Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
C. LE SEZIONI 2 A E 2 B HANNO ESPOSTO DUE ASPETTI CONTRADDITTORI
DELLE STRUTTURE DI PIACERE DEL GUARDARE, NELLA SITUAZIONE
CINEMATOGRAFICA CONVENZIONALE
- Aspetto scopofilo: nasce dal piacere di usare un’altra persona come oggetto di
stimolazione sessuale attraverso la vista
- Aspetto che si sviluppa attraverso il narcisismo e la costruzione dell’io: deriva
dall’identificazione con l’immagine vista.
In termini filmici:
- implica una SEPARAZIONE dell’identità del soggetto dall’oggetto sullo schermo =
scopofilia attiva
- esige l’IDENTIFICAZIONE dell’io con l’oggetto sullo schermo tramite la fascinazione dello
spettatore e il riconoscimento del suo simile.
Funzione:
- = funzione degli istinti sessuali
- = funzione della libido dell’io
→ → dicotomia fondamentale per Freud: le vede come due cose integranti ma il
contrasto fra pulsioni istintuali e autoconservazione continua a essere una
polarizzazione drammatica in rapporto al piacere
→ sono entrambe strutture formative non significanti, devono essere agganciate
a un’idealizzazione per avere un significato
→ entrambe perseguono scopi indifferenti alla realtà percettiva, creando quella
concezione del mondo erotizzata che dà forma alla percezione del soggetto, e si
fa schermo della realtà empirica.
Nel corso della sua storia il CINEMA sembra aver sviluppato un’illusione di realtà,
in cui la contraddizione tra libido e ioo ha trovato un inondo complementare. In
realtà il mondo fantastico dello schermo è soggetto alla legge che lo produce →
gli istinti sessuali e i processi di significazione hanno un significato entro l’ordine
simbolico che articola il desiderio → il desiderio, nato con il linguaggio, consente
la possibilità di trascendere l'istintuale e l’immaginario, ma il suo punto di
riferimento ritorna al momento traumatico della sua nascita: il complesso di
castrazione → lo sguardo, piacevole nella forma, può essere minaccioso nel
contenuto, ed è la donna come rappresentazione / immagine a cristallizzare
questo paradosso.
3. LA DONNA COME IMMAGINE, L’UOMO COME SUPPORTO DELLO SGUARDO
A. IN UN MONDO ORDINATO DALLA DISPARITA’ SESSUALE, IL PIACERE DEL
GUARDARE E’ STATO SCISSO IN ATTIVO/MASHCILE E PASSIVO/FEMMINILE
Lo sguardo maschile proietta la sua fantasia sulla figura femminile, definita di
conseguenza → le donne sono guardate e mostrate e il loro aspetto è codificato
per ottenere un forte impatto visivo ed erotico → DONNA MOSTRATA COME
OGGETTO SESSUALE = leitmotiv dello spettacolo erotico: dalle pinups allo
striptease, da ziegfield a busby berkley, ella significa desiderio maschile.
Il cinema tradizionale combinava armoniosamente spettacolo e narrazione. la
donna è indispensabile nello spettacolo nel normale film narrativo, ma la sua
presenza visiva ostacola lo sviluppo della vicenda per momenti di
contemplazione erotica → questa presenza estranea deve essere integrata nella
coesione narrativa.
→ la donna esbita ha funzionato su 2 livelli: come OGGETTO EROTICO per i i
personaggi della vicenda sullo schermo e per lo spettatore in sala → per esempio
l’espediente della showgirl fa si che i 2 sguardi siano unificati nella diegesi → la
donna recita nel film e gli sguardi dei personaggi mashcili del film e degli
spettatori si combinano armoniosamente → l’impatto sessuale della donna è
posta al di fnuori del suo tempo e spazio → cosi la prima apparizione di marylin
monroe in the rivert of no retun e le canzoni di lauren bacall in to have and have
not, o i primi piani delle gambe o di un volto integrano nella narrazione un
diverso tono di erotismo.
B. UNA DIVISIONE ETEROESSUALE DEL LAVORO, ATTIVO / PASSIVO, HA
ANALOGAMENTE CONTROLLATO LA STRUTTURA NARRATIVA
conformemente ai principi dell’ideologia dominante, sorretta dalle sue strutture
psichiche, la figura maschile non puo essere un oggetto sessuale → l’uomo non
fissa lo sguardo sul suo smilie esibizionista → la scissione tra narrazione e
spettacolo convalida il ruolo maschile di PERSONAGGIO ATTIVO che fa progredire
la vicenda → l’uomo controlla la fantasia filmica ed emerge come
RAPPRESENTANTE DEL POTERE e come supporto allo spettatore, per
neutralizzare le tendenze extra narrative rappresentate dalla donna come
spettacolo
→ possibile pk il film è strutturato attorno a una figura principale, di controllo,
con cui lo spettatore puo identificarsi → lo spettatore si identifica con il
protagonista maschile, quindi proietta l suo sguardo su quello del suo sostituto
maschile, coiscche il potere del protagonista maschile nel controllare gli eventi
coincide con il potere attivo dello sguardo erotico entrambi hanno una
soddisfacente sensazione di onnipotenza.
→ caratteristiche di una star maschile: non come oggetto erotico dello sguardo,
ma quelle del piu perfetto, ideale, completo, potente nel suo riconoscimento di
fornte allo specchio
→ se la donna è icona, la figura attiva maschile richiede uno spazio che
corrisponde a quello del riconoscimento allo specchio in cui il soggetto alienato
interiorizzava la sua stessa rappresentazione di questa esistenza immaginaria →
è una figura nel paesaggio → la funzione del film è quella di riprodurre le
condizioni naturali della percezione umana → la tecnica cinematografica (!
profondità di campo) e i movimenti di macchina, combinati con il montaggio
invisibile, tendono a rendere indistinti i limiti dello spazio dello schermo → il
protagonista maschile comanda sulla scena, una scena di illusione spaziale in cui
articola lo sguardo e crea l’azione
C1. LE SEZIONI 3 A E 3B HANNO EVIDENZIATO UNA TENSIONE FRA UN MODO DI
RAPPRESENTARE LA DONNA NEL CINEMA E LE CONVENZIONI RIGUARDO ALLA
DIEGESI.
l’uno e le altre associati ad uno sguardo: quello dello spettatore in contatto
scopofilo con la forma femminile esibita per il suo godimento (fantasia maschile)
e quello dello spettatore affascinato dall’immagine di se in uno spazio naturale e
illusorio, = controllo e possesso donna nelle diegesi. (la donna è isolata, in
mostra, affascinante, oggetto sessuale, ma perde i suoi tratti quando si innamore
di un uomo: il suo erotismo è soggetto solo alla star maschile → tramite la sua
identificazione con lui anche lo spettatore può avere quel potere)
→ ma in termini psicoanalitici la donna pone un problema più profondo: allude
anche alla sua mancanza di un pene, che implica la minaccia di castrazione
quindi un non piacere.
→ il significato della donna è la differenza sessuale, l’assenza del genitale
maschile → la donna come icona, mostrata per il godimento dell’uomo minaccia
di evocare l’angoscia che originariamente significava. L’inconscio maschile ha
due strade per sfuggire a questa angoscia: la preoccupazione per la ripetizione
del trauma originario (investigando la donna), controbilanciata dalla
svalutazione, punizione o redenzione dell’oggetto colpevole (film noir); oppure
rinnegare la castrazione attraverso la sostituzione con un oggetto feticistico,
rassicurante invece che pericolosa
→ seconda strada = scopofilia feticista, che innalza la bellezza fisica dell’oggetto,
trasformandola in qualcosa di soddisfacente per se stesso.
→ prima strada = voyeurismo, che ha associazioni con il sadismo: il piacere sta
nel ribadire il controllo e soggiogare la persona con la punizione o il perdono →
variante sadica che si adatta alla narrazione, pk il sadismo richiede una storia:
dipende dal far accadere qualcosa, provocando un cambiamento nella persona,
uno scontro di volontà e forza e tutto si deve verificare in un tempo lineare, con
un inizio e una fine
→ seconda strada: può esistere al di fuori del tempo lineare pk la pulsione erotica
è incentrata solo sullo sguardo → contraddizioni illustrate da hitchcock e
stenberg che fanno dello sguardo quasi il contenuto e soggetto di molti loro film:
H è più complesso pk usa entrambe le strade, S pura scopofilia feticista.
C2. E’ RISAPUTO CHE S UNA VOLTA DISSE CHE SAREBBE STATO BEN FELICE CHE I
SUOI FILM VENISSERO PROIETTATI CAPOVOLTI, IN MODO CHE LA VICENDA E IL
COINVOLGIMENTO NEL PERSONAGGIO NON INTERFERISSERO CON LO SCHIETTO
APPREZZAMENTO DELL’IMMAGINE SULLO SCHERMO DA PARTE DELLO
SPETTATORE
→ affermazione rivelatrice ma ingenua pk i suoi film esigono che la figura della
donna sia identificabile (esempio Dietrich); rivelatrice pk evidenzia come per lui
lo spazio pittorico racchiuso dal quadro sia, più della narrazione e dei processi di
identificazione, di enorme importanza.
→ H = variante investigativa del voyeurismo, S produce il feticcio definitivo,
finché lo sguardo potente del protagonista maschile si interrompe a favore
dell’immagine in rapporto diretto con lo spettatore. La bellezza della donna come
oggetto e lo spazio dello schermo si confondo → lei non è più la portatrice della
colpa ma un prodotto perfetto, il cui corpo è il contenuto del film, e riceve
direttamente lo sguardo dello spettatore.
S = poca importanza a illusione della profondità dello schermo, che è
unidimensionale, pk luce e ombra, vapore, foglie riducono il campo visivo → poca
o nessuna mediazione dello sguardo tramite gli occhi del protagonista maschile.
Al contrario presenze poco definite come La Bessiere in Marocco fungono da
sostituti del regista, distaccate dall’identificazione del pubblico.
Nonostante S insista sulla scarsa importanza delle sue storie, è ! che esse siano
impostate sulla SITUAZIONE, e non sulla suspense, e su un TEMPO CICLICO,
anziché lineare, mentre l’intreccio ruota attorno a un FRAINTENDIMENTO invece
che a un conflitto. → essenza più ! = SGUARDO MASCHILE che controlla nella
scena filmica (??). Il culmine del dramma emotivo nei piu tipici film della dietrich,
i massimi momenti di significato erotico, avvengono in assenza dell’uomo che lei
ama nella fiction. Ci sono altri spettatori che la guardano sullo schermo e il loro
sguardo è unito (non distaccato) da quello del pubblico.
ESEMPI → l’impatto erotico, santificato dalla morte, è mostrato come uno
spettacolo per il pubblcio → l’eroe maschile fraintende, non vede
→ mentre in H l’eroe maschile vede ciò che vede il pubblico. tuttavia nei film che
verranno esaminati, prende a soggetto dei film la fascinazione di un'immagine
tramite un erotismo scopofilo + l’eroe raffigura le contraddizioni e le tensioni
sperimentate dallo spettatore. → in Vertigo, Marnie e Rear Window, lo sguardo è
al centro dell’intreccio, os