
Dopo la conquista normanna la situazione cominciò gradualmente a cambiare.
Accanto ai tribunali locali esistevano i cosiddetti tribunali speciali, che erano le
corti ecclesiastiche perché i sovrani inglesi (da Guglielmo in poi) avevano
mantenuto l’indipendenza della Chiesa e quindi la possibilità che queste
controversie che riguardavano quell’ambito fossero gestite dalla Chiesa
attraverso l’utilizzo del diritto canonico; le corti mercantili, che applicavano il
diritto comune; le corti marittime che applicavano lo ius Gentium nell’ambito
delle relazioni internazionali. I fattori che consentirono questa trasformazione, da
una giurisdizione locale ad una generale e accentrata nel potere regio, sono
sostanzialmente tre:
La Curia Regis: era sostanzialmente il consiglio del re composta dal re e
dai vassalli. Esisteva anche la Curia Minor composta dai cancellieri e dai
clerici, gli unici in grado di leggere e scrivere. La Curia Regis aveva il
compito di amministrare le controversie;
L’istituzione dei giudici itineranti: doveva essere esercitata in ogni angolo
del Regno e per poterlo fare non si decise di istituire delle corti nelle varie
parti del Regno, ma di inviare dei rappresentanti che potessero esercitare
la giustizia del re su tutto il territorio del Regno;
L’introduzione del sistema di writs: giuristi di professione che consentivano
lo sviluppo e la sostituzione delle forme di processo con forme moderne e
innovative, ad esempio la presenza della giuria.
Tutti questi elementi contribuirono a far prevalere la giustizia regia a scapito di
quella locale. Il writ è lo strumento inscindibile per poter tutelare i diritti.
Attraverso la concessione del writ la cancelleria non faceva altro che tutelare un
diritto ed erano talmente fondamentali che hanno in qualche modo conformato
la mentalità giuridica. Nel momento in cui, col passare del tempo questo writ
veniva continuamente utilizzato diventava ordinario e poteva essere, una volta
iscritto nel registro, consultato da tutti i cittadini che ne avessero bisogno.
I giuristi inizialmente erano solo dei conoscitori del writ, poi sono dovuti
diventare capaci di individuare quello adeguato. Già nel XII secolo i cittadini
iniziarono a farsi assistere, anche se non professionalmente, nella scelta del
quest’ultimo; si necessitava quindi di una classe di giuristi che sapessero
maneggiarli. Nel 1350 iniziò a formarsi una discreta cerchia di persone, capaci di
raccontare i fatti giuridicamente rilevanti e che prendevano il nome di narratores,
importanti perché la giuria aveva il solo compito di decidere tra “sì e no” rispetto
ad un determinato rapporto conflittuale. I narratores raccontavano alla Corte i
fatti sui quali la giuria si doveva esprimere. Dai narratores inizia poi a 2