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Plastica per colture,  Tecnologie per terapia genica e cellulare Pag. 1
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Estratto del documento

7.2 PLASTICA PER COLTURA

I contenitori delle colture sono generalmente in polistirene, un materiale rigido con superficie lucida, buona

resistenza chimica ed a soluzioni acquose, limitata resistenza a solventi, totale assenza di tossicità per le

cellule in coltura, trasparenza per osservazione diretta al microscopio e la superficie è trattata chimica-

mente per renderla idrofila e carica negativamente. Questo trattamento favorisce i legami stabili con i

fattori di adesione.

L’efficienza di semina è il valore di cellule al di sotto del quale le cellule non crescono in modo efficiente

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(al di sotto di una certa densità non crescono in maniera efficiente). In genere la densità > 10 cellule/cm .

Il tempo di duplicazione indica ogni quanto una cellula si divide. Il tempo di duplicazione è caratteristico

per ogni linea cellulare. Se le cellule sono soprannumerarie muoiono.

PIASTRE

Esistono diversi tipi di piastre. Le più usate sono le flasche, poi le piastre Petri (specifiche per cellule) e le

multiwell.

Esistono varie grandezze di piastre, ogni piastra ha un suo diametro, una sua superficie ed un suo volume

(ossia la quantità di cellule che può contenere). Di solito i piattoni con diametro di 150 mm sono usati per le

colture degli helper dependent.

Le multiwell sono delle piastre che hanno più pozzetti distinti e separati tra loro. Una multiwell di tipo 96 well

plate ha 96 pozzetti. Di solito si usano per saggi di attività. Il volume di ogni well è di 0,1 0,2 ml.

Le bottiglie sono invece chiamate flasche. Nelle flasche è più facile evitare la contaminazione in quanto hanno

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un tappo. Flasche di tipo 225 (225 cm ) sono usate per colture di adenovirus.

MORFOLOGIA CELLULARE

Le cellule possono essere aderenti, semi-aderenti o in sospensione, in base a come si comportano durante

la crescita. Tutte le info delle cellule sono contenute in un protocollo chiamato data sheet che viene recapi-

tato insieme alla coltura cellulare acquistata dalla banca cellulare. Sul data sheet è anche presente il cariotipo

di ogni linea cellulare e le analisi per garantire che la linea cellulare sia priva di contaminanti.

Linee cellulari continue aderenti

A questa categoria appartengono cellule: epiteliali, endoteliali, fibroblastoidi, neuronali.

Delle aderenti epiteliali le più usate sono le P-19 che derivano dal carcinoma embrionale di topo. Formano

un monostrato aderente e crescono in medium di coltura MEM (80-90%) e FBS (10-20%), si duplicano ogni

2-3 giorni e si conservano nella parte acquosa dell’azoto liquido a -196°C. Hanno una confluenza del 70%.

Un altro tipo di linea cellulare aderente epiteliale è HELA che deriva da carcinoma di cervice umano. Anche

queste cellule crescono formano un monostrato aderente e crescono principalmente in MEM (90-95%) e FBS

(5-10%) in presenza di glutamina per la sintesi proteica, si duplicano ogni 48 ore. Hanno una confluenza più

bassa rispetto alle P-19 ed hanno una forma stellata in quanto sono aderenti, in sospensione hanno una forma

tondeggiante. che derivano dall’arteria polmonare di mucca.

Fanno parte delle linee cellulari aderenti endoteliali le CPAE

principalmente in MEM e FBS, non hanno un’alta densità.

Anche queste cellule crescono

Fanno parte delle linee cellulari aderenti fibroblastoidi le cellule 293 derivate da cellule umane embrionali

e sono cellule permissive per l’amplificazione degli adenovirus.

di rene

Un’altra linea cellulare aderente fibroblastoide è la COS-1 derivata dal rene di scimmia africana.

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
2 pagine
SSD Scienze chimiche CHIM/03 Chimica generale e inorganica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher KittyMidnight di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Tecnologie per terapia genica e cellulare e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Napoli Federico II o del prof Lombardo Barbara.