Anteprima
Vedrai una selezione di 8 pagine su 35
Cinema, fotografia e televisione (più storytelling) - appunti delle lezioni Pag. 1 Cinema, fotografia e televisione (più storytelling) - appunti delle lezioni Pag. 2
Anteprima di 8 pagg. su 35.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Cinema, fotografia e televisione (più storytelling) - appunti delle lezioni Pag. 6
Anteprima di 8 pagg. su 35.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Cinema, fotografia e televisione (più storytelling) - appunti delle lezioni Pag. 11
Anteprima di 8 pagg. su 35.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Cinema, fotografia e televisione (più storytelling) - appunti delle lezioni Pag. 16
Anteprima di 8 pagg. su 35.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Cinema, fotografia e televisione (più storytelling) - appunti delle lezioni Pag. 21
Anteprima di 8 pagg. su 35.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Cinema, fotografia e televisione (più storytelling) - appunti delle lezioni Pag. 26
Anteprima di 8 pagg. su 35.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Cinema, fotografia e televisione (più storytelling) - appunti delle lezioni Pag. 31
1 su 35
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Altro modo è le azioni parallele dove due o più azioni sono raccontate parallelamente e si incontrano solo alla

 fine, come il film “Man on wire” racconta la preparazione raccontato con le interviste con cosa succede in una

torre e nell’altra in modo parallelo finché si uniscono con lui che cammina. 27

Altra struttura è multilineare ovvero molte storie lineari che si intrecciano come nel film Magnolia dove si

 intrecciano più storie, tutti i personaggi del film hanno uguale importanza e tutti portano avanti l’azione.

Struttura può essere metaforica quindi basata su un simbolo o idea, come film basato sull’orchestra come

 metafora della vita. Film The corporation basato sulle grandi aziende viste come esseri umani.

Struttura circolare:

 L’eroe (non protagonista) ha un desiderio interno o bisogno esterno

1. Comincia un viaggio per appagarlo

2. Si imbatte in un nemico e in chi lo aiuta

3. Battaglia

4. Secondo nemico

5. Battaglia

6. Rivelazione sulle sue origini o destino

7. Risoluzione

8.

L’eroe qui ha tanti nemici, ed è per enfatizzare il suo ruolo di eroe. Se il nemico è uno solo è importante quanto il

protagonista, invece così spicca l’eroe. Come Ulisse, supereroi, serie tv dove c’è un nemico per volta.

Le strutture narrative non sono obblighi ma suggerimenti, sono lì per essere contraddette e cambiate.

I personaggi : sono costruiti attraverso

Personalità : emerge dalle scelte del personaggio (es. il silenzio degli innocenti, la protagonista tiene testa a

 Hannibal).

Motivazione : film Missing dove il protagonista è motivato dal trovare il figlio, esse spingono il

 personaggio a determinati comportamenti che trainano il racconto verso lo sviluppo e la conclusione.

Interazione: creano un sistema, il personaggio assume significato attraverso le interazioni e relazioni con

 gli altri. Serie Brothers and sisters basato su questo. Personaggio trova la sua misura attraverso

l’interazione con altri.

Coerenza: aspetto base della credibilità di un personaggio, si intende che in qualsiasi momento e situazione

 della storia il personaggio abbia comportamenti in linea con attitudini, emozioni, aspetto fisico, principi,

idee e altri elementi che lo caratterizzano. Es. Il caso Spotlight.

Credibilità: riguarda azioni, decisioni e comportamenti del personaggio. Essa racchiude l’interazione tra

 tutte le componenti fisiche e psicologiche del personaggio e tra queste e il mondo esterno. Es. Erin del

film ? ottiene le cose coi suoi modi ed è credibile.

Il personaggio di Man on wire ha una certa personalità, idem la motivazione era un sogno da realizzare e

sottolinea la differenza tra francesi quindi Europa e gli Stati Uniti/cultura anglosassone i primi non sanno

perché fanno le cose, il perché non è sempre razionale a differenza dei secondi. Interazione con gli amici che lo 28

hanno aiutato e la fidanzata. Coerenza che lo porta a fare la cosa, ha deciso di farlo e lo fa. La sa compiere

credibilità.

Il protagonista è il personaggio principale e tutto ruota intorno a lui, devono valere tutte le caratteristiche dette

prima, egli non può essere un simbolo perché questo è perfetto. Deve essere complesso solo così possiamo

immedesimarci, spesso in conflitto con sé stesso, sbaglia e ha debolezze dando spessore e verosimiglianza.

Antagonista è il nemico del protagonista che ostacola il suo disegno e appagamento del desiderio, può essere

spietato e sadico e anche vittima della sua cattiveria. Il lato umano gli dà verosimiglianza e spessore, a volte anche

simpatico. Può essere non umano come tornado, malattia, incidente e avrà comunque spessore e verosimiglianza.

Può essere una parte nascosta del protagonista o una dipendenza, malattia.

In conclusione le strutture non sono regole ma suggerimenti, i personaggi sono costruiti su elementi precisi,

protagonista e antagonista sono il motore della storia.

Non ci sono regole fisse per raccontare una storia (soggetto), la scaletta è l’ordine in cui racconto i fatti, il

trattamento è quando ciò che ho raccontato diventa immagine. Nella sceneggiatura scrivo i dialoghi che supportano

le immagini. Il format è come tutto questo diventa un format quindi qualcosa che si può comunicare, come

adattarlo e mantenere una struttura che posso moltiplicare. Non è una regola fissa, alcuni fanno la scaletta dopo il

trattamento. C’è chi prima vuole sapere come va la storia, chi fantastica e poi mette in ordine.

Il soggetto: ho un’idea della storia che voglio raccontare ma mi serve un supporto, che è il soggetto, devo chiarire

che storia sto raccontando provando a sintetizzarla in una frase perché se riesco a farlo chiarisco la cosa veramente

importante della storia, provo a scriverla immaginando l’inizio, come si sviluppa e come finisce. Con quella pagina,

pagina e mezzo di soggetto so come funziona la storia. Verbi al tempo presente e in terza persona, linguaggio

chiaro e non ricercato. E questa è la prima fase, di sperimentazione, ci si fa molte domande sulla storia: cosa

succederebbe se…? Si prova ad andare in direzioni diverse finché arriviamo allo scopo che è trovare lo sviluppo

della storia. Dopo aver provato le variabili troviamo il sistema, il soggetto che vogliamo raccontare. Oltre che

sperimentazione, è la fase della ricerca: se non conosciamo l’ambiente di cui si parla (anche se è consigliato parlare

di ciò che si conosce) si fa una ricerca sapere come si vive in quell’ambiente, come ci si muove, quali sono i valori

positivi e negativi, le interazioni tra le persone, ecc. è scritto in modo inelegante ma dà l’inizio, lo sviluppo e il

finale, ci dà idea dei personaggi ma tutto molto acerbo. Per ora si stende la materia della storia.

Accanto alla storia si può scrivere una piccola biografia dei personaggi, come sono fatti, come erano e la loro storia,

il carattere, come interagiscono con gli altri. Si deve quasi porre domande al personaggio e rispondere noi. Se sono

veri si possono conoscere o conoscere chi li conosceva e se sono irreali vanno inventati. Capire cosa è meglio

evidenziare e cosa nascondere.

Scaletta: il soggetto racconta con la fabula, la scaletta è l’intreccio poiché la prima rispetta l’ordine cronologico e la

logica invece l’altro intreccia rispettando la sequenza che vogliamo dare alla storia. Anticipare cose, evitarne altre,

è giusto che il protagonista sappia qualcosa o no? Si definisce la struttura narrativa del racconto e il ritmo della

narrazione. La scaletta è una semplice lista di ciò che accade, è ancora più piatta e inelegante del soggetto ma

ugualmente chiara e precisa, in poche righe e divisa per punti. Possiamo anche indicare in che momento ci troviamo

e dove siamo: giorno, sera, a casa, ecc. la scaletta dà modo di dosare, rileggere, ritoccare ed è l’ultima volta che la

storia sarà in poche pagine. La scaletta dà più importanza a personaggi e luoghi, leggendola si evidenziano in

modo diverso i personaggi, mi accorgo della loro frequenza, idem con i luoghi. Voglio che Luigi sia più presente di

Maria? Va bene che la storia sia sempre all’esterno? Ecc. la scaletta permette di stabilire il ritmo che è dato dalla

29

frequenza dei colpi di scena, svolte forti in cui i personaggi cambiano il senso del loro essere e posso visualizzare

questo nella scaletta, quindi mi accordo in che punti ce ne sono di più, dove la storia è più veloce e dove è lenta.

Dosare i ritmi è un elemento chiave della storia. Finché non si è soddisfatti non si procede al prossimo step.

Trattamento: è un romanzo per immagini, momento in cui la mia storia diventa visuale, ogni punto della scaletta

viene sviluppato come un romanzo per immagini. Quello che scriviamo deve essere visibile, Luca è arrabbiato

Luca sbatte la porta, ed è molto difficile con emozioni sottili e sfumate. Il centro del trattamento sono le azioni,

tutti fanno qualcosa ed è più importante di ciò che dicono, che nel trattamento non è definito. Nel copione non

scrivo che Luca è arrabbiato, devo fargli fare qualcosa che lo faccia capire, ed è facile nel caso di una cosa basilare

come la rabbia ma non per stati d’animo più tenui. L’abilità nel scrivere il trattamento è trovare reazioni giuste al

personaggio. Si vedono i personaggi e cosa fanno, la storia è portata avanti dalle azioni. L’abilità è non cadere

nell’eccessiva descrizione. Il trucco per un buon trattamento è immaginarsi un quadro e descrivere ciò che colpisce.

Sceneggiatura: mentre le parti precedenti erano retti da persone che scrivevano, la sceneggiatura è il copione finale

che va a molti: attori, musicisti, scenografo, scritto e impaginata in maniera condivisa in modo che ognuno trovi le

informazioni che cerca. Esistono standard di sceneggiatura: all’italiana, all’americana. Oggi ci sono software che

fanno questo lavoro e che impaginano nei vari stili, molti però non sono liberi e in vendita ma alcuni appartengono

alle aziende per cui si lavora e chi scrive non possiede ciò che ha scritto, importante dal punto di vista legale, si

perdono i diritti. Se abbiamo un buon trattamento è facile scrivere la sceneggiatura, dobbiamo scrivere i dialoghi e

descrizione di qualche scena. La sceneggiatura è divisa in scene che non coincidono per forza con la scaletta, si

cambia scena assieme al luogo, si numerano e si dice dove ci si trova e in che momento. La cosa più difficile sono i

dialoghi perché spesso sembrano finti e artificiali e invece devono somigliare il più possibile alla realtà, noi

parliamo in modo illogico, sgrammaticato, il dialogo non è perfetto, ci interrompiamo, riprendiamo discorsi. Nel

momento in cui si scrive il dialogo, questo deve somigliare alla realtà, ascoltando come parla la gente e leggerli ad

alta voce se sembrano finti. Nelle descrizioni ci sono ambienti e personaggi quando

vengono visti la prima volta, senza eccedere nei particolari ma con particolari esemplificativi. I dialoghi

supportano immagini e personaggi ma non devono interrompere l’incantesimo.

Dopo la sceneggiatura si rilegge e si sistema e i problemi possono riguardare qualsiasi cosa e se sono legati a

struttura e ritmo sarò più difficile sistemarli, se sui dialoghi sarà più semplici.

Ogni stadio sviluppa elementi diversi: soggetto storia, scaletta struttura narrativa, trattamento linguaggio

visivo e sceneggiatura dialoghi. Il procedimento è una continua messa a fuoco.

Raccontare storie tratte dalla realt à: perché raccontare storie vere? Sicuramente maggiore coinvolgi

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
35 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/06 Cinema, fotografia e televisione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher 94ili94 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Cinema, fotografia e televisione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi dell' Insubria o del prof Buscemi Francesco.