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7.1 COLTURE CELLULARI
Le cellule staminali sono un importante target della terapia genica. Le cellule staminali sono cellule prima-
rie.
La coltura cellulare è un insieme di cellule mantenute in vitro derivanti dalla disgregazione di tessuti o
isolati da fluidi biologici. Con la crescita in vitro le cellule sono fatte crescere lontane dal loro ambiente
fisiologico. Le cellule sono quindi adattate (ambientamento) in vitro, si cerca quindi di riprodurre artifi-
cialmente quello che accade in vivo.
Grazie alle colture cellulari si possono eseguire vari tipi di analisi sulle cellule (in quanto comunque sono
facilmente manipolabili) in maniera riproducibile ed economica (ed inoltre possono essere congelare per la
conservazione), ma è da considerare (tra gli svantaggi) che le cellule in coltura non riproducono realmente
quello che farebbero nel loro ambiente fisiologico (ad esempio le cellule staminali in coltura più vanno
avanti con le divisioni più perdono la loro staminalità). Sulle cellule in coltura possono essere eseguiti diversi
tipi di analisi: biologia cellulare e molecolare, genetica, citogenetica, oncologica, farmacologica, immuno-
logica.
Per ottenere una buona coltura cellulare bisogna lavorare in condizioni sterili ed asettiche sia per prevenire
contaminazioni da parte dell’operatore o da parte di micoplasmi, sia per evitare la contaminazione di se stessi
o di terzi.
Il laboratorio di biologia cellulare si chiama camera cellula e deve essere sterile. Deve essere composto da una
stanza antecedente per permettere all’operatore di indossare gli indumenti necessari, i camici usati in camera
cellule devono essere monouso o specifici per la camera cellule.
Per evitare contaminazioni durante la manipolazione di cellule, tutte le operazioni dovranno essere effet-
tuate sotto cappe a flusso laminare. Le cappe a flusso laminare hanno un flusso unilaterale formato da filetti
paralleli tra loro. I filetti di aria sterile trascinano via dall’area di
di aria sterile, filtrata attraverso filtri HEPA
lavoro tutti i contaminati. I filtri HEPA prevengono la formazione particellare e sono costituiti da fogli di
microfibre di vetro ripiegati più volte. Tutto ciò che viene posto sotto cappa deve essere sterile, anche il
protezione dell’operatore
mezzo di coltura. La è data dal pannello di vetro (questo tipo di cappa è chiamata di
tipo 2) ma non protegge totalmente né l’operatore né l’ambiente. Il flusso laminare non permette a particelle
di polvere di poggiarsi sulla superficie della cappa. Di solito le cappe sono dotate anche di lampada ad UV
che permette un’ulteriore sterilizzazione. Per stabilizzare il flusso laminare ci vogliono 5 minuti. Le cappe di
tipo 3 invece sono caratterizzate da chiusura ermetica con presenza di guanti per manipolazione di mi-
hanno un filtro HEPA per l’aria in ingresso e due filtri HEPA per l’aria in
crorganismi di rischio maggiore,
uscita.
I terreni di coltura usati per coltivare le cellule devono essere sterili. Le tecniche di sterilizzazione più frequenti
sono:
Sterilizzazione a calore rosso su fiamma
mediante l’utilizzo di un forno a 160°C per almeno 2 ore. Indicato per
Sterilizzazione al calore secco
la vetreria da laboratorio
Sterilizzazione al calore umido tramite utilizzo di autoclave a 121°C per almeno 15 minuti. Indicato
per mezzi non sensibili al calore e per la vetreria da laboratorio dopo l’utilizzo
I mezzi di coltura sono quelli in cui una cellula in coltura cresce. Di solito sono dotati di sistema tampone
che garantisce il mantenimento di pH. Si usa il rosso fenolo per valutare anche visivamente eventuali vi-
raggi di pH, di solito infatti il terreno, in presenza di rosso fenolo, è rosso, ed ha un pH compreso tra 7,2 e 7,4;
se il colore diventa blu-violetto il terreno è diventato alcalino quindi le cellule sono andate in apoptosi, se
quindi c’è una probabile
diventa giallo il terreno è diventato acido contaminazione batterica o da funghi. Il
mezzo di coltura contiene nutrimenti e deve essere cambiato quasi giornalmente.