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OGM: Vietato l'impiego di OGM e loro derivati in tutte le fasi del processo produttivo, compresi i mezzi tecnici, additivi, aromi, enzimi, ecc. Ammesso impiego solo nei farmaci veterinari.
Adottata la soglia 0,9% come limite di contaminazione accidentale o tecnicamente inevitabile. Gli Stati membri possono adottare limiti più restrittivi.
Coesistenza OGM:
In Italia gli OGM non sono ammessi nemmeno in tradizionale, ma nel caso dei Paesi in cui sono ammessi, per le piante ad impollinazione incrociata si potrebbe avere contaminazione nella produzione di sementi. Per evitare la contaminazione si possono usare varietà con fioritura in periodi differenti oppure giocare sulla distanza, superiore ai 10 metri per il mais. Si può quindi pensare di fare una zona di mais a convenzionale, una zona buffer, che proteggano quello a biologico del campo del vicino. Per quanto riguarda la fioritura bastano 7 giorni di differenza per avere una forte riduzione della contaminazione.
Ai fini
della verifica del mancato impiego di OGM e loro derivati negli additivi, aromi, coadiuvanti tecnologici e altri ingredienti di origine non agricola, non garantiti dagli obblighi di etichettatura (Reg. CE 1829/03 e 1830/03), viene proposto un apposito modello di dichiarazione esplicitati conformità al Reg. CE 834/07 da richiedere alla ditta produttrice o venditore. Lo stesso deve rendersi disponibile ad eventuali controlli ed analisi da parte dell'Organismo di Controllo del cliente. Tracciabilità: Il sistema di controllo deve tenere in dovuto conto specifici obblighi per la tracciabilità del prodotto biologico lungo tutte le fasi della filiera di produzione e commercializzazione che ogni Stato membro dovrà definire in conformità all'art. 18 del Reg. CE 178/02. Vedi, ad esempio, la necessità di tracciare l'origine UE o non UE di tutte le materie prime lungo la filiera, correlata all'uso del logo UE. Ai fini del calcolo del contenutoLa percentuale di ingredienti biologici (a partire dal 1° luglio 2010) sono conteggiati anche alcuni additivi alimentari elencati nell'apposito allegato VIII e contrassegnati da un asterisco nella colonna del codice dell'additivo (sono considerati ingredienti di origine agricola), come l'estratto ricco di tocoferolo e l'ericine.
Un prodotto per essere considerato biologico deve contenere un 95% di prodotti biologici minimo. Per i prodotti con un contenuto in ingredienti bio inferiore al 95% NON è previsto alcun limite circa il contenuto minimo in ingredienti bio per i prodotti multi-ingrediente.
È possibile quindi specificare l'ingrediente BIO con un asterisco riportando la % in peso, va indicato il codice (es IT BIO XXXX) dell'organismo di Controllo, e dell'operatore controllato (v. etichette), ma non è possibile mettere il logo BIO.
Accanto al logo del biologico possono essere inseriti anche altri loghi di altri organismi competenti.
Stati membri possono applicare nel loro territorio norme più rigorose alla produzione biologica vegetale e animale, purché tali norme siano applicabili anche alla produzione non biologica, siano conformi alla normativa comunitaria e non vietino o limitino la commercializzazione di prodotti biologici prodotti al di fuori del territorio dello Stato membro interessato.
Tutti i prodotti che entrano nella produzione come coadiuvanti vanno giustificati e vanno prese in considerazione le misure preventive, come la gestione della chioma o la scelta delle varietà resistenti.
Sistema di controllo:
C'è il Ministero delle politiche agricole e alimentari che garantisce e la garanzia è delegata alle regioni: il produttore manda una lettera di informazione alla regione per aderire al sistema biologico e assume a sue spese un organismo di controllo, a sua volta soggetto ad una vigilanza ICQ. L'organismo di controllo è accreditato presso il
Trasformazione:
- Autorizzazioni sanitarie (DIA);
- Acconto della quota di controllo;
Esiste poi una documentazione integrativa per l'attività zootecnica che comprende:
- Piano di gestione dell'allevamento (alimentazione, cure sanitarie, ecc.);
- Programma di utilizzo delle deiezioni zootecniche;
- Planimetria catastale delle strutture dell'allevamento, magazzini;
- Aziende Apistiche: planimetria dei siti degli apiari;
Si ha quindi la valutazione preliminare della documentazione. A questo punto c'è la visita ispettiva di avvio con ispezione di appezzamenti, colture e confini a rischio, magazzini e mezzi tecnici, e dei laboratori di trasformazione. Si ha la consegna dei registri (scheda materie prime, colturale, vendite), la verifica del piano di gestione e l'ispezione degli allevamenti, dei siti apiari e zone di raccolta spontanea. Si ha la valutazione della Commissione di Certificazione con rappresentanti di produzione, consumatori e tecnico-scientifica.
Si ha quindi l'emissione dell'attestato di idoneità e l'invio di parere favorevole di iscrizione all'ERSA. Quindi, si ha l'iscrizione all'albo regionale degli operatori biologici. Per quanto riguarda il periodo di conversione, l'autorità competente può decidere di riconoscere retroattivamente come facenti parte del periodo di conversione eventuali periodi anteriori, durante i quali gli appezzamenti sono stati oggetto di misure definite in un programma messo in atto ai sensi del regolamento del Consiglio n° 1257/1999 e 1698/2005 o in un altro programma ufficiale, a condizione che tali misure garantiscano che i prodotti non autorizzati nell'ambito della produzione biologica non sono stati utilizzati sugli appezzamenti in questione, o che gli appezzamenti erano superfici agricole o allo stato naturale non trattate con prodotti vietati nell'ambito della produzione biologica. In ogni caso va documentato tutto, con il PAP, ilpiano annuale di produzione che deve essere compilato e inviato.
Fertilità del terreno:
I fattori che rendono produttivo un terreno comprendono la presenza di sostanza organica, la quantità di terra a disposizione degli apparati radicali, ecc. Il terreno è lo strato superficiale della crosta terrestre ed è capace di ospitare la vita delle piante. Si trova una fase liquida, una gassosa e una fase solida, ossia il volume occupato dalla parte solida, la tessitura, le componenti minerali, la sostanza organica e elementi vivi o morti all'interno. Il volume della fase solida oscilla dal 40% al 60% mentre il volume della porosità per complemento a 100 oscilla dal 60% al 40%. Per quanto riguarda la fase solida un 45% è composta da fasi minerali mentre solo un 5% è composto da altro, in particolare la sostanza organica che occupa l'80% di questo 5%, poi ci sono radici e organismi di varia natura. Acqua e aria occupano il restante 50%, e in un terreno
ideale questa porosità dovrebbe essere per metà suddivisa fra aria e acqua: questo garantisce i servizi ecosistemici del suolo, in primis la produttività delle colture. Troppa porosità sacrifica il contenuto idrico mentre troppa ritenzione idrica sacrifica la vitalità del suolo (i microorganismi hanno bisogno di una certa quota di ossigeno e a livello del suolo l'ossigeno arriva anche all'8% in quanto viene consumato dai microorganismi). La fertilità va estesa ad un concetto di sostenibilità, nel tempo, ed è quel concetto che dice che un terreno è in grado di dare i servizi ecosistemici, in primis la produzione, nel tempo, con il minimo input esterno. In un terreno agrario si ha un sovvertimento degli orizzonti originali di un terreno naturale. L'intervento dell'aratro fa sì che lo strato attivo lavorato sia rimescolato e quindi gli orizzonti originali sono rimescolati fra di loro. Normalmente lo stratoattivo si colloca dai 20 ai 30 cm, in cui maggiore è la presenza delle radici, in cui maggiore è anche la vitalità biologica del suolo e maggiore è anche il contenuto di sostanza organica. In generale, rispetto a un terreno naturale, in un terreno agrario si ha un minore contenuto di sostanza organica, una alterazione degli strati superficiali e alterazione dei parametri fisici, chimici e microbiologici. L'entità di queste variazioni rispetto a un terreno naturale sono variabili e dipendono dalla tessitura, clima, uso del suolo (pascoli o seminativi), tecnica agronomica in generale (lavorazioni, irrigazioni, fertilizzazioni, ecc.).
Le funzioni del terreno di abitabilità sono date da: profondità del suolo, la sua struttura, la sua porosità, la permeabilità, la temperatura, la presenza di parassiti, patogeni, pH e sostanze tossiche. Ci sono poi gli aspetti nutrizionali: